Lo “strano” caso di mister Cuffaro alla Commissione di Vigilanza RAI ….
L’Art. 2 del regolamento della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi è titolato “Composizione e durata”, e specifica appunto come detta commissione sia “composta di venti deputati e venti senatori” e che questi sono “nominati dai Presidenti delle due Camere del Parlamento, sulla base delle designazioni effettuate da tutti i Gruppi parlamentari e in maniera da assicurarne la rappresentanza proporzionale”. Con l’Art. 3, lo stesso regolamento dà indicazioni sulla “sostituzione di membri” che, “in caso di dimissioni, incarico governativo e cessazione dal mandato elettorale ….. sono sostituiti da altri nominati con le stesse modalità di cui all’articolo 2”. Or bene, dopo le note vicende legate al nome del senatore ex PD Riccardo Villari, in data 30 gennaio 2009…. come testualmente si legge sul Corriere della Sera del 31 gennaio scorso, è accaduto che: “i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, hanno deciso di chiudere la partita e hanno nominato i nuovi quaranta commissari. Inclusi i due membri dell’Idv. I dipietristi non hanno indicato i loro candidati dopo le decisioni dei vertici del partito, in aperta polemica con il recente metodo dello scioglimento adottato da Schifani e Fini per risolvere il caso Villari. Ma i presidenti della Camere, citando alcuni precedenti, hanno indicato i due capigruppo, cioè Massimo Donadi (Camera) e Felice Belisario (Senato). In quanto al resto, la squadra resta sostanzialmente la stessa. Nel PD esce ovviamente Riccardo Villari, espulso dal partito e sostituito da Mauro Ceruti, così come non rientra Nicola Latorre, che già si era dimesso per lasciare posto a Sergio Zavoli. Nel Pdl lascia Adriana Poli Bortone, sostituita da Vincenzo Fasano. Tra i leghisti Marco Reguzzoni ha lasciato il posto a Davide Caparini. Pacata ma inflessibile la reazione dell’Idv, espressa da Donadi: «Prendiamo atto della nomina dei presidenti, ma, visto che le condizioni che hanno portato alla nostra scelta di non partecipare ai lavori della Vigilanza, permangono, continueremo a non partecipare»”. Complice l’unico mese di 28 giorni, succede che ne siano passati solo poco più di trenta e, andando oggi sul sito del Parlamento Italiano ed arrivando a leggere la composizione della commissione di cui si parla, si scopra che rispetto ai quaranta nomi a suo tempo resi noti, si scorgono di già due variazioni. Al posto del nome di Felice Belisario si legge quello di Francesco Pardi, e al posto di quello di Giampiero D’Alia, quello di Salvatore Cuffaro.
Facile dedurne che, essendo sia Belisario che D’Alia capigruppo al Senato dei relativi partiti di appartenenza, Idv e UDC, questi abbiano rassegnato le dimissioni dalla commissione di cui si continua qui a parlare e nel contempo, in base all’Art. 3 del regolamento abbiano, proprio in qualità di capigruppo parlamentare “indicato” ai Presidenti di Camera e Senato i loro successori, e che poi questi li abbiano puntualmente nominati. Non sono riuscito a risalire a quando sia avvenuto il cambio in casa Idv, ho letto però che anche Donadi, capogruppo alla Camera avrebbe dovuto lasciare il posto a Giuseppe Giulietti, ma questo a quanto pare non è avvenuto; mentre in rete ho trovato traccia di questo comunicato che porta la data del 20 febbraio scorso: “Comunico di aver designato in mia sostituzione come componente in commissione di Vigilanza Rai il collega Salvatore Cuffaro, cui formulo i migliori auguri di buon lavoro”, firmato, Gianpiero D’Alia. Per quanto riguarda la carta stampata, di questa notizia si trova traccia solo su “il manifesto” dello stesso 20 febbraio. Prima di quella data, sul Corriere del 12 febbraio si era letto un articolo dal titolo: “«Lombardo decuffarizza». Scontro in Sicilia”, e prima ancora, su la Repubblica-Palermo del 28 gennaio, si leggeva invece, per la firma di Emanuele Lauria, sotto il titolo “Udc, l’ascesa dei sopravvissuti a Cuffaro”, che “Il capogruppo al Senato Giampiero D’Alia aveva criticato più volte la linea del partito in Sicilia e alimentato le voci su un cambio di casacca”. Ovviamente, che il Senatore Cuffaro sia stato condannato ad inizio 2008 a cinque anni di galera, perchè “rivelò notizie riservate su indagini che riguardavano boss e indiziati di mafia, ma non aiutò (sic! sic!) l’associazione mafiosa”, è cosa di poco conto, in fondo, come insegnano tutti i politici italiani, non è certo alla TV che si decidono le sorti del paese, e che ce ne frega quindi se un tipo come Cuffaro, proprio lì sia chiamato a “vigilare”…. l’importante è che ad un pericoloso stalinista come Giulietti, anche solo per sbaglio sia impedito di farlo.
Vittorio Melandri
Nessun commento:
Posta un commento