venerdì 21 gennaio 2011

Claudio Bellavita: TAV da Milano a Parigi

ovviamente, evitando Torino, per la gioia di una minoranza di ostinati e rumorosi valsusini.
E' una notizia che mi riempie di rabbia e di sconforto, di cui voglio parlare con voi, che so prevalentemente NOTAV, perché le discussioni si fanno con quelli con cui si è in disaccordo. Gli altri si chiamano cori, sono più riposanti e confortanti, ma non sono politica.

Milano non ha mosso un dito: ha fatto tutto la Svizzera, realizzando un nuovo traforo del Gottardo, più complesso di quello progettato per il Fréjus, e collegando così Milano all'alta velocità , e capacità, per Zurigo, Ginevra e Parigi. Tutto a loro spese.
Ma non basta: consapevoli che gli italiani stanno ancora discutendo e il loro governo è senza soldi, gli svizzeri stanno scavando come tanti castori per realizzare una linea nel senso dei paralleli da Ginevra all'Austria, che poi proseguirà per Kiev e di là si collegherà alla Transiberiana che porta a Vladivostok, alla Transmongolica che porta a Shanghai, mentre Iran e India stanno progettando una deviazione che li attraversi e porti a Bombai e Calcutta. La più grande rivoluzione del commercio e dei trasporti mondiali da quando c'è stata la scoperta dell'America, che ha privilegiato le rotte atlantiche e il sistema del Reno. solo che questa volta l'Italia rischia di restare fuori.

Attenzione: gli svizzeri non sono spendaccioni, fanno bene i loro conti e sono anche molto attenti all'ambiente. Infatti sono stati i primi in Europa a limitare sempre di più il transito dei TIR, che caricati su un treno non inquinano e consumano molto meno energia.
Poi hanno anche un Stato che programma coscienziosamente dopo avere discusso, e adesso è lanciato sul progetto Svizzera 2000, che prevede di ridurre di DUE TERZI il consumo energetico procapite. E' stato elaborato tempo fa dai politecnici di Zurigo e Berna, adottato prima da alcune città e alcuni cantoni e poi dal governo federale.

Il grande collegamento orizzontale doveva passare per la Val Padana, una delle più ricche e popolose regioni europee. E guardando una carta si capisce a occhio che la linea più veloce passava da Marsiglia a Genova e poi via Brescia e Verona a Udine e in Austria. Ma la Liguria di ponente è troppo stretta e le montagne troppo instabili per reggere una "TAV dei fiori". E poi i francesi, che anche loro hanno uno Stato che programma e decide, han voluto fare una deviazione per Lione, per fare di Lione la seconda città di Francia, snodo tra la linea orizzontale e quella del Reno. Di qui una inattesa benedizione per Torino, naturalmente male accolta dai nostri mugugnatori della decrescita infelice e incazzata, che sognano di piantare cavoli e cardi gobbi nelle fabbriche abbandonate.
Ma d'altra parte, noi abbiamo una cultura politica che ha sempre aborrito la programmazione, che non ha ancora capito che facciamo organicamente parte dell'Europa, che gode della propria miopia provinciale e fa passare per grandi personaggi delle scartine mondiali. Vendola non sa quanto si è squalificato dicendosi contrario alla TAV in Piemonte ma favorevole a quella Napoli Bari ( a mio sommesso parere, sarebbe più importante la linea Bari Bologna). Se mai dovesse realizzarsi il suo progetto politico, sarà un altro leader pittoresco dell'Italia in declino.

Scusate, ma comincio a diventare insofferente dei miei coetanei che si fanno indottrinare dal Manifesto, e preferisco i giovani che leggono Internazionale. Che talvolta, come giusto, riprende anche autori e articoli del primo, ma ti fa vedere il mondo come va non come deve essere interpretato. e ti fa capire che il terzo mondo non è più una faccenda di missionari e di guerre civili, ma sta galoppando.

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