domenica 8 febbraio 2009

Francesco Maria Mariotti: la democraticità della scienza

(...) la democraticità della scienza si basa su altre fondamenta: tutti hanno diritto di parola, ma le opinioni valgono nella misura in cui vengono sostanziate con i fatti. Per ciò che riguarda l'attuale dibattito ci sono cose che alla scienza possiamo chiedere, a patto di accettare che le risposte comportano un margine di incertezza. Ci sono domande per le quali non possiamo pretendere risposte univoche. E ci sono domande a cui la scienza ha risposto, anche se molti preferiscono non tenerne conto. (...)

Anna Meldolesi ci aiuta a capire meglio le questioni sottese al "caso" di Eluana Englaro e che troppo spesso vengono presentate in maniera confusa e approssimativa: sul mio blog propongo una parte del suo ottimo articolo uscito sul Riformista, e vi rimando al link per la lettura dell'intero contributo. Approfittando delle citazioni della stessa Meldolesi, troverete anche il link all'articolo di Michele Ainis (da LaStampa) sui risvolti istituzionali delle decisioni del governo e una "lettera aperta" di alcuni medici (da cui traggo la seconda citazione che propongo qui sotto) che spiegano perché la nutrizione artificiale è un "trattamento medico" e mettono in guardia dalla pericolosa confusione fra conclusioni scientifiche e posizioni ideologiche: riflessione importante, da tenere presente per capire meglio uno dei punti nodali nella discussione della legge sul testamento biologico.

Francesco Maria Mariotti

(...) Posizioni ideologiche precostituite limitano oggettivamente la libertà della relazione di cura condizionando i medici nello svolgimento del loro compito: prendere decisioni cliniche ancorate alle migliori evidenze disponibili, bilanciando caso per caso i principi bioetici di autonomia della persona, beneficialità/non maleficialità ed equità nella distribuzione delle risorse disponibili, nel rispetto del sistema valoriale di ogni persona e dello scenario deontologico e giuridico di riferimento. Tale approccio costituisce il "core" della professione medica; il solo che ci consente di assumere consapevolmente le grandi responsabilità che scaturiscono dalla crescente complessità della pratica clinica, in una società caratterizzata dalla coesistenza di differenti sistemi valoriali cui lo Stato democratico deve garantire il più alto reciproco rispetto.
L'uso strumentale della scienza è inaccettabile e genera una pericolosa confusione fra i piani scientifico, bioetico, religioso e politico seminando nella coscienza dei cittadini incertezza e sfiducia nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale.
Svolga la politica il suo ruolo assumendo su di sé la responsabilità delle proprie scelte senza distorcere l'evidenza scientifica al fine di giustificarle. (tratto da: "Stato vegetativo, nutrizione artificiale, prematuri estremi: fra evidenze scientifiche e contaminazioni ideologiche della scienza")

http://mondiepolitiche.ilcannocchiale.it/2009/02/07/scienza_democrazia_laicita.html

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