giovedì 15 settembre 2016

Franco Astengo: Giù le mani dalla data

GIU’ LE MANI DALLA DATA DELLA SENTENZA SULL’ITALIKUM di Franco Astengo Mi rivolgo direttamente a quanti stanno svolgendo la campagna elettorale per il “NO” nel referendum confermativo e contemporaneamente hanno sottoscritto, nei vari Tribunali sede di circoscrizione elettorale, il ricorso preparato dagli avv. Bozzi, Tani, Zecca e dall’avv. Sen. Besostri contro la legge elettorale definita “Italicum” ( o meglio, copyright Besostri “Italikum”). La notizia è questa: “Prima il Referendum costituzionale, poi l’Italicum. Potrebbe slittare a dopo il voto popolare per la riforma della Carta, l’esame della Corte Costituzionale sulla legge elettorale. Un rinvio che – come spiega il quotidiano Il Messaggero – è legato al “possibile ed imminente cambio di contesto” e alla “necessità di esaminare altri ricorsi”. Come dire: una cosa è valutare l’Italicum con la Costituzione ormai modificata dalla riforma Boschi, un’altra è esaminarlo con la riforma della Carta ancora appesa all’esito del referendum. Chiaro infatti che in caso di vittoria del Sì alla consultazione popolare, la valutazione della Consulta non potrà non tenere conto delle modifiche all’assetto costituzionale, mentre in caso contrario sembra quasi scontato che il Parlamento dovrà rifare la legge elettorale visto che Senato continuerebbe a esistere con i poteri attuali.” Se mettiamo assieme questa possibilità con le argomentazioni fuori dal merito e tutte “politiche” con le quali l’Avvocatura dello Stato sostiene il giudizio alla Consulta in difesa della legge elettorale (l’Avvocatura dello Stato usa più o meno le stesse parole adoperate da Renzi nei comizi) abbiamo l’idea precisa del tipo di pressione che si sta esercitando al fine di far rigettare i ricorsi già ammessi (e gli altri che potrebbero aggiungersi). E’ necessario che chi ha sostenuto questa sacrosanta battaglia di democrazia si impegni immediatamente in una grande operazione di verità, protestando da subito la necessità che la Corte si pronunci il 4 Ottobre, in precedenza alla celebrazione referendaria, e sia garantito l’esame dell’esclusivo profilo di merito dal punto di vista costituzionale. Intanto salgono di tono stridenti mistificazioni nel merito del referendum: prima fra tutte quella dell’ambasciatore USA. Accanto alla vigilanza sulla data della sentenza della Consulta, ribadita l’incongruenza strumentale nella mancanza della data del referendum (è trascorso un mese dalla sentenza della Corte di Cassazione che ha dato via libera al quesito referendario, evitando il cosiddetto “spacchettamento”), è necessario mettere in evidenza una grande iniziativa politica di difesa della democrazia. L’appello si rivolge in questo senso a tutti coloro che mantengono viva la necessità di difendere la natura Parlamentare della Repubblica nell’ambito di una democrazia rappresentativa.

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