mercoledì 1 luglio 2015

Francesco Somaini: Risorgimento socialista

Ho partecipato sabato scorso all'assemblea romana della Costituente per il Risorgimento Socialista, e ho anzi accettato la proposta che mi è stata fatta di entrare a far parte di una sorta di direttivo nazionale della stessa. L'Assemblea mi è parsa una bella occasione di confronto e di discussione, e ho sentito molti ragionamenti che condivido "in toto". Trovo anche però che ora ai Socialisti di Sinistra si ponga la necessità di operare una scelta decisiva, che non ammette molte alternative. Le opzioni, a me pare, sono di fatto soltanto due: o si decide di costituirsi da subito in una soggettività autonoma, che contribuisca in modo fattivo alla costruzione di una Sinistra larga, plurale e credibile (quel percorso al quale anche Stefano Fassina, intervenuto a sua volta all'appuntamento, ha invitato la Costituente a prendere parte); oppure si sceglie di concentrare le maggiori energie sull'idea di poter contendere a Riccardo Nencini il controllo del piccolo PSI (operazione che io considero per vero dire votata in partenza all'insuccesso: non foss'altro che per il semplice fatto che i congressi del PSI, con i tesserati che si moltiplicano miracolosamente a seconda delle necessità della maggioranza, non sono esattamente operazioni limpide e trasparenti). La prima delle due opzioni assegna ai Socialisti di Sinistra (così come alle altre realtà e componenti politico-culturali che dovrebbero concorrere a questo processo di aggregazione a Sinistra) un compito politico estremamente importante e prezioso: quello di inoculare in una nuova Sinistra, adatta alle sfide del XXI secolo, un solido ancoraggio valoriale e forti elementi di cultura politica di impronta socialista. La seconda opzione, invece, potrebbe aver senso solo se il PSI fosse un partito davvero contendibile, ma poiché così non è, non sarebbe a mio vedere che una grave perdita di tempo, che rischierebbe di far mancare ai Socialisti appuntamenti importanti, impedendo loro di concorrere in modo davvero costruttivo al processo politico che più importa (e che dovrebbe essere per l'appunto quello della costruzione di una Sinistra nuova). Dunque ancora una volta, come spesso è accaduto in passato, i Socialisti si trovano di fronte alla necessità di una scelta importante. La dichiarazione di intenti con cui si è aperta l'Assemblea ha per vero dire indicato con molta chiarezza la preferenza per la prima opzione. E' un fatto che io considero altamente positivo. E anche Franco Bartolomei, promotore della giornata, nella sua relazione introduttiva ha poi ribadito con chiarezza questo orientamento, che è emerso anche negli interventi di altri compagni. Ma la stessa relazione di Bartolomei, quando si è poi trattato di ipotizzare una possibile road map (o delle possibili modalità) per dare corpo al percorso suggerito, mi è parsa in vero attestarsi a tratti su una posizione di eccessivo attendismo, lasciando spazio anche all'opzione di retorguardia di una battaglia tutta concentrata sulle vicende del PSI. Ora, pur essendo io un "socialista-senza-partito", estraneo, in quanto tale, alle questioni più propriamente interne al Partito Socialista, posso capire assai bene la preoccupazione di Franco di non perdere i contatti con quei compagni che pur vivendo con estremo disagio la situazione del PSI, si ostinano in realtà a voler guardare a quel piccolo partito come ad un punto di riferimento imprescindibile. Capisco, dicevo. Ma resto assolutamente dell'idea che quella di restare nel PSI sia una scelta senza speranze, e che per i Socialisti che non riescono più a riconoscersi nel partito di Riccardo Nencini sia davvero giunto il momento di prendere delle decisioni chiare e senza tentennamenti. A tutti quei compagni vorrei del resto ricordare che perfino Turati (che pure del vecchio PSI era stato il fondatore) quando a un certo punto si rese conto che era giunto il momento di cambiare strada (perché il partito si era ormai perduto in un massimalismo senza costrutto) finì per cambiare strada, e fondò, come noto, il PSU con Matteotti, Treves, la Kuliscioff e molti altri. Quella scelta - ben lo riconobbe lo stesso Turati - avvenne anzi troppo tardi (nel 1922), tant'è che valutando le cose con il senno di poi egli si pentì di non avere agito prima (cosa che avrebbe forse impedito di mettere un argine efficace all'ascesa del Fascismo). Perciò vorrei dunque invitare i compagni più affezionati a quel vecchio marchio, di riflettere bene sulla lezione del vecchio Turati. Le scelte quando vanno compiute vanno compiute, e senza frapporre troppo tempo di mezzo, perché poi le occasioni si perdono e sfumano e si mancano appuntamenti che possono essere decisivi. Rifletteteci dunque. E riflettete pure su quanto era solito ammonire Riccardo Lombardi, il quale amava ricordare che i partiti non sono dei fini, ma degli strumenti. E se gli strumenti non funzionano, ce ne si deve infine liberare (e prima lo si fa, meglio è). Ecco: i Socialisti di Sinistra possono avere, io credo, un ruolo importante nei processi politici in corso (soprattutto se sapranno evitare la scelta sterile di chiudersi a riccio in una sorta di nicchia identitaria, ed avranno invece la capacità di aprirsi in modo costruttivo alla creazione di una aggregazione vasta e plurale). Ma perché ciò accada, trovo che i ponti con il piccolo partito, ridotto al ruolo di servo sciocco di Renzi, debbano essere necessariamente tagliati. Un saluto, Francesco Somaini

6 commenti:

luigi ha detto...


> >
> > >costituirsi da subito in una soggettività autonoma, che contribuisca
> >in modo fattivo alla costruzione di una Sinistra larga, plurale e
> >credibile (quel percorso al quale anche Stefano Fassina, intervenuto
> >a sua volta all'appuntamento, ha invitato la Costituente a prendere
> >parte);
> >Posto che personalmente tra le due scelte di questa assemblea questa
> >sarebbe la mia ... resta il secondo dilemma ... ma Fassina questa
> >sinistra larga la pensa radicalmente antineoliberista o una versione
> >terza via blairiana tipo PSE attuale Ue a conduzione PPE-PSE
> >sostanzialmente neoliberista sotto il giogo Trojka ?
> >Fassina vuole entrare nell'attuale PSE ?
> >Il nostro Bartolemei, cartina di tornasole ...pensa che "Risorgimento
> >socialista si debba accasare nel PSE ?"
> >Attualmente non si può essere socialisti europei neanche con Schultz,
> >figurarsi con Gabriel.
> >Siamo ancora in salita, ci ritroviamo al prossimo tornante e ne
> >riparliamo.
> >Luigi

felice ha detto...



> O sei rilevante per forza o intelligenza delle proposte o non conti niente., Il
> problema principale del PSE è stata la SUA ASSENZA NEL SENSO CHE NON GIOCA UN
> RUOLO che non torna accodandosi alla Merkel. Parlano i dati delle ultime
> elezioni in Europa da ultimo in Danimarca e Norvegia, dopo la strage di Utoya.
> La Spd è condizionata DALLA SUA OPINIONE CHE DEVE TENER CONTO DELL'ORIENTAMENTO
> DEI SUOI ELETTORI: è IL PREZZO CHE SI PAGA ALLA DEMOCRAZIA. Il PSE va
> criticato, ma è inammissibile che si parli dei socialisti con argomenti degli
> anni 20 e 30 del XX secolo come ho sentito da ALCUNI INTERVENTI ALL'ASSEMBLEA
> DI FASSINA. Dopo l'adesione del PSE al PD non c'è più una sinistra euroopea. Il
> problema è quello di recuperare l'area socialista a una nuova politica non di
> condannare i traditori socialdemocratici: un errore che ha aperto la strada al
> trionfo di Hitler. Diventiamo adulti responsabili. Può esserci una sinistra
> EUROPEA senza una forte e riconosciuta componente valoriale socialista
> democratica? La risposta è no, bisogna partire da questa convinzione.
> Facciamoci ascoltare dai nostri compagni socialisti europei invece di
> associarsi agli insulti. Dei comunisti greci non si parla. Spero che la
> compagna Schlein resti criticamente nel gruppo socialista e non trasmigri nella
> GUE
>
>
> Felice C. Besostri
>
>

luigi ha detto...


Messa così ... viene l'ansia ...
però ... da quello che intuisco buone notizie dal fronte Fassina.
Ma hai qualche pallida idea di come "recuperare l'area socialista"
europea (PSE) a fare i socialdemocratici prima della caduta del muro
di Berlino e gli inquinamenti Blairiani-scroederiani ... mi pare
problema in grande rispetto a quello in piccolo di coloro che
volevano recuperare il PD renziano e riformarlo in senso
dignitosamente socialdemocratico rispettoso della Costituzione
itlaliana. su posizione socialiste anni 70-80.
Penso che la soluzione non possa che venire dal sorpasso della Linke
in Germania sulla SPD oramai irrimediabilmente modificata
geneticamente.
Qui, tu per primo, non ti aspetti una inversione a sinistra del PD e
queste uscite dal PD li riteniamo necessarie.
L'eventuale uscita dal PSE di questa compagna Schlein mi pare la
stessa storia inevitabile di Cofferati e Fassina in Italia.
Approfondiamo il dialogo?
Luigi Fasce

MAURO ha detto...


>>
>>caro Felice, ritengo sia un grave errore politico riferirsi ai socialisti
>europei come "traditori" (non foss'altro per tener aperta la prospettiva di
una
>sinistra europea egemone) ma reputo pure sbagliata la tua opinione sulle
>ragioni (è "il prezzo che si paga alla democrazia") alla base delle attuali
>posizioni dell'SPD. Nel preciso senso che un partito politico non è (non
>dovrebbe essere ) un semplice megafono degli orientamenti che nei diversi
>contesti storici si affermano all'interno di una società. Per questa
ragione
>- pur preso atto degli attuali orientamenti della maggioranza dei cittadini
>tedeschi, fatto va da sè rilevante sotto diversi punti di vista - la
posizione
>dell'SPD sulle politiche d'austerità e sulla Grecia è indifendibile : lo è
nel
>merito delle analisi sullo stato dell'Europa e delle scelte da compiere che
>stanno davanti a tutti.
>>Quindi la direzione di marcia : criticare duramente l'attuale linea
politica
>dei socialisti in Europa con l'obbiettivo di aiutarne l'evoluzione rapida
verso
>posizioni anti liberiste e a favore di una modifica dei rapporti di forza
tra
>capitale e lavoro
>>
>>mauro sentimenti

sergio ha detto...


>
>Tanto per incominciare ritroviamoci su questi punti espressi dal compagno
>mauro ....e vediamo se siamo capaci di andare avanti. sergio ferrari
>
>

felice ha detto...

sONO STATO GRAVEMENTE EQUIVOCATO SONO PER UNA CRITICA DURA MA CON L'OBIETTIVO
DI CAMBIARNE GLI ORIENTAMENTI NON DI ADDITARLI COME IL NEMICO. Da FASSINA C'è
CHI HA DETTO CHE è COME NEGLI ANNI 20 E 30 CON I GOVERNI A GIUDA
SOCIALDEMOCRATICA. PRIMA O POI VERRà IL SOCIALFASCISMO. Sul prezzo da pagare
non è una giustificazione, ma un tentativo di comprensione delle ragioni
sbagliate. cOME SOCIALISTI CHI è PES ACTIVIST DEVE PROVARE A LANCIARE PETIZIONI
CHE SE RAGGIUGONO QUALCHE MIGLIAIO DI firme il Bureau del PSE li deve
esaminare. Senza la socialdemocrZIa europea con chi facciamo la nuova sinistra?
con i comunisti greci o portoghesi?


Felice C. Besostri