venerdì 18 novembre 2016

Franco Astengo: Tra il sì e il no

TRA IL SI E IL NO : CONSIDERAZIONI TRA I NUMERI Questa breve nota dedicata ad alcune considerazioni relative ai numeri riguardanti il referendum costituzionale del prossimo 4 Dicembre è dedicata a coloro che sono impegnati nella campagna elettorale a favore del “NO”. E’ necessario, a mio modesto giudizio, prestare il massimo di attenzione a questo rush finale anche perché il risultato è sicuramente in bilico : non si tratta di un’affermazione di comodo per mettersi al riparo. Di seguito troverete alcuni numeri che non sono stati tratti da sondaggi, ma dall’analisi di numeri veri elaborati attraverso alcuni elementi precisi: i dati delle elezioni politiche 2013, europee 2014, regionali 2015 e amministrative 2016. Sono stati presi in considerazione i dati riguardanti l’affluenza, il totale dei voti validi, i voti di lista ed elezione per elezione l’indice di volatilità elettorale, gli scostamenti interni alle diverse liste elezione per elezione, l’andamento della fidelizzazione per ogni singola forza politica, le differenziazioni geografiche a livello di numeri assoluti. E’ stato tenuto conto, ovviamente, di un indice di trasversalità nel voto e quindi della differenziazione tra elettrici ed elettori della stessa forza politica. Il risultato che viene indicato, si badi bene, non è quello dell’attuale stato di confronto tra il SI e il No (come indicato dai sondaggi) bensì quello della posizione di partenza tra il “SI” e il “NO” appunto alla vigilia della conclusione della campagna elettorale. E’ necessario diffidare dei sondaggi non tanto e non solo perché hanno fallito, sul piano internazionale, nelle due ultime più importanti occasioni: Brexit ed elezione del Presidente USA, ma per due motivi molto semplice: è sempre più difficile utilizzare il metodo CAT (quello delle interviste telefoniche ripetute) perché è forte la flessione delle utenze telefoniche fisse; in secondo luogo è aumentata la tendenza degli intervistati a rovesciare la risposta rispetto alle reali intenzioni. In sostanza, a questo punto, le posizioni di partenza (ripeto le posizioni di partenza e non i dati da sondaggio) indicano per quel che riguarda il voto italiano un totale di voti validi all’incirca del 49,86% (già calcolate bianche e nulle quindi prevista una partecipazione al voto tra il 53 e il 54%) quindi all’incirca 23.400.000 schede su 47.000.000 di iscritti. In queste condizioni il SI parte in vantaggio con il 51,14% (poco meno di 12.000.000 di voti) con il NO al 48,86% ( meno di 11.500.000 voti): uno scarto di circa 500.000 voti con il non voto ad oltre 22.000.000 di unità: un mondo da scoprire. Dal punto di vista politico, per definire la situazione con il massimo della chiarezza possibile risultano decisivi tre settori: quello interno al PD con il peso che potrà avere la presa di posizione per il NO di frazioni importanti di quel partito; l’altra fondamentale dinamica interna all’elettorato di Forza Italia; il ritorno al voto di quei settori della sinistra che nelle precedenti occasioni hanno disertato l’appuntamento. Sarebbe importante non disperdere energie in inutili confronti tra il SI e il NO (quasi sempre raduni di tifoserie) concentrandosi su iniziative che producano anche organizzazione successiva in questo impegnativo finale di partita. Per quel che riguarda l’estero i dati ci danno un totale di voti validi all’incirca del 16%, con il SI in leggerissimo vantaggio al 50, 90% contro il 49,10%. In sostanza, dal punto di vista delle posizioni di partenza, il SI si vedrebbe incrementato dal punto di vista del voto all’estero più o meno di 10.000 voti. Esiste quindi, concretamente, la possibilità di affermazione del NO senza tener conto dei sondaggi e della loro oggettiva fallacia. Augurandomi di essere stato capace di chiarire appieno la dinamica di questo lavoro e la portata dei dati ottenuti non resta che incitare al massimo chi sta lavorando per far vincere il NO: sicuramente lo spazio concretamente esiste. Franco Astengo

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