Da Aprile
L'arroganza di Sacconi
Franco Maurizio Bandiera*, 09 gennaio 2009, 12:47
La riflessione Benché la sospensione delle cure per Eluana Englaro, la ragazza in coma irreversibile da ben 17 anni, sia stata sentenziata dalla magistratura italiana, il ministro del Welfare si permette di ignorare bellamente la legge istigando i soggetti deputati all'osservanza del provvedimento giurisdizionale a disattenderlo
Sul diritto a sospendere le cure alle quali è sottoposta Eluana Englaro si è pronunziata con sentenza passata in giudicato e, come tale, oramai incontestabile, la magistratura italiana.
Ora, non si comprende come possa pensare un Ministro della nostra Repubblica di imporre alle autorità sanitarie (ospedali pubblici e privati) di disattendere un provvedimento esecutivo, fra l'altro già passato in giudicato, del giudice. Riferisce la Rai che il Ministro avrebbe addirittura minacciato di revocare le convenzione all'ospedale di Udine che si era offerto di prestare assistenza alla famiglia Englaro qualora l'Amministrazione dell'Ospedale medesimo non avesse desistito da tale proposito.
Come può un Ministro della nostra Repubblica istigare i soggetti deputati all'osservanza del provvedimento giurisdizionale a disattenderlo? Ignora forse il nostro Ministro tali fondamentali principi? A questa stregua, un ministro potrebbe arrogarsi il potere di ordinare agli ufficiali giudiziari di non eseguire un provvedimento giudiziario o ad un ente pubblico di rifiutarsi di ottemperare al giudicato.
Viene calpestato il principio della separazione fra poteri legislativo, esecutivo e giudiziario risalente alla rivoluzione francese e si ha quasi l'impressione di ritornare indietro di svariate centinaia di anni, quando al sovrano spettava anche il potere di somministrare giustizia, di guisa che aveva l'ultima parola anche in tale contesto.
Di recente, l'Amministratore dell'ospedale di Udine ha avuto un moto di orgoglio e ha sottolineato in un' intervista trasmessa dai telegiornali nazionali l'incongruenza ed irricevibilità delle richieste del Ministro; tuttavia, con un atteggiamento incoerente, forse dettato dal timore, ha poi dichiarato di voler attendere la "decisione" della Regione. L'ospedale di Udine, chiamato ad eseguire una sentenza esecutiva e definitiva, non ha necessità di alcuna altra autorizzazione e placet: può, o meglio, deve eseguire la sentenza.
Con un comportamento assolutamente irreprensibile ed encomiabile, i genitori di Eluana Englaro non hanno voluto percorrere alcuna scorciatoia e si sono sempre mossi nella piena legalità, senza mai cadere in polemica, alzare i toni o lasciarsi indurre alla facile spettacolarizzazione della vicenda, attendendo la decisione del giudice. Anche quando avrebbero potuto, forti di un provvedimento esecutivo, realizzare il loro obbiettivo, hanno atteso che un giudice di grado superiore decidesse delle contestazioni proposte e deliberasse in merito all'istanza di sospensione dell'esecutività del provvedimento del giudice di primo grado.
Mi piacerebbe che, come in tutti i paesi civili, il Ministro osservasse, come hanno fatto i genitori di Eluana, la legge italiana e, pertanto, non tentasse di ostacolare l'applicazione di un provvedimento giurisdizionale esecutivo e definitivo.
*Avvocato; professore associato di Diritto privato presso l'Università degli Studi di Cagliari
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