domenica 25 ottobre 2009

Alessandro Gilioli: Scegliere la classe dirigente

Scegliere la classe dirigente

-PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli -




Io sono tra quelli convinti che Marrazzo, se fosse semplicemente andato a transessuali, non avrebbe avuto l’obbligo di dimettersi: non mi pare abbia mai partecipato a “Family Day” e non mi risulta abbia mai preso posizioni contro la prostituzione o contro il mondo Lgbt (ma se l’avesse fatto, e mi sfugge, correggetemi).

Si deve tuttavia dimettere senza se e senza ma adesso, dopo essersi avvoltolato in un mare di bugie: raccontar balle per un politico dovrebbe essere molto più esiziale che andare a trans.

Ci sarebbero poi altre considerazioni a margine: ad esempio, non dimostra né senso etico né intelligenza uno che paga dei ricattatori, e li paga pure con degli assegni; sarebbe interessante sapere dove Marrazzo prendeva le “decine di migliaia” di euro che secondo i racconti usciti oggi distribuiva generosamente fra i trans della Cassia; e infine speriamo che tutta la vicenda della registrazione e del ricatto sia opera solo di quattro mascalzoni che volevano far soldi, e non sia un nuovo dossieraggio concepito e attuato per rafforzare la teoria del “così fan tutti” con forza portato avanti in questi mesi dall’entourage del Cavaliere.

Comunque, amen a Marrazzo.

Ora però bisogna che quanto accaduto faccia riflettere un po’ di più – anzi: tanto di più – sul problema più ampio e più grave dei criteri di scelta della classe dirigente, nel Pd e più in generale nell’opposizione.

Che meriti aveva Marrazzo quando è stato candidato alla regione Lazio? Nessuno, tranne quello di apparire in tivù, in una trasmissione peraltro inventata da altri.

Non sapeva nulla di gestione della cosa pubblica, né di politica in generale: era solo un volto catodico che nella logica veltroniana doveva essere acchiappavoti.

Lo è stata, per carità, ma col risultato di avere nel Lazio un governatore clientelare e mediocre, fino a questa penosa débâcle tra Brendone, Luane e Palomine negate contro ogni evidenza.

Non mi pare insomma la sua candidatura sia sia stata un gran successo, per il Pd.

Forse scegliere la propria classe dirigente su basi diverse (e far pulizia con la ramazza) dovrebbe essere il primo impegno per chi dalla settimana prossima – o poco dopo – dovrà ricostruire da zero il principale partito d’opposizione in Italia.

2 commenti:

silvio brienza ha detto...

Tutti questi illuminati dirigenti attuali dovrebbero leggere e seguire le tracce dei "vecchi" dirigenti presi a calci in nome della modernità, a cominciare da Giuliano Vassalli la cui biografia potrebbe essere spedita a titolo di esempio ! ma la capiranno ??

Silvio Brienza

Dario Allamano ha detto...

Garp giovsci,
Condivido anch'io, ma continuo a pensare che fare moralismo serva a poco, la
vera questione di questi pseudo dirigenti di sinistra è la totale mancanza di
etica, non è che Marrazzo sia molto diverso da altri che hanno ridotto la
sinistra in queste condizioni, l'andare a puttane con l'auto di servizio, che
detto per inciso paghiamo noi, è stata un atto stupido e arrogante, ma sul
piano personale ognuno è libero di andare a letto con chi gli pare.
Dal punto di vista etico è stato grave quanto ha fatto, perchè doveva aver la
capacità di comprendere che in questo modo si rendeva ricattabile, e la
ricattabilità di un dirigente pubblico è un pericolo che nessun politico deve
far correre all'istituzione che dirige.
Da buon garantista infine continuo a pensare che quanto è avvenuto, due
carabinieri che entrano in un alloggio privato e filmano un atto sessuale,
sia una atto da bassissimo impero, ma ho tanto l'impressione che la sinistra
lo abbia mollato molto rapidamente perchè al PD serve un capro espiatorio per
coprire porcate peggiori (dalla Campania, alla Puglia ecc ecc).
Dario Allamano