Italia Oggi, 3 febbraio 2009
Tra liti e scissioni la sinistra rischia di scomparire
Scomparsa dal parlamento,la sinistra italiana sembra esserlo anche dallo scenario politico.Non perché non giungano notizie,di volta in volta,di cosa le sue componenti riescano,in qualche maniera, a dire su questo o quel problema,ma in quanto,come si sarebbe detto un tempo,sono sostanzialmente fuori dalla discussione.Certo che fa notizia l’ennesima frattura in Rifondazione comunista,ma come un qualcosa di dovuto più all’informazione del quotidiano che non ad un’ampia riflessione.Sulle teste dei diretti interessati,inoltre,sta per abbattersi l’intesa Veltroni-Berlusconi sulle europee;un vero e proprio reciproco favore con il quale Veltroni cerca di tamponare l’annunciata emorragia e Berlusconi di intimorire i suoi alleati più piccoli.Se questi corressero da soli,infatti,il Pdl potrebbe andare indietro rispetto alle politiche.Un tale livello della nostra democrazia ci conferma le convulsioni scomposte del sistema;infatti,cambiare le regole elettorali per propri esclusivi interessi,mina le ragioni stesse della democrazia.Tornando alla sinistra non si comprendono i motivi per i quali alcune sue componenti – vendoliani,mussiani,socialisti e verdi-continuino a proporsi in funzione del partito democratico;senza, cioè,sviluppare una proposizione autonoma,culturalmente caratterizzante,precisa negli orientamenti pur nell’auspicio di tornare al governo in una nuova alleanza di centro-sinistra.In Rifondazione si registra,poi, un’anomalia tra l’intenzione di voler ricostruire una sinistra non subalterna a Veltroni e talune posizioni che è improprio definire radicali essendo,addirittura,museali,ma non del comunismo quanto di un estremismo sterile ed insignificante.Considerato che sono solo i seguaci di Ferrero quelli che agitano la necessità di dotare l’Italia di una sinistra autonoma,e non subalterna,di alternativa democratica,perché non viene fatto uno sforzo di apertura e di accreditamento rispetto ad un campo ben più largo? In un quadro generale confuso si registra,anche,un’altra contraddizione.E’ fuori discussione che la sinistra italiana abbisognerebbe di un partito socialista degno del nome,prima ancora che forte.Tuttavia,mentre i comunisti nostrani,a qualunque confessione appartengano,si tengono ben alla larga dal solo sfiorare il problema preferendo,magari, perdersi nelle fumisterie bertinottiane,i socialisti,che dovrebbero essere i primi interessati alla questione,continuano a celebrare Bettino Craxi che avrà avuto pure tanti meriti,ma se il Psi è scomparso non è proprio colpa del destino cinico e baro.Se la sinistra italiana scomparirà,tra qualche mese, anche dal parlamento europeo tutto si aggraverà.Forse verrà mutuato il ritornello ipocrita sulla crisi economica:le grandi difficoltà sono,alla fine,un’occasione.E allora?E’ noto che per godere basta accontentarsi.
Paolo Bagnoli
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