sabato 15 novembre 2025

Franco Astengo: Centro-sinistra e numeri

CENTRO SINISTRA E NUMERI di Franco Astengo E' stato presentato a Genova presso l'Associazione "Le radici e le ali" il nuovo lavoro di Renato Mannheimer (questa volta in collaborazione con Pasquale Pasquino) "Gli Italiani al Voto", un'accurata analisi sui cambiamenti nelle scelte elettorali avvenute nel corso degli ultimi anni in comparazione con un testo analogo pubblicato nel 1985 ancora ai tempi della "Repubblica dei partiti". Un lavoro che dovrebbe essere tenuto in grande considerazione dagli operatori politici che nel momento in cui hanno la pretesa di impegnarsi nella contesa elettorale, costruire alleanze, promuovere candidature dovebbero tenerlo quale vero e proprio baedeker. In questo senso i punti di maggiore interesse riguardano, nello specifico del "caso italiano", il definirsi di un profilo bipolare del sistema in un quadro di progressivo acuirsi delle contraddizioni geopolitiche e sociali. Gli elementi caratteristici della fase possono essere, infatti, riassunti in una volatilità quasi completamente interna ai blocchi, in una restrizione dello spazio politico per il "centro", e in una diversa misura di potenzialità di espansione fra le forze politiche dove Fratelli d'Italia sembra in una qualche misura aver "fatto il pieno" entrando in diretta competizione con Forza Italia ma avendo come unico bacino di riferimento l'elettorato leghista che si considera "di destra" in una misura più ampia di quella autodichiarantesi tra elettrici ed elettori dello stesso partito della signora presidente del consiglio. Attorno a queste indicazioni fondamentali è il caso di aggiungere alcuni elementi allo scopo di suggerire una conclusione riguardante il possibile schieramento di centro-sinistra. 1) Il fenomeno dell'astensione è in costante crescita almeno dal 2013 in avanti per tutti i tipi di elezione. Nessuna forza politica è stata in grado di drenare il flusso in uscita di elettrici ed elettori, tanto meno quello più dichiaratamente populiste come M5S e Lega. Da notare come l'astensione colpisca anche gli eventi elettorali riguardanti quelle istituzioni che un tempo erano ritenute le "più vicine ai cittadini" come i Comuni; 2) Sta emergendo, in particolare a livello giovanile, il fenomeno di una attivizzazione culturale, sociale e anche politica magari su tematiche non direttamente legate al quotidiano (si vedano le manifestazioni Pro-Pal) che non sembra corrispondere a scelte di tipo elettorale; 3) Attorno al punto di conseguimento della maggioranza relativa abbiamo assistito dal 2014 in avanti, tra elezioni legislative generali e per il Parlamento Europeo, ad un vero e proprio turn over con la quota di voti in costante diminuzione. Nelle elezioni europee 2014 il PD a trazione renziana ottenne poco più di 11 milioni di voti (una quota che fece scattare un meccanismo di illusione ottica avendo i media strillato del 40%. In realtà la percentuale effettiva sul totale degli aventi diritto superava di poco il 22%, era iniziata la fase della "grande diserzione"). Politiche 2018 (territorio nazionale) maggioranza relativa al M5S con circa 10 milioni di voti. Europee 2019 maggioranza relativa alla Lega con 9 milioni di voti. Politiche 2022 maggioranza relativa a Fratelli d'Italia con poco più di 7 milioni di voti. Europee 2024 la maggioranza relativa si conferma a Fratelli d'Italia con 6.713.000 voti. Nel frattempo i voti validi sul territorio nazionale sono scesi da 32.841.70 nelle politiche 2018 a 23.308.066 nelle europee 2024. Una perdita attribuibile in buona parte alla caduta del M5S sceso da 10,732.066 suffragi a 2.327.868 (primo dato Politiche 2018, secondo dato Europee 2024). Deve essere chiaro che la gran parte della volatilità elettorale registrata nel corso di questi anni si è rivolta all'esterno del sistema verso l'astensione. 4) Il grado di contendibilità della maggioranza nelle prossime elezioni politiche (e in precedenza nel referendum costituzionale sulla magistratura al riguardo dell'esito del quale avrà senz'altro un peso rilevante il pronunciamento degli schieramenti politici ben oltre il merito, del resto assai complicato da decifrare) dipende quindi da una complessità di fattori non riducibile all'ampiezza delle coalizioni; 5) Grande importanza assume la possibilità di espansione delle diverse forze politiche. In questo senso è necessario aprire un punto di riflessione molto delicato: il centro-sinistra deve poggiare su di un soggetto pivotale strutturalmente collocato attorno al 30% dei consensi sui voti validi che presumibilmente diminuiranno ancora se forse non in dimensione vertiginosa come nel recente passato. Per capirci meglio con i numeri assoluti probabilmente forse non sarebbe sufficiente neppure sommare i voti di PD e AVS alle europee 2024 rispettivamente 5.613.769 e 1.569.453 per formare una maggioranza relativa solida al punto da determinare una ipotesi di alternativa; 6) Serve una riorganizzazione a sinistra sia in senso orizzontale (nel rapporto diretto con le esigenze, i bisogni, l'articolazione sociale) sia in senso verticale (della rappresentanza politica di un partito organizzato ai diversi livelli del territorio fino a quello centrale che non sia abbandonato agli eletti nelle istituzioni eternamente in caccia della riconferma attraverso politiche di tipo corporativo o imperniate sul voto di scambio). Un tema difficile ma sul quale sarà necessario riflettere (esiste anche una questione di identità politica: ad esempio il ritorno della socialdemocrazia negli USA può rappresentare un tema non secondario di discussione su un non trascurabile elemento di identità, in un quadro oggettivamente - e necessariamente - plurale).

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