lunedì 10 giugno 2013

Vittorio Melandri: Parlamento impotente?

Parlamento impotente?? Il Sig. Presidente della Repubblica ha dichiarato al suo amico Eugenio Scalfari di aver accettato di essere rieletto, perché si è trovato innanzi all’impotenza del Parlamento. Detto da un Presidente della Repubblica, cui la nostra Costituzione assegna il compito di esserne garante (non da Beppe Grillo), credo che l’affermazione dovrebbe raggelare, e non passare come se “nulla fudesse”, anche perché quel Parlamento supposto impotente, è ancora lì, e a quanto pare così impotente non si è mostrato alla prova dei fatti, dato che è stato capace di produrre due prestazioni da record: per la prima volta ha rieletto lo stesso Presidente uscente, e per la prima volta ha espresso la fiducia ad un governo organicamente composto da forze politicamente opposte. Ma restando al giudizio espresso dal Presidente Giorgio Napolitano che si è piegato alla possibilità di essere rieletto al 6° scrutinio, viene in mente che Saragat è stato eletto dopo 21 scrutini, Leone dopo 23, Pertini nel 1978, dopo 16, e nel caso di quest’ultimo si era in piena emergenza terrorismo, e Scalfaro il 28 maggio 1992 anche lui fu eletto dopo 16 scrutini, e si era in piena emergenza “mafiosa”, la strage di Capaci era avvenuta solo cinque giorni prima. Eppure mai a nessuno venne in mente di considerare “impotente” il Parlamento perché si continuava a votare, e di correre in ginocchio dal predecessore per chiedere di accettare la sua rielezione, e se è vero che Segni era malato, Leone caduto in disgrazia, e Cossiga rimasto sotto le macerie dei suoi colpi di piccone, Saragat avrebbe accettato di corsa. Ma a quanto pare, in Italia, il “culto della personalità” sopravvive a tutte le esperienze storiche, ed appena se ne presenta l’occasione, trionfa. Anche per questo penso che l’adozione di un sistema presidenziale o semipresidenziale alla francese, sia da rifiutare con molta decisione, perchè non credo siano ancora venute meno sul piano “storico-culturale”, le ragioni che spinsero i “Costituenti” con la maiuscola del 1946-47, a scegliere il sistema Parlamentare al posto di quello Presidenziale, e per quanto “semi” possa essere quello che si potrebbe scegliere oggi, un “Capo dello Stato” eletto direttamente dal Popolo, avrebbe sul Parlamento una supremazia che mal si addice ad uno Stato ancora così fragile come risulta il nostro, soprattutto nel modo di essere percepito dal popolo che lo abita ma che il “suo Stato” continua a non amarlo. E se poi si considera con la dovuta attenzione l’affermazione del Presidente Napolitano, e si fosse davvero convinti che questo Parlamento è “impotente”, con maggiore forza si dovrebbe chiedere l’immediato varo di una nuova legge elettorale e l’immediato ritorno alle urne, perché non si vede proprio come un Parlamento impotente possa affrontare una qualsiasi emergenza che non sia la sua egoistica sopravvivenza. Purtroppo per noi cittadini italiani, è un’altra l’immagine che meglio si addice a questo Parlamento, la mutuo da Simenon, che del suo Maigret impegnato ne “Il caso di Boulevard Beaumarchais”dice: “tornava continuamente sulle stesse domande come i cavalli di una giostra che girano sempre in tondo senza mai trovare un uscita”. Proprio come i nostri politici, che tutt’altro che impotenti, da decenni, “come i cavalli di una giostra che girano sempre in tondo”, sono ben decisi a non trovare mai per sé un uscita. vittorio melandri

3 commenti:

francesco ha detto...

giustissimo! Chi ci garantisce dal garante?

felice ha detto...

Pure nei giorni seguenti all'ordinanza n. 12060 del 17 mqggio 2013 della Cassazione sez. prima che ha mandato il poecellum alla Corte Costituzionale su 2 aspetti fondamentali a) L'ABNORME PREMIO DI MAGGIORANZA E b) LE LISTE BLOCCATE mi stupisco che ci si meravigli di due camere composte da 945 parlamentari nominati da 50/100 persine invece che eletti da 44 milioni di Italiani. Un parlamento del genere è delegittimato perché non potrà rispettare (è un passo dell'ordinanza ) l'art. 67 Cost. Inoltre anche in questi giorni il Pesidente Napolitano è uno dei pochi che insiste per una nuova legge eletorale subito. La vera contraddizione è che da quel giudizio, assolutamente vero, sul Parlamento non ne tragga la conclusione che non può essere quello che stravolge la Costituzione. Forse la spiegazione della contraddizione è che le riforme costituzionali per passare in fretta hanno bisogno di un Parlamento invertebrato.






Felice Besostri

Vittorio Melandri ha detto...

La politica italiana si sta avvitando in una spirale drammatica.

Da un lato si sono introdotte modifiche alla Costituzione che l’hanno solo infiacchita.

Dall’altro da decenni si ragiona sul deficit di “governabilità”, quando il vero deficit riguarda la funzionalità del Parlamento, sia a causa di regolamenti che potrebbero essere migliorati senza alcun ricorso a modifiche costituzionali, sia a causa di quel “bicameralismo perfetto” che potrebbe essere sostituito ricorrendo al 138 in pochi mesi.

In questo quadro di riferimento, ciascuna delle parti in gioco, e dalle più squalificate non c’è certo da aspettarsi altro, ma anche da quelle più “qualificate”, ha solo dimostrato testardaggine nel sostenere il proprio punto di vista, senza minimamente contribuire a compiere passi avanti, anzi, trasformando la propria opinione in una potente spinta ad arretrare ulteriormente, salvo poi vestire anche i panni di chi si sacrifica per la ragion di Stato.

Mi convinco sempre di più che le contraddizioni che esplodono ogni giorno, non determinano la benché minima resipiscenza in alcuno dei soggetti in campo, e credo che al peggio non siamo ancora arrivati.

Una oggettiva ulteriore aggravante condiziona il futuro prossimo, perché “vecchi” testardi ormai incapaci di scostarsi dalle proprio orme, saranno sì fisiologicamente sostituiti da nuove leve, e i prossimi vent’anni non saranno dominati dagli stessi che hanno dominato quelli passati, ma le nuove leve, cresciute ad una scuola politica disastrata e deragliata da ogni binario appena appena decente, si stanno mostrando, direi logicamente, peggiore dei maestri che si propongono di rottamare, e che al più sono capaci di aspettare che muoiano.