(da deportazioneMAIPIU')
PERCHÉ CEI E MISSIONARI NON DENUNCIANO LE POLITICHE DI GUERRA DEL GOVERNO? UN APPELLO DI P. ZANOTELLI
ADISTA. Possibile che la Conferenza episcopale italiana e i missionari non abbiano nulla da dire sulle recenti "scelte militaristiche scellerate" del nostro governo? È la domanda, molto probabilmente destinata a restare senza risposta, che p. Alex Zanotelli, missionario comboniano in Africa per oltre 25 anni - prima in Sudan e poi in Kenya - e dal 2001 di nuovo in Italia, a Napoli, rivolge alla Chiesa italiana e ai cattolici un mese dopo la notizia che verrà trasferito in Italia Africom, il comando militare Usa per l'Africa. "Come facciamo - prosegue Zanotelli in un testo che è stato pubblicato anche da Nigrizia e Mosaico di Pace - ad inviare missionari, suore, laici in Africa se non denunciamo scelte come queste che rendono l'Africa sempre più schiava e sfruttata? Se, come missionari, vogliamo proclamare buona novella ai poveri, dobbiamo avere il coraggio di denunciare con forza queste virate militaristiche del nostro governo. Non è questa la missione globale a cui, come missionari, siamo chiamati?".
Il comando militare Usa per l'Africa - secondo diversi osservatori la nuova frontiera delle future guerre per l'accaparramento delle risorse naturali da parte delle potenze nord-occidentali - lascia Stoccarda, in Germania, per l'Italia proprio al fine di trovarsi già proiettato verso sud. A Vicenza, in particolare, verrà ospitato il Comando per le operazioni terrestri e a Napoli quello per le operazioni navali, mentre nella base di Sigonella molto probabilmente verrà installato uno dei principali scali europei dell'Air Mobility Command, "il Comando unificato che sovraintende alle operazioni di trasporto aereo negli scacchieri di guerra internazionali", spiega il giornalista esperto di questioni militari Antonio Mazzeo.
Inizialmente gli Usa cercavano una base direttamente in Africa ma, dice Zanotelli, "la forte azione diplomatica del Sudafrica contro la presenza di Africom nel Continente ha impedito agli Usa di trovarla". Allora hanno pensato alla Spagna, ma il governo Zapatero si è opposto. A quel punto è stata scelta l'Italia, dove invece "il governo Berlusconi è stato ben felice di dare il benvenuto ad Africom". Prosegue Zanotelli: "Il ministro Frattini ha anche detto che si tratta di 'strutture di comando che operano nel quadro Nato'. Bugia! Il comando Africom è uno dei sei comandi unificati del Pentagono. Frattini ha anche dichiarato che non ci sono truppe da combattimento, ma solo componenti civili. Altra bugia! Africom è il comando unificato militare statunitense che ha come scopo la lotta al terrorismo e l'addestramento dei militari africani oltre alla protezione degli enormi interessi americani in Africa". "Frattini ha anche detto che la scelta del governo è stata presa dopo aver informato i Paesi africani che hanno espresso grande supporto per questa decisione! Strana democrazia quella del governo Berlusconi - continua Zanotelli - che tiene nascosta una tale decisione al Parlamento e consulta invece i governi africani! Il nostro governo dando il suo consenso a Washington contribuisce alla nuova operazione di stampo coloniale mirante al controllo delle aree strategiche dell'Africa".
"Perché il Parlamento italiano non è stato informato e non c'è stato nessun dibattito parlamentare?", chiede Zanotelli. "Il Partito Democratico ha qualcosa da dire a riguardo? Oppure c'è un accordo bipartisan su tutto questo?". "Come mai la Cei non ha alcuna parola da dire su scelte militaristiche così scellerate? Come mai gli istituti missionari e le realtà missionarie laicali come la Focsiv non reagiscono a decisioni militaristiche così gravi?". Zanotelli dice di aspettarsi "una presa di posizione pubblica da parte degli istituti missionari operanti in Africa" e chiede a tutti "di inviare una mail al ministro degli Esteri Frattini e al ministro della Difesa La Russa, protestando per la scelta di Africom a Vicenza e a Napoli".
Del resto, prosegue, per i cristiani è una questione di coerenza: sono stati appena celebrati il Natale e la Giornata mondiale della Pace, lo scorso 1.mo gennaio, ma "come facciamo a proclamare la pace in chiesa mentre non ci accorgiamo che la neghiamo con le scelte violente sia nostre che dei nostri governi?". (l. k.)
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