Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
sabato 27 febbraio 2021
Italia Viva, nel 2018 i fedelissimi di Renzi (all'epoca nel Pd) accusarono il regime saudita per il caso Kashoggi. Oggi tacciono sui rapporti tra Salman e il loro capo - Il Fatto Quotidiano
venerdì 26 febbraio 2021
La Consulta boccia la legge Fornero del 2012: tolse l'obbligo di reintegrare il lavoratore licenziato senza giustificato motivo - Il Fatto Quotidiano
La Consulta boccia la legge Fornero del 2012: tolse l'obbligo di reintegrare il lavoratore licenziato senza giustificato motivo - Il Fatto Quotidiano: La Consulta boccia la riforma del lavoro di Elsa Fornero, nella parte che eliminava l’obbligo di reintegrare nel posto il lavoratore licenziato arbitrariamente. La sentenza, emessa due giorni fa e di cui ancora si attendono le motivazioni, ha dichiarato incostituzionale il testo dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori come modificato dalla legge 92/2012 “là dove …
giovedì 25 febbraio 2021
La politica industriale che manca a Draghi - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro
La politica industriale che manca a Draghi - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: Nell’agenda del governo di Mario Draghi ci sono ambizioni di cambiamento, ma non c’è (ancora) una politica industriale per uno sviluppo sostenibile, avanzato sul piano tecnologico, attento al welfare e alla salute, equilibrato tra i territori del paese.
martedì 23 febbraio 2021
lunedì 22 febbraio 2021
Così la sinistra è diventata sempre più pallida - Strisciarossa
Così la sinistra è diventata sempre più pallida - Strisciarossa: Il Pds nasce come “prolungamento” logico del Pci. Quello che nel 1991 non era chiaro però è quale sarebbe stata l’evoluzione del prolungamento.
Europa, Autonomia, Competenza e Semplificazione sono stati i temi proposti dal Non Congresso di Alleanza Civica del Nord e ben tre su quattro sono anche gli assi portanti del discorso del Premier.
domenica 21 febbraio 2021
sabato 20 febbraio 2021
venerdì 19 febbraio 2021
Il mito della neutralità dell’economia - Jacobin Italia
Il mito della neutralità dell’economia - Jacobin Italia: Mario Draghi ripropone la narrazione sulla presunta obiettività delle leggi economiche «naturali». Il suo obiettivo è rendere più competitivo il paese, ma è proprio l'esasperata ricerca della competizione a comprimere diritti e condizioni di vita
giovedì 18 febbraio 2021
mercoledì 17 febbraio 2021
Franco Astengo: Opposizione per l'alternativa
OPPOSIZIONE PER L’ALTERNATIVA di Franco Astengo
La sinistra italiana si trova a dover declinare, dopo tanti anni, due termini ormai desueti: opposizione e alternativa.
Nei decenni trascorsi il governismo dello “sblocco del sistema politico” era stato praticato soprattutto in funzione “anti”: antiberlusconismo, antisovranismo, mentre a sinistra si introiettavano i dogmi liberali senza alcuna concessione alla conflittualità sociale che non fosse quella di una marginalità di apparizione stretta tra “movimento” e “governo” : due termini separati dall’assenza della “politica”.
Adesso si è aperta una fase del tutto anomala dove un governo di larghe intese la cui composizione, a partire dalla figura del Presidente del Consiglio, presuppone sostanzialmente un commissariamento dell’Italia con una sospensione della dialettica politica.
Così mentre si stanno attendendo gli effetti di questo decisionismo dall’alto, nell’incertezza, si sta pensando a un tentativo per un nuovo bipolarismo imperniato su reciproche “conversioni” sia da destra sia da parte dell’antipolitica populista la cui onda aveva portato al potere un progetto meramente “sostitutivo” come quello rappresentato dal M5S (viene in mente il Revelli delle “due destre”).
In queste condizioni la scelta di recuperare una soggettività di sinistra partendo dall’opposizione è scelta molto difficile ma necessaria.
Non si può regalare alla destra il monopolio della dialettica politica.
Serve un’opposizione posta al di fuori da un recinto di arroccamento: un’opposizione per l’alternativa della quale si possono delineare alcuni tratti distintivi sul piano del progetto, avanzando anche qualche proposta sul terreno operativo.
Il campo dell’opposizione per l’alternativa va riempito con un’ipotesi progettuale di ampio respiro posta prima di tutto a livello europeo: occorre rovesciare la filosofia delle tendenze maggioritarie in atto attraverso, prima di tutto, le lotte sociali ma egualmente, proprio nel momento più acuto dell’emergenza sanitaria che richiede una capacità di scelta, attraverso un’idea di gestione della realtà a partire dal ruolo del “pubblico” rispetto a quello del “privato”.
In secondo luogo è necessario rivolgersi al quadro politico reclamando con forza che l’ipotesi alternativa principi proprio dalla proposta di un modello di democrazia impostato sulla centralità della democrazia parlamentare e sul privilegio della rappresentatività rispetto alla governabilità.
Si tratta di punti forse enunciati banalmente : ma rimane, tutta intera, la necessità di sottolinearli ogni qual volta si tenta la strada dell’analisi dello stato di cose in atto, in Europa come in Italia.
Per muoversi in questa direzione, però, è necessario ribadire la necessità che una sinistra d’opposizione e d’alternativa si ponga il tema della costruzione di una adeguata soggettività politica.
La scelta di Sinistra Italiana coraggiosamente assunta in una dimensione parlamentare del tutto sfavorevole, non deve essere lasciata isolata ma posta proprio sul terreno di una opposizione che riconosce la complessità di una fase nella quale si deve porre dialetticamente il tema della soggettività a sinistra nella costruzione dell’alternativa.
Tutto questo va avviato mentre permangono attivi punti di contraddizione sociale che risulteranno vieppiù alimentati dall’inasprirsi delle condizioni materiali imposte dalla straordinarietà del momento storico.
Punti di contraddizione sociale ai quali deve essere offerta non soltanto una sponda di lotta ma una visione di prospettiva e la presenza di una capacità politica capace, insieme, di orientamento pedagogico e di egemonia.
Serve muoverci con il massimo della rapidità possibile nella direzione di colmare questo vuoto producendo riflessione teorica e forme di capacità organizzativa, ponendoci in alternativa alla “coalizione dominante”.
L’obiettivo di fondo, però, da perseguire non in tempi “storici” deve essere quello di formare un partito della sinistra alternativa superando nei fatti la dimensione di divisioni storiche (come si è tentato di fare con la proposta del “Dialogo Gramsci – Matteotti”) ed evitando di assumere le “issues” emergenti una per volta, in forma corporativa e lobbistica, come da più parti, ad esempio, si sta cercando di sviluppare nel caso della questione ambientale .
La questione ambientale isolata e fatta oggetto di vertenzialità “governativa” non può rappresentare il fondamento di una formazione posta in grado di affrontare, insieme, il vuoto politico e la disgregazione sociale.
La questione ambientale, infatti, non può essere disgiunta da una articolazione sempre più larga delle fratture sociali, in un quadro che può essere riassunto come di “rivoluzione passiva” che sta modificando profondamente la relazione tra struttura e sovrastruttura.
Eguale discorso dovrà essere avanzato rispetto al rapporto tra tecnologia e politica. L’analisi critica del rapporto tra tecnologia e politica deve far parte di quel processo che dobbiamo portare avanti attorno al“rovesciamento di senso” all’interno del mondo del lavoro, avvenuto con il passaggio dalla prevalente identificazione “di classe” in una struttura collettiva, a una visione di carattere individualistico. Visione di carattere individualistico che soggiace ad un predominio della tecnica sull’azione umana, così come identificato nelle ultime elaborazioni di Emanuele Severino.
Infine, sul piano dell’organizzazione politica: si può affermare e scrivere qualsiasi cosa ma i partiti, pur nel modificarsi del loro modo d’essere e di organizzarsi in ragione delle profonde trasformazioni dovute all’innovazione comunicativa e del loro impatto sull’assetto sociale, rimangono essenziali e devono recuperare anche la funzione di “integrazione di massa” di vera e propria formazione politica, non restando soltanto soggetti destinati a fornire “quadri” per un’indistinta, simil- tecnocratica (in realtà ferocemente classista) gestione del potere.
Alternativa dunque, alternativa di fondo: nella prospettiva compiuta di trasformazione della società ,di posizione rispetto al quadro politico, di capacità di costruzione dei “quadri”.
E opposizione, opposizione netta e puntuale, all’insieme dello stato di cose presenti.
Concludo citando Paolo Favilli da un suo intervento pubblicato dal “Manifesto”: “Il nostro impegno, insomma, deve essere quello di preparare un “ad ogni costo” dalla parte dei dominati, invece che dalla parte dei dominanti”.
martedì 16 febbraio 2021
lunedì 15 febbraio 2021
Can Europe’s Center Left Survive Another Crisis?
Can Europe’s Center Left Survive Another Crisis?: The Great Recession sent Europe’s social-democratic parties into a tailspin, exposing the contradictions of their political model. Now they face the pressure of another economic downturn, without having recovered from the last one or developed a convincing new vision.
domenica 14 febbraio 2021
Da Autostrade a Alitalia, ex Ilva, rete unica e Mps: i dossier irrisolti su cui Draghi dovrà scegliere tra statalismo e soluzioni "di mercato" - Il Fatto Quotidiano
Da Autostrade a Alitalia, ex Ilva, rete unica e Mps: i dossier irrisolti su cui Draghi dovrà scegliere tra statalismo e soluzioni "di mercato" - Il Fatto Quotidiano: L’ingresso di Cassa depositi e prestiti in Autostrade per l’Italia, l’ennesimo salvataggio di Alitalia, la creazione della rete unica pubblica in fibra, la concretizzazione dell’ingresso di Invitalia nell’ex Ilva accanto ad Arcelor Mittal. Oltre all’uscita del Tesoro dal capitale del Monte dei Paschi di Siena una volta completato il piano di ristrutturazione, come previsto dagli …
sabato 13 febbraio 2021
Franco Astengo: Un governo di spartizione
UN GOVERNO DI SPARTIZIONE di Franco Astengo E’ proprio il caso di approfondire un attimo il tema delle ragioni di fondo della formazione del governo Draghi e dell’orizzonte che si sta delineando in rapporto al complesso del quadro di relazioni internazionali.
Sotto questo aspetto il profilo del ministero appare di livello particolarmente basso essendo due dicasteri – chiave come quello degli Esteri e quello della Difesa affidati a correnti di partito, dove invece sarebbe occorso un segnale forte anche sul piano della scelta delle personalità da impiegare e tenuto conto che l’Italia è priva da moltissimo tempo di una politica estera.
Riassumo schematicamente:
1) se il governo nasce davvero sulla spinta dell’intreccio tra recovery plan / transizione ecologica di marca 5 stelle arriva in ritardo rispetto alla situazione che si sta determinando sul piano geopolitico globale. La questione della cosiddetta “transizione ecologica” richiederebbe, infatti, una combinazione tra questione energetica e questione climatica di cooperazione multilaterale a livello globale. Come stava del resto nel programma elettorale di Biden: un insieme di questioni che avevano spinto molto la presenza della sinistra democratica USA, in particolare rispetto alle sue/suoi esponenti più giovani e radicali.;
2) Con ogni probabilità siamo davanti a un mutamento di scenario e a un cambio , più o meno forzato (forse meno che più) nella politica del nuovo governo USA. Il livello di scontro con la Cina, infatti, richiederà la costruzione di una nuova alleanza, prima di tutto in Asia e poi anche in Europa come la descrive Colby nel nuovo numero di Limes. Un’alleanza strategica capace di fronteggiare la minaccia portata dal regime di Pechino sul piano economico, ma anche su quello militare e della contrapposizione tecnologica. Insomma gli USA, finita l’epoca del gendarme del mondo, punteranno, per quello che riguarda l’Europa, alla riapertura di un “ciclo atlantico” accentuando (per scarsità di risorse) il disimpegno in Medio Oriente e in Africa. In questo quadro diventa problematica la cooperazione multilaterale sui temi energetici e climatici (qualcuno ha già avvertito Biden dell’impossibilità di concessioni alla Cina su Taiwan e Hong Kong come merce di scambio proprio sulla questione climatica).
Così verrebbe a mancare (almeno apparentemente) uno dei pilastri fondativi del nuovo governo italiano: sull’altro, quello dei denari europei, il capitolo è aperto, il rischio di allocazioni sbagliate reale. Intanto si può già affermare che quello del MES era semplicemente uno specchietto per le allodole e che il governo è nato meramente come governo di “spartizione” (torna qui il tema della composizione correntizia) e che forse questo era, molto semplicemente, l’obiettivo di chi ha prodotto la crisi.
venerdì 12 febbraio 2021
Felice Besostri. San Giorgio cosa deve fare? Vedo profilarsi un rischio, si sta cambiando surrettiziamente la forma di governo in modo netto | Jobsnews.it
giovedì 11 febbraio 2021
PER UNA SVOLTA DELL’URBANISTICA MILANESE di Gian Paolo Corda
Assemblea dei Socialisti di Milano
Sabato 6 febbraio 2021
Rincuora una assemblea come quella di oggi che vede nascere il tentativo di dare voce unitaria al Socialismo milanese, dopo mesi, se non anni in cui se ne è perduta perfino la speranza.
Il mio contributo di oggi non riguarda, se non per concordare, questo rinnovato sforzo di unità socialista, ma vuole dare, in vista delle prossime scadenze amministrative, un contributo utile ad articolare la proposta dei socialisti milanesi in rapporto al tema della “costruzione della città” e alla necessità di dare una svolta alla politica urbanistica di Milano negli ultimi quindici anni.
Ho militato per anni nel Partito socialista a partire dai primi anni Settanta e devo molto della mia formazione alla scuola del lavoro paziente e creativo della mia sezione di viale Monza.
Ho vissuto la stagione felice Decentramento amministrativo per più mandati, come capogruppo e vicepresidente del Consiglio di Zona 10 Monza-Padova.
Anni di crescita del Partito Socialista fino alla mancata celebrazione del suo centenario nel 1992.
Nel giugno del 2000, in applicazione della legge regionale 9 del 1999, Milano ha conosciuto, con l’approvazione del “Documento di Inquadramento delle politiche urbanistiche comunali”, un diverso modo del fare urbanistico che, superando la rigidità del tradizionale Piano Regolatore e ispirandosi alla tradizione anglosassone, metteva al centro il progetto architettonico e urbano accompagnato da un piano di struttura, contenente le strategie di sviluppo urbano e regionale, cui essere soggetto per le verifiche degli aspetti di coerenza.
Ad influire su questo diverso orientamento concorrevano la necessità:
- di un fare urbanistico che non operasse “in negativo” apponendo vincoli urbanistici, resi inattuali dalla dinamica urbana, ma “in positivo” attraverso progetti attenti all’evolversi dei bisogni;
- di regolamentare e rendere trasparente il processo di contrattualizzazione tra potere pubblico e iniziativa privata, superando la discrezionalità di un’urbanistica “contrattata”, che proprio sulla rigidità del piano aveva coltivato le proprie distorsioni.
Il Documento di Inquadramento delle politiche urbanistiche comunali, cui ho avuto la fortuna di collaborare, predisposto con il coordinamento di un grande urbanista socialista, Luigi Mazza, da Lanfranco Senn della Bocconi, Guido Bardelli, Luciano Minotti del PIM e da uno staff tecnico di prim’ordine del Comune con Emilio Cazzani e Giovanni Oggioni, era un vero e proprio piano di struttura in quanto assoggettava la flessibilità progettuale propria dei Programmi Integrati di Intervento, al rispetto di un impianto strategico che conteneva gli elementi strutturali irrinunciabili dell’Amministrazione:
- la localizzazione delle grandi funzioni urbane (sanitarie, universitarie, di ricerca scientifica e tecnologica),
- la politica delle infrastrutture di mobilità (in primis quelle ferroviarie) deputate ad uno sviluppo ordinato della tendenza insediativa nella città e nell’area metropolitana,
- la promozione di un’edilizia sociale capace di dare risposta al ceto medio, con edilizia convenzionata e agevolata, e ai ceti meno abbienti, con edilizia sovvenzionata.
Gli anni che sono seguiti hanno visto sorgere, e cito solo i tre più significativi, CityLife sul polo storico della Fiera, Porta Nuova che si trascinava da quarant’anni senza esito, il Portello sulle aree dell’Alfa Romeo.
Tre interventi di rigenerazione urbana, diversamente giudicabili, che hanno tuttavia cambiato il volto della città e la cui esperienza merita una attenta riflessione.
In questi, come in altri, è stata sì attuata la flessibilità concessa ai grandi operatori che hanno guardato al mercato immobiliare, ma l’Amministrazione non è parsa in grado di far valere le ragioni del piano di struttura, che pure si era dato; ragioni decisive per lo sviluppo dell’area metropolitana, volte “al perseguimento del bene comune” e a dare risposta ai bisogni reali di ampi strati della popolazione.
Per conto si è assistito e si rischia di continuare a perseguire:
- la pratica riduttiva di una contrattazione sostanzialmente basata sulla quantità di “verde” e sulla quantità delle volumetrie, in assenza di qualunque strategia generale;
scelte deboli quali:
- il prefigurare come modello per una che appartiene al network delle città mondiali, la città dei 15 minuti, costituita da 88 quartieri dotati di servizi primari nei quali si gira a piedi o in bicicletta;
- il teorizzare ed attuare un’urbanistica definita “tattica” che si riduce a colorare, con esiti estetici dubitevoli, spazi liberi residuali;
- enunciati forti ma privi di ogni verifica di fattibilità, quali quella di prospettare una città in cui si riduca del 50% la mobilità personale motorizzata a uso privato (previsto dal recente Piano Aria e Clima adottato nel dicembre scorso), non considerando che in assenza di uno sforzo straordinario in investimenti in infrastrutture di trasporto (e conseguenti costi di gestione a carico della collettività) si limiterebbe radicalmente l’accessibilità a Milano di quanti vi entrano per lavorare, studiare e accedere ai servizi, portando ricchezza alla città, e mortificando la mobilità interna alla città, in quanto caratteristica dell’abitare contemporaneo è la sinergia di relazioni di prossimità e di relazioni a distanza.
In questa stagione mutata strutturalmente dalla pandemia, occorre riaprire la questione urbanistica non per ritornare alla rigidità del piano ma per tornare a definire, nella partecipazione, la strategia sul futuro attendibile di Milano, vista non come Municipio ma come polo centrale di una vasta area metropolitana, per superare la diseguale dotazione di servizi e di funzioni nobili e di opportunità di movimento con mezzo pubblico: uno sviluppo cui pubblico e privato debbono poter concorrere.
La ridefinizione dello sviluppo della città nel recupero degli Scali ferroviari dismessi costituisce la grande occasione per la prossima amministrazione.
Occorrerà ri-contrattualizzare le funzioni da insediare, la dotazione di edilizia sociale e, soprattutto, trattandosi di FS, gli investimenti necessari a dotare la città e la sua area metropolitana di un moderno trasporto rapido di massa sostenuto:
- da un adeguamento infrastrutturale del nodo ferroviario di Milano, che consenta la totale integrazione dei servizi comprensoriali, interpolo, regionali e di lunga distanza, su cui attestare le altre modalità di trasporto;
- dal perfezionamento della rete ferroviaria di connessione con il centro Europa in continuità con l’AlpTransit, strategico, per passeggeri e merci, nell’interesse di Milano, della Lombardia e dell’intero Paese;
- dalla trasformazione in moderni centri di interscambio modale delle principali stazioni della rete regionale, con parcheggi sicuri, auto e bici in sharing, che rendano razionale ed efficace il trasbordo intermodale, e che divengano dei veri e propri “condensatori urbani” con insediamenti terziari pubblici e privati, dotati magari di edilizia residenziale universitaria, residenze temporanee, spazi per il co-working).
Solo a partire da un assetto strutturale forte, è possibile dare corpo alla Città Metropolitana, magari più vasta di quella prefigurata dalla Legge Delrio, con un proprio consiglio e un proprio sindaco eletto.
mercoledì 10 febbraio 2021
martedì 9 febbraio 2021
Presidenziali in Ecuador. Boom della sinisitra, un indigeno al ballottaggio - Diritti GlobaliDiritti Globali | il sito di SocietàINformazione Onlus e del Rapporto sui diritti globali
lunedì 8 febbraio 2021
Tassare i ricchi è l'ultimo tabù rimasto nel dibattito politico italiano. La patrimoniale citata dalla Corte dei Conti sparisce nel nulla - Il Fatto Quotidiano
Per un’economia della complessità - Economia e Politica
Per un’economia della complessità - Economia e Politica: Riceviamo e volentieri pubblichiamo la Prefazione di Francesco Saraceno al libro di Mauro Gallegati, “Il mercato rende liberi”, LUISS, 2021. Dove ha sbagliato l’economia “mainstream” nel creare le […]
L'appello: «La Bce cancelli il debito, ora 2.500 miliardi per la ripresa» - Diritti GlobaliDiritti Globali | il sito di SocietàINformazione Onlus e del Rapporto sui diritti globali
domenica 7 febbraio 2021
sabato 6 febbraio 2021
venerdì 5 febbraio 2021
Il martedì nero in cui arriva l’uomo forte e si apre un vaso di Pandora - Diritti GlobaliDiritti Globali | il sito di SocietàINformazione Onlus e del Rapporto sui diritti globali
giovedì 4 febbraio 2021
Roventini, l'economista anti austerity vicino al M5s: "Draghi ottima scelta, è per politiche espansive. Non toccherà reddito di cittadinanza" - Il Fatto Quotidiano
Il secolo breve dello Stato sociale - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro
Il secolo breve dello Stato sociale - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: La parabola dello Stato sociale del Novecento è andata esaurendosi dopo gli anni ’80. Un volume ripercorre la storia del welfare italiano dalla grande guerra al fascismo, dal dopoguerra alle riforme sociali degli anni ’60 e ’70, concentrandosi sui temi: sanità, previdenza, assistenza.
2021 Will Be a Make-or-Break Year for Norway’s Left
2021 Will Be a Make-or-Break Year for Norway’s Left: With an election due this autumn, Norway’s once-dominant Labour Party has been out of government for almost a decade. If the Norwegian left can’t recapture the spirit that underpinned its greatest achievements, an impressive legacy of social reform will be under threat.
L'incarico a Mario Draghi, alla prova di una crisi di sistema - Diritti GlobaliDiritti Globali | il sito di SocietàINformazione Onlus e del Rapporto sui diritti globali
Formica: «Draghi? nessuna forza in Parlamento ha interesse a mettersi di traverso in questa fase, significherebbe andare contro il Paese» - nuovAtlantide.org
Franco Astengo: La demagogia trasformistica
LA DEMAGOGIA TRASFORMISTICA di Franco Astengo
E’ evidente come risulti del tutto prematura la formulazione di un giudizio sul tentativo di Draghi di formare un governo essendone incerta la struttura, la base parlamentare, il programma.
Purtuttavia alcune considerazioni sulla condizione generale del sistema politico italiano possono egualmente essere avanzate.
Da molti anni, in settori minoritari della sinistra, si sta cercando di insistere sulla necessità di un’analisi riguardante l’estrema fragilità del sistema politico italiano.
Un sistema fragile segnato profondamente dal trasformismo.
Un sistema che, nel suo insieme, ha finito con l’arroccarsi su logiche di distruttiva autoconservazione.
Fragilità che oggi viene alla luce in una dimensione davvero complessa da affrontare.
E' necessario uno sforzo di riflessione e l'elaborazione di una proposta politica da destinare ad essere sottoposta prima e poi al giudizio elettorale.
Una proposta politica avanzata da una "Sinistra Costituzionale" attraverso la cui costruzione fornire finalmente una risposta alla parte dell'elettorato più coerente e responsabile che si è pronunciato per il "NO" nel referendum del settembre 2020: da quel "no" sarebbe stato necessario ripartire perché il tema della democrazia costituzionale tornasse ad essere centrale perché rimane quello più urgente, importante, attorno alle cui coordinate di fondo raccogliere il modificarsi di qualità delle contraddizioni sociali in un progetto di alternativa.
La responsabilità dello stato di cose in atto non è certo tutta di Renzi che ha sicuramente lavorato in conto terzi inserendosi nel totale distacco dei principali centri del potere finanziario e politico dal Paese reale e dalle sue fratture sociali.
La responsabilità maggiore spetta, invece, alla leggerezza con la quale, all’interno del sistema, è stato permesso al M5S di raccogliere una messe di consensi ottenuti sulla base di opzioni meramente demagogiche senza che si verificasse un contrasto reale di progetto alternativo.
Questo elemento, della resa verso i 5 stelle nel periodo 2013-2018, è risultato esiziale perché ha consentito che si inoculassero nel sistema forti dosi di demagogia a livello di riscontro di massa, oltre a quelle che erano già state inserite attraverso la crescita esponenziale del fenomeno della personalizzazione.
Processo di personalizzazione della politica alimentato fuori misura da un’idea della governabilità intesa come fattore esaustivo dell’azione politica ( e conseguenti leggi elettorali).
Un mix micidiale: governabilità e personalizzazione (personalizzazione esercitata dalla base del sistema, ai livelli più bassi: cui è stata data una mano con l’elezione diretta di presidenti e sindaci, oltre che con le primarie, meccanismo che pare per fortuna abbandonato) .
Il risultato dell’intreccio tra governabilità intesa come mero esercizio del potere e personalizzazione della politica a tutti i livelli è stato quello quello dell’emergere del fenomeno della demagogia trasformistica .
Una demagogia trasformistica che si è accompagnata alla crescita delle diseguaglianze e alla sparizione della middle-class: un quadro di impoverimento generale che ha causato il formarsi di una sorta di alleanza tra il “ventre molle” della borghesia e l’individualismo competitivo, che alla fine, ha assunto la veste di una domanda di tipo assistenzialistico – corporativo, con la perdita di ruolo nell’insieme dei corpi intermedi di mediazione sociale e politica (il tema dello scontro sulla governance del recovery-plan risiede tutto in questo quadro appena definito. Sarà su questo punto che, dopo tante parole, si misurerà davvero il rapporto con l’Unione Europea).
Una domanda di tipo assistenzialistico – corporativa cui si è cercato di fornire due tipi di risposta:
1) la chiusura nazionalistica (che sempre accompagna il fenomeno corporativo)
2) la già citata demagogia trasformistica (storicamente presente nel sistema politico italiano).
Con queste due risposte, entrambe presenti nell'attualità, non siamo andati lontani da una antica rievocazione dell' "autobiografia della nazione".
Così è sparita la sinistra, incapace di riconoscere le contraddizioni reali sulla base delle quali stava trasformandosi la società italiana.
A questo punto c’è ancora chi ,addirittura, sta pensando a una alleanza strategica con un movimento che si è fondato, nel periodo del suo successo, su questa demagogia trasformistica caratterizzata dal prevalere dello “scambio politico” sull’appartenenza e sull’opinione.
Un movimento demagogicamente trasformista caratterizzato da una logica del potere per il potere intesa come cifra di costruzione di un consenso effimero , anche pericoloso nelle forme in cui si è realizzato ed espresso, e attraverso la cui caduta rischia di affermarsi una destra nazionalista, e corporativa fino al punto da esprimere pulsioni di tipo razzista.
I rischi per la democrazia italiana risultano molto alti: al di là dell'esito possibile dell'operazione Draghi (già messa in preventivo da tempo) appare proprio il caso di lanciare un vero e proprio allarme per la credibilità di un sistema profondamente malato.
Servirebbe un progetto all'interno del quale il tema del ruolo delle istituzioni inteso nel solco della difesa della democrazia repubblicana dovrebbe avere come riferimento centrale la necessità urgente di rilegittimazione del sistema.
Una legittimità del sistema che nessun tipo di governo, tanto meno "del Presidente" in questo momento può porre in atto.
mercoledì 3 febbraio 2021
martedì 2 febbraio 2021
lunedì 1 febbraio 2021
Lavoro, l'economista: "Il mercato va peggio di quel dice il dato sugli occupati. Aumentate le disuguaglianze di genere, età e qualifica" - Il Fatto Quotidiano
La prospettiva dei diritti globali e la sinistra - Diritti GlobaliDiritti Globali | il sito di SocietàINformazione Onlus e del Rapporto sui diritti globali
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