domenica 30 gennaio 2011

Antonio Caputo: Lettera aperta a Spinelli, Travaglio, Santoro

Ho inviato a Santoro, Travaglio e Barbara Spinelli, che hanno indetto una "manifestazione" il 13 febbraio davanti al tribunale di Mlilano la lettera che allego..
Io credo che la Magistratura debba essere lasciata lavorare senza clamori, anche silenziosi, di "piazza", sine ira ac studio.
Il che non vuo dire affatto che non si debba difendere in tutti i modi, ciascuno al suo posto, lo Stato di diritto, per quel che ne rimane.
:Apriamo un dibattito sul significato di "pubblico" e di "giurisdizione in una stato di diritto.
:
Un caro saluto.
Antonio

Pregiatissimi Signori,
credetemi condivido integralmente il senitimento della Vostra e mia indignazione.
Condivido quanto Barbara Spinelli scrive sulla questione della moralia', che non vuol dire moralismo, ma Etica pubblica, etica universale e dunque laica e non ipocrita, dai tempi de La Stampa.
Condivido lo spirito sanguigno di Michele Santoro, al quale va la mia ammirazione.
Condivido l'annosa battaglia per la salvezza dello Stato di diritto, purtroppo in lenta e inesorabile dissoluzione, di Marco Travaglio.
Ma non condivido l'idea di una pubblica manifestazione, sia pure "silenziosa" dinanzi al Tribunale di Milano.
I Giudici vanno rispettati in tutti i sensi e non devono vedere intorno a se' maniifestazioni, inevitabilmente di "piazza", al di la' delle buone intenzioni.
Come si diceva un tempo: sine ira ac studio.

Anche questo rischia di essere populismo.
Le "mura della citta", per usare l'espressione di Eraclito, evocata da Piero Calamandrei per definire la "legalita", vanno mantenute fuori del certamen della "gente", che legittimerebbe o "giustificherebbe" "contromanifestazioni", che amplierebbero il baratro dell'incivilta' in cui sta precipitando il Paese.
E potrebbe anche risuonare, certo a sproposito e comunque ad accrescere la confusione, l'invettiva Sciasciana contro i professionisti dell'anti....
Tutto cio' non vuole dire affatto e implica in pieno che ciascuno di voi e di noi debba rimanere al proprio posto di combattimento, in cui ai trova, nella sua quotidiana esperienza di vita e professionale , per aiutare tuitti noi ad invertire la tendenza, ad "insorgere per risorgere", usando l'espressione dei partigiani di Giustizia e Liberta', nel 150 anniversario della tentata unificazione dell'Italia, sempre piu' divisa e confusa.
Altro che Unita': rieccheggiano le parole dei Vicere': Fatta l'Italia, facciamoci gli affari nostri!
Certo e' che se comunque deciderete di manifestare, saro' con Voi.
Antonio Caputo

1 commento:

claudio ha detto...

Condividendo anch’io integralmente il sentimento di indignazione di Santoro, Travaglio e Barbara Spinelli e tuo (e rimanendo invece incredulo di fronte alle posizioni di molti socialisti che addirittura con astio e sberleffi giudicano i personaggi suddetti e la loro trasmissione con argomentazioni politiche e intellettuali molto simili a quelle dei picchiatori mediatici del Sig. B) mi permetto di osservare che il mio vissuto politico mi fa credere opportuna una manifestazione silenziosa e senza bandiere (purché rimanga tale così come preannunciata)
1°) perché è irrinunciabile una reazione ad attacchi inqualificabili, sferrati da poteri superiori, quindi con valenza intimidatoria, nei confronti della libera stampa, libera informazione e libera circolazione delle idee
2°) perché è improcrastinabile un movimento di popolo per denunciare il profondo disagio e la grave sensazione di degrado a cui le istituzioni palesemente non riescono a dare una risposta rassicurante nel rispetto dei principi democratici e/o costituzionali
3°) perché manifestare di fronte al tribunale di Milano è il simbolo della preoccupazione che la magistratura non sia in grado di fare giustizia in un paese alla deriva e il segno della volontà popolare di sostenere un ordine o potere dello stato che subisce duri attacchi da un altro potere dello stato in un clima di guerra civile/istituzionale non più sopportabile.

Forse ci sono anche altri modi di espressione del disgusto, del dissenso, del sostegno, della richiesta di aiuto, ma non vedo strumenti, partiti, istituzioni con cui si sappia fare meglio di come lo fanno quegli intellettuali che si spendono in prima persona con gli strumenti che gli sono dati.

Questo è stato il mio tentativo di spegarMI il perchè sono favorevole ai Santoro, Travaglio, Spinelli, Vauro, Boccassini e, il Dio dei Socialisti mi perdoni, anche ai Di Pietro e ai loro metodi.

Fraternamente e responsabilmente,

Claudio Marra