martedì 21 ottobre 2008

Melandri: crescente disparità

Ero ieri sera alla presentazione del libro di Emilio Renzi che stimola l’attenzione su “le opere e il pensiero” di Adriano Olivetti, come è scritto in modo esplicito nel sottotitolo. “Comunità concreta” è il titolo, con un altrettanto esplicito riferimento al movimento politico e all’impresa editoriale che l’industriale italiano animò. Emilio Renzi che fra l’altro ha anche lavorato alla Direzione Relazioni Culturali della Olivetti.



Prima considerazione:



sarebbe davvero interessante sapere quante sono oggi le aziende italiane che nei loro organigrammi annoverano una “Direzione Relazioni Culturali”



Seconda considerazione: nelle prime pagine del libro, che essendo di carattere biografico ha una scansione temporale, si legge di un viaggio negli Stati Uniti d’America che Adriano Olivetti fece a cavallo degli anni 1925 e ’26.



Da lì fra l’altro scrisse:



«Qui è il paese dei contrasti. Si vedono migliaia di auto (Ford ha venduto la 12 milionesima macchina) e si può incontrare un individuo che ti chiede 20 c. per mangiare quel giorno».



E proprio oggi si ha notizia che l’OCSE, l’organizzazione mondiale che annovera i 30 paesi che ricordo…



AUSTRALIA

AUSTRIA

BELGIO

CANADA

COREA

DANIMARCA

FINLANDIA

FRANCIA

GERMANIA

GIAPPONE

GRECIA

IRLANDA

ISLANDA

ITALIA

LUSSEMBURGO

MESSICO

NORVEGIA

NUOVA ZELANDA

OLANDA

POLONIA

PORTOGALLO

REGNO UNITO

REPUBBLICA CECA

REPUBBLICA SLOVACCA

SPAGNA

STATI UNITI

SVEZIA

SVIZZERA

TURCHIA

UNGHERIA



….ha prodotto un rapporto dal titolo significativo ‘Growing Unequal’ – che può anche essere tradotto non solo ‘Crescita Disuguale’ ma anche con un più significativo ed emblematico ‘Crescente Disparità’.



Secondo tale rapporto la crescita economica degli ultimi decenni ha favorito i ricchi e nel nostro Paese, in particolare, disuguaglianza e povertà sono cresciute rapidamente durante i primi anni Novanta.



Testuale dal rapporto:



“In Italia disuguaglianza e povertà sono cresciute rapidamente durante i primi anni novanta. Da livelli simili alla media OCSE si é passati a livelli vicini a quelli degli altri paesi dell’Europa del Sud. Da allora la disuguaglianza é rimasta ad un livello comparativamente elevato. Tra i 30 paesi OCSE oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri.”



Alla faccia di quel “dire” che evidentemente non si muta mai in “fare” del secondo comma dell’Art. 3 della nostra Costituzione e che recita testuale (ripeterlo non è inutile)

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Ma anche alla faccia di chi considera la parola ‘socialismo’ alla stregua del nome di un cane morto, e lo fa (se mi si perdona l’irriverenza della rima) non con la “maschera di un Piero Ostellino ma con la faccia di un Piero Fassino”, fondando un sedicente “partito nuovo” che si rivela ogni giorno di più, nel migliore dei casi, l’ennesimo “nuovo partito”, e nel peggiore, il partito becchino della sinistra italiana.

E questo accade nel Paese dove, come ci ricorda il compagno Ceccoli, un’oasi di socialismo per trovarla bisogna cercarla in una mailing-list e dove serve più socialismo non meno, serve più sinistra, non meno, serve la capacità di far convivere le diversità, non la presunzione demenziale di essere i soli, i migliori, quelli che dialogano con i Berlusconi e non si alleano con i "sinistri radicali".

Vittorio Melandri

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