sabato 24 gennaio 2009

Vittorio Melandri: La giusta distanza

La giusta distanza



Su la prima pagina de la Repubblica, noto quotidiano “fazioso e antisemita”, sotto il titolo “spazzatura” – Israele parli anche con Hamas – viene lanciato un articolo il cui autore è anche lui conosciuto per il suo “livore anti-Israele e anti-ebraico” e soprattutto per la sua reiterata “faziosità”, che al confronto fa impallidire quella di certi nostri “hancorman”, che si potrebbero per doveroso scherno ribaltare (alla Bianciardi) in un “uomini-ancorati”, alla loro faziosità appunto.


Scrive David Grossman ….





“Come le volpi del racconto biblico di Sansone, legate per la coda a un’unica torcia in fiamme, così noi e i palestinesi ci trasciniamo l’un l’altro, malgrado la disparità delle nostre forze. E anche quando tentiamo di staccarci non facciamo che attizzare il fuoco di chi è legato a noi - il nostro doppio, la nostra tragedia - e il fuoco che brucia noi stessi. Per questo, in mezzo all’esaltazione nazionalista che travolge oggi Israele, non guasterebbe ricordare che anche quest’ultima operazione a Gaza, in fin dei conti, non è che una tappa lungo un cammino di violenza e di odio in cui talvolta si vince e talaltra si perde ma che, in ultimo, ci condurrà alla rovina.”



Forse Grossman farebbe bene a leggere di più i forum e le mailinglist e i blog e la stampa italiani, troverebbe spunto per slegare le code in fiamme di cui parla, poffarre..... e se si prendesse la briga di guardarsi il bel film “La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati, imparerebbe anche, ascoltando il personaggio interpretato magistralmente da Fabrizio Bentivoglio, che se si vuole scrivere sui giornali (e sui forum, e sulle mailinglist e sui blog, aggiungo io) ci vuole appunto .... “la giusta distanza”.... e che diamine....



Diversamente ci si fa coinvolgere emotivamente, si perde la giusta prospettiva, quella che aiuta sempre a capire tutto e soprattutto a stare sempre dalla parte giusta della parte giusta di chi è giusto.

Detto e scritto da chi come me, la “giusta distanza” non l’ha mai trovata e dubito che mai la troverò, per cui mi trovo sempre dalla parte sbagliata anche quando, solo per caso sia ben inteso, magari è giusta.



Vittorio Melandri



P.S.

Nella ovvia speranza che una certa vena sarcastica appaia nella sua amara chiarezza e che la mia stima e il mio rispetto per David Grossman ne risaltino in tutta la loro dimensione, che è solo in crescita.

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