martedì 12 maggio 2015

Francesco Somaini: Qualche osservazione sui socialisti e il Psi

So già che qualcuno farà la battuta che si tratta di questioni da "entomologi" o da appassionati dell'infinitamente piccolo... E vabbè. Ci può anche stare. Comunque mi sembra che qualcosa di non banale si stia muovendo nel Partito Socialista così come in quel mondo di associazioni e di circoli di ispirazione socialista, che nel PSI non si riconoscono più. Per quanto concerne il PSI, per quanto tardivamente (almeno dal mio punto di vista), sembra infatti che tra non pochi compagni di quel partito stia di fatto maturando una netta presa di distanza rispetto alla politica della segreteria, ormai irrimediabilmente connotata da uno schiacciamento pressoché totale nei confronti del PD renziano. Nell'area socialista diffusa invece (cioè in quel mondo di circoli, associazioni e anche di semplici compagni dispersi, che in molti casi da tempo non riescono più a riconoscersi nel PSI) si stanno a loro volta manifestando i segni di una certa fibrillazione, e da più parti si sono avvertite sollecitazioni verso la creazione di un nuovo aggregato politico che provi a riproporre in modo più credibile di quanto non avvenga nell'attuale PSI, i valori e ai principi del Socialismo democratico e riformista. Questi segnali parrebbero destinati a convergere verso un esito comune, e cioè appunto verso la creazione di un nuovo soggetto politico socialista. La cosa non mi pare priva di interesse, e credo meriti di essere seguita con una certa attenzione. Il fatto cioè che a fronte di un Renzismo che pare sempre più nettamente rivelarsi come portatore di un riformismo essenzialmente regressivo, poco democratico e fondamentalmente di Destra (e dunque di segno certo non socialista), vi sia una parte del mondo socialista che non intende assecondare questa deriva, mi pare un aspetto degno di nota. Detto questo però, e proprio alla luce della necessità a mio avviso non più eludibile di contrastare il Renzismo e le sue inquietanti torsioni di carattere "neo-crispino" (cioè autoritarie, demagogiche e muscolari), mi domando se la prospettiva della costruzione di un soggetto socialista puramente identitario, così come si va proponendo, possa essere ritenuta un'operazione politicamente sensata. Io tenderei a dubitarne. Mi pare infatti che la costituzione di questo eventuale nuovo soggetto socialista, evidentemente distinto da questo PSI, potrebbe avere anche senso, a condizione però che si riproponesse di concorrere fattivamente, assieme ad altre componenti politiche, culturali e sociali, alla costruzione in tempi ragionevolmente rapidi di una Sinistra ampia, plurale e credibile, che si ponesse come radicalmente alternativa rispetto al PD renziano. Io per lo meno la vedo così. Trovo che l'apporto dei Socialisti di Sinistra alla costruzione di una seria forza riformatrice, adeguata alle sfide del XXI secolo, potrebbe essere non soltanto utile, ma perfino fondamentale (e non tanto - si badi - a motivo della consistenza elettorale, purtroppo modesta, cui questa area potrebbe aspirare, quanto in ragione dell'apporto decisiva di idee, di cultura politica e di valori che essa potrebbe indiscutibilmente recare). Al contrario, mi pare invece che una scelta, anche nobile, di puro orgoglio identitario (ma di fatto isolazionistica), come sarebbe quella di una sorta di nuovo PSI, che prendesse sì le distanze dal Renzismo e da Nencini, ma per promuovere un discorso di carattere sostanzialmente solitario, non potrebbe essere, a mio avviso, di alcun costrutto. Non si tratta soltanto del fatto che penso che un soggetto del genere non potrebbe comunque realisticamente a risultati particolarmente significativi sul piano elettorale, ma anche del fatto che un'operazione mi sembrerebbe in definitiva politicamente sterile e poco feconda. Da socialista libertario, indipendente e senza tessera, io penso insomma che l'aggregarsi di una nuova soggettività socialista potrebbe aver certamente senso, ma solo se dovesse rivolgersi al vasto campo aperto di una Sinistra larga e plurale. Quello sarebbe un progetto per il quale credo potrebbe valere la pena di spendersi. Ma l'ipotesi di dar vita esclusivamente ad un piccolo orticello, in sé conchiuso, mi sembrerebbe in definitiva solo uno spreco di energie. Un saluto, Francesco Somaini

2 commenti:

claudio ha detto...

Mi viene in mente il titolo di un libro “anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano”. La % dei votanti è in costante diminuzione, perchè sonio sempre di più gli elettori che non si riconoscono in nessun partito, soprattutto gli anziani, legati agli schemi e alle fedeltà della prima repubblica. Ieri la Spinelli, eurodeputata, ha praticamente detto che in Italia non voterebbe per nessuno. Ci sono i comunisti che non si riconoscono nel PD, e non sopportano l’atomizzazione personalizzata del resto della sinistra che definirei sssdr: sinistra senza il senso del ridicolo..Ma non si sentono di votare per un esagitato cialtrone come Grillo. Ci sono gli orfani di Berlusconi, ormai impresentabile puttaniere anche per il suo avv., ma sempre deciso a non mollare la leadership, che probabilmente pensa di trasferire a Dudù, ma che non si sentono di votare per il becero Salvini. A che punto è la notte?

giampaolo ha detto...

Ottima l'osservazione di Francesco Somaini su quanto si sta muovendo nel PSI, che è poca cosa, ma aggiungo di tutta un'area che, sul socialismo libertario e democratico, si dibatte, si confronta, si scontra per ricomporsi e rispaccarsi.
Non si tratta di studiare l'atomo per farne una molecola ecc, ma di ridurre ad "unum" un arcipelago di atolli che si sentono tuttora titolari del verbo.
Personalmente conosco una pletora di associazioni, centri studi, fondazioni, ecc, che quotidianamente dibattono sul come far emergere una cultura ed un soggetto che possa rappresentarli.
Avendo avuto la mia esperienza di oltre mezzo secolo come socialista so che, nella nostra galassia , l'atomo è più facile spaccarlo che associarlo.
Quale ne sia il motivo mi sfugge, reputando che ancor oggi menti di tutto rispetto continuano a dichiararsi socialisti, salvo poi dibattere sul sesso degli angeli.
Ha ragione Somaini e so che di ciò egli ha parlato con altri aderenti a codesto Circolo, ma il collante, che pure è tra i migliori non riesce ad avvicinare i corpi in predicato.
Anche fosse e sarà un'operazione dispendionsa, sorgerà poi il problema di come far "....... concorrere fattivamente, assieme ad altre componenti politiche, culturali e sociali, alla costruzione in tempi ragionevolmente rapidi di una Sinistra ampia, plurale e credibile, che si ponesse come radicalmente alternativa rispetto al PD renziano".
Costoro, ancor più gelosi della loro "nicchia", fanno ancora parte di quella cultura degli anni '70 dove, come diveva Paolo Silos Labini, in un'ottima lezione tenuta all'Università di Padova su un convegno di studi sul terrorismo "in due sono gruppo ed in tre sono MASSA!".
Personalmente quindi mi acconteneterei di mettere assieme le anime semplici con i puri più puri, in modo da costruire un primo nucleo di volonterosi, dove anche socialisti di questo PSI nenciniano possano portatre il loro apporto.
Non credo che questo PSI rappresenti realmente chi ancora ha l'anomo socialista, in Italia
Sacrifici non se ne dovranno chiedere a nessuno, ma coerenza e lealtà al progetto dovrà essere richiesta a tutti.
Per noi si questa è l'ultima spiaggia! Non quella contrabbandata per far convergere i ceti sociali su un leadericchio in vena di confondere promesse con realizzazioni ed in grado di accalappiare oggi la stragrande maggioranza dei votanti alle amministrative perché privi di alternative!
Bisogna far presto però perché come diceva il vecchio Nenni, il tempo non lavora per noi, anzi ci lavora contro, con la complicità di quanti vedono in Renzi il "new deal" Rousveltiano o la nuova frontiera Kennedyana.
Giampaolo Mercanzin.