lunedì 2 febbraio 2009

Flores d'Arcais: la soglia del 4% è killeraggio politico

da Micromega

Elezioni europee
Flores d’Arcais: la soglia del 4% è killeraggio politico
di Paolo Flores d’Arcais

Lo sbarramento elettorale del 4% alle elezioni europee, previsto nella legge-inciucio che verrà portata al più presto alle camere, è la nuova PORCATA (secondo l’indimenticabile definizione di Calderoli). Se possibile, perfino peggiore di quella che regola le elezioni politiche nazionali.
L’unica ragione che legittima moralmente e politicamente una soglia di sbarramento (che deforma la rappresentanza, il Parlamento “specchio fedele del paese”, come si diceva un tempo) è infatti la preoccupazione per il moltiplicarsi delle liste e la conseguente difficile “governabilità”.
Ma il voto europeo non deve produrre nessuna governabilità, visto che essa è garantita da un esecutivo (la “Commissione”) che emana dall’equilibrio fra i diversi governi nazionali e non dal voto diretto degli elettori del vecchio continente.
E’ noto che tutti i sistemi elettorali cercano di realizzare il difficile equilibrio tra una rappresentanza quanto più fedele delle opinioni di un paese e la necessità che queste opinioni si cristallizzino in maggioranze stabili, legittimate a governare. E sempre più è questo secondo elemento ad essere privilegiato in tutte le democrazie liberali. Il voto europeo è dunque l’occasione per consentire che tutte le sfumature delle opinioni politiche trovino voce nel parlamento di Strasburgo (oggi per avere un deputato europeo basta poco più dell’1%), a realizzazione della prima istanza, democratica anch’essa, e spesso sacrificata.
Perché dunque il Partito Democratico si impegna con tanta solerzia in questo nuovo inciucio? La risposta, fuori da ogni ipocrisia, la conoscono anche i sassi: per dare il colpo di grazia a tutti i partiti e partitini che potrebbero, fosse anche solo in prospettiva e ipoteticamente, fargli concorrenza sulla sinistra. Si badi, qui non si tratta di evitare la dispersione dei voti in una elezione nazionale da cui deve emergere una scelta di governo da parte dei cittadini, qui si tratta semplicemente di killeraggio nei confronti di possibili concorrenti. Anzi, poiché tali concorrenti sono al lumicino, si tratta di un ancor più deplorevole maramaldeggiare.
Spiace davvero che a tale maramaldeggiare sembri volersi unire anche l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Se davvero lo farà, non potrà in alcun modo evitare il sospetto di essere mossa da un interesse davvero “particulare”: raccogliere un po’ di quei voti, visto che l’Italia dei valori non ha certo problemi a superare lo sbarramento.
Calcolo miope, oltre che immorale. Quei voti andranno comunque dispersi o resteranno a casa. E Di Pietro perderà i consensi di quanti invece hanno guardato con simpatia crescente alla sua autonomia dall’autodisfattismo inciucista del Pd. Ecco perché spero che l’Italia dei valori deciderà alla fine di votare no alla nuova PORCATA. O almeno, se i contrasti al suo interno fossero troppo forti (abbiamo già visto quanto contino nei suoi attuali gruppi parlamentari molti riciclati), decida di lasciare libero ogni parlamentare di votare secondo coscienza (e Di Pietro, per non influenzarli, potrebbe non pronunciarsi se non al momento del voto). Sarebbe solo un “second best”, ma meglio di un inverecondo inciucio.
Sia chiaro: non ho alcuna simpatia per i partitini moribondi, non li considero affatto una alternativa a sinistra, sono solo pezzetti di nomenklatura tale e quale quella del Pd (e in certi casi perfino peggiore), e anzi ormai cascami insignificanti di tale nomenklatura (il discorso non vale per tanti loro militanti ed elettori, ovviamente, esattamente come per tanti militanti ed elettori del Pd). Ma non è con la mordacchia elettorale, quando nessuna esigenza di “governabilità” giustifica le soglie di sbarramento, che si fa opera di moralizzazione e semplificazione del sistema politico.
L’Italia dei valori ha l’occasione, con le europee, di diventare una forza nuova e decisiva (e se si realizzasse la proposta Camilleri, potrebbe dar vita ad una lista capace addirittura di superare il 10%, e un risultato a due cifre cambierebbe radicalmente, perché anche psicologicamente, l’attuale melmoso panorama politico italiano). Perché sprecare una occasione cruciale per un calcolo di bassa bottega, oltretutto miope?

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