Dal sito leragioni.it
Europee: tutto da rifare?
venerdì 23 ottobre 2009, 10.52.05 | Redazione
Alle ultime elezioni Europee solo cinque formazioni hanno eletto propri rappresentanti. Effetto di uno sbarramento licenziato in gran velocità da un Parlamento dove, tra l’altro, siedono solo gli stessi partiti che hanno finito per beneficiare della soglia elettorale al 4%.
In molti, dopo la decisione di inserire uno sbarramento per le Europee (dove il problema della governabilità non esiste o, quantomeno, è molto relativo) hanno gridato al bipolarismo coatto, alla trasformazione del sistema politico da plurale in bipartitico, all’intesa tra i partiti maggiori per spartirsi poltrone e rimborsi.
Adesso il Tar Lazio Sezione due bis ha deciso di rinviare alla Corte Costituzionale i problemi sollevati da due ricorsi: uno di Sinistra e Libertà degli avvocati Besostri e Di Raimondo e uno di Rifondazione dell’avv. Crapolicchio.
Si chiedeva l’elezione di parlmentari di liste che pur non avendo raggiunto il 4% nazionale avevano una cifra elettorale superiore ai resti delle liste ammesse. Questi ricorsi, se accolti, comporterebbero l’elezione di Nichi Vendola nella IV circoscrizione Italia Meridionale e di Oliviero Diliberto nella III circoscrizione Italia Centrale.
A difendere lo sbarramento solo Lega Nord, Pd e Italia dei Valori. Sembra politicamente debole l’argomentazione secondo la quale lo sbarramento avrebbe provveduto a eliminare la proliferazione di piccoli partiti. L’attuale legge elettorale, infatti, ha eliminato dal parlamento liste come SeL, Radicali, Rifondazione e Mpa che hanno raccolto più di 3 milioni e 500 mila voti cioè di 500 mila voti superiori alle popolazioni di Luxemburgo, Slovenia, Malta ed Estonia che invece hanno eletto 23 europarlamentari.
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