martedì 27 settembre 2022

Franco Astengo: Volatilità e rappresentanza

VOLATILITA' E RAPPRESENTANZA di Franco Astengo A partire dalle elezioni del 2013 il partito uscito con la maggioranza relativa non è mai riuscito a mantenere la posizione fino alla tornata successiva, fosse questa destinata alle legislative generali o europee. Si è trattato del fatto più evidente di quel fenomeno di volatilità elettorale comparso nel panaroma elettorale italiano dopo decenni di spostamenti minimi tra un settore e l'altro in competizione: in realtà si cominciò ad avvertire questa situazione fin dal 1994 quando, sciolti i grandi partiti di massa, l'alleanza "anomala" di Forza Italia al Nord con la Lega e al Sud con AN (che non aveva ancora compiuto il lavacro di Fiuggi ed era formata semplicemente dal MSI con l'aggregazione di qualche componente democristiana di destra) aveva occupato quasi per intero lo spazio lasciato libero dal pentapartito . Il "clou" di questa faccenda però lo si può cominciare a monitorare - appunto - dalle elezioni politiche 2013. Contemporaneamente però è costantemente calata la forza di rappresentanza del partito di maggioranza relativa "pro tempore" sia sul piano dei numeri assoluti sia rispetto alla percentuale ottenuta in riferimento al totale degli iscritti nelle liste. Tutto questo non ha avuto riflessi sulla dinamica governo/parlamento ormai esercitata esclusivamente dall'autonomia del politico, anche quando alla presidenza del Consiglio si è seduto un tecnico più o meno presunto ma ha grandissima incidenza sulla tenuta del sistema nel suo complesso che appare sempre piiù fragile nella sua capacità di aggregare consenso e di mantenere coesione sociale. Queste le cifre (riferimento elezioni Camera dei Deputati, Parlamento Europeo, territorio nazionale esclusa la Valle d'Aosta) Politiche 2013: Movimento 5 stelle 8.691.406 totale iscritti nelle liste 46.905.154 : 18,52% Europee 2014: Partito Democratico 11.172.861 totale iscritti nelle liste 49.256.159 : 22,68% Politiche 2018: Movimento 5 Stelle 10.732.066 totale iscritti nelle liste 46.505.350 : 23,07% Europee 2019: Lega 9.153.638 totale iscritti nelle liste 49.301.157: 18,56% Politiche 2022: Fratelli d'Italia 7.300.628 totale iscritti nelle liste 46.127.514 : 15,82%. Di seguito il differenziale tra la percentuale di voti posta in relazione al totale delle schede valide e del complesso degli iscritti aventi diritto. Politiche 2013: Movimento 5 stelle 25,52% sui voti validi, 18,52% sull'intero corpo elettorale, differenza 7% Europee 2014: Partito Democratico 40,82% sui voti validi, 22,68% sull'intero corpo elettorale,: differenza 18,14% Politiche 2018: Movimento 5 stelle 32,68% sui voti validi, 23,07% sull'intero corpo elettorale, differenza 9,61% Europee 2019: Lega 34,33% sui voti validi, 18,56% sull'intero corpo elettorale , differenza 15,77% Politiche 2022: Fratelli d'Italia 25,99% sui voti validi, 15,82% sull'intero corpo elettorale, differenza 10,17%. E' evidente che l'abbassamento nella percentuale dei votanti, fisiologico nelle elezioni europee dove cambia anche il totale degli iscritti non potendo esercitarsi il diritto di voto all'estero salvo che nei paesi dell'UE,contribuisce maggiormente a creare l'illusione ottica della vittoria di cui rimane campione ( e vittima) il PD segreteria Renzi con un differenziale del 18,14%. Più contenuta la differenza in occasione delle elezioni politiche dove il 10% di differenza si è superato soltanto nell'occasione dell'ultima tornata del 25 settembre scorso: un campanello d'allarme che è suonato specie per chi sarà chiamato a governare le pulsioni contradditorie che percorrono un Paese impaurito, impoverito che tutte le volte cerca senza trovarlo un "Lord (o Lady?) protettore/protettrice").

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