venerdì 31 gennaio 2025

Franco Astengo: Democrazia del pubblico e democrazia recitativa

DEMOCRAZIA DEL PUBBLICO E DEMOCRAZIA RECITATIVA di Franco Astengo Premesso che occorre sempre ricordare che Fratelli d'Italia rappresenta un partito che non è stato votato da circa 43 milioni di italiane e di italiani . Il il grado di rappresentatività degli esponenti di FdI compresa la presidente del consiglio è molto basso nei voti reali ( i sondaggi segnalano soltanto le percentuali, sde hanno risposto in 8 e 4 ti hanno indicato hai il 50%). E' ancora necessario considerare che l'innesto dello scontro oggi in atto con la magistratura appartiene per intero alle categorie della "democrazia del pubblico" e della "democrazia recitativa", come del resto era riconducibile alle stesse categorie dell'analisi politica il tipo di scontro svoltosi tra gli anni '90 del XX secolo fino all'inizio degli ani'20 del XXI. Nell'avviarsi cioè della fase del sorgere di accentuati punti di crisi della capacità democratica di espressione della rappresentanza. Intanto va detto che da tempo si sta procedendo ad una forma di comunicazione politica che affonda le sue radici nella strategia del marketing, attraverso rappresentazioni iconiche, slogan immediatamente assimilabili, che per la loro banalità non richiedono sforzi ermeneutici per essere decodificati e impressi nella memoria, dando vita ad una “politica indiziale” che anticipa i nostri desideri con un'arte manipolatoria che suscita transfert di realtà. In questo solco si colloca anche l'utilizzo dell'intreccio tra media e sondaggi, considerato “principio di legittimazione politica e istituzionale sempre più importante, perché agisce in tempo reale, trasformando la democrazia in semplice momento di raccolta del consenso”. Bernard Manin, filosofo politico francese, dedica alla democrazia del pubblico molto spazio all'interno del suo testo dedicato ai “Principi del governo rappresentativo”. La formula della democrazia del pubblico descrive, per Manin, un'epoca in cui i partiti cedono spazio alle persone, intese come moltitudine, l'organizzazione alla comunicazione, mentre le identità collettive si indeboliscono, svuotandosi e facendosi attrarre dalla fiducia personale diretta: lo spazio della rappresentanza coincide con lo scambio tra leader e “opinione pubblica”, attraverso i media, nei termini sopra indicati, e ovviamente a senso unico, cioè asimmetricamente (c'è molta filosofia negriana della rivoluzione). In Italia -nella rincorsa della democrazia del pubblico- è stato persino scippato il concetto di opinione pubblica intesa come corpo di garanzia e dibattito sulle pubbliche scelte. Lo schema di "democrazia recitativa" è stato già utilizzato in precedenza nel caso del tema delle liste d'attesa in sanità e del trasferimento di migranti in Albania e nella costante capacità di rinvenire un "nemico" attorno alle cui presunte condizioni di conflitto ottundere la realtà. Diverso invece lo schema utilizzato per il tema "sicurezza" per il quale si sta intrecciando l'alimentazione di paure (anche con sapore razzistico) e populismo. Rimane in comune tra "Democrazia del Pubblico" e "Democrazia Recitativa" il fenomeno della personalizzazione della politica di cui dobbiamo ricordare le origini del pieno sdoganamento all'epoca della discesa in campo di Silvio Berlusconi (anche se il "fattore personalizzazione" circolava già da tempo nel sistema politico italiano). Nel caso della Democrazia Recitativa il fenomeno si colloca a livello di governo dove gli attori principali diventano il capo e la folla che lo ha eletto, l’uno sempre più dotato di libertà di movimento e di potere, l’altra ridotta a semplice “moltitudine votante”, plaudente ed acclamante, ma completamente priva di influenza sul potere ("se mi si indaga si danneggia la Nazione"). La Democrazia Recitativa è simile a quelle forme di governo democratico che già gli antichi greci conoscevano e criticavano, stiamo parlando di raffinate forme di demagogia, che inducono, tramite a far apparire il rapporto tra il leader e la folla dei votanti un esempio di funzionamento democratico della Società. Il meccanismo è tanto semplice quanto subdolo ed inarrestabile: io ti prometto, tu mi voti, io non mantengo e segue - appunto - la logica demagogica dell'annuncio utile a spostare i problemi in un orizzonte indefinito. La campagna elettorale viene convertita nell’allegoria di una lotta in cui si decide sempre e comunque il futuro del popolo e il destino della nazione attraverso il plebiscito sul "si" o il "no" riguardante una persona, che rimane l'obiettivo della Presidente del Consiglio sicuramente appassionata, per i suoi riferimenti ideologici e storici, proprio all'arma plebiscitari. In sostanza possiamo affermare che l'utilizzo della "Democrazia del Pubblico" appare ideale dall'opposizione perché utilizzabile meglio da un apparente deficit di potere mentre la "Democrazia Recitativa" funziona meglio se diffusa dai canali di Palazzo Chigi proprio quale espressione di un esercizio della potestà di governo conferita direttamente dal "popolo".

Nessun commento: