giovedì 20 novembre 2008

vittorio melandri: il conflitto sociale

Il conflitto sociale in atto è devastante, e non possiamo certo crederlo un optional



Anche ad uno poco all’altezza come il sottoscritto, appare evidente che il quadro sociale di riferimento delle forze politiche di sinistra, quelle che per un secolo e più sono state capaci di essere in campo sotto i cartigli di diversi partiti, è un quadro mutato; mutato soprattutto nei suoi aggregati più macroscopici, quelli filiati dal cosiddetto fordismo, che radunando per i propri scopi ed interessi enormi masse fatte di classe operaia, ha determinato suo malgrado le condizioni più favorevoli alla crescita della forza della “sinistra” politica nel mondo.



L’ “atomizzazione”, se mi si passa il termine, di quei grandi aggregati, determinata dalla rivoluzione “tecnica”, la marginalizzazione di ogni forma di aggregazione e la conseguente riduzione degli individui ad uno, resa a mio parere in modo plastico, dal dato odierno che dichiara 6 italiani su dieci in lite con il vicino di pianerottolo, mi pare non possa essere sottovalutato, ma peggio ancora sarebbe confonderlo come fosse un indicatore che starebbe a dimostrare che sono finite le classi sociali, e che i conseguenti conflitti sarebbero un “optional”, per dirla con la Rossanda di oggi su il manifesto.



Per quanto sia minima la profondità del mio pensiero, sostengo in conseguenza logica con quanto detto prima, anche se sostenuto senza alcuna prudenza, che siamo in presenza di un “conflitto di classe” che non è mai stato così violento e capace di produrre tanta miseria.



Perché è un dato incontrovertibile che oggi nel mondo i “miserabili” sono di più di quanti in altre epoche, non sono stati tutti gli abitanti della terra messi insieme.



Che a questi si possano anche assommare tanti “benestanti” quanti mai in passato, e noi si sia fra questi, non porta alla cancellazione dell’evidenza che ho testé sostenuto.



Le ragioni dell’esistenza di una “sinistra” politica schierata in campo aperto nel novero di tale conflitto di classe, mi paiono di conseguenza intatte, anzi cresciute, rispetto anche al più recente passato.



È di tutta evidenza però che la contingenza è segnata da una pratica scomparsa della sinistra, in Italia più che altrove, in Italia dove, non possiamo dimenticare, scontiamo rispetto ad altri paesi europei almeno un secolo, mal contato, di ritardo sulla alfabetizzazione di massa, dove un’analfabetizzazione di ritorno, da più parti documentata in modo rigoroso, impera fra le classi più abbienti, dove un “corpo estraneo” come la Chiesa Cattolica, è da sempre incuneato fra qualsiasi forma statuale e i cittadini di questo paese.



Ancora citando Rossanda, mi è facile convenire che la scomparsa della sinistra “da contingente rischia di diventare definitiva”, soprattutto se invece di spingere nella direzione di raccogliere culture e sensibilità differenti, ma comunque di sinistra, si imboccano gli “scorcioni” di chi senza pudore si ritiene essere erede del Turati che gli “scorcioni” denunciava quasi cent’anni fa.



Parlo degli “scorcioni” che a mio parere hanno imboccato di gran carriera i Veltroni e i Nencini, “scorcioni” che un pregio per altro lo hanno, è evidente che portano ovunque, meno che a sinistra.



Per dirla con Sergio Tremolada, se questo è il “legno” a disposizione, possiamo seguire le orme del poeta e “lasciare ogni speranza” senza nemmeno entrare.



Ma non credo che ci si debba rassegnare all’idea che il solo “legno” a disposizione sia questo, credo che si debba continuare nella ricerca di alternative che per quanto difficili, si deve scommettere possano essere trovate.



Vittorio Melandri



P.S.

Personalmente non sono stufo di sentir parlare bene o male di questo o di quello, ma credo sia possibile di essere io a stufare chi mi sta a sentire, per questo dopo questa, per un po’ mi taccio, in attesa di farmi venire qualche idea nuova o migliore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Vittorio, molto interessante, tuttavia userei I'll blog come dice lo Scirocco...
In sintesi rispondo " con motore di ricerca che vuoi vai , se non ti disgarba,
Sul link "club di roma or umberto colombo" il Professore dava previsioni che vanno "al di la' dello spreco". Insomma andrei oltre al pianto turco della sinistra attuale.
Scusate ma" Rifondazione Socialista" e' necessaria...((((: - ))))): oltre al potere e oltre e "Kadreghe".....ah vado sul BLOG....
Ciao a tutte/tutti

Anonimo ha detto...

Proprio perché il conflitto sociale è devastante (o meglio: lo è diventato anche per errori del Centrosinistra), si potrebbe sperare in nuovi leader di provenienza sindacale ma anche qui, per l'esperienza fatta in anni di direzione sindacale, il legno è quello che è. Troppi anni di sudditanza psicologica al liberismo a sinistra e si è lasciata la battaglia a chi aveva troppi scheletri negli armadi e nessuna cultura economica.

Sergio Tremolada.