martedì 27 settembre 2011

D’Alema: la socialdemocrazia è tramontata, il movimento socialista no - Europa

D’Alema: la socialdemocrazia è tramontata, il movimento socialista no - Europa

19 commenti:

lanfranco ha detto...

questo d'alema non finisce mai di stupire.Un anno e mezzo fa era andato a spiegare ai giovani della london school economic che la terza via era stata succube del pensiero unico.Ora invece ha scoperto che non ci sono più le classi!

paolo ha detto...

Certo che la socialdemocrazia deve sovranazionalizzarsi, ma non è la sola. E' tutta la politica che deve farlo. E' l'idea di democrazia. E' ormai banale dirlo: La finanza non ha confini, la democrazia li ha. Il travaglio dell'Euro e dell'Europa non è proprio questo? E' davvero sbagliato allora identificare proprio la socialdemocrazia come "al tramonto". Anzi: le soluzioni sovranazionali da venire saranno comunque "socialdemocratiche": la parità capitale-lavoro, il primato della politica, l'equilibrio fra monetarismo e svalutazioni competitive, il diritto dei lavoratori di non essere merce, il riformismo basato sul plasmare il come (e il cosa) produrre e non sul fare esplodere il consumo con ogni mezzo, la convinzione che senza diritti del lavoro il capitalismo non è capace di investire davvero in produttività, il rappresentare la classe senza idolatrarla.Sia chiaro che la socialdemocrazia è questo. Spesso chi la vede al tramonto non lo ha molto chiaro, visto che da noi "socialdemocratico" è stato più un insulto che altro. Prima lo era da sinistra, ora lo è da destra. Pazienza. Chi conosce le cose sa che stanno come ho appena detto.Perché, allora, buttare il tempo a dire che la socialdemocrazia è tramontata quando è il neo-liberalismo a rivelarsi una lunga insistita menzogna? Per fare contenti contemporaneamente (non si da mai) Vendola e Casini? Utile per un governo di emergenza sì, ma si sappia che il contenuto politico è come minimo sbagliato. Meglio: infondato.

E' infondato dire che la socialdemocrazia è tramontata. Essa è mutata ed ha cambiato già altre volte, molto più di oggi. Tra le due guerre, poi dopo nell'ultimo dopoguerra, poi brevemente e malamente con Blair, poi ancora oggi. Ora lo farà di nuovo, e come detto non sarà affatto la cultura politica più costretta a farlo. Sono le cose della storia a portarci in quella direzione. La socialdemocrazia cambierà soprattutto uscendo dal residuo blairismo da cui (come dice giustamente Matteo Orfini) anche D'A. è stato affascinato. E lo farà ancora sovranazionalizzandosi (ma per caso non è che si deve sovranazionalizzare l'Europa, a cominciare da democristiani come la Merkel?).

Ma forse D'Alema lo sa bene. Impossibile essere a capo di una fondazione socialdemocratica europea e non averlo ancora imparato.

Scusa D'Alema: ma morto è il comunismo ancor prima del liberismo, non la socialdemocrazia. Solo esigenze di manovra politica (e forse alcuni attimi di involontario berlinguerismo mentale) possono portare a dire così. Chi è lì per mutare, più volte in 150 anni vuol dire che c'è, è vivo. "Il movimento è tutto, il fine è nulla". Vero? Non poteva inventarlo (già nel 1899!!) altro che un socialdemocratico.

marco ha detto...

Dal cucuzzolo della montagna, dove evidentemente il lider minimo vive, le classi sociali sono invisibili.

mario ha detto...

Per D'Alema ho solo una citazione......quella del titolo di un vecchio album di Claudio Baglioni: "Gira che ti rigira, amore bello" ;-)

dario ha detto...

Con questa mail lancio un concorso:

qualcuno del blog del Rosselli si ricorda come si chiamava la "gioiosa macchina da guerra" che nel 1994 venne agevolmente battuta da Berlusconi?

Il premio consiste in un paio di baffi d'or doublè, quell'oro che in Piemonte non garantiscono neppure i tulè (gli idraulici)

Dario

carlo ha detto...

Il ragionamento di D'Alema è incomprensibile. Socialismo sì, socialdemocrazia no, perché? Dov'è questa differenza così marcata sempre che per socialismo s'intenda quello liberale e domocratico.

felice ha detto...

SE LE CLASSI SONO SCOMPARSE VA BENISSIMO MONTEZEMOLO, MA IO PREFERISCO LA MERCEGAGLIA(come avversaria). Il problema di Massimo sono le lingue. Sto facendo un'esperienza elettorale in Svizzera lo stess partito si chiama Sozialdemokratische Partei nei Cantoni di lingua tedesca e Parti Socialiste o Partito Socialista nei Cantoni francofoni e italianofoni, ma il bello è che nei Cantoni blingui Friburgo e Vallese si chiama con i due nomi. Il problema non è di nomi ma di obiettivi e contenuti programmatici. Viste le premesse ideologiche quello di D'ALEMA non è socialismo, poerché non è socialdemocrazia.

guido ha detto...

Ma dai! Era il vecchio compagno “Akél” . Avevano appena vinto le amministrative e nessuno gli aveva spiegato che milano, Torino , Bo ecc erano un po’ diverse da Cocquio trevisago. L’unico che aveva avanzato qualche dubbio, a suo onore, era stato Michele Salvati. Ma era solo una moschina sulla fronte GM

claudio ha detto...

socialdemocrazia no perché il PD non è un partito democratico: non si vota mai, si decide tutto nei caminetti dei capicorrente nazionali e locali, cofondatori o autonominati

carlo ha detto...

E' veramente incredibile: D'Alema non vede, non ascolta, non si accorge di quel che accade in Europa, in Francia come in Danimarca, in Germania etc. Che la socialdemocrazia debba rinnovarsi è pacifico: qualcuno, le reformiste d'antan e profeta inascoltato, lo diceva nel 1981...Ma tra un rinnovamento necessario e l'inesistenza ce ne corre, ce ne passa. E per ultimo si rivolga al vice-presidente vicario del Parlamento Europeo, suo compagno di partito, Gianni Pittela che non più tardi di una settimana fa ha organizzato al Parlamento Europeo un incontro sull'opera e l'azione politica di Riccardo Lombardi insieme a Catherine Trautmann capo delegazione del Psf a Guglielmo Epifani e a due economisti dell'Università di Firenze, Anna Pettini e Andrea Ventura.

francesco ha detto...

Ad essere "definitivamente tramontata", più che la Socialdemocrazia, mi pare dovrebbe essere in realtà la vicenda politica di Massimo D'Alema.

Ma perchè invece di pontificare non si imbarca (a vita) sul suo celebre clipper? Il nero mare è là che lo aspetta per nuove interessanti avventure e per sfide sempre nuove. Andasse pure... E si portasse magari anche il suo ineffabile compare, antagonista e (w)alter ego Veltroni.

luciano ha detto...

D'Alema ripercorre schemi classici.
Il PD in un solo paese ? Non va bene, ricorda il "socialismo in un solo
paese" di Stalin.
La rivoluzione del PD deve essere promossa su scala mondiale. Proprio come
la rivoluzione proletaria secondo Trotsky.
Essendo quello del PD, come è noto, un modello vincente, perché privarne gli
altri popoli che oggi ancora languono sotto le decrepite socialdemocrazie ?
D'Alema invecchiando è diventato trozkista !
Marx non aveva previsto che le stesse situazioni potessero ripetersi non
solo nella storia, ma perfino nella medesima persona.
Una prima volta come tragedia. E una seconda come in uno sketch del
Bagaglino.

Luciano Belli Paci

lorenzo ha detto...

compagni. state prendendo una bufala. D'alema al seminario in qustione ha detto che il movimento socialista sarà il motore di una nuova stagione progressista in Europa.Possono confermare tutti quelli che sono stati al seminario. Gli articoli usciti sui giornali sono piuttosto superficiali.

un saluto

lorenzo durazzo

elio ha detto...

Il questo mondo globalizzato in cui economia e finanza legali e criminali sono anarchiche e la politica è residuale il sociliasmo è molto più attuale del 1892. Riccardo lo avrebbe speigato anche a D'Alema. Elio Veltri

lanfranco ha detto...

avevo già coomentato sulla base dell'articolo di europa.in verità quell'art. non traduceva fedelmente quanto detto da d'alema
http://www.youdem.tv/doc/217238/massimo-dalema---socialdemocrazia-eclisse-o-rilancio.htm

C'è molta saccenteria,ci sono molte cose note e ovvie,quasi l'idea che ,come dice belli paci,il modello da esportazione sia il PD.tuttavia il discorso sul socialismo europeo è meno liquidatorio di quanto appariva dall'aricolo iniziale di europa.

giovanni ha detto...

CONCORDO TOTALMENTE CON LA VALUTAZIONE DI ELIO VELTRI !


prof. Giovanni Falcetta, socialista, "pertiniano", da 45 anni

dario ha detto...

Cari compagni

troppo impegno per discutere delle risibili proposte politiche di D'Alema, spendiamo meglio il nostro tempo e non dimentichiamo mai che questi ineffabili pseudo leaders di sinistra saranno sommersi solo da una fragorosa risata.

É dal tempo della gioiosa macchina da guerra di Akel (anno domini 1994) che si dilettano ad inventarsi nomi e cose astruse (pur di non definirsi socialisti), quella di Akel si chiamava per l'appunto I PROGRESSISTI, D'alema come nel Monopoli è tornato alla casella di ri-partenza. Peccato che nel frattempo quel buontempone di DiPietro (più svicio dei tristi ex comunisti frattocchiani) ha capito che il vento sta cambiando è l'altro giorno sulla Stampa ha provveduto a sdoganare Craxi.

L'unica cosa che sti personaggi non capiscono è che oggi siamo nel 2011 e di Craxi, della gioiosa macchina da guera e di tutti quegli ammennicoli ce ne ricordiamo solo noi poveri vecchi politicanti da prima repubblica, i giovani manco sanno chi erano Occhetto, Craxi, Martinazzoli e tra un po' andranno in dissolvenza anche D'Alema e Veltroni.

La loro politica è ormai frusta, non ha più respiro, agli italiani non glie ne può fregare di meno se la nuova forza politica si chiamerà progressista, ma chiedono di sapere se sarà capace perlomeno a non fare una politica economica regressiva.

Ma per cortesia non intrattenetemi più con i sofismi sul tono di voce con cui baffino ha fatto il suo intervento.

Dario Allamano

paola ha detto...

Non che vincere significhi sempre avere ragione, tutt'altro, ma ... quante volte hanno perso, lui & C.?
P.

guido ha detto...

Caro Lanfranco, concordo. Come forse sai io ho molto criticato D’Alema anche pubblicamente sul Manifesti, e continuo a pensare che quel tipo di politica- politicante sia stata una iattura per la opposizione al berlusconismo. Così non sono sospetto di pregiudizi favorevoli se dico che ieri sera D’Alema è stato piuttosto bravo. Anche se poi sulla proposta rimane sempre debole e dimostra che il PD è ancora convinto che le amministrative le abbia vinte lui. Finché non si capirà che è successo qualcosa di diverso in cui parti del PD (ma certo non la dirigenza) hanno partecipato a un movimento che per certi versi era anche contro il PD, non se ne verrà fuori. Però rimane il fatto che tutti nell’opposizione devono ribadire che passando da D’Alema a Lavitola si fa un salto nell’abisso. Lavitola, Tarantini, Igor Marini, Carboni questa maggioranza è affondata in un pantano che non ha nulla a che vedere neppure lontanamente con vicende come quella che tocca Penati, che pure non ci rallegra. Lavitola sembra uscito dal Falcone Maltese di Dashiell Hammett il Casper Gutman interpretato da Sydney Greenstreet con il suo seguito di gangster intermediari e puttane d’alto bordo e banditi dei bassifondi o l’intermediario Peter Lorre (che assomiglia anche un po’ a Lavitola). Ci manca solo Humprey Bogart che risolva la questione con qualche cazzotto bene aggiustato. Purtroppo D’Alema non assomiglia a Sam Spade, ma non ci voleva il cardinal Bagnasco per accorgersi dopo vari anni del putridume in cui Berlusconi e i suoi hanno portato il paese. Forse aveva il raffreddore GM