Rapporti predatori
La vicenda che sta coinvolgendo Piero Marrazzo è brutta per molti aspetti, non ultimo quello del ricatto, in cui, oltre tutto, sono coinvolti esponenti delle forze dell’ordine. Verrebbe da dire: quale ordine?
Ma c’è un aspetto che mi colpisce davvero tanto. Rintracciabile qui come – per altri versi ed in altra dimensione – nelle abitudini dell’ineffabile Silvio Berlusconi.
Si tratta di personaggi, non tanto pubblici, ma ai quali è affidata la cosa pubblica, che gestiscono le loro faccende private, non so come definirle, affettive? sessuali? con il segno dell’acquisto, del pagamento, dell’ “io ti compro”. Con o senza le piste di cocaina, rapporti comunque drogati, truccati, da consumare velocemente, conquistati comunque con la predazione (che può essere violenta o subdola o frutto di mercato).
A questi personaggi, a questi uomini che evidentemente hanno un concetto così basso, così svilito, così violento, così misero, così povero dei rapporti umani, dei rapporti affettivi; che non si misurano con l’altro/l’altra se non con l’atteggiamento di chi acquista, un corpo, un rapporto, uno sguardo; a questi personaggi è affidato il governo della cosa pubblica.
Ecco perché la stessa cosa pubblica è spesso immiserita, violenta, deprivata di autorità, segnacolo di un modo di esercitare potere che ormai, davvero, sembra destinato ad una fine infinita ma inarrestabile. La fine del patriarcato passa anche a qui, dall’incapacità di declinare rapporti affettivi che abbiano un senso, che siano vitali e non mortiferi.
Paola Meneganti
25 ottobre 2009
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