La modifica della legge elettorale europea , con l’accordo Berlusconi-Veltroni per l’introduzione di uno sbarramento del 4% , cambia completamente i termini del dibattito politico interno al Ps ed all’intera sinistra. Questo fatto impone a noi, tutti , iscritti e non iscritti, militanti e simpatizzanti, fino a semplici interessati alle vicende della sinistra politica riformista in Italia , l’obbligo direi quasi morale di esprimere con chiarezza la propria opinione, dopo aver ascoltato molto ed altrettanto meditato.
Provo a mettere in fila gli elementi della questione , sulla base di quanto conosco , invitando chiunque avesse integrazioni e precisazioni di farle al più presto , perché utili per tutti.
PERCHE’ SIAMO CONTRO LO SBARRAMENTO
Precisiamo innanzitutto che l’accordo del 4% non è criticabile per il suo specifico contenuto ( l’opzione per il cosiddetto modello tedesco, con sbarramento al 5% , è per molti , fin dai tempi di Craxi, la preferita) , quanto per modalità e tempistica di introduzione : non è inquadrata in un quadro armonico generale , introducendo un sistema ed uno sbarramento diverso ed ulteriore rispetto a quello del “Porcellum” in vigore alle Politiche ed ai tre diversi sistemi elettorali in vigore per Comune, Provincia e regione ; viene introdotto precipitosamente a due mesi dalle elezioni con il solo scopo di avvantaggiare i due protagonisti del bipartitismo imposto a colpi di sistema elettorale e non dalla politica e , in particolare, per “salvare” il debole leader del Pd , permettendogli di drenare un po’ di voti a sinistra, come già alle Politiche, in maniera da essere ovviamente sconfitto , ma con ancora le forza per sostenere la monumentale sciocchezza di aver fondato “il più grande partito riformista della storia italiana” . E’ la linea Veronica, espressa con grande lucidità nell’intervista che la moglie del premier ha rilasciato nei giorni scorso al quotidiano “La Stampa” : con Veltroni leader dell’opposizione , suo ( di Veronica) marito resterà premier per almeno altri 10 anni .
In specifico per i socialisti l’accordo sulle europee è la dimostrazione inoppugnabile che la linea del Pd di Veltroni , dalle scelte alle ultime politiche, passando per il netto rifiuto dell’adesione al Pse , è quella della cancellazione dell’identità socialista in Italia ( in Europa per ora no , ma lasciandolo lavorare potrebbe provarci con successo..), con una tolleranza minima per la presenza di piccole consorterie di notabili locali che rigidamente non aprano bocca sulla politica, in una sorta di riedizione del “Partito dei contadini” polacco, che fu mantenuto in vita burocratica fino alla caduta del comunismo .
La proposta di sbarramento europeo ha sortito almeno questo risultato : le poche illusioni che aveva sollevato Veltroni con il suo vago accenno alla nuova alleanza con i socialisti al Congresso di Montecatini e dopo sono svanite anche in chi nella dirigenza Ps aveva cercato di trovarvi un fondo di verità e lealtà.
POSSIBILE SCONFITTA PARLAMENTARE DI VELTRONI
L’accordo del 4% andrà in aula alla camera questa settimana e , nelle intenzioni di lorsignori , dovrebbe diventare legge già entro venerdì 6 febbraio . In queste ultime ore si sta delineando su questo accordo la minaccia di un emendamento spinto soprattutto dai cosiddetti “dalemiani” , per abbassare lo sbarramento dal 4 al 3% : dal punto di vista tecnico si tratta di una piccola furbizia tipica di D’Alema , introdurre una soglia più morbida finalizzata ad aiutare la nascita dell’ennesima formazione “scissionista” dalla sinistra alternativa che dreni i voti di quell’area , impedendone il riflusso verso Di Pietro e nel contempo cominci a formare le “truppe di complemento” all’esterno del Pd di Veltroni per aprire un nuovo capitolo dell’alternanza tra “compagni di scuola” che ha caratterizzato la stentata vita della sinistra della Seconda repubblica. Ma è del tutto evidente che se l’emendamento 3% passasse in sede parlamentare sarebbe una sconfitta politica decisiva per Veltroni , che verrebbe anche abbandonato come incapace anche di reggere il ruolo del perdente permanente , come ha già annunciato Cicchitto, mediante il ritiro della proposta da parte di Berlusconi.
In queste ore socialisti e Sinistra Democratica stanno effettuando pressioni e sollecitazioni sui parlamentari del Pd che si definiscono “ del Pse “ ( ricordo fra le tante iniziative, la lettera del “Gruppo di Volpedo” a tutti i parlamentari “socialisti” del Pd) perché escano allo scoperto e si pronuncino contro la legge salva-Veltroni e penso che , in queste ore, chiunque debba fare il massimo dello sforzo in quella direzione.
In tutta evidenza , nel caso di sconfitta parlamentare su questo tema ( personalmente non dispongo di informazioni sufficienti a fare ipotesi sulle possibilità effettive che questo accada ) , la crisi della segreteria Veltroni e dell’intero partito democratico sarebbe di fatto aperta ufficialmente e si prospetterebbero scenari ancora diversi rispetto a quelli che stiamo esaminando in queste ore.
GLI SCENARI POSSIBILI PER I SOCIALISTI CON LA LEGGE DEL 4% : LISTE DI SINISTRA PER LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA
La linea di azione del Ps attuale è quella espressa in questa dichiarazione del segretario Riccardo Nencini :
“Per battere i fautori dello sbarramento elettorale alle Europee servono coesione dei partiti che siedono nel Comitato per la Democrazia ( quello proposto dai socialisti e presieduto da Mauro Del Bue ) ed un progetto politico da contrapporre ad un bipolarismo imposto dall'alto che richiama una 'bella' legge imposta dai militari brasiliani nell'ultima fase del loro regime. I militari stabilirono con decreto che ci fossero due soli partiti: Arena e Mdb. Decisero anche di indire le elezioni ma il partito di maggioranza – Arena – sarebbe comunque rimasto tale. Per legge. Se l' ipotesi del C.L.N. non trovasse tutti d' accordo sarà necessario promuovere una alleanza che vada dai Radicali al movimento di Vendola, dai Verdi a Sinistra Democratica. Una alleanza fra riformisti- sottolinea Nencini- da riproporre nelle elezioni amministrative del prossimo giugno. Un 'Patto per il futuro'-conclude il leader- del Partito Socialista-che si opponga alle violenze fatte alla Costituzione ed alla democrazia italiana e che dia voce alla sinistra delle libertà''.
E’ utile che i compagni sappiano che tutti , da De Michelis a Turci, da Pia Locatelli a Bobo Craxi, sono d’accordo e supportano attivamente il segretario in questo tentativo e nelle verifiche che si stanno effettuando con tutti gli interlocutori sunnominati . I possibili esiti di questa iniziativa sono sostanzialmente tre, dal momento che è già stata esclusa l’ipotesi di una lista Cln da Ferrero a Mastella, proprio ad opera degli “estremi” di questo ipotetico schieramento:
- la lista di “sinistra per la democrazia” , che andrebbe da Vendola a Pannella . Questa ipotesi privilegerebbe il dato di emergenza democratica e di minaccia all’esistenza stessa di una sinistra laica , di contrapposizione alla nuova “bipartitocrazia” ( aspetto questo particolarmente caro a Pannella) , rispetto a quelli delle convergenze politiche .
- una lista di convergenza laica , con socialisti, repubblicani , liberali , in parte attualmente nel centrodestra, con i Radicali , in una sorta di riedizione della Rnp . Questa ipotesi privilegerebbe, evidentemente, le similitudini politiche in materia di libertà civili e di politica economica rispetto al dato elettorale .
- una lista del Partito Socialista Europeo , come nella linea già sostanzialmente adottata dal Ps in assenza dello sbarramento , con una scelta identitaria ed autonomistica che prescinde dal dato elettorale europeo.
La Segreteria del Ps arriverà presumibilmente entro pochi giorni a definire quale delle tre ipotesi sarà praticabile e quindi proponibile al Partito , ragione per la quale ritengo che sia utile , più che esprimere una preferenza per l’una o per l’altra ipotesi, ragionare e capire fino in fondo le implicazioni che ciascuna delle tre possibili ipotesi potrebbero comportare, in termini di possibile risultato elettorale , politici , di prospettiva immediata e futura.
In particolare invito tutti a meditare sulla necessaria coerenza che dovrà esserci tra l’adozione di una di queste formule e le alleanze elettorali alle provinciali ed alle comunali che si terranno nella stessa giornata : la rottura che si è consumata con il Pd di Veltroni rovescia il tradizionale scenario, tipico degli anni dello Sdi , che prevedeva il non essere alleati del Pd come l’eccezione ad una regola ed ad un automatismo indiscusso . Alle prossime elezioni amministrative dovranno essere spiegate le ragioni del sostegno a candidati del Pd ( ovviamente sarà possibile farlo con successo, se le stesse saranno valide ) e non quelle della contrapposizione di altre candidature .
LA “PROPOSTA INDECENTE” DEL PD
Il segretario socialista Nencini ha smentito che fino ad ora siano giunte proposte di “apparantemento” da parte del Pd ai socialisti e non esiste motivo di dubitare del contrario . L’insistenza con la quale in sede locale esponenti del Pd danno per fatto, scontato e concluso un accordo di “ospitalità” del Ps nelle liste del Pd è scopertamente strumentale e finalizzata a chiudere senza incidenti le piccole partite locali , possibilmente senza “spendere” troppo , essendo la “borsa” dei Democratici non particolarmente rigonfia di suo.
E’ nell’ordine delle cose, tuttavia , che questa offerta , una volta approvata la legge , arrivi : potrà essere più o meno generosa ( sulle Europee , peraltro , si tratterà di posti in lista e non molto di più , dal momento che ben difficilmente il Pd lacerato ed in difficoltà potrà ripetere , nemmeno in piccola parte, la leggera “spinta” che fu garantita ai candidati Sdi come Del Turco nell’Unione alle scorse elezioni ) , riguarderà soprattutto il livello amministrativo e potrà comprendere qualche “extra” riguardante il poco sottogoverno disponibile .
Sarà un’offerta comunque non priva di appeal per molti compagni e settori del Partito , che ritengono che la sopravvivenza dell’idea socialista in Italia passi per il mantenimento di una serie di posizioni , di Giunta o di Consiglio , che giustifichino l’idea di un Partito radicato nel territorio , come nella tradizione socialista .
Il “Partito degli amministratori” sopravvissuti alle crisi successive di questi anni , spesso eletto in “listini” bloccati , sentirà certamente il fascino ed evidenzierà l’utilità di una proposta che rispetto a quella di chi privilegia l’aspetto della battaglia politica , ha una indubbia concretezza e porta a risultati di “pochi, maledetti e subito” rispetto all’alea per molti insopportabile di una sfida elettoralmente improponibile nelle condizioni date.
Anche in questo caso ritengo sia utile , oggi, analizzare e comprendere le ragioni che stanno dietro la presa di posizione di compagni come il segretario amministrativo Pastorelli , che non vuole sentire parlare di abolizione delle Province perché il “partito si regge sugli oltre cento consiglieri provinciali ed assessori che abbiamo” , perché potranno essere condivise da molti , piuttosto che imbastire polemiche preventive su una scelta che , comunque , non tarderà a dover essere fatta.
SOCIALISTI AL BIVIO
Come una maledizione , il vecchio slogan di Pietro Nenni ritorna d’attualità . Non appena il quadro legislativo e dei rapporti politici si chiarirà – e succederà in pochissimi giorni – ancora una volta i socialisti , che siano o meno nel Ps, si troveranno di fronte ad una scelta : imboccare la via già seguita da alcuni con scarso successo , entrando di fatto nel Pd per tentare di giocare la partita della componente “socialista” nell’eterno ed indistinto cantiere che ieri si chiamava Unione, oggi Pd e domani non si sa ; oppure giocare l’azzardo di una partita elettoralmente quasi impossibile e politicamente difficile dell’altrettanto eterna ricerca di una sinistra che non c’è.
Personalmente non banalizzo minimamente la scelta , né sottovaluto le possibili ragioni di chi sosterrà un’ipotesi piuttosto che un’altra : è possibile, anzi molto probabile, che si sia alla vigilia di possibili nuovi strappi e lacerazioni dettate da differenti visioni della politica , in grado di vanificare in pochi minuti percorsi politici che , giusti o sbagliati che fossero, hanno richiesto mesi, anni di lavoro e passione politica anche solo per essere pensati.
Quello che vedo e sento come profondamente necessario è che non si affronti questa svolta con preconcetti e personalismi tipici della storia recente e meno recente dei socialisti , affidandosi alle scelte di qualche “dirigente” , magari per criticarle un momento dopo, quando spesso diventa troppo tardi per influire o modificarle.
Suggerisco a tutti noi di approfittare di uno dei pochi elementi positivi emersi negli ultimi tempi , proprio l’assenza o la non evidenza di personalismi e divisioni precostituite nel gruppo dirigente nazionale del Ps , che è inevitabilmente il fulcro oggi della discussione fra i socialisti : magari riemergeranno prestissimo , ma in questi giorni ed in queste ore non c’è traccia di tentativi di forzare gli sbocchi in un senso od in un altro ed il segretario Nencini cerca di tessere una trama comune , avendo la solidarietà di tutti.
Approfittare di questo significa portare il proprio contributo ed i propri suggerimenti espliciti ed in maniera chiara e trasparente , da parte di tutti, nelle forme più diverse : partecipando a forum ed iniziative, scrivendo , parlandone , sempre con spirito e volontà di comprensione prima che di polemica , dando una chiara indicazione e sensazione di quello che è l’orientamento di ciascuno di noi individualmente presi.
Io penso che se la scelta dovrà ricadere tra le alternative di cui ho parlato sarà ovviamente indispensabile un confronto ed un pronunciamento degli organi del Ps , dalla Segreteria al Consiglio Nazionale , ma sarà anche necessario trovare un momento di confronto finale in un Congresso straordinario , ovviamente tutto politico , che veda la partecipazione di tutti coloro i quali si dichiarano socialisti oggi , senza eccessiva burocratizzazione formale, con lo scopo di dare vita ad un momento di grande e vero confronto , che possa costituire , come tutti sicuramente auspichiamo in cuor nostro, l’occasione più volte mancata del rilancio e del nuovo inizio della politica socialista in Italia.
APPENDICE SU MILANO
E’ evidente che tutto questo ha spostato ancora più di quanto non fosse il baricentro politico delle prossime elezioni dalle amministrative, comunali e provinciali, alle Europee . Il dibattito avviato su come presentarsi alle prossime elezioni provinciali nel Ps di Milano è inevitabilmente posposto alle scelte che si effettueranno per le elezioni europee : a seconda che si vada verso l’”ospitalità” nelle liste del Pd o la presentazione di liste autonome socialiste , la scelta per le elezioni provinciali non potrà certo essere divergente senza adeguata ed argomentata ragione. La pausa imposta al dibattito dalla segreteria provinciale almeno fino al direttivo del 7 febbraio mi pare inevitabilmente opportuna .
Credo sia invece necessario che da parte dei compagni tutti si dica velocemente qualcosa , si dia un’indicazione che i membri dei vari organismi che verranno convocati possano raccogliere e riportare : perché questo non è il momento del silenzio , ma quello delle scelte .
Personalmente sento molto il bisogno di conoscere il parere di tutti : se vorrete esprimerlo , anche molto brevemente , attraverso una risposta a questa mailing list od in altra maniera che riterrete più utile ed opportuna, compatibilmente con i tempi ristrettissimi che conoscete , sarà ottima cosa , per me e per tutti.
Franco D’Alfonso
Milano , 2 febbraio 2009
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