venerdì 11 febbraio 2022

Paolo Bagnoli: A fari spenti

la biscondola *) a fari spenti di Paolo Bagnoli L’Italia vive una stridente contraddizione. Per quanto, alla fine, l’elezione del Presidente della Repubblica, abbia visto riconfermato Sergio Mattarella nonostante che questi avesse sbandierato da molto tempo che non intendeva bissare, il quadro istituzionale non è certo risultato più solido rispetto a prima. Se, al di là di in una fase di emergenza e di acute lacerazioni istituzionali, Mattarella avesse fatto sapere che era disposto a restare, considerato che le elezioni non sono lontane, passate queste avrebbe potuto lasciare. Si sarebbe trattato di un patto istituzionale giustificato dal momento che viviamo. Se così fosse stato, ci saremmo risparmiati il miserevole spettacolo di un ceto politico assolutamente impotente, che è inappropriato chiamare “classe politica”. Andando oltre la retorica di cui noi siamo maestri, i 55 applausi che il discorso di insediamento ha ricevuto sono apparsi come una specie di liberazione per un qualche scampato pericolo; parimenti, l’urlata del nome presidenziale nella bomboniera di Sanremo è stata sintomo di sguaiatezza. Sicuramente avrà fatto piacere a Mattarella, ma le istituzioni della Repubblica richiedono altro. Richiedono quella compostezza che ci ha fatto vivere momenti intensi di orgoglio repubblicano quando il Presidente è salito all’Altare della Patria e il cielo veniva solcato dalle Frecce Tricolori. Mattarella non voleva tornare al Quirinale. Tuttavia, se dopo che il suo nome era uscito dall’urna la prima volta, egli lo avesse ritirato, non sarebbe tornato. Così, però, non è andata e che sia stato convinto da Mario Draghi in poco meno di mezz’ora ci fa sorridere. Non abbiamo né prove né indizi. Crediamo, invece, che dall’Europa un qualche suggerimento sia arrivato vista la celerità con la quale la Presidente della Commissione ha fatto giungere i suoi rallegramenti unitamente all’assicurazione dell’arrivo dei primi soldi e poi, a stretto giro, hanno dichiarato il Presidente del Consiglio Europeo, l’Alto Rappresentante per la politica estera e, buon ultimo, è arrivato Paolo Gentiloni, commissario all’economia il quale, di questi tempi, forse dovrebbe farsi sentire un po’ di più. L’Europa sa bene che quella italiana è una crisi di sistema. È naturale che sia preoccupata considerato lo stato a brandelli delle forze politiche. Ma dal momento che la coppia Draghi-Mattarella ha ben funzionato, appariva rischioso cambiare, considerato che una caduta dell’Italia avrebbe ripercussioni gravissime sull’ Unione. Rimanendo nello schema dell’uscita di Mattarella non riusciamo a capire perché Mario Draghi non avrebbe dovuto legittimamente aspirare al Quirinale essendo oggi l’unica vera risorsa politica di livello di cui disponiamo. È andata in modo diverso e Draghi, quale presidente del consiglio, è sicuramente più forte e autorevole di prima. Il governo, invece, nel suo insieme è più debole, senza coesione, una volta sfumata l’aura di quella specie di unità nazionale creatasi dopo la liquidazione dell’esperienza Conte. Insomma, nella fase che viviamo, abbiamo un caposaldo di stabilità nella coppia formata dai due Presidenti, ma un grande traballamento per quanto concerne la politica la quale non può nemmeno, paradossalmente, dirsi commissariata visto che essa non esiste e ciò, per lo Stato, equivale a una macchina che cammina di notte a fari spenti. Coloro che si sono sforzati di rappresentare il Parlamento come rivivificato hanno mentito sapendo di mentire; i parlamentari hanno dato plastica rappresentazione “dell’uno vale uno” e se uno significa ognuno di quelli, beh!, ci sembra valgano ben poco. Mattarella, nel suo discorso, ha richiamato sedici temi di rilevanza nazionale con parole nobili e giuste. Ci domandiamo chi raccoglierà l’invito e poiché, come soleva dire Alcide De Gasperi, prima o poi le elezioni vengono, a cosa assisteremo? Gli applausi, allora, saranno solo un lontano episodico ricordo. *) Questa biscondola è apparsa il 7 febbraio 2022 sul quindicinale on line di Critica Liberale NONMOLLARE >>> scaricabile gratis qui <<<

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