All’avvicinarci al giorno della memoria, sono assillato da questo interrogativo:
“…posto che non va dimenticato cosa il nazismo ha fatto mettendo in atto la Shoah…. non sarebbe ora di chiedersi anche chi erano i nazisti e i fascisti?, e se sono ancora fra noi?”
Vale davvero poco limitarci alla risposta “stupida e banale” che erano mostri, e dovremmo sforzarci invece di scavare a fondo l’affermazione di Hannah Arendt sulla “banalità del male”, e sforzarci di scavare a fondo quanto ricorda Claudio Magris nella prefazione al libro di Boris Pahor, Necropoli, là dove secondo Magris lo scrittore triestino di lingua slovena, reduce dai campi di concentramento ……
“si concentra, concretamente, piuttosto sull’ambiguità, nel dopoguerra, delle potenze e società occidentali nei confronti dei nazisti.”
Ovviamente per tutto questo, i tempi potrebbero non essere ancora maturi, come sembra dimostrare da un lato la cretineria di chi brucia le bandiere di Israele, e dall’altro l’inquietudine suscitata da…….
“coloro che traducono immediatamente ogni critica alla politica israeliana in termini di antisemitismo”…..
per dirla con Umberto Eco. Ma se non ora, quando cominciare ad avvicinarsi all’impresa?
Come ricorda sull’Unità di domenica 25 gennaio 2009 Bruno Gravagnuolo, che mi permetto di parafrasare, in questa Italia di destra che rifiuta l’antifascismo, si fa drammatico il…….“rischio di una memoria liofilizzata e «cordiale»” mentre servirebbe “per riconoscere le vittime di ieri come «nostre», come parte del nostro essere” esplicitare una lotta “contro l’omologazione cordiale delle memorie, le convenienze politiche che stemperano il tragico in diplomazia dei sentimenti, contro il risorgere di fantasmi mai sopiti che i conflitti del presente rimettono in gioco.”
“Prendi la tua tristezza in mano e soffiala sul fiume” canta il poeta De André, sono certo mi perdonerebbe vedendomi nei panni di emulo tremante e scoraggiato, prendere in mano la mia e soffiarla anche sul Blog del Circolo Rosselli
Vittorio Melandri
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