lunedì 18 luglio 2011

MaterialiRiformisti: Non c'è nessuno spettro in giro per l'Europa

MaterialiRiformisti: Non c'è nessuno spettro in giro per l'Europa

5 commenti:

lanfranco ha detto...

una serie banale di luoghi comuni,come curare i tumori con l'aspirina e dare la colpa dei tumori alle stelle.faccio notare che il network ha commentato positivamente tabellini e benigno perchè abbandonavano i soliti tabù sull'europa,non ha detto di condividere i 9 punti de il sole

luciano ha detto...

"E allora viene la parte più scomoda di quel decalogo del Sole: pensioni a 70 anni, privatizzazioni, aumento rette universitarie, abolizione del valore legale del titolo di studio, liberalizzazioni. Tutte cose che la sinistra conservatrice (Fiom + Sel) vede come il fumo agli occhi.
I conti tornano sempre ? "questo tra virgolette sono le conclusioni di "materiali riformisti" Bene.
Questi quindi si dichiarano riformisti come il PD e tutte le altre forze che sono in Parlamento che battono le mani a Marchionne che se ne infischia dello statuto dei lavoratori e con eccezione (dell'IDV) vota per le provincie e per i carrozzoni creati dalle provincie,che votano tutti per la guerra in Libia e in tutto il mondo dove ci sono i nostri ragazzi dell'esercito italiano ad esportare democrazia,votano o fanno passare senza validi emendamenti una finanziara lagrime e sangue(definizione di Vendola (SEL)).
Forse il fumo negli occhi ce l'hanno proprio quei tali "riformisti materiali".
Saluti,L.Montauti

Anonimo ha detto...

Quanto sangue e quanto dolore per arrivare all'Italia libera e giusta e alla Costituzione!
Lo affermava Piero Calamandrei in un discorso forte e bello sulla Costituzione rivolto agli studenti di Milano nel 1955 esortandoli a vigilare sul potere per respirare la libertà.
Dobbiamo lasciare spazio ai giovani, al loro senso civico e alla loro coscienza civica per ripristinare lo Stato sociale, per eliminare le disuguaglianze e per tornare alla libertà, favorendo una forma di democrazia diretta che consenta la partecipazione delle persone nelle scelte politiche di chi li dovrebbe rappresentare.
Internet ha cambiato la vita politica, ha favorito la partecipazione, promuovendo una nuova idea di democrazia dove i cittadini possono esprimere la loro opinione su temi concreti. La Rete è uno spazio pubblico, grande strumento di mobilitazione orizzontale sociale e politica, che potrebbe essere utilizzata per infondere sangue nuovo alle democrazie e per dare sostanza al dialogo tra eletti ed elettori.
d.r.

Anonimo ha detto...

Editoriale di apertura su Famiglia Cristiana 19 luglio 2011
MANOVRA, IL MIRACOLO DIMEZZATO
Il “miracolo” invocato da Napolitano si è avverato. Una “casta” politica litigiosa, attenta solo a salvaguardare i propri privilegi, ha approvato la manovra economica in tempi rapidissimi. Ma è un “miracolo a metà”, con un risvolto iniquo e vergognoso, che dà la misura della pochezza di questa classe politica. Si chiedono pesanti sacrifici ai cittadini, ma la politica non ci rimette un solo euro. L’amara medicina è solo per il Paese, non per il Palazzo. Lievi i tagli agli abnormi costi della politica. Per lo più simbolici o rinviati al futuro. Chi non assume, in prima persona, lo stesso fardello dei cittadini, non ha nessuna credibilità. È delegittimato. In più, il miracolo è stato “dimezzato” dalla natura dei tagli, lineari e indistinti, che salva le caste e aumenta le disuguaglianze. Una “macelleria sociale” contro il ceto medio e le famiglie con figli. I “soliti noti”, che già pagano abbastanza. E che esclude, invece, chi può essere chiamato a maggiori sacrifici. Le famiglie si ritrovano, ancora una volta, nell’occhio del ciclone. Non è un bel segnale vedere “tagli indistinti” su tutte le agevolazioni fiscali per la famiglia: dagli asili nido ai mutui. E, al contempo, agevolazioni per le rendite finanziarie, o per specifiche categorie professionali. Una “buona politica” deve saper distinguere e distribuire gli oneri. Come anche difendere ciò che è essenziale: dal sostegno al lavoro (soprattutto giovanile), alle famiglie con figli. E ridurre, invece, i costi che spesso rispondono a interessi capaci di bloccare il Paese o anche il Palazzo, come hanno fatto gli “avvocati in Parlamento”. Un’occasione persa, quella del “miracolo” di una politica, per una volta, responsabile. Che perde credibilità per mancanza di “buon esempio”. Poco affidabile. Incapace di tagliare costi e privilegi, e pensare al “bene comune”. Arrogante con i deboli e pavida con i forti. Vogliamo davvero vivere in un Paese così? Dove i parlamentari hanno i più ricchi assegni d’Europa, e dove esistono otto milioni di poveri, di cui tre davvero nell’indigenza assoluta? Quota, questa, che annovera, con sempre più frequenza, le famiglie numerose. Quasi a dire che la nascita di un figlio, in Italia, è un fattore di povertà. È chiaro che, oggi, il Paese deve restare unito, contro le speculazioni. Se vuole uscire dalla crisi e tornare a crescere. Ma, proprio per questo, occorre più coraggio. E investire in chi genera progetto e futuro. Nei giovani, soprattutto, che entrano nel mondo del lavoro; nelle famiglie con figli; nelle imprese che investono i profitti in occupazione (e non in rendite finanziarie parassitarie e rapaci). Una sfida impegnativa che ha bisogno di una nuova classe di “traghettatori”, all’altezza della gravità dei problemi.
viola

roel ha detto...

Tenendo conto del fatto ormai acclarato che il nostro è il paese delle "caste" , delle "supercaste" e dei privilegi, ampiamente documentati da varie pubblicazioni e richiamati ultimamente da Stella sul "Corriere" del 13.7.2011, bisogna convenire che discettare su riforme, modifiche costituzionali, sistema elettorale, ecc. , significa perdere di vista le esigenze di una vera democrazia e "pestare acqua nel mortaio", con la responsabilità imperdonabile di distrarre volutamente l'attenzione della gente dai problemi di una realtà che vede l'ingiustizia sociale crescere sempre di più, con i ricchi che diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Il compito di evidenziare queste storture non può essere delegato esclusivamente a qualche scrittore o giornalista, quando invece dovrebbe diventare un dovere di denuncia da parte della Politica-contro. Solo un tale impegno fa meritare credibilità e consentirebbe l'avvio della formazione di un'opinione pubblica criticamente coscientizzata.

Non si possono chiudere gli occhi sul fatto che, nel momento in cui si chiedono sacrifici, il ceto politico resista a rinunciare ai propri privilegi e a ridimensionare le proprie prebende. Segno questo della strafottenza e della voracità ormai endemica delle cosiddette "rappresentanze democratiche". A ben vedere anche la sottovalitazione generalizzata dell'astensionismo rientra in questa logica dell'occultamento della verità. Potremmo trovarci in quello stadio di degrado della democrazia diventata oclocratia.

Altro elemento da considerare è che gli squali del capitalismo internazionale spadroneggiano meglio in un mondo ove la libertà è diventata libertinaggio e le regole sovrastrutture per gli allocchi. Un saluto ereticale . Roel