sabato 1 febbraio 2014

PERCHE’ LA SINISTRA: LEGGE ELETTORALE E CONCETTO DI RAPPRESENTANZA POLITICA di Franco Astengo

PERCHE’ LA SINISTRA: LEGGE ELETTORALE E CONCETTO DI RAPPRESENTANZA POLITICA di Franco Astengo

21 commenti:

Felice ha detto...

si può aggiungere alle considerazioni di Astengo. che condivido in quanto in generale, e in particolare per l'Italia sono un proporzionalista, anzi per la stampa di regime sono " un rigurgito proporzionalista". Se appena la sinistra, oltre che un luogo, fosse anche un'idea sarei per un soglia si accesso. Ora le combatto per ragioni di principio, ma politicaente penso che se una SINIUSTRA RIFORMISTA o ALTERNATIVA NON RAGGIUNGE IL 5% DEI VOTI VALIDI, PER DI PIù CON PARTECIPAZIONE CALANTE, VUOL DIRE CHE HA UN GRUPPO DIRIGENTE FALLITO E CHE E' PRIVA DI CREDIBILITà. Essenza della decrazia parlamentare è il dibattito pubblico che precede le deliberazioni sia nel Parlamento che nell'Opinione Pubblica. diventare monocamerali, con meno deputati, con appena 3 partiti e con un sistema mediatico asservito, talmente asservito che paradossalmente l'Unità è tra i giornali più pluralisti, è la fine della democrazia. Il processo è stato sistematico ed iniziato dal centro-sinistra, cominciando con i Sindaci/Podestà elettivi, continuando con i RAS Cacicchi travestiti da presidenti di Regione. L'importante è decidere e non governare, essere autoritari piuttosto che autorevoli. I costi della politica non sono la mala amminjstrazione, gli sprechi clientelari e i maggiori cosri della corruzione: sono le indennità dei rappresentanti elettivi, non importa che manager pubblici siano pagati ciascuno come decine di parlamentari anche se con i conti in rosso. Prpruo perchè sono per la seocrazia rappresntaiva snza vincolo di mandato condanno quei consigliri ragionali che hanno dato scandalo e sono la Quinta Colonna di chi vuole sbarazzarci del Prlamento. Non li giustifico a una parete di responsabiliuà ce l'ha chi ha svilito i compiti delle asseblee elettive a favore degli esecutivi monocratici ad elezione popolare diretta. Un parlamento che vota contro le pregiudiziali di costituzionale a grande maggioranza e poi è la stessa maggioranza, che si accorge che deve riscrivere la legge perché incostituzionale. In un paese con opinione pubblica informata perchè l'informazione è libera li avrebbe travolti: invece non è successo nulla, anche perché il Presidente si vese che non ha più la forza fisica per reggere alle tensiuoni.






Felice C. Besostri

Lorenzo ha detto...

: mi sembra assolutamente giusto. mi sembrache questa sia la situazione del Regno Unito, patria della democrazia moderna, da qualche centinaio di anni. Non risulta che si paventi la nascita della dittatura

Dario ha detto...

Caro Borla, il sistema inglese si basa su una Storia plurisecolare in cui da sempre si confrontato due/tre partiti che hanno fatto della democrazia un baluardo e che si basano su valori/ideali condivisi, non mi pare sia che il sistema italiano sia in queste condizioni, sia il PD che FI sono due confederazioni tenute assieme solo dall'idea del "potere".
Alla domanda "perchè vi piace Renzi?" la risposta degli intervistati non è stata come sarebbe avvenuto altrove "perchè è un ottimo premier con un bel programma politico" bensì "perchè ci farà vincere", che evidenzia come l'unico obiettivo dei piddini sia vincere non governare bene.
A parte il fatto che non è neppure detto che Renzi faccia vincere e gli ultimi dati dei sondaggi danno ormai il CD ampiamente avanti rispetto al CS (perchè se l'obiettivo è vincere il CD è più abile nel fare coalizione), vi auguro di cuore che i vostri sogni si avverino ma temo che come nel 2008 vi sveglierete male.
Fraterni saluti
Dario Allamano

Maurizio ha detto...

Nel Regno Unito c'è da sempre l'uninominale maggioritario a turno unico, non costruzioni artificiose realizzate con premi di maggioranza abnormi e soglie di sbarramento inique (8% per i partiti che vogliono presentarsi da soli). E' un sistema che a me non piace per tanti motivi e infatti da tempo è criticato anche in GB, ma almeno ha una sua serietà e coerenza.
Comunque, al di là dei sistemi elettorali, ogni paragone fra Regno Unito e Italia non regge per evidenti motivi.
Maurizio Giancola

Alberto ha detto...

Sarà forse perchè nel Regno Unito i partiti sono diversi per cultura democratica: intanto hanno da sempre gli stessi nomi e simboli perchè li si cambiano i capi quando portano il partito alla sconfitta, anziché cambiare nome al partito; poi nei loro partiti, non confessionali per cultura, convivono posizioni anche molto distanti senza espellere o emarginare le opinioni minoritarie. Se c’è democrazia nei partiti i partiti possono essere contenitori cosi ampi da non esserci, forse, bisogno di moltiplicare i partiti. Da noi invece oggi i partiti sono culturalmente, e di fatto, “padronali”: o condividi o te ne vai. Più simili a bande armate che a “consessi democratici”. Se, per mancanza di vita democratica, ci devo mettere 40 anni per cambiare le segreterie allora faccio prima a uscire e costruirmi un partito.

Claudio ha detto...

il Cd è avanti al cs perchè l’Italia è un paese di destra, persino di più che la Francia, molto di più di Germania e Inghilterra: il che significa che senza alleanze al centro si governa solo per caso e comunque per poco, perchè abbiamo sempre quelli che fan politica per testimonianza, che di voti ne prendono sempre meno, in % e soprattutto in assoluto, ma ai quali piacerebbe sempre la rendita di posizione della sinistra immobile, buona solo per protestare. Ricordate chi si scagliò di più contro Giorgio Amendola, quando disse “ cambiamo nome , chiamiamoci tutti socialdemocratici, ma vediamo di sbloccare il paese”? Ovviamente Ingrao e il PSIUP, ma poco dopo giunge la scomunica dell’immobile centro del PCI, Longo e Berlinguer

Paolo ha detto...

In poche righe, Allamano pone brillantemente un tema che considero centrale per la sinistra italiana di oggi. Allamano dice: "per il PD" e, se così fosse, sarebbe cosa molto meno importante; dobbiamo invece avere presente che i famosi "tre milioni di votanti alle Primarie" sono il grosso del sostegno attivo alle idee progressiste, di sinistra (di centrosinistra?) in Italia e, senza di loro, si fanno solo gruppuscoli più o meno velleitari. L'opinione pubblica cosiddetta "piddina" è cosa molto più rilevante della organizzazione politica PD e anche del ristretto ceto politico che egemonizza il partito.

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Paolo ha detto...

Ma torniamo al punto. I progressisti italiani "sentono" di avere un qualche diritto ad essere maggioranza, a governare; obbiettivo della politica non è affermare le proprie idee, la propria visione del mondo, è "vincere". Perciò il leader migliore non è quello che fa le proposte più condivisibili, è quello che aumenta le possibilità di successo, per qualunque via ci arrivi. Da dove viene questo curioso "sentire"? La radice lontana potrebbe essere nella cultura del PCI: il partito di Togliatti è grande e giusto e, per definizione, ha sempre ragione. Poi, fra i '70 e gli '80, l'immagine si aggiorna; il partito della classe operaia, dei lavoratori, diventa "il partito degli onesti". E, ovviamente, gli onesti hanno diritto di governare e di cacciare all'opposizione tutti gli altri che, in quanto non aderiscono al partito degli onesti, o non capiscono, o, se capiscono, sono disonesti.

Paolo ha detto...

Pensare di "aver sempre avuto ragione" diventa un po' più difficile dopo l'89, la Bolognina, ecc. A questo punto, arriva in aiuto Berlusconi. Berlusconi, effettivamente, è un po' repellente, con la sua disinvoltura verso tutti i valori, il suo ottimismo finto da piazzista, l'improntitudine con la quale ostenta le tendenze peggiori che stanno dentro ciascuno di noi e che abbiamo imparato faticosamente a tenere a bada con l'educazione ai valori e anche, semplicemente, con la buona educazione. Non è difficile ritenere Berlusconi appartenente ad un tipo umano inferiore e, per proprietà transitiva, ritenere inferiori anche i suoi sostenitori. In questo giudizio, con gli ex- PCI convergono moltissimi cattolici, soprattutto cattolici militanti del cattolicesimo popolare, delle associazioni, del volontariato, ecc. Con questo apporto compaiono in primo piano sfumature moralistiche a sfondo sessuale (che, del resto, non mancavano nemmeno nel vecchio grande partito): Naomi, Ruby, le escort baresi, le olgettine…. A questo tipo non si potrà certo permettere di governare l'Italia, vero?

Se c'è una differenza antropologica fra "noi e loro", è ovvio che tutti i "buoni" devono stare dalla stessa parte, nello stesso partito, che diventa il "partito democratico" (perché? gli altri non sono democratici? R: no, non lo sono). Salvati dice: abbiamo bisogno del partito democratico per superare il "legno storto" delle tradizioni politiche italiane.

A questo intingolo si aggiunge poi l'ultimo ingrediente: gli "scienziati della politica", che ci spiegano come fare a meno di quel piccolo, trascurabile particolare che è il consenso della maggioranza: spostare il potere dagli organi legislativi elettivi agli esecutivi (leggi Bassanini), premiare le maggioranze relative, personalizzare la scelta dell'elettore, spostandola dal programma, dalle idee alla persona del candidato. Tutto questo dovrebbe assicurare la "governabilità". Poco conta che, alla prova dei fatti, il supposto effetto virtuoso non si sia verificato per niente; l'opinione pubblica non segue le regole della scienza sperimentale, il messaggio maggioritario è diventato senso comune.

Veltroni ha rappresentato il primo prodotto di questa trasformazione della sinistra e ha pagato il suo essere un precursore. Renzi vi aggiunge, nel male, un sovrappiù di affabulazione mediatica e di disinvoltura manovriera; nel bene, un coraggio e una determinazione che i suoi predecessori non avevano. In sostanza, ben lontano dall'essere il nuovo, è l'ultimo prodotto di questa lunga storia.

In questa luce, si capisce il consenso della base a questa orrenda legge Italicum, incostituzionale nelle forme, ma soparattutto illiberale nella sostanza. L'opinione pubblica prevalente non è urtata dall'indubbia prepotenza che si sta realizzando a spese dei "divergenti", siano essi Ferrero, Fratelli d'Italia o persino Grillo. Vede con favore che la politica italiana si trasformi in un'Armageddon fra le armate del bene e del male. Anche per questo, mi son convinto recentemente che questo mostriciattolo passerà. Purtroppo, poi, non è affatto detto che ad Armageddon vincano i buoni

Lorenzo ha detto...

Caro Allamano, riassumendo, gli inglesi sono civili mentre gli italiani sono dei baluba, e dunque bisogna stare attenti che qualcuno non ne approfitti saltando sul cavallo bianco come Mussolini nel ’22. Intendiamoci, c’è del vero, nel senso che il nostro grado di maturità civile e politica, il nostro senso dello Stato e della comunità nazionale, il nostro grado di istruzione media, sono purtroppo molto carenti. La più semplice dimostrazione di ciò è il voto a Grillo, e prima ancora a Berlusconi. Sarebbe possibile, in Inghilterra, un voto per un Grillo locale al 25%? Sono anche d’accordo sulla tua affermazione che “ci piace Renzi” perché “ci farà vincere”. Infatti dopo 50 anni di fedeltà al pensiero di Riccardo Lombardi, lo scorso anno sono passato a Renzi, e non sto a ripeterne qui le molte ragioni, ma prima fra tutte, lo svecchiamento della sinistra. D’altra parte i voti delle primarie Renzi li ha presi soprattutto, come giustamente ha osservato qualcuno, dagli “orfani di Berlinguer”. Nel mio caso orfano di Lombardi. Capisco che il centrodestra è in vantaggio (“ampiamente avanti”): ma colgo nel sentire queste parole anche una certa soddisfazione. Non sarà l’eterna vocazione della sinistra perdente? Ma tu pensi veramente che, se al posto di Renzi ci fossero Cuperlo o Civati, avremmo maggiore possibilità? Che ci verrebbe una valanga di voti dalla sinistra delusa? Io ne dubito. Cordialmente. Lorenzo Borla





Martelloni ha detto...

il partito a vocazione maggioritaria (e chi non ce l'ha?) di Veltroni è tracimato in quello di Renzi. Il risultato sarà molto probabilmente analogo. Il PD crescerà in voti, ma il centro-sinista perderà e non ci saranno in Parlamento partiti politici propriamente «di sinistra». L'anomalia italiana verrà definitivamente cancellata americanizzandola (ma all'italiana). Renzi ci spiegherà che :«è il bipolarismo, bellezza! E almeno il sistema politico italiano si è stabilizzato! Vinceremo alle prossime! (???)» E non ci sarò più nessun d'Alema a chiedergli il conto perché partito e gruppi parlamentari saranno ormai felicemente eplasticamente renziani. Non va bene.

Dario ha detto...

caro Lorenzo,
gli italiani non sono baluba, sono un popolo che si pensa furbo e che da sempre si fa fregare dall'ultimo venditore di tappeti. Vincere è certamente l'obiettivo più importante per un partito politico, ma la cosa che mi ha lasciato esterrefatto è che il vincere (vinceremo) è diventato nel corpo profondo del PD l'unico fine, emerge ormai la pulsione profonda di chi tende al raggiungimento del potere per il potere, non per fare qualcosa di utile per gli italiani. Emerge poi (anche dalla tua risposta) una insofferenza verso le critiche e tutto ciò mi preoccupa, significa che anche molti compagni, che come te vengono da una nobile storia, hanno ormai acquisito in pieno una cultura non propriamente democratica, anche se militano in un partito che si dice "democratico".
Fraterni saluti

Franco ha detto...

Non possiamo avvicinarci a loro perchè storia e legami sociali del sistema politico italiano sono diversi. Con l'astensione sopra il 30% e la forza bipolare che si intende realizzare attraverso la legge elettorale in discussione il sistema avrà forti difficoltà a reggere e potrebbe scivolare nell'anticamera di un sistema autoritario che qui vedo fortemente sottavalutato. Del resto il profilo bipolare raggiunto con fatica nel 2001 prevedeva coalizioni larghe e poco coese per non dire peggio. Molto meglio una proporzionale che "pesi" davvero le forze politiche. Certo che un sistema senza baricentro...un vero capolavoro: distruzione dei partiti, sistema elettorale anticostituzionale. Sotto questo profilo, non parlo di economia e di sociale, un vero disastro. Certo non risolvibile con il "nuovismo", la personalizzazione fuori tempo, l'idea dell'uomo solo a comando. Un giro c'è molta mistificazione, forse troppa, ed è questo il dato insopportabile. Franco Astengo

Felice ha detto...

Alle primarie si danno le preferenze, se son buone per le primarie perché no per le elezioni?Basta una legge sui partiti politici per discriminare partiti piccoli e partitini fasulli: ai suoi tempi il PRI era un picolo partito, ma che ha daro un grande contributo al governoi del Paese. Rileggetevi il discorso di Nenni nella discussione sulla legge Mortati del 1953( è vero, visti porcellum e italicum, è imgiusto chiaarla legge truffa) e capirete cosa è la governabilità. I partitini hanno prosperato per ingordigia dei grandi partiti che per spartirsi i soldi dei non votanti non hanno previsto che il rimborso fosse dato come in Germania e Francia per i voti validi espressi per una lista e nonsulla base degli elettori iscritti nelle liste elttorali € 5,00 per elettore. I partitini si sono sviluppati per gli abnormi premi dà maggioranza[ mi piace il calembour] decisi dai grandi partiti. La crisi del PdL e la formazione del PD sono stati i fattori di destabilizzazioni delle maggioranze e che stavano per travolgere le istituzioni se non ci fosse stato il sacrificio di Giorgio Napolitano. I franchi tiratori di Marini e Prodi erano di partitini? Qui ci vorrebbe un " ma mi faccia il piacere!" del principe De Curtis o una,pernacchia, ma essendo per 8/8 geograficamente lombardo-veneto non ne son capace




Felice C. Besostri

Lorenzo ha detto...

Caro Dario, di preoccupazioni, è ovvio, sono piene le fosse. Il fatto è che queste preoccupazioni, per troppi anni hanno bloccato il sistema: discutere di tutto, fino alla nausea, per non decidere mai. Insomma, il conservatorismo della sinistra e l’appoggio oggettivo allo status quo, al blocco burocratico/amministrativo (come si dice adesso), alle vertiginose spese istituzionali e a quelle della politica; dovrebbe, a mio modo di vedere, essere lampane e condananbile (come ad esempio lo è, agli occhi di Felice Besostri e di tanti compagni, la incostituzionalità della legge elettorale). Si tuona: , come se fossero delitti: tutto deve rimanere fermo, immobile, bloccato. Come se l’inutilità delle Provincie non fosse nota da decine d’anni (dovevano sparire con la nascita delle Regioni, invece sono servite a creare inutili posti di lavoro nella parte istituzionale e non). Come se la duplicazione dell’iter dell’approvazione delle leggi in due Camere non fosse una enorme palla al piede dell’intero Paese. Quanto alla pulsione profonda che tende al raggiungimento del potere per il potere: la pulsione per il potere esiste da sempre. Quella di identificare politici, o un intero partito, come aspiranti al potere e non al bene comune, mi sembra davvero un tantino arbitrario. Fa piuttosto parte di quei giudizi, o accuse politiche, la cui la dimostrazione oggettiva è difficile da dare, e quindi si va sul sicuro. Infine, l'insofferenza verso le critiche. Se non essere d’accordo con le argomentazioni dominanti (in questo blog, che per me resta una utile palestra dialettica) e cercare di portare ragioni del mio dissenso (mai credo, affermazioni dogmatiche, ultimative, definitive, come purtroppo leggo in numerosi interventi) significa insofferenza e cultura non democratica, beh, un poco cado dal pero. Non posso che fare ammenda e scusarmi. Non era nelle mie intenzioni.

Cordialmente. Lorenzo

Lorenzo ha detto...

In tutte le primarie cui ho partecipato conoscevo perfettamente i candidati. Questi candidati (con l’eccezione di Prodi), sono sempre venuti nel nostro Circolo di San Giulaino Milanese a farsi vedere di persona. Suppongo che le primarie per le candidature avverranno allo stesso modo delle precedenti. E allora, una cosa è decidere chi si candida e un’altra è scegliere in una lista, per quanto corta, di candidati conosciuti fino a un certo punto. Scegliendo con le primarie, gli iscritti e i simpatizzanti fanno una scelta meditata e oculata. Dando invece una preferenza, si può essere sicuri che molti non la daranno, qui nel centronord, e che molti nel sud la daranno perché influenzati da fattori estranei. Se invece c’è stato un filtro preventivo, non cadiamo dall’alto. Se è vero che basta una legge sui partiti politici, per discriminare eccetera: ma quando mai si farà? Basterebbe, ma non c’è: non confondiamo i problemi con le soluzioni. Il Pri era un piccolo partito che contava: ma mi sai dire quanti La Malfa vedi in giro? Mi fermo qui. Cari saluti. Lorenzo Borla

Sergio ha detto...

Discussione interessante la nostra: finchè il bipolarismo era costituito da un centro benpensante (Monti e soci) allora eravamo alla fine del bipolarismo coatto e si sarebbe dovuto andare verso un sistema bipolare; crolla il centro casinianmontiano ed emerge una formazione che prende almeno il 20 - 25%, M5S, ma ecco risorgere il bipolarismo come salvezza dell'Italia!

La Corte Costituzionale dopo tentennamenti boccia il Porcellum con motivazioni assolutamente condivisibili ma due partiti (o quasi) si mobilitano per riportarci coattamente al bipolarismo perché "garantisce la governabilità" con tesi discutibili che a me paiono un'imbecillità (o forse una furbata)!

Scusate la provocazione ma che ne è del concetto una testa un voto? Perché si continua a dire che il proporzionale non garantisce la governabilità quando vi sono esempi che provano il contrario?

Proviamo a parlarne col popolo almeno col nostro popolo (c'è ancora?)

Sergio Tremolada (Nuova Società)

Felice ha detto...

tra discutere sempre senza decidere e decidere non importa cosa c'è una differenza. Abolire le province Ok, ma sono tutti cretini nel sresto d'europa a prevedere un ente intermedio tra Comune e regione, di solito previsto in Costituzione? Poi le province non sono state abolite, ma accorpate, l'unica cosa abiolita è l'elettività dell'organo. Simdaci dovrebbero mminstrare questo ente e quelli capoluogo andare anche im Senato. Quante volte? 1 giorno o 2 o 3 alla settimana. e i sindaci di città metropolitana, triplo lavoro? Tutto si lega basta ridurre gli spazi di democrazia e si risparmia. La grande Londra e a Parigi ci sono organi elettivi, coglioni! la riforma era quella della costituzione di Lorenzago affondata nel referendum del 2006. Perchè con quanche riforma regolamentre non si rende più efficace il bicameralismo. Quanto è costato far decadere con la fine della legislatura tutta l'attività legislativa non approvata definitivamente? Di questo non si parla , perché non si diventa eroe demiurgo cambiando una norma regolamentare, ma abolendo il Senato sostituendolo con una Camera di notabili dominata dai partiti è una genialata da libri di storia. E poi scusate, ma sono monomaniaco, non si può votare un mese dopo una sentenza della Corte Costituzionale portare avanti una legge con gravi sospetti di costituzionalità. Chi lo fa è disposto a tutto per il potere e a me ciò non piace.




Felice C. Besostri

Claudio ha detto...

come al solito, concordo con Lorenzo. Le primarie sono un’istituzione valida, che rafforza anche la dignità dell’essere iscritti a un partito. Nel PSF si vota tutto via web: i membri degli organi di partito, i candidati locali e nazionali. Noi non lo facciamo perchè i nostri politici (e sindacalisti) han paura della democrazia, ed è tanto comodo dire che si preferisce la scelta dall’alto alla possibilità di inquinamento mafioso. Che non è tanto facile bloccando le iscrizioni a parecchi mesi prima della votazione delle primarie, come fanno, per l’appunto i francesi

Lorenzo ha detto...

So che in Francia sono vive e vegete le prefetture di Napoleone. Ma in Francia le Regioni sono pressoché inesistenti, hanno compiti molto limitati. Quindi c’è un potere centrale molto forte che governa da sempre (si fa per dire) con i prefetti. In Germania, cito, (Linkiesta). In Uk la situazione è molto intricata e non provo nemmeno a spiegarla (vedi Wiki), comunque ben poco a che vedere con noi. Insomma, nessun paese europeo merita l’appellativo sanguigno di cretino; ma certamente l’approccio è molto più pragmatico del nostro. Leggo che a Londra e Parigi ci sono organi elettivi coglioni: mi dispiace per loro, ma non sono altro che i nostri Municipi. Ancora, sempre per quel che riguarda le provincie, cerchiamo di non vendere la pelle dell’orso. Cito il Sole24Ore di oggi: . Chi vivrà vedrà. Cordialmente. Lorenzo Borla


Alberto ha detto...

Caro Borla, ma quale azienda dovendo ristrutturarsi spara cazzate qua e la senza darsi prima più piani di fattibilità su ciò che intende fare? In Italia ci sono Regioni ( come il Molise, o la Basilicata per citarne solo due) più piccole di tante Province. Ci sono Regioni “autonome” che sono idrovore di ladrocinio pubblico. Ci sono oltre 40mila consorzi ( con consigli di amministrazione di trombati) di non si sa cosa con competenze che essendo territoriali potevano benissimo essere sciolti dalla sera alla mattina e le competenze ritornate tutte alle Province. E noi che facciamo? proponiamo di sciogliere le province, così al loro posto sorgeranno altre migliaia di consorzi che sono doppioni di altri consorzi e così via. E questo solo perchè, come dice giustamente Besostri ogni cazzata ripetuta due volte a “Porta a Porta” o a La 7, diventa una verità. Ma è così difficile ragionare a tutto tondo, sulle diverse articolazioni amministrative di un sistema pubblico democratico, con più proposte con relativi piani di fattibilità sui quali fare poi le scelte secondo orientamenti politici? Perchè questa, in democrazia è la funzione della politica. E non inventarsi sindaci tuttologi o parlamentari che anziché riservare a se stessi il potere/dovere di scegliere, secondo le loro sensibilità politiche ( perchè questa è la loro peculiarità e il loro mandato) tra proposte tecniche differenti, si arrogano il compito di parlare da “tecnici” come se stessero amministrando non una nazione, ma un paesello di 500 abitanti dove tutti i consiglieri possono dire la loro sui “marciapiedi rotti”, o su come pulire le strade. A questo ci ha portato la demagogia dei Sindaci, superman, perchè “eletti”. Pisapia a Milano si sta mostrando un ottimo sindaco perchè ha alle spalle una rigorosa carriera di impegno lavorativo sociale e politico. Per questo è un ottimo sindaco e non viceversa. Come in tanti altri casi oggi ben noti. Al bar sport si può essere tutti tecnici della nazionale di calcio perché tanto poi ognuno saluta gli amici e va tranquillo a casa a dormire senza che ciò abbia ripercussioni sulla vita della nazionale. Ma quando si è investiti di ruoli politici pubblici si dovrebbe avere il dovere di una maggiore responsabilità e serietà. Che è purtroppo ciò che sta mancando da anni alla classe politica del paese.