venerdì 1 aprile 2022

Gianstefano Milani: Sarà l'Europa la guida morale dell'Occidente

Saranno tre i capitalismi a confronto: autoritario, liberista, socialdemocratico Sarà l'Europa la guida morale dell'occidente. Forte di un suo esercito a vocazione solo difensiva Gianstefano Milani Sull'ultimo numero dell'Avanti! la direzione del giornale si è rivolta al segretario generale dell'ONU perchè assumesse una iniziativa volta ad aprire la strada alla pace in Ucraina. Non so se Guterres abbia letto quell'appello. Sta di fatto che il segretario generale ha chiesto il cessate il fuoco umanitario immediato per "consentire il progresso di seri negoziati politici, volti a raggiungere un accordo di pace basato sui principi della Carta dell'ONU". L'invasione dell'esercito russo in Ucraina, ordinata da Putin in aperta violazione del diritto internazionale, è una sfida dichiarata ai principi basilari dell' occidente e all'Europa in particolare. La reazione occidentale è stata immediata e costituisce una prova di unita' forse inattesa; una risposta risoluta alla sfrontatezza dell'invasore che contava sulla divisione tra gli stati nazionali e ignorava o mirava ad infrangere la costituency e la profondita' valoriale che sta alla base dell'integrazione europea, frutto a sua volta della sofferta riflessione seguita alla fine della seconda guerra mondiale. L'auspicio di tutto il mondo civile è che la guerra si concluda con il ritiro dei carri e la fine dei bombardamenti russi e il conseguente avvio di negoziati che sanciscano la sovranita' del governo ucraino sul proprio paese. Tuttavia, comunque si concluda questo terribile conflitto, è certo e universalmente riconosciuto che le relazioni internazionali a partire da ora sono destinate a mutare in modo netto e probabilmente irreversibile. Si profila la fine del primato dell'occidente, emergono a oriente nuove imponenti realta' politiche, economiche, demografiche e militari, determinate ad esercitare un ruolo influente e decisivo in una nuova spartizione delle risorse, della produzione e della ricchezza, oltre che nella nuova configurazione geopolitica del pianeta. L' occidente è e sara' costretto a competere non essendo piu' in grado di dominare: altro che fine della storia, comincia un nuovo ciclo della della storia. Gia', ma come definire oggi l'occidente? E’ davvero quell'entita' compatta che fornisce armamenti ai combattenti ucraini, sostegni e solidarieta' d'ogni genere a quel popolo e a milioni di profughi? Senza dubbio è anche questo. Ma poi? Bastera' rafforzare la NATO per fronteggiare i conflitti militari e non, che inevitabilmente si accumuleranno in una strutturazione multilaterale del potere, laddove a competere saranno quattro forme di capitalismo: quello politico cinese, quello autocratico russo, quello liberista anglosassone e quello che Branko Milanovic definisce socialdemocratico-renano? E' persino scontato che la prima conseguenza dell'invasione in Ucraina sia l'accelerazione del ritmo di integrazione anche militare dell'Unione europea. Infatti al rafforzamento di coesione e unita' interne, la nuova Europa dovra' far corrispondere una piu' attiva autorevolezza e un marcato profilo continentale nel nuovo mondo multipolare. Il che non significa defilarsi dalle alleanze occidentali militari e non, quanto definire e circostanziare il proprio rango nell'insieme delle istituzioni e delle relazioni internazionali. Dobbiamo proteggerci dalle minacce e dall'uso altrui della forza, come accade in Ucraina. Percio' non possiamo apparire ne' essere fragili o ancor peggio indifesi. Dobbiamo essere forti e capaci di difenderci. Forti per difendere, non per offendere. La nuova Europa non puo' non mettere in conto l'esigenza primaria, vitale, esistenziale della difesa comune e pertanto mettere in comune le risorse finanziarie, tecnologiche, materiali, umane necessarie. Nulla di piu',nulla di meno. Nell'ultimo decennio del secolo scorso l'Europa ha cambiato improvvisamente il proprio corso a seguito della caduta del muro di Berlino e successiva riunificazione della Germania. Questo evento ha fatto della Germania il paese leader dell'Unione e ne ha sovraccaricato le responsabilita' politiche. A un trentennio da allora, a causa dell'invasione in Ucraina, è toccato ancora alla Germania valicare il secondo e piu' greve tabu' della storia recente, annunciando il proprio riarmo nell'ambito della costruzione comune del nuovo sistema di difesa europeo .Ed è toccato al cancelliere socialdemocratico Sholz, nel nome della rivendicazione dei valori fondanti delle democrazie europee. Quando si dice l'ironia della storia! Sulla Germania protagonista delle piu' devastanti guerre di aggressione della prima meta' del novecento, fonte dell'ideologia nazionalista che ha alimentato la pretesa di sottomettere l'intera Europa, ricade il compito di riscattare il proprio passato per mettersi alla testa della difesa della democrazia e dello spazio sociale e culturale europeo. di una civilta' fondata sui canoni del rispetto delle liberta', dei diritti, e sulla ricerca dell'equita' sociale. Ebbene,dalla lezione ucraina, l'Europa, nell'occidente potra' e dovra' partecipare con il proprio giudizio alla difesa comune. Ma per la sua storia recente caratterizzata da ottanta anni di pace, cooperazione e progresso, ha il dovere politico di essere il motore ' di una controffensiva della pace ,del diritto, della liberta'. In conclusione, di una estensione di quella civilta' cui aspiriamo come patrimonio universale dell'umanità.

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