lunedì 19 ottobre 2009

Il forum per la pace e la politica internazionale di Sinistra e libertà

http://www.sinistraeliberta.it/nasce-il-forum-per-la-pace-e-la-politica-internazionale/

Il 17 ottobre si è costituito a Roma il "Forum per la pace e la politica internazionale"
di Sinistra Ecologia e Libertà con l´approvazione del documento che
propone alcuni spunti di riflessione sulla politica estera, sulle sfide
cui si trova di fronte la comunità internazionale e individua alcune
ipotesi di lavoro.
Il gruppo di lavoro che ha partecipato
alla stesura del documento si è già allargato con nuove partecipazioni.
Il nostro obiettivo è quello di estendere la partecipazione a livello nazionale
attraverso una rete di contatti. Il dibattito che proponiamo non deve
essere limitato agli iscritti a Sel ma allargato a associazioni,
esperti, accademici, politici che lavorano su questi temi in modo da
contribuire al processo costituente di una nuova forza politica di
sinistra nel paese.*
.
Spunti per un´ipotesi di lavoro della Sinistra sul tema
"Mondo, globalizzazione, relazioni internazionali"
L´umanità sta vivendo un periodo di
transizione, nel quale tutti gli assunti ed i parametri di riferimento
della politica, locale, nazione e globale, vengono messi in discussione
dall´irrompere simultaneo di quattro crisi globali, quella
economico-finanziaria, quella climatica, quella alimentare e quella
energetica. Quattro temi sui quali si giocherà il futuro delle
istituzioni di governo globale, le politiche e strategie di sviluppo,
cooperazione, solidarietà tra i popoli, e che chiamano le forze
progressiste, ecologiste e pacifiste di sinistra ad una forte
assunzione di responsabilità.
Contemporaneamente, con la fine dell´era Bush e l´avvio della nuova
fase inaugurata dalla presidenza Obama, il declino dell´egemonia
politica ed economica degli Stati Uniti, già latente da tempo,
nonostante l´approccio imperiale sempre reiterato dai protagonisti
della Casa Bianca, sembra assumere contorni più evidenti e netti al
punto che, secondo molti osservatori, si prospetta non soltanto la fine
- per altro programmaticamente dichiarata da Obama -
dell´unilateralismo statunitense ma il possibile avvento di un sistema
apolare o multipolare del governo globale. Questo potrà significare
che, in futuro, nuovi soggetti (in particolare i paesi BRIC - Brasile,
India, Cina, Russia) svolgeranno un ruolo di primo piano a livello
mondiale. Ma il declino di una potenza come quella statunitense è
destinato a suscitare sul medio e lungo periodo traumi e tensioni di
ogni tipo, di cui occorrerà cogliere fin da subito i sintomi e le
avvisaglie e a cui sarà necessaria ipotizzare e proporre risposte come
Sinistra.
IL cambio di scenario, provocato
dall´irrompere della crisi economica e dei suoi effetti devastanti, in
primis sugli Usa, e dal contemporaneo cambio di passo della politica
statunitense nei rapporti con il mondo, che Obama ha annunciato e
ribadisce in ogni occasione, lascia nel frattempo irrisolti tutti i
problemi e le contraddizioni del periodo precedente. Col rischio d iun
loro aggravamento.
Afghanistan e Pakistan, conflitto
israelo-palestinese e Medio Oriente, gravemente segnato dalla guerra di
Bush junior contro l´Iraq, il nucleare dell´Iran e altro ancora, tra
cui la questione della Russia e dei rapporti tra Mosca e Washington: si
tratta soltanto di alcuni titoli tra i tanti che affollano l´agenda
politica. Abbiamo pertanto la necessità di capire come la nuova
amministrazione statunitense intenda affrontare le pesanti eredità del
passato mentre cerca una nuova via per riaffermare, nello scenario
emergente, un nuovo ruolo e una nuova collocazione da protagonista di
primo piano, se non da dominus, degli Stati Uniti. Le due cose stanno
evidentemente insieme, costituendo le due facce della stessa medaglia:
la prospettiva del declino degli Usa non sarà indolore. L´intenzione di
Barack Obama, ad alcuni mesi dalla sua elezione, appare intanto quella
di riaffermare una forte leadership statunitense nel mondo, a partire
dall´assunzione del mutamento degli assetti e dei poteri mondiali sul
piano dello sviluppo economico e della geopolitica. E´ questo mutamento
che impone agli Stati Uniti un deciso spostamento dei propri interessi
e della propria attenzione politica verso il continente asiatico e la
frontiera del Pacifico.
Continuità e discontinuità della
politica internazionale degli Stati Uniti: sarà questo un approccio
analitico opportuno ed efficace per seguire i fatti, capire lo sviluppo
della fase che si è aperta, individuare i terreni di iniziativa più
utili per ricostruire un punto di vista e una pratica politica della
nuova sinistra che vogliamo costruire.
Per questo occorre in primo luogo
affrontare il problema dell´Europa, di un´Unione Europea che sempre
meno riesce ad esprimere una propria visione ed un proprio ruolo e a
essere attore politico responsabile delle vicende internazionali.
Neanche di quelle di sua stretta pertinenza, subendo il condizionamento
delle strategie statunitensi che la dividono e le impediscono di
occupare lo spazio politico proprio della sua dimensione continentale e
la ricchezza, le potenzialità positive della sua collocazione regionale
e della sua storia: Medio Oriente, Paesi arabi, Mediterraneo, Africa.
Gli Stati Uniti hanno sempre guardato all´Europa soltanto come a
un´area di libero scambio e circolazione delle merci ma l´Europa stessa
non ha fatto nulla per dissuaderli. La sua debolezza storica, oltre che
politica e culturale. sta in questo
Una forza di sinistra all´altezza delle
sfide globali dovrà essere in grado di leggere, interpretare e
problematizzare le dinamiche globali, ancorandole ad una visione ampia
delle stesse, ma anche ad una analisi ed una elaborazione concreta di
proposte e soluzioni che sappiano cogliere il nesso inscindibile tra
locale e globale e viceversa, tra crisi dello Stato Nazione e sua
massiccia riapparizione nelle forme di erogatore di ricette e risorse
per il salvataggio in primis dello stesso sistema finanziario che è
all´origine della crisi.
Le conseguenze devastanti
dell´applicazione pedissequa del credo e della dottrina liberista hanno
progressivamente alterato la stessa ragion d´essere delle entità
statuali. Le decisioni prese in questi mesi dalla comunità
internazionale per affrontare la crisi finanziaria, di cui si continua
a occultare o minimizzare la devastante dimensione economica e sociale,
e l´uso di ingenti risorse pubbliche per il salvataggio di coloro che
ne sono stati i primi artefici dimostrano un fatto incontrovertibile.
Lo Stato nazione continua ad incentrare il proprio agire non sul
perseguimento del bene comune bensì sulla trasformazione dello spazio
pubblico in spazio di interessi privati e di elite. Allo stesso tempo,
con la crisi del modello di crescita e di sviluppo, emergono nuove
spinte nazionaliste, etniche, religiose che vorrebbero rifondare lo
Stato nazione su basi esclusive e pratiche identitarie ed escludenti.
Indagare quest´ elemento sarà uno dei compiti più ardui ma necessari
per noi, perché si intreccia con la questione delle migrazioni e del
governo di una società ormai fortemente caratterizzata dalla diversità
culturale ed etnica, che richiede nuovi strumenti di interpretazione
dei fatti e nuove pratiche sociali e politiche atte a costruire
prossimità tra le diversità e solidarietà nella convivenza umana.
Una sfida questa che richiede di
sviluppare una forte critica del tradizionale eurocentrismo di parte
della sinistra tradizionale, andando anche oltre il classico concetto
di multiculturalità.
Occorre insomma uno sguardo
post-coloniale e una pratica adeguata che ci aiuti a costruire un nuovo
orizzonte dell´uguaglianza nella diversità e nella libertà. Il rischio
di cadere in un relativismo etico indifferenziato deve essere
affrontato e contrastato a partire dalla realtà che viviamo e non da
certezze ideologicamente precostituite o supponenze culturali o,
peggio, verità rivelate.
La perdita di monopolio della politica
estera da parte degli Stati è un altro aspetto da tenere al centro
della nostra riflessione. Entità non-statuali o sovra statuali come il
Fmi, il Wto, la Banca Mondiale, il G8, il G20 e quant´altro sottraggono
potere decisionale e esercizio di controllo e di indirizzo ai
Parlamenti nazionali ma nello stesso tempo altre realtà quali, da una
parte, le imprese transnazionali, dall´altra anche le autorità locali,
la società civile transnazionale, i movimenti sociali del Forum Sociale
Mondiale, forme di cittadinanza globale solidale e responsabile, hanno
ormai guadagnato un ruolo di primo piano nella formazione e produzione
di politica internazionale.
Per questo quando parla di politica
estera la sinistra dovrà oggi aver ben chiaro quale sia il nesso
virtuoso tra attori tradizionali e nuovi per costruire attraverso lo
stesso nesso una proposta politica incentrata su valori fondanti
imprescindibili.
Pace e prevenzione nonviolenta dei
conflitti, critica di ogni forma di interventismo militare o
paramilitare "umanitario", disarmo, giustizia economica, ecologica,
redistribuzione della ricchezza, cancellazione del debito estero e
riconoscimento del debito ecologico, promozione e tutela dei beni
comuni, centralità dei diritti fondamentali: queste dovrebbero essere
le ascisse lungo le quali sviluppare e praticare una nuova politica
estera. Un percorso che dovrà accompagnare, nella ricerca e
nell´approfondimento, l´azione, l´iniziativa politica concreta.
Per questo oggi proponiamo a coloro che
sono interessati al processo di costruzione di una nuovo soggetto della
sinistra di partecipare a vari forum tematici sulle questioni
internazionali che vogliamo avviare, come parte integrante del nostro
programma di lavoro.
Questi i temi che proponiamo:
a) la nuova amministrazione Obama, i rapporti tra Stati Uniti e Europa, le problematiche connesse alle strategie per nuove forme di egemonia degli Usa nel governo globale;
b) pace e sicurezza:
come sviluppare un modello alternativo, non basato sulla forza delle
armi, ma sul disarmo nucleare e convenzionale e la prevenzione dei
conflitti, che dia forza ad un ruolo nuovo per l´Europa. Ipotesi e
prospettive di superamento delle alleanze tradizionali quali la NATO.
c) Le crisi asiatiche:
il grande gioco afgano; oltre la guerra globale permanente, quali
prospettive per una soluzione politica alla guerra in Afghanistan, e
quali soluzioni possibili per restituire stabilità nell´intera regione;
d) America Latina: il
continente che sta costruendo nuove vie di emancipazione dall´egemonia
degli Stati Uniti e dell´Occidente, tentando anche la via di modelli
sociali che richiamano l´esperienza del socialismo. Occorre capire che
cosa avviene in quel continente, che oggi svolge un ruolo cruciale, e
mettersi in rapporto con l´esperienza dei governi progressisti ed i
movimenti sociali dei vari Paesi, guardando con attenzione agli
esperimenti di d´integrazione continentale e ai modelli di sviluppo
alternativo rispetto al paradigma dominante basato sul´estrazione di
risorse ed il commercio globale delle stesse.
Altri temi di cui vogliamo occuparci sono impliciti e li vogliamo soltanto ricordare: Balcani,
Mediterraneo, Africa, Paesi arabi, Migrazione, diritto internazionale e
Carte dei diritti, ruolo dell´Onu, cooperazione.
Accanto a questi forum di lavoro vorremmo proporre delle campagne ed iniziative specifiche di approfondimento e di scambio che vadano ben oltre la dimensione nazionale. Promuoveremo colloqui
su temi cruciali insieme ad esperti, attivisti, ricercatori di fama
internazionale, pubblicheremo sul sito nazionale dell´Associazione per
la Sinistra materiali di approfondimento e proposte di iniziativa.
Le prime iniziative che proponiamo riguardano:
- il sostegno alla campagna "Per un
Futuro senza Atomiche", per il disarmo nucleare e per dichiarare
l´Italia e l´Europa libere da armi nucleari;
- un seminario di approfondimento e una
serie di iniziative sulla Palestina e sui problemi della fase che si
è aperta con la presidenza Obama.
.
Lisa Clark, Elettra Deiana,
Arco Jannuzzi, Pasqualina Napoletano, Francesco Martone, Giorgio Mele,
Roberto Musacchio, Silvana Pisa, Bianca Pomeranzi, Ali Rashid, Patrizia
Sentinelli, Giuliana Sgrena, Alberto Benzoni, Lalla Cappelli, Luca
Cefisi, Paolo Cento, Nuccio Iovene, Gianpaolo Silvestri
*inviare le adesioni a Giuliana Sgrena: sgrena@fastwebnet.it


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