Egregio Dott. Augias,
ho aderito all'appello per una buona legge sul testamento biologico promosso da Ignazio Marino, da Lei e da tanti altri illustri intellettuali.
Mi permetta però di fare ai promotori un'amichevole obiezione.
Secondo me è un errore politico e giuridico farsi continuamente trascinare nella discussione se l'alimentazione e l'idratazione forzata costituiscano o meno trattamenti sanitari.
Non perché non sia convincente la tesi sostenuta in proposito dal sen. Marino, ma perché la questione a mio modesto avviso è del tutto irrilevante.
Il diritto del paziente di decidere in ordine ai trattamenti sanitari ai quali sottoporsi è relativamente recente. Ci sono voluti l'art. 32 della Costituzione, le normative sul consenso informato, la convenzione di Oviedo ecc. per vederlo riconosciuto appieno, dopo che per secoli si era ritenuto che il paziente (come dice l'etimologia della parola) potesse solo subire la scelte del medico, del competente.
Invece il diritto di ogni persona di decidere se e cosa mangiare e bere è molto più antico, esiste da sempre. Chi mi costringe contro la mia volontà a mangiare o bere qualcosa commette un reato: violenza privata (art. 610 c.p.). Quindi, nel momento in cui si discute di dare riconoscimento a direttive anticipate, non si capisce perché mai dovrebbe essere necessario far rientrare alimentazione ed idratazione nei trattamenti sanitari per vedere rispettata la volontà del soggetto riguardo alle stesse. La libertà di autodeterminazione è già tutelata dall'art. 13 della Costituzione ("La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di ... restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge"); che bisogno c'è di disquisire ogni giorno con l'on. Binetti e l'on. Gasparri se vi sia o non vi sia anche la copertura dell'art. 32 ?
Cordiali saluti.
Luciano Belli Paci
avvocato in Milano
2 commenti:
L'attributo migliore per questa lettera di Luciano Balli Paci è "superlativa".
In altre parole possiamo dire alla Binetti e a Gasparri... se avete ragione voi a dire che nutrizione non è trattamento sanitario allora abbiamo ancora più ragione noi.
Stefano Bazzoli
Caro Luciano, magari Repubblica o qualche altro quotidiano a tiratura nazionale avesse pubblicato la tua lettera e con l'evidenza che merita! E' perfetta, va senza preamboli al cuore del problema, getta alle ortiche montagne di parole confuse, indica il punto dal quale dovremmo partire per discutere con cognizione di causa della legge sul testamento biologico.
Un caro saluto
Elena
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