Da La Stampa
15/10/2009 - PERSONE
Il diritto dei deboli
LIETTA TORNABUONI
La questione non è tanto la bocciatura indecente a Montecitorio dell’aggravamento della legge che poteva difendere i gay dalle aggressioni divenute in quest’ultimo periodo più frequenti e crudeli. Leggi contro le aggressioni personali esistono già: se si sapesse prendere gli aggressori, se si volesse sanzionarli, non servirebbe altro. I problemi veri sono altri, principalmente almeno tre. Primo, il pronunciamento dei deputati rispecchia un atteggiamento consueto e maramaldesco di una parte della politica: ignorare i diritti dei più deboli, trascurare le loro esigenze usandole come tema di conflitto tra partiti e di rivalità elettorale. Le donne lo sanno bene: ciò che a loro stava più a cuore ed equiparava l’Italia ad altri Paesi occidentali sviluppati è sempre stato materia di scontri, di lotte per la sopraffazione partitica, di indifferenza verso la gente ma di ostilità verso gli avversari politici. Spesso invano. Adesso i gay stanno diventando i nuovi bersagli, come anche alcune singole persone: si può prendersela con Roberto Saviano di «Gomorra» minacciato di morte che ha bisogno di protezione, si può chiedere che gli venga tolta la scorta?
Secondo e più importante problema: perché vengono aggrediti i gay, oltre alle donne? Sarebbe da sciocchi ignoranti sostenere (stranieri a parte) che alcune fasce di italiani si sono fatte più feroci, intolleranti e avvelenate di pregiudizi: ma è vero che proprio leader politici danno cattivi esempi, è vero che una cultura aggressiva e sprezzante degli altri esercita la propria influenza, è vero che l’arroganza di certi governi ha legittimato le persone peggiori, ha permesso alle peggiori pulsioni di manifestarsi e di rivendicare se stesse, ha tentato di ridicolizzare i comportamenti libertari, tolleranti, solidali, altruisti. Il sordido gioco di accanirsi sui socialmente più deboli non riguarda soltanto i politici.
Terzo problema: la mancanza di atmosfera utile, di incoraggiamento e di mezzi per fare sì che gli aggressori delle donne e dei gay vengano arrestati e processati, non restino perlopiù impuniti; oppure che le pressioni politico-mediatiche provochino soluzioni sbrigative e sbagliate. Se alla polizia mancano le auto, la benzina, gli agenti sufficienti, il tempo, il modo per conoscere il territorio e i suoi abitanti, è comprensibile che non si concentri sui guai delle persone comuni, in quest’Italia d’autunno.
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