lunedì 17 novembre 2008

appello "costruire la sinistra"

dalla newsletter di sd

Costruire la Sinistra: il tempo è adesso

Le ragazze e i ragazzi che in questi giorni portano la loro protesta in tutte le piazze del paese per una scuola che li aiuti a crearsi un futuro ci dicono che la speranza di un’altra Italia è possibile. Che è possibile reagire alla destra che toglie diritti e aumenta privilegi. Che è possibile rispondere all’insulto criminale che insanguina il Mezzogiorno e vuole ridurre al silenzio le coscienze più libere. Che è possibile dare dignità al lavoro, spezzando la logica dominante che oggi lo relega sempre più a profitto e mercificazione. Che è possibile affermare la libertà delle donne e vivere in un paese ove la laicità sia un principio inviolabile. Che è possibile lavorare per un mondo di pace. Che è possibile, di fronte all’offensiva razzista nei confronti dei migranti, rispondere - come fece Einstein - che l’unica razza che conosciamo è quella umana. Che è possibile attraverso una riconversione ecologica dell’economia contrastare i cambiamenti climatici, riducendone gli effetti ambientali e sociali. Che è possibile, dunque, reagire ad una politica miserabile la quale, di fronte alla drammatica questione del surriscaldamento del pianeta, cerca di bloccare le scelte dell’Europa in nome di una cieca salvaguardia di ristretti interessi.
Cambiare questo paese è possibile. A patto di praticare questa speranza che oggi cresce d’intensità, di farla incontrare con una politica che sappia anche cambiare se stessa per tradurre la speranza di oggi in realtà. E’ questo il compito primario di ciò che chiamiamo sinistra.
Viviamo in un paese e in un tempo che hanno bisogno di un ritrovato impegno e di una nuova sinistra, ecologista, solidale e pacifista. La cronaca quotidiana dei fatti è ormai una narrazione impietosa dell’Italia e della crisi delle politiche neoliberiste su scala mondiale. Quando la condizione sociale e materiale di tanta parte della popolazione precipita verso il rischio di togliere ogni significato alla parola futuro; quando cittadinanza, convivenza, riconoscimento dell’altro diventano valori sempre più marginali; quando le donne e gli uomini di questo paese vedono crescere la propria solitudine di fronte alle istituzioni, nei luoghi di lavoro – spesso precario, talvolta assente – come in quelli del sapere; quando tutto questo accade nessuna coscienza civile può star ferma ad aspettare. Siamo di fronte ad una crisi che segna un vero spartiacque. Crollano i dogmi del pensiero unico che hanno alimentato le forme del capitalismo di questi ultimi 20 anni. Questa crisi rende più che mai attuale il bisogno di sinistra, se essa sarà in grado di farsi portatrice di una vera alternativa di società a livello globale.
E’ alla politica che tocca il compito, qui ed ora, di produrre un’idea, un progetto di società, un nuovo senso da attribuire alle nostre parole. Ed è la politica che ha il compito di dire che un’alternativa allo stato presente delle cose è necessaria ed è possibile. La destra orienta la sua pesante azione di governo – tutto è già ben chiaro in soli pochi mesi – sulla base di un’agenda che ha nell’esaltazione persino esasperata del mercato e nello smantellamento della nostra Costituzione repubblicana i capisaldi che la ispirano. Cosa saranno scuola e formazione, ambiente, sanità e welfare, livelli di reddito e qualità del lavoro, diritti di cittadinanza e autodeterminazione di donne e uomini nell’Italia di domani, quel domani che è già dietro l’angolo, quando gli effetti di questa destra ora al governo risulteranno dirompenti e colpiranno dritto al cuore le condizioni di vita, già ora così difficili, di tante donne e uomini?
E’ da qui che nasce l’urgenza e lo spazio – vero, reale, possibile, crescente – di una nuova sinistra che susciti speranza e chiami all’impegno politico, che lavori ad un progetto per il paese e sappia mobilitare anche chi è deluso, distratto, distante. Una sinistra che rifiuti il rifugio identitario fine a sé stesso, la fuga dalla politica, l’affannosa ricerca dei segni del passato come nuovi feticci da agitare verso il presente. Una sinistra che assuma la sconfitta di aprile come un momento di verità, non solo di debolezza. E che dalle ragioni profonde di quella sconfitta vuole ripartire, senza ripercorrerne gli errori, le presunzioni, i limiti. Una sinistra che guardi all’Europa come luogo fondamentale del proprio agire e di costruzione di un’alternativa a questa globalizzazione. Una sinistra del lavoro capace di mostrare come la sua sistematica svalorizzazione sia parte decisiva della crisi economica e sociale che viviamo.
Per far ciò pensiamo a una sinistra che riesca finalmente a mescolare i segni e i semi di più culture politiche per farne un linguaggio diverso, un diverso sguardo sulle cose di questo tempo e di questo mondo. Una politica della pace, non solo come ripudio della guerra, anche come quotidiana costruzione della cultura della non violenza e della cooperazione come alternativa alla competizione. Una sinistra dei diritti civili, delle libertà, dell’uguaglianza e delle differenze. Una sinistra che non sia più ceto politico ma luogo di partecipazione, di ricerca, di responsabilità condivise. Che sappia raccogliere la militanza civile, intellettuale e politica superando i naturali recinti dei soggetti politici tradizionali. E che si faccia carico di un'opposizione rigorosa , con l’impegno di costruire un nuovo, positivo campo di forze e di idee per il paese. La difesa del contratto nazionale di lavoro, che imprese e governo vogliono abolire per rendere più diseguali e soli i lavoratori e le lavoratrici è per noi l’immediata priorità, insieme all’affermazione del valore pubblico e universale della scuola e dell’università e alla difesa del clima che richiede una vera e propria rivoluzione ecologica nel modo di produrre e consumare.
Lavorare da subito ad una fase costituente della sinistra italiana significa anche spezzare una condizione di marginalità – politica e persino democratica – e scongiurare la deriva bipartitista , avviando una riforma delle pratiche politiche novecentesche.
L’obiettivo è quello di lavorare a un nuovo soggetto politico della sinistra italiana attraverso un processo che deve avere concreti elementi di novità: non la sommatoria di ceti politici ma un percorso democratico, partecipativo, inclusivo. Per operare da subito promuoviamo l’associazione politica “Per la Sinistra”, uno strumento leggero per tutti coloro che sono interessati a ridare voce, ruolo e progetto alla sinistra italiana, avviando adesioni larghe e plurali.
Fin da ora si formino nei territori comitati promotori provvisori, aperti a tutti coloro che sono interessati al processo costituente , con il compito di partecipare alla realizzazione, sabato 13 dicembre, di una assemblea nazionale. Punto di partenza di un processo da sottoporre a gennaio a una consultazione di massa attorno a una carta d’intenti, un nome, un simbolo, regole condivise. Proponiamo di arrivare all'assemblea del 13 dicembre attraverso un calendario di iniziative che ci veda impegnati, già da novembre, a costruire un appuntamento nazionale sulla scuola e campagne sui temi del lavoro e dei diritti negati, dell’ambiente e contro il nucleare civile e militare e per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Sappiamo bene che non sarà un percorso semplice né breve, che richiederà tempo, quel tempo che è il luogo vero dove si sviluppa la ricerca di altri linguaggi, la produzione di nuova cultura politica, la formazione di nuove classi dirigenti. Una sinistra che sia forza autonoma – sul piano culturale, politico, organizzativo – non può prescindere da ciò. Ma il tempo di domani è già qui ed è oggi che dobbiamo cominciare a misurarlo. Ecco perché diciamo che questo nostro incontro segna, per noi che vi abbiamo preso parte, la comune volontà di un’assunzione individuale e collettiva di responsabilità. La responsabilità di partecipare a un percorso che finalmente prende avvio e di voler contribuire ad estenderlo nelle diverse realtà del territorio, di sottoporlo ad una verifica larga, di svilupparlo lavorando sui temi più sensibili che riguardano tanta parte della popolazione e ai quali legare un progetto politico della sinistra italiana, a cominciare dalla pace, dall’equità sociale e dal lavoro, dai diritti e dall’ambiente alla laicità.
Noi ci impegniamo oggi in questo cammino. A costruirlo nel tempo che sarà richiesto. A cominciare ora.

Roma, 7 novembre 2008




Primi firmatari:

Mario Agostinelli, Vincenzo Aita, Ritanna Armeni, Alberto Asor Rosa, Angela Azzaro, Fulvia Bandoli, Katia Belillo, Giovanni Berlinguer, Piero Bevilacqua, Jean Bilongo, Maria Luisa Boccia, Luca Bonaccorsi, Sergio Brenna, Luisa Calimani, Antonio Cantaro, Luciana Castellina, Giusto Catania, Paolo Cento, Giuseppe Chiarante, Raffaella Chiodo, Marcello Cini, Lisa Clark, Maria Rosa Cutrufelli, Pippo Delbono, Vezio De Lucia, Paolo De Nardis, Loredana De Petris, Elettra Deiana, Carlo De Sanctis, Arturo Di Corinto, Titti Di Salvo, Daniele Farina, Claudio Fava, Carlo Flamigni, Enrico Fontana, Marco Fumagalli, Luciano Gallino, Giuliano Giuliani, Umberto Guidoni, Leo Gullotta, Margherita Hack, Paolo Hutter, Francesco Indovina, Rosa Jijon, Francesca Koch, Wilma Labate, Simonetta Lombardo, Francesco Martone, Graziella Mascia, Gianni Mattioli, Danielle Mazzonis, Gennaro Migliore, Adalberto Minucci, Filippo Miraglia, Marco Montemagni, Serafino Murri, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano, Diego Novelli, Alberto Olivetti, Moni Ovadia, Italo Palumbo, Giorgio Parisi, Luca Pettini, Elisabetta Piccolotti, Paolo Pietrangeli, Fernando Pignataro, Bianca Pomeranzi, Alessandro Portelli, Alì Rashid, Luca Robotti, Massimo Roccella, Stefano Ruffo, Mario Sai, Simonetta Salacone, Massimo L. Salvadori, Edoardo Salzano, Bia Sarasini, Scipione Semeraro, Patrizia Sentinelli, Massimo Serafini, Tore Serra, Giuliana Sgrena, Aldo Tortorella, Gabriele Trama, Mario Tronti, Nichi Vendola

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Approfitto per approfondire il tema, per quanto a mia conoscenza, e per avere delucidazione, se voi avete informazioni più fresche, riguardo ad eventuali mutamenti di posizione del PS rispetto alla costituente.
Intanto chiedo scusa perchè non mi sono presentato in precedenza, ma avevo poco tempo e comunque sono solo un semplice iscritto alla mailing list alla quale credo mi abbia aggiunto il compagno Besostri che avevo contattato proprio a proposito dell'unità delle sinistra e della partecipazione del PS (al quale sono per il momento iscritto) al progetto della costituente di un nuovo soggetto politico di sinistra.
Come dicevo contattai a suo tempo il segretario Nencini il quale mi rispose, riassumendo, che era più interessante partecipare ad una eventuale alleanza con PD e UDC per dare un'alternativa di governo al Paese, piuttosto che perdere tempo a partecipare a piccole cose come questa che secondo il segretario erano poca cosa su cui poter costruire (in tal caso mi trovo a dover forzatamente obiettare che il PS da solo è ancora cosa minore su cui investire risorse).
Scrissi anche a Sollazzo e a Locatelli (mozione che votai al congresso territoriale) ma non ebbi risposta.

Attualmente la situazione della costituente è abbastanza fluida per come la vedo da qui (Genova), e viene portata avanti da comitati territoriali per la costituente della sinistra, da parti di forze politiche (vendoliani, dissidenti del PDCI e dissidenti dei verdi), dall'intera SD, e dalla neonata associazione "per la sinistra".
Quest'associazione (di cui qui sotto nell'email precedente è stato riportato il documento) avrà compiti organizzativi ma come pare dal documento anche programmatici quindi si formulerà un manifesto di valori e programmatico, simbolo, nome ecc.. della nuova formazione politica, e il 13 dicembre ci sarà la prima assemblea nazionale dell'associazione.
Il programma, i valori, il nome ecc.. del nuovo soggetto pare verranno poi sottoposti al vaglio dell'elettorato, il che mi pare cosa positiva.
Contestualmente c'è un'azione sul territorio dei comitati costituenti, per esempio a Genova dove sono io per esempio il 22 novembre ci sarà l'assemblea di presentazione del comitato e del progetto politico.
Il comitato territoriale ha un suo documento politico e un suo sito (http://sinistraliguria.ning.com) che io ho firmato.
L'apertura mi pare esserci, le idee devono essere portate da tutti, personalmente non ho visto alcun ostracismo verso nessuno, ma anzi mi pare che siano molti socialisti a non essere interessati a partecipare e francamente, anche leggendo quanto scritto nella vostra mailing list, me ne dispiace, perchè trovo interventi di altissimo livello di competenza e analisi, che sarebbero vitali alla costituente.
Vorrei capire se qualcosa all'interno del PS si sta muovendo in questa direzione oppure è come mi pare di aver capito finora e in tal caso verosimilmente uscirò dal partito...

vi ringrazio per l'ospitalità nella vostra mailing list

Roberto Patrone

Anonimo ha detto...

Aderire alla costituente non può essere un atto individuale se vogliamo indirizzarne l'orientamento. Ancora una volta mi stupisco del fatto che si voglia rifondare la sinistra senza nominare una volta la parola "socialismo". Abbiamo un progetto alternativo al capitalismo? Se sì vogliamo dare un nome a tale progetto? O prevale ancora per ragioni tipicamente italiane l'ostracismo al socialismo sia nella forma sostantiva che a quella aggettiva di socialista?
Continui la sinistra italiana a coltivare la sua differenza da quella europea ed ad esserne fiera: siamo scomparsi dal parlamento, caso unico in Europa. Allo stato siamo la sinistra, in tutte le sue versioni, più debole. In realtà lo siamo sempre stata, benché non apparisse, infatti l'Italia è stata l'unico paese europeo nel quale la sinistra non poteva prendere il potere democraticamente con un suo programa ed un suo presidente del consiglio. La ragione principale stava nella divisione tra socialisti e comunisti, che quando avevano un patto di unità d'azuione hanno fallito di conquistare la maggioranzae, comunque, non avrebbero potuto accedere al potere per i vincoli Nato. Dopo i fatti d'Ungheria hanno seguito strategie divergenti. Non hanno colto le occasioni per il superamento della divisione riflettendo sull'Ungheria del 1956, sulla Cecoslovacchia del 1968, sul Cile del 1973,sul Portogallo dei garofani del 1974 e sulla Spagna del postfranchismo del 1976, sulla Polonia del 1980/1981 ed infine sulla caduta del muro di Berlino del 1989 e sulla dissoluzione dell'U.R.S.S. del 1991.
La direzione del PS ha comunque deliberato di aprire un confronto con SD in vista delle elezioni europee: l'opposizione di De Michelis è stata violenta. Cesare Salvi non ha firmato l'appello per la costituente di sinistra ed invece lanciato un appello per una lista del socialismo europeo.
In conclusione, se si pensa che i giochi possano essere riaperti occorre che i socialisti, che intendono influire sulla costituente, redigano un loro documento e chiedano delle mofifiche all'appello. Così come è non posso firmarlo anche per ragioni di correttezza. Sono tuttora il Vicepresidente dell'associazione "Per la sinistra", nata come trasformazione del Movimento per la Sinistra, fondato da Sergio Garavini. L'associazione che è stata coinvolta nel movimento che ha portato alla formazione della Sinistra Arcobaleno in occasione della manifestazione di Piazza Navona aveva chiesto a Claudio Fava un incontro. L'incontro non si è mai tenuto, in compenso, senza nemmeno essere stati avvertiti, siamo stati espropiati del nome.----------

Anonimo ha detto...

Infatti per come la vedo io sarebbe auspicabile che l'adesione alla costituente avvenisse non individualmente ma collettivamente come socialisti.
Se poi il PS o i socialisti interessati vogliono proporre modifiche a questo documento d'intenti la discussione sarebbe aperta (sarebbe stato meglio farlo prima dimostrandosi interessati al progetto), e in ogni caso è solo un documento di un'associazione non è ancora un documento del partito che al momento non esiste.
Se il partito socialista proponesse modifiche a questo documento (che non ho firmato, io ho firmato un documento del comitato territoriale) per lo meno significherebbe interesse reale verso un progetto, a quanto vedo da qua, sempre dal mio piccolo angolo visuale, il problema è piuttosto influire sul partito socialista perchè si interessi alla costituente della sinistra e perchè poi influisca attivamente sulla creazione e l'indirizzo del nascente soggetto.

Tuttavia solo ad onor del vero, non è del tutto corretto che non ci siano riferimenti al socialismo all'interno di questa ricostruzione o rifondazione della sinistra, SD ha i riferimenti al socialismo anche nel nome, ed è stata fondata su un manifesto per un nuovo socialismo, le 15 tesi di Bertinotti pubblicate su Liberazione fanno riferimento a un socialismo del XXI secolo da costruire.
Io comprendo diatribe tra socialisti e comunisti, le capisco da una parte e anche dall'altra, volendo osservare obiettivamente la situazione storica, ma credo, data l'emergenza che credo palese che non sia ora il momento di impuntarsi su di esse, perchè le ritengo obsolete quando c'è di mezzo la sopravvivenza ideale e pratica.
Se all'interno di un ipotetico partito denominato "La Sinistra" confluissero comunisti e socialisti (tralasciando il senso da dare a questi due appellativi), con un manifesto ideale e programmatico adeguato e condiviso e una struttura snella e partecipata, realmente democratica e innovativa, non vedrei francamente il problema ad aderirvi.
Preferirei un partito che si chiamasse "la sinistra" ma con un autentico riferimento valoriale di sinistra e socialista, piuttosto ad un eventuale partito socialista con riferimenti blandi, continui flirt fini a se stessi con partiti conservatori e scarsa democrazia interna.
L'anomalia italiana sicuramente c'è, ma ci sono due aspetti di cui tener conto secondo me.

Il primo è che è proprio a causa dell'anomalia italiana che la sinistra, intera, è oramai irrilevante e minoritaria e per uscire da una situazione del genere occorre prima di tutto ricreare un clima culturale favorevole e riuscire a coagulare una massa critica attorno ad un progetto politico che possa effettivamente sbloccare la situazione e nessun partito attualmente è in grado di farlo da solo, nè può farlo andando a cercare discutibili alleati come l'UDC.
Quindi che sia un'altra anomalia o meno, è un mezzo se non altro d'emergenza, o forse di rinnovamento in prospettiva, attualmente indispensabile.

La seconda è che anche i socialisti, come il resto della sinistra, devono interrogarsi su cosa significhi essere socialista, dal momento che per me continua a significare socializzare (non statalizzare necessariamente) i mezzi di produzione e i profitti, ma per molti pare essere solo una versione un po piu robusta del liberismo compassionevole.

Credo che in questo la crisi aiuterà su entrambi i lati, sfortunatamente, sia nella ricerca politica che nel ricreare un clima favorevole, ma tutti ci dobbiamo rendere conto di quello che è possibile e quello che non lo è al momento.
Una volta messi sulla carta i propri obiettivi sono sicuro che non ci saranno molte differenze, se non nominalistiche, identitarie o formali dovute a differenze nel modo di esprimersi, tra tutti coloro che si definiscono "di sinistra" e quindi credo che si possano superare vecchie diatribe per il bene di tutti.

Non faccio riferimento al discorso sul nome dell'associazione o al modo in cui si è arrivati a questo perchè non ne conosco i dettagli e parlo comuqnue del quadro generale.

Chiedo scusa se non sono chiaro ma scrivo nei ritagli di tempo a "pezzi" spero di non aver scritto strafalcioni o cose doppie...

Roberto