giovedì 19 febbraio 2009

Besostri: Walter addio!

Walter addio!



L’uscita di scena di Walter Veltroni è stata all’altezza della sua entrata in scena come leader del PD. Vola sempre alto nei discorsi e cerca di trasmetterci il messaggio dei suoi sogni, a futura memoria.

Il Veltroni è uomo di comunicazione: ha ottenuto l’apertura di tutti i telegiornali.

Come effetto secondario ha oscurato l’ultima battuta infelice (e criminale) di Berlusconi sui desaparecidos argentini.

Nel clima di celebrazioni della sua coerenza, non ci sarà spazio su una riflessione critica del suo operato.

Se non fosse per Pansa ed il Riformista, nessuno ci avrebbe ricordato la sequela di sconfitte di cui è responsabile.

L’unica consolazione è che non c’è più una via di fuga, del “Perdente di successo”.

Scampò alla prima sconfitta dell’Ulivo candidandosi, lui il segretario del maggior partito del centro-sinistra, DS, a Sindaco di Roma.

Con la sua uscita di scena si compie la parabola di un leader, che non essendo mai stato comunista, non ha nemmeno mai voluto diventare socialista, perpetuando l’anomalia di una sinistra italiana fuori da ogni parametro politico europeo.

I tentativi di costruire anche in Italia un partito del socialismo europeo sono falliti e nel fallimento la segreteria di Veltroni, ereditata da D’Alema, è stato un nodo decisivo.

Il punto non è quello dei proclami e dei deliberati congressuali: gli Stati Generali della Sinistra del 1998 erano stati chiari ed anche le conclusioni del Congresso di Pesaro del 2001, con l’incoronazione di Fassino, personalmente un socialista europeo.

Quello che in altri è stata incapacità di perseguire l’obiettivo, si tratti di Amato, di D’Alema o di Fassino, in Veltroni è stato, invece, un lucido e coerente disegno.

Dapprima, come detto, con la sua segreteria e dopo come leader del PD.

Veltroni è stato determinante nella fine anticipata del Governo Prodi, senza di lui le miopi manovre della sinistra radicale non avrebbero avuto successo.

Veltroni, infine, è il massimo responsabile di un mancato accordo con i socialisti per le elezioni del 2008.

Con l’obiettivo di far scomparire ogni formazione a sinistra del PD, per evitare che fosse coperto lo spazio lasciato libero dai DS, ha preferito un’alleanza con Di Pietro e la sua IDV.

Di Pietro l’ha ripagato bene e l’unica soddisfazione di Veltroni è quella di avere, nel suo discorso di addio, attaccato la sinistra giustizialista: e ciò resterà negli annali della storia.

Felice Besostri

1 commento:

Anonimo ha detto...

[quote]Walter addio! L’uscita di scena di Walter Veltroni e stata all’altezza della sua entrata in scena come leader del PD. Vola sempre alto nei discorsi e cerca di trasmetterci il messaggio dei suoi sogni, a futura memoria.Il Veltroni e uomo di comunicazione: ha ottenuto l’apertura di tutti i telegiornali.Come effetto secondario ha oscurato l’ultima battuta infelice (e criminale) di Berlusconi sui desaparecidos argentini.Nel clima di celebrazioni della sua coerenza, non ci sara spazio su una riflessione critica del suo operato.Se non fosse per Pansa ed il Riformista, nessuno ci avrebbe ricordato la sequela di sconfitte di cui e responsabile.L’unica consolazione e che non c’e piu una via di fuga, del “Perdente di successo”.Scampo alla prima sconfitta dell’Ulivo candidandosi, lui il segretario del maggior partito del centro-sinistra, DS, a Sindaco di Roma.Con la sua uscita di scena si compie la parabola di un leader, che non essendo mai stato comunista, non ha nemmeno mai voluto diventare socialista, perpetuando l’anomalia di una sinistra italiana fuori da ogni parametro politico europeo.I tentativi di costruire anche in Italia un partito del socialismo europeo sono falliti e nel fallimento la segreteria di Veltroni, ereditata da D’Alema, e stato un nodo decisivo.Il punto non e quello dei proclami e dei deliberati congressuali: gli Stati Generali della Sinistra del 1998 erano stati chiari ed anche le conclusioni del Congresso di Pesaro del 2001, con l’incoronazione di Fassino, personalmente un socialista europeo.Quello che in altri e stata incapacita di perseguire l’obiettivo, si tratti di Amato, di D’Alema o di Fassino, in Veltroni e stato, invece, un lucido e coerente disegno.Dapprima, come detto, con la sua segreteria e dopo come leader del PD.Veltroni e stato determinante nella fine anticipata del Governo Prodi, senza di lui le miopi manovre della sinistra radicale non avrebbero avuto successo.Veltroni, infine, e il massimo responsabile di un mancato accordo con i socialisti per le elezioni del 2008.Con l’obiettivo di far scomparire ogni formazione a sinistra del PD, per evitare che fosse coperto lo spazio lasciato libero dai DS, ha preferito un’alleanza con Di Pietro e la sua IDV.Di Pietro l’ha ripagato bene e l’unica soddisfazione di Veltroni e quella di avere, nel suo discorso di addio, attaccato la sinistra giustizialista: e cio restera negli annali della storia.Felice Besostri[/quote] i agree

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