martedì 3 marzo 2009

Elena Marisol: il voto in Euskadi e Galizia

Dal sito di Aprile

Il voto in Euskadi e Galizia per il cambiamento
Elena Marisol Brandolini, 02 marzo 2009, 10:32

Spagna Vittoria chiara dei popolari in Galizia che conquistano la maggioranza assoluta e tornano al governo locale, dopo la parentesi di una sola legislatura. Affermazione dei socialisti nei Paesi Baschi e dunque, nonostante la buona tenuta del PNV, la fine all'egemonia delle formazioni nazionaliste nel paese



Domenica si è votato in Euskadi e in Galizia per il rinnovo del parlamento delle due Comunità autonome. L'esito delle urne ha confermato le aspettative della vigilia, con la vittoria chiara dei popolari in Galizia che conquistano la maggioranza assoluta e tornano al governo locale, dopo la parentesi di una sola legislatura; e l'affermazione dei socialisti nei Paesi Baschi che, nonostante la buona tenuta del PNV, mette fine all'egemonia delle formazioni nazionaliste nel paese.

In particolare, in Galizia, vince il candidato del PP Albert Núñez Feijóo sull'ex-presidente della giunta, il socialista Emilio Pérez Touriño. Il risultato dei popolari supera addirittura di un seggio la maggioranza assoluta richiesta, passando dai 37 assegnati nel 2005, ai 39 di oggi. I socialisti perdono un parlamentare, passando da 25 a 24; così come il suo ex-alleato di governo, la formazione nazionalista BNG, che ottiene 12 seggi, contro i 13 del 2005.
Buona, contro ogni previsione, la partecipazione al voto, oltre il 70% (era stata il 67% nelle elezioni precedenti, senza considerare il dato dell'emigrazione). Ma, diversamente da quanto auspicato in casa socialista, l'affluenza alle urne, in questo caso, sembra aver favorito il Partido Popular, piuttosto che il governo uscente. La mobilitazione non ha riguardato tanto l'elettorato di sinistra, deluso dalla gestione Touriño nella passata legislatura, quanto quello popolare, che ha creduto nella concreta possibilità di un ritorno al governo.

In Euskadi, il PNV si conferma come primo partito, migliorando di un seggio il risultato delle elezioni precedenti (30 seggi contro i 29 del 2005). Ma la scarsa affluenza al voto (il 65,88% contro il 68% del 2005) e l'erosione del consenso guadagnato dalle altre formazioni nazionaliste, con l'eccezione di Aralar, rende impossibile all'ex-lehendakari Juan José Ibarretxe la composizione di una maggioranza di governo nazionalista. E questo è un fatto nuovo nella storia dei Paesi Baschi. I socialisti di Patxi López crescono in voti dell'8%, rispetto al 2005, passando da 18 a 24 rappresentanti nel parlamento e possono ora decidere del futuro delle alleanze di governo.
Già, perché ora un'alleanza tra i partiti non nazionalisti riuscirebbe a diventare maggioranza di governo, sommando i seggi di socialisti, popolari (che passano da 15 a 13 seggi) e l'unico della UPyD.
Per quanto riguarda la sinistra abertzale - dopo l'illegalizzazione della piattaforma D3M - sarebbero stati circa 100.000 gli elettori a seguire le indicazioni del voto nullo, l'8,84% del totale. Il PCTV, però, aveva ottenuto, alle scorse elezioni basche, il 12,44% dei consensi. E' quindi probabile che parte di questo elettorato sia andato ad alimentare la lista di Aralar - una formazione indipendentista che rifiuta la violenza etarra - facendola lievitare di 3 seggi (da 1 a 4), grazie anche all'impatto mediatico della sua candidata, Aintzane Ezenarro.

Il significato di queste elezioni per il quadro politico spagnolo propone un campanello d'allarme per i socialisti ed una boccata d'ossigeno per il partito popolare.
La sconfitta dei socialisti in Galizia è la prima battuta d'arresto dei socialisti spagnoli, dalle elezioni politiche del marzo 2008. Difficilmente questa può essere imputata tout court all'azione del governo di José Luis Rodríguez Zapatero, rispondendo piuttosto a ragioni di natura prevalentemente locale. Però è certo che la gestione della crisi economica sempre di più sarà per il PSOE ed il governo il banco di prova per il mantenimento del consenso. Comunque, questa volta a poco è servito il protagonismo del gruppo dirigente centrale, e di Zapatero in prima persona, nella campagna elettorale in Galizia: non sembra, infatti, in questo caso, esserci stato alcun "valore aggiunto Zapatero" sull'esito del partito locale.
Mariano Rajoy può essere invece grato alla Galizia - di cui è anche originario - perché avendo puntato sulla riconquista del governo locale ed essendosi speso in prima persona per questo risultato, risulta oggi rafforzato all'interno del suo partito ed in condizione di affrontare con maggior serenità la grave crisi del PP, afflitto da scandali di corruzione e spionaggio.
L'incognita vera ora è cosa succederà nei Paesi Baschi, ossia quale sarà il futuro governo del paese. E, per Zapatero, quali saranno i futuri alleati del suo governo, tra i partiti nazionalisti che siedono nel parlamento spagnolo.

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