Da Aprile
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Il futuro della Sinistra è nel Pd
Franco Cotta, 16 marzo 2009, 11:30
Dibattito Il partito di Franceschini è un contenitore che per poter conquistare consenso deve radunare il meglio delle forze politiche e coinvolgere l'elettorato più ampio possibile con le primarie. L'ambizione è grande, perciò è importante che faccia spazio alla sinistra, ma anche ad un centro/destra intelligente e democratico. Cioè, al meglio dell'Italia
Dopo aver scritto l'intervento "Il futuro del PD è nelle primarie" (pubblicato da Aprileonline il 9 marzo 2009) ho letto molti articoli sul dibattito tra le varie componenti della sinistra, disastrata, che vuole giustamente ridarsi un ruolo adeguato e significativo nell'ambito che le appartiene, cioè quello della politica italiana.
Tutti, purtroppo, pensano, parlano e formalmente propongono con lo sguardo rivolto al passato, perché non vogliono perdere la memoria della tradizione comunista e partigiana, delle lotte operaie, della sinistra coraggiosamente ideologica e barricadera e non hanno idea di quale possa essere la sinistra del futuro. Essa è troppo vaga e indefinita e, quindi, giustamente, non dà affidamento.
Capisco che la situazione sia difficile, però è proprio per questo che dobbiamo buttarci coraggiosamente allo sbaraglio nel futuro, da precisare con la nostra azione determinata, sottraendoci al tentativo di ricostruire un passato che appartiene ormai ai libri di storia (anche se è una storia importante).
Sono anche convinto che la mia opinione non sarà seguita, almeno per ora, e che la sinistra italiana, rabberciata in gruppi, gruppetti e listine, correrà al precipizio del voto europeo, ove cadrà, sparendo di nuovo dal quadro politico italiano.
Questo avverrà perché i dirigenti del passato preferiscono la tradizione, convinti che gli elettori li seguiranno. "Ma hanno sempre fatto così", affermano con convinzione. Questo è vero, ma è accaduto appunto nel passato.
Stiamo vivendo in tutto il mondo (che include l'Italia) un periodo di grande trasformazione, che molto elettorato (soprattutto di sinistra) vede e comprende. Attenzione all'intelligenza aggiornata dell'elettore di sinistra che mette "la monnezza" ove essa appartiene, cioè nel termovalorizzatore dell'astensione dal voto.
La mia opinione l'ho già accennata, ma mi sembra opportuno ripeterla e svilupparla adeguatamente, perché venga seriamente compresa. Essa si riassume in una frase:" Il futuro della sinistra è nel partito democratico". Ma una frase non basta. Bisogna capire che il PD è un contenitore, che per poter contare deve radunare tutta la sinistra e molto del centro e della destra, purché tutti siano democratici e intelligenti.
L'ambizione è grande e lo scopo è quello di governare, cioè l'unico che conta in politica. Un partito, senza la capacità di governare, è un guscio vuoto, che serve a poco. Forse per parlarsi addosso, per accusarsi reciprocamente, per fare discorsi stralunati ed incoerenti, per pensare (giustamente) quanto il passato era meglio del presente.
La sinistra responsabile, cioè che crede nel proprio futuro, non vuole che il partito democratico rimanga un guscio vuoto. Non vuole che Berlusconi continui a stravincere su un'opposizione divisa in tanti pezzetti che si osteggiano l'un l'altro. Non vuole che la sinistra in Italia sopravviva solamente al livello amministrativo. Non vuole che il ricordo del passato le impedisca di vivere il presente.
Vuole invece girare pagina, seppure gloriosa, ed iniziare a scrivere con coraggio e determinazione non solo il proprio futuro ma anche, e soprattutto, quello del paese.
Gli italiani meritano molto di più che essere "educati" dalle televisioni, di vedere le donne quali "oggetti orizzontali", di pensare solo al proprio "porco interesse", di sostituire il calcio ad ogni altra passione. Essi vogliono vivere con pienezza e soddisfazione la loro vita, tentando di realizzare il meglio che possono, ed in ciò sperano di essere aiutati ed inspirati dal partito che votano.
Bisogna, quindi costruire un partito vincente, nel quale fare spazio alla sinistra, non solamente intensificando le proposte e le battute "anti-Berlusconi" ma soprattutto aprendo a tutti gli esponenti della sinistra (a tutti i livelli, anche di età) le porte della segreteria e degli altri incarichi di partito e di governo ombra, purché essi partecipino alle primarie.
Queste diventeranno quindi un vero campo di battaglia politico (auspicabilmente, per lungo tempo) dal quale emergeranno nuove idee contrastanti e nuovi visi di leaders, oggi non conosciuti. In una campagna elettorale per le primarie del PD, che duri dal termine delle elezioni europee sino a due settimane prima del congresso di ottobre, non si potrà che chiarire significativamente il futuro della sinistra italiana, ma con decisione sottoposta alla volontà dell'elettore e non all'arbitrio del dirigente storico.
In altre parole, il PD dimostrerà, finalmente, attraverso primarie aperte a tutti, di essere un partito veramente democratico, capace di unire in sé una sinistra visionaria ed un centro/destra intelligente e democratico. Cioè, il meglio dell'Italia.
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