mercoledì 21 settembre 2016

Luigi Fasce: Quale soggetto politico

Ma quale soggetto politico in tempi brevi ha da nascere in Italia ? Luigi Fasce – www.altraliguria.it 15 settembre 2016 Trovo in questo dibattito avviato da Varoufakis, sebbene preso un po' alla lontana, una certa continuità con il precedente su “c'è vita a sinistra”. A partire da questi spunti, cercherò di riallacciare il filo rosso spezzato per riportare al centro della nostra attenzione l'obiettivo prioritario quello di un grande schieramento unitario di forze politiche che a mio avviso non può altrimenti che avere nella Costituzione il suo Manifesto. Partiamo dagli articoli pubblicati da “il manifesto”, per prima dall'intervista a Varoufakis («Muoviamoci. O sarà la disintegrazione»14.02.2016)a cui ha fatto subito fatto eco Fassina (L'insostenibilità dell'eurozona. Prepariamo un piano B 09.09.2016) 09.09.2016), poi Castellina (09.09.2016) Viale, istruttivo sulla parte dedicata al “debito” mentre molto problematica la parte dedicata alla uscita dall'Euro. (“Riconquistare autonomia monetaria”13.09.2016) con mi sembrano tutti spunti di rilevante interessante da cui partire. Mentre Castellina risponde sul merito della proposta di Varoufakis, invece Fassina sposta l'argomento corposo e strategico su una specifica parte dell'ipotetico programma, certo non un dettaglio, quello del Piano B che indica la fuoriuscita dall'Euro e infine l'articolo di Viale molto istruttiva la parte sul “debito pubblico”, non condivisibile del tutto la rigida chiusura all' idea di Fassina di uscire dall'Euro. Do per scontato la lettura dell'intervista a Varoufakis fatta da Marco Bascetta, Sandro Mezzadra, 14.02.2016 da cui parte tutto il dibattito a seguire e preciso che ritengo Diem25 un progetto europeo apprezzabile (spero che il documento sia noto) rispetto al quale la nuova “cosa” di Fassina la Sinistra Italiana, non sembra coinvolta, tantomeno Possibile di Civati. Varoufakis sta già attivando una rete organizzativa in tutti i Paesi dell'Ue per presentare il programma Diem25. Ignoro se sia prevista la presentazione di liste nazionali alle elezioni europee del 2019. Per quanto ci riguarda come italiani a partire da Napoli con Luigi De Magistris si sta attivando il percorso di PlanB Italia con le “città ribelli” - e speriamo che siano tantissime e diffusissime su tutto il territorio nazionale. Movimento dal bassa, ma si pensa a una convergenza di tutte le forze politiche dell'arco costituzionale ? O ognuno come cantava Vasco Rossi “O forse non ci incontreremo mai. Ognuno a rincorrere i suoi guai ...” Le elezioni politiche in Italia saranno nel 2018, il tempo stringe, come al solito siamo già in ritardo per coloro che non si riconoscono né nel PD né nel M5S né tanto meno in Forza Italia e Lega. Il disastro se ci saranno nel 2017. A questo appuntamento nazionale non ci pensa neanche Varoufakis dalla sua altezza Europea. Ma noi nelle nostre “casamatte” situate nelle “città ribelli” noi italiani ci dobbiamo pensare per forza. Pur nella giusta prospettiva europea disegnata da Diem25 urge porci l'obiettivo di costituire il fronte unitario di forze politiche dell'arco costituzionale piuttosto che almanaccare sulla riaggregazione delle forze residuali della sinistra, così come di purissimi movimenti dal basso. Senza soggetto politico tutte le interessanti e utili idee resteranno piume al vento. Dunque soggetto politico con Costituzione italiana Manifesto invocato continuativamente da Salvatore Settis. Cosa intende fare per risolvere questo problema prioritario Fassina ? Tutti dentro a Sinistra Italiana ? Sebbene la questione Euro posta da Fassina sia reale, senza avere risolto il problema della costituzione del fronte costituzionale prima delle elezioni politiche del 2018 oramai alle porte, rischia di essere una mera fuga in avanti: Per inciso, trovo fuorviante e nel merito riduttivo anzi sminuente, definire “disobbedienza ostinata” l'articolato programma del Movimento Diem25. Poche parole sulla posizione troppo rigida di Viale che presume gravi ritorsioni all'uscita unilaterale dell'Italia dall'euro. Penso invece che l'uscita dall'euro sia inevitabile e giuridicamente percorribile dopo lettura di “Fuga dall'Euro” di Gabriele Sannino, “Costituzione contro Trattati europei” di Giacché e “Cos'è la moneta unica e come funziona” di Palma . Però, ritornando al nostro obiettivo prioritario, diciamolo francamente, non c'è Diem25 che tenga, se noi in Italia non sappiamo riunificare sotto l'egida della Costituzione le membra sparse del Popolo Sovrano. Finalizzato a questo nobile scopo nel tentativo di instaurare un dialogo con Fassina, Civati, Castellina, Viale quant'altri qui non citati, proviamo ad affrontare le buone ragioni che vedono nella Costituzione italiana – in particolare la parte economica - le ragioni programmatiche necessarie dello stare insieme. Ragioni che dovrebbero essere pienamente condivise anche da tutti i comunisti democratici ancora orgogliosamente tali. Ragioni , sempre valide per la sinistra: mantenere in mano pubblica i mezzi di produzione, a cui – imparata la lezione - si deve aggiungere, moneta e credito. Non tutti i mezzi di produzione in assoluto (non i panettoni Motta né l'UPIM del buon tempo che fu), ovviamente dopo la lezione imparata con l'implosione di URSS e Cina e smantellamento del modello di economia statalista. Bensì recuperare quanto previsto dai comunisti e socialisti che nel 1948 trovarono per la definizione del titolo terzo – Rapporti economici, la piena convergenza con i cattolici democratici che in allora seguivano appieno la dottrina sociale della chiesa. Dottrina sociale – rimossa nell'ultimo ventennio dai Popolari neoliberisti e riabilitata attualmente da Papa Francesco a cui ha fatto corollario con l'enciclica “Laudato sì” la questione ecologica. Modello di Costituzione economica italiana che si pone in radicale contrapposizione al modello economico neoliberista che prevede tutto al privato e nulla al pubblico (Viale in questo è stato esplicito) con l'aggravante che il potere economico privato ha totalmente in mano il potere politico al governo degli Stati USA-Ue. L'Italia con modello di economia previsto dalla Costituzione, via italiana al socialismo secondo Palmiro Togliatti, il “migliore”, avevamo fino agli anni '80 in mano pubblica ampi settori dell'economia, il controllo del 73% delle banche, e soprattutto il controllo della Banca d'Italia e dunque delle politiche monetarie. Purtroppo la lezione di Togliatti non è mai stata imparata dai comunisti italiani sia al vertice che, poco importava, alla base. E invece di andare a recuperare l'identità costituzionale, che in “Nuovo Partito Comunista, con Togliatti convintamente indicava, i “cercatori professionali di nuovi soggetti” respingono al largo la ricerca della nuova identità – non perduta, ma mai trovata, della sinistra. E' così che mi risuona l'appello di Luciana Castellina il manifesto 9 9 2016 (I disubbidienti non bastano più) E quanto previsto dalla Costituzione ? Per me è attualmente “Manifesto” rivoluzionario da ergersi contro l'egemonia tracotante del neoliberismo. Ripartire da “invenzione, progetto, organizzazione, egemonia, le «casematte»”, ma si ritorna ai primi del '900, come se quanto lasciatoci in dote il modello economico da Madri e Padri costituenti non fosse il punto di riferimento certo da cui ripartire. Da indicare anche come modello economico per l'Ue. A Fassina a Civati, Ferrero, ma anche a tutti i movimenti dal basso, invito a porre come Manifesto unificante la Costituzione e programmazione economica colà prevista, alternativa, questa si, possibile a quello neoliberista. Poi, si può parlare di fuga dall' Euro, stessa proposta della Lega, che con ben più pregnante appeal, viene infarcita con anatemi demagogici, razzisti, xenofobi, sessuofobi). Funziona sempre fare dell'altro, lo straniero, il diverso, ecc, il capro espiatorio di turno. Bush jr si è inventato la guerra santa contro il terrorismo, il “Male” da combattere in nome di Dio. A questo proposito il Papa Francesco proprio in questi giorni ha detto che chi dichiara guerra in nome di Dio è Satana. Senza mettere in campo un soggetto politico di unità nazionale costituzione con Manifesto la Costituzione come si può immaginare di avere qualche chance di competere con PD (neoliberista), Forza Italia (neoliberista) M5S (né né), Lega (fascistoide). Sperando fermamente nella rapida nascita di questa forza unitaria costituzionale allora si può prendere in considerazione la questione di uscire dall'Euro ma assolutamente non dall'Ue. Penso sia inevitabile uscire dall'euro, perché il M5S di Grillo e la Lega di Salvini massimalisti qualunquisti demagoghi populisti ne faranno una bandiera elettorale. Noi diversamente da loro dobbiamo indicare chiaramente il come farlo senza farci distruggere da Draghi. L'obiettivo di uscire dall'Euro deve avere una fase di preparazione con l'approvazione di leggi (con quale governo ?) Non solo, ma Fassina lo sa chi è l'attuale proprietario della Banca d'Italia ? Una pubblic company (cordata di banche e istituti finanziari pubblici in stragrande maggioranza). Banca centrale diventata succursale italiana della Banca Centrale Europea, anch'essa di proprietà di banche private. Dunque primo imperativo nuova legge che riporti sotto il controllo pubblico la Banca d'Italia sotto il potere pubblico. Fassina lo sa che la banca d'Italia dal 1981 ha divorziato dal Tesoro e il governo italiano e che tanto con vecchia lira, tanto con euro attuale, tanto con nuova lira non può interferire con le politiche monetarie ? Dunque altro imperativo riportare l'egida governativa le politiche monetarie e del debito pubblico. Terzo imperativo, in linea con i dettami della Costituzionale si provveda alla cancellazione della legge bancaria (anticostituzionale) di Amato (1992) e che (art.47 della Costituzione ) si rinazionalizzi un congruo numero di banche. Poi, si intende, si deve passare a nazionalizzare vasti settori dell'economia – penso all'Ilva, Alcoa, Piaggio, Bombardier comunicazioni (Telecom), Autostrade, Energia e Acqua pubblica, NoTav, ecc., ecc.

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