da Aprile
Meglio nessuna che una cattiva legge
Marzia Bonacci, 10 febbraio 2009, 14:45
Il ddl della maggioranza da cui riparte la discussione al Senato sulle dichiarazioni anticipate di trattamento rischia di portare ad una norma sbagliata. Idratazione e alimentazione non sono considerati trattamenti e quindi non possono essere oggetto del rifiuto del paziente, anche se lo afferma davanti ad un notaio in un documento scritto. Rispetto a questo, sarebbe preferibile restare nell'attuale vuoto normativo. Ci spiega perchè il professor Carlo Flamigni
La questione che si è aperta sul caso di Eluana, soprattutto nel tentativo della maggioranza di arrivare prima a un decreto e poi ad un ddl per impedire l'attuazione della sentenza di sospensione di alimentazione e idratazione, ha avuto al centro proprio queste ultime procedure cliniche. Per il governo e alcuni esponenti politici, soprattutto di formazione cattolica e in modo trasversale agli schieramenti, si tratta di sostegni vitali e non terapie, quindi non oggetto del rifiuto da parte del paziente.
Non a caso nel ddl Calabrò, da cui riparte la discussione della Commissione Sanità del Senato per arrivare ad una legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), non è riconosciuta al cittadino la possibilità di rifiutarle nemmeno con un atto sottoscritto davanti ad un notaio. Un tema complesso su cui il confronto rischia di non vedere una via d'uscita e che impegnerà il parlamento in un dibattito che si preannuncia piuttosto serrato. Della vicenda Englaro e dell'impegno politico ad arrivare ad una legge sulle Dat abbiamo discusso con Carlo Flamigni, esperto ginecologo nonché membro del Comitato nazionale di bioetica, da sempre attestato su posizioni laiche.
Partiamo da un tema dirimente in tutta la vicenda Englaro, quello dell'alimentazione e idratazione. Per alcuni esponenti politici, soprattutto di formazione cattolica, non sono da considerarsi cure mediche e quindi non vanno affidate alla scelta del paziente. E' così anche nel ddl Calabrò che la maggioranza e l'opposizione si apprestano a discutere per arrivare ad una legge sulle Dat. Lei cosa pensa in proposito?
Questa posizione che considera alimentazione e idratazione come sostegni vitali e non cure mediche è una violenza verso il buonsenso, anche scientifico. In genere quando abbiamo bisogno di informarci sulle materie mediche ci rivolgiamo ai consensi non essendo la medicina una scienza esatta. Ed i consensi vengono affidati alle società mediche che li elaborano e quando non reggono più alla critica li rivedono. Allora il consenso delle società mediche sul tema è che idratazione e alimentazione artificiale sono da considerarsi terapie mediche a tutti gli effetti. La società italiana di nutrizione artificiale, che vanta anche il lavoro di una commissione bioetica, circa un anno fa ha prodotto un documento che arriva a queste stesse conclusioni. Del resto, sono procedure complesse che richiedono l'utilizzazione di preparazioni galeniche che hanno a che fare con i farmaci (elettroliti, sostanza nobili, etc.) piuttosto che con il pane e l'acqua, per usare una semplificazione. Tanto che richiedono l'intervento di persone esperte per la loro preparazione come anche per la loro somministrazione e necessitano di un consenso informato per essere assunte. Ignorare tutto questo significa cedere alle pressioni della Chiesa.
La Chiesa ha pesato e pesa molto su questo dibattito...
Si, perché viviamo in un paese ex laico, tanto che l'atteggiamento di osservanza fanatica da parte della politica a cui abbiamo assistito in questi giorni è qualcosa di prevedibile.
La Chiesa nel commentare la morte di Eluana ha espresso vicinanza al padre e ha offerto il perdono a quanti si sono battuti perché ad Eluana fossero sospesi i trattamenti sanitari. Si sente perdonato?
Non essendo religioso il perdono della Chiesa lo accolgo come un insulto, la Chiesa guardasse ai suoi accoliti e al suoi interno.
Torniamo al merito. Ora si riprende a discutere il ddl Calabrò che prevede, come abbiamo ricordato, che idratazione e alimentazione siano escluse dal testamento biologico. Che fare?
Bisogna insistere molto su questo punto, difendere la libertà del paziente di esprimersi in merito all'alimentazione e idratazione artificiale, non escludendo il ricorso alla Corte Costituzionale che riconosce la possibilità di rifiutare le terapie, come sono alimentazione e idratazione. Proprio in virtù di tale facoltà riconosciuta alla persona, mi chiedo come possa essere il parlamento a decidere se una procedura si configura come terapia oppure no? C'è però un altro aspetto che mi suscita molte perplessità in questo ddl della maggioranza.
Quale?
E' la clausola per cui il testamento biologico vada rinnovato ogni tre anni davanti ad un notaio: ma quante persone, assiduamente e regolarmente, si recheranno a farlo? Alla fine questo documento verrà svuotato della sua funzione originaria, diciamo depotenziato.
Il rischio è che questo ddl Calabrò si trasformi in legge con tutti i limiti che lei ha evidenziato. Meglio non avere nessuna norma allora?
Si, meglio nessuna legge che una cattiva legge. Se la maggioranza lavora ad una normativa pessima, perché appiattita sulle posizioni vaticane, allora è preferibile restarne privi.
In quel caso cosa resta da fare?
Privilegiare la strada dell'informazione ai cittadini. A questo proposito, in questi giorni ho scoperto qualcosa che mi ha profondamente rattristato.
Cosa?
La discesa in campo diretta del premier, sfruttando l'impero mediatico a suo servizio, ha spinto molte persone inizialmente a favore della decisione di Beppino Englaro, ad opporvisi.
Al cittadino è infatti arrivato il messaggio berlusconiano: "io la voglio salvare, mentre tutti vorrebbero farla morire di fame e di sete". Un messaggio fondato su bugie e tesi antiscientifiche. Ecco perché è importante lavorare sulla diffusione dell'informazione vera, scientifica, non ideologica.
Si riferisce alla dichiarazione del premier in merito al fatto che Eluana era viva tanto che poteva in linea teorica avere figli?
Si anche. Penso inoltre a ciò che è stato detto in relazione al presunto ciclo mestruale della donna: una falsità, una tesi infondata sul piano scientifico, perché Eluana non ha avuto le mestruazioni, ma una emorragia. Mi chiedo allora perché nessuno ha smentito questa diceria antiscientifica e falsa?
Questo è stato un dibattito che si è contraddistinto per tale aspetto antiscientifico e di falsità...
Si, è stato un dibattito che si è contraddistinto per la falsità delle teorie usate strumentalmente, per la loro a-scientificità. Ho sentito anche dire, sempre da parte del premier, che il 50% dei casi come quello di Eluana torna a ragione e ad essere come noi...Forse come lui, non come noi.
Cosa si aspetta dalla politica?
La sinistra e il mondo laico devono far carico di informare, costruendo luoghi di incontro per diffondere la verità e la cultura, altrimenti siamo perdenti.
La discussione in certi casi mi è sembrata tracimare nel metafisico e nel magico. Ma del resto non mi stupisce visto che questo è il paese che vede milioni di persone rivolgersi ai maghi.
Un ultima domanda riguarda l'alternativa al ddl della maggioranza. In particolare il testo presentato dal senatore e chirurgo Marino. Come lo valuta?
Il disegno di legge di Marino è un buon punto di partenza e di mediazione. Marino è un uomo cresciuto molto sul piano politico e della bioetica. Un uomo dalla prudenza intelligente, che dovrebbe essere sostenuto maggiormente.
Dunque la strada della mediazione è ciò che bisognerebbe percorrere per arrivare ad una legge giusta?
Attenzione: la mediazione va bene, ma deve essere chiaro il suo stesso confine, perchè se si traduce in una svendita, in un cedimento totale verso il Vaticano e suoi rappresentanti politici, allora bisogna interromperla, fermarsi, ratificare l'impossibilità di un confronto.
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