lunedì 12 settembre 2022

Franco Astengo: Punti elettorali

PUNTI ELETTORALI di Franco Astengo 1) Le fonti più accreditate ed autorevoli della politologia italiana indicano che il risultato elettorale è già deciso a favore del centro destra: all'inizio della campagna elettorale l'Istituto Cattaneo stimava alla Camera 141 seggi al centrosinistra (comprensivo dei centristi), 29 al M5S, 228 al centrodestra, 2 ad altri partiti. Attualmente la stima è di 249 al centrodestra (Fdi 135; Lega 67; Forza Italia 41, Moderati 6), 82 al centrosinistra (PD 69, Sinistra Italiana - Verdi 11, Bonino 1, Impegno Civico 1), 37 al movimento 5 stelle, 18 ai centristi, Italexit 8, SVP 3. Al Senato, a luglio: 68 al centrosinistra (comprensivo dei centristi), 13 movimento 5 stelle, 117 centrodestra. Attualmente: 43 al centrosinistra (36 PD, 6 Verdi - Sinistra Italiana, 1 Bonino), 9 ai centristi, 19 al Movimento 5 stelle, 121 al centro destra (64 a FdI, 33 Lega, 21 Forza Italia, 3 Moderati) SVP e altri 4. 2) Valutazione conseguente: la campagna elettorale sta muovendo molto poco anche perché non compaiono opzioni convincenti sui temi principali (primo fra tutti l'inflazione, poi il lavoro mentre appare sempre più abbandonato il tema della guerra dove la scelta atlantica e filo USA non è penetrata e appare in difficoltà la coincidenza NATO/UE). 3) In particolare appare in grande difficoltà il tentativo di sviluppare da parte del PD una campagna elettorale all'insegna del "voto utile" (ridicolmente collocato in una dimensione di difesa costituzionale e di critica alla legge elettorale, dopo essere stato uno dei principali artefici dell'attacco alla Costituzione) in una idea di contrapposizione frontale con FdI rievocando così la "vocazione maggioritaria". E' mancata da parte del PD l'applicazione di un vecchio principio secondo il quale le elezioni si vincono non irrigidendo il fronte avversario. Errore commesso anche dalla Lega che non ha analizzato il fallimento di quota 100 mentre il centrodestra nel suo insieme ha contribuito a rilanciare il M5S (danneggiando così il PD) attaccando quota 100 e di conseguenza irrigidendo in difesa gran parte dei percettori (in buona parte dislocati al Sud). 4) Il grosso dell'astensionismo sembra rimasto numericamente intatto. Se guardiamo alla media possibile del totale dei voti validi tra il calo fatto registrare tra politiche 2013 (34.005.755) ed europee 2014 (quelle del falso 40% di Renzi: 27.371.744) e politiche 2018 (32.841.025) ed europee 2019 ( 26.662.962) comparando anche i dati della partecipazione nelle elezioni regionali seguenti alle europee tra 2020 e 2021 pare ragionevole si mantenga un trend di caduta tra 1.500.000 e 2.000.000 di voti rispetto al 2018 con una partecipazione che si aggirerebbe al 65% (31.500.000 presenti alle urne cui vanno detratti i fisiologici 1.500.000 tra bianche e nulle con un netto di voti validi attorno ai 30.000.000) 5) La formula elettorale in uso ci dice anche che non esiste voto utile a fronteggiare la destra. Non servirebbe neppure un recupero dell'astensione se non avvenisse mirato in alcune regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Sicilia dando per scontato che (come non è) la maggioranza di un eventuale ritorno alle urne fosse composto da elettrici ed elettori orientati a sinistra. Il voto al PD, considerata l'impossibilità del voto disgiunto, è utile soltanto per chi ha interesse agli equilibri interni al Partito Democratico (e all'eventuale idea di un ritorno, fra qualche tempo, a un governo tecnico e/o di "larghe intese"). 6) A sinistra la presenza di due liste, una legata alla formula del centro - sinistra (Alleanza Sinistra Italiana - Verdi) e l'altra impegnata fuori da un contesto di alleanza (Unione Popolare), oltre alla presenza di esponenti di Articolo 1 nelle liste del PD, pone ancora una volta la questione del "quorum". I dati sopra riportati indicherebbero l'alleanza Sinistra Italiana - Verdi come la più vicina al passaggio della soglia. Dal punto di vista di Sinistra Italiana vanno rimarcate tre forti carenze nello sviluppo della campagna elettorale: da un lato sul versante dell'opzione pacifista, in particolare di matrice cattolica, dall'altro lato sui temi della condizione materiale di vita (inflazione) e del lavoro e ancora nel mettere al centro la questione dell'affermazione costituzionale e di una nuova formula elettorale in linea con le battaglie fatte contro le leggi vigenti e nel referendum sul taglio dei parlamentari (su questo punto esiste anche una questione di trascuratezza nel rapporto con settori della sinistra storica e del mondo socialista particolarmente impegnati in questo campo). Così come servirebbe un'espressione di appoggio verso la proposta di esprimere una forma di protesta circa il sistema d'elezione (liste bloccate, ecc.) da presentare ai presidenti di sezione. 7) In questo modo si pone sicuramente la questione di una presenza parlamentare della Sinistra (tenuto conto che l'alleanza sinistra italiana - verdi non si presenta come progetto strategico di nuova identità e soggettività della sinistra italiana) ad una precisa condizione: la presenza parlamentare della Sinistra (che pure risulterà molto limitata numericamente) dovrebbe rappresentare un punto utile per il futuro soltanto a condizione che non rappresenti un punto di autoconservazione di un gruppo chiuso ma il momento di apertura per una nuova prospettiva a sinistra di cui si è tanto discusso. E' necessario però impostare su questo elemento l'ultima parte della campagna elettorale.

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