giovedì 22 novembre 2012

Lanfranco Turci: Perché voto Vendola

Alle primarie di domenica prossima voterò Vendola. Se ci dovesse essere un secondo turno e Vendola ne fosse escluso voterei Bersani. Credo che il futuro governo di centro-sinistra debba portare in Europa la volontà di una decisa svolta nei confronti delle politiche liberiste e di austerity che stanno affossando ogni speranza di ripresa , di rilancio dell’occupazione e di difesa del welfare fra i cittadini europei. Il nostro paese sta pagando un prezzo ormai insostenibile a queste politiche di cui il Governo Monti, pur con un tratto di serietà e rigore che lo distingue dal Governo Berlusconi, è purtuttavia espressione. Siamo da tempo in recessione, si aggravano le condizioni dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati, mentre si aggrava anche il rapporto debito/pi l in nome del quale si pretendono i sacrifici quotidianamente imposti ai ceti popolari e al mondo delle piccole e medie imprese. Questa non è la via della salvezza del paese, ma dell’aggravamento dei suoi problemi su una strada che ci avvicina ogni giorno di più alle condizioni della Spagna e della Grecia. Vendola è il candidato che pone con più nettezza il problema di un cambiamento radicale da perseguire anche con le altre forze progressiste e socialiste europee, costruendo le condizioni non solo per uscire dagli effetti immediati della crisi, ma anche per realizzare un nuovo modello di sviluppo socialmente e ecologicamente sostenibile. Trovo in Bersani accenti non dissonanti, propositi che sembrano andare nella stessa direzione, ma pesa il condizionamento del sostegno al governo Monti e soprattutto la presenza nel PD di forze e culture politiche di segno moderato e liberista che non si identificano solo in Renzi. Per questo penso che un buon risultato di Vendola possa rappresentare un fattore di più sicuro orientamento progressista della futura coalizione di Centro-sinistra 22 NOV 2012

32 commenti:

luciano ha detto...

Sottoscrivo parola per parola la dichiarazione di voto di Lanfranco.

Non tutto ciò che sostiene Vendola è per me condivisibile: sulla TAV e sulla
politica estera, ad esempio, le mie posizioni sono diverse. Vedo tutti i
limiti dell'acchiappanuvole confesso e vedo anche qualche concessione di
troppo al richiamo della foresta della sinistra antagonista.

Tuttavia la priorità del nostro tempo è quella di spostare la barra del
timone del centro-sinistra sulle linee di fondo, sulla politica economica,
sull'idea di Europa, sulla laicità, sull'idea stessa della rappresentanza
degli interessi sociali.

Occorre optare con decisione sul modello politico-sociale europeo (partiti
identitari e coesione sociale) e smetterla di inseguire quel modello USA
(cartelli elettorali e società degli individui , senza corpi intermedi) che
stava nel DNA del Pd.

Anche chi vuole che si rafforzi l'ala più socialdemocratica del Pd (Fassina,
Orfini, Orlando) dovrebbe votare Vendola. Perché Bersani lasciato solo a
confrontarsi con il renzismo rampante non ce la farà mai a realizzare la
mutazione genetica della quale il Pd - e tutto il centro-sinistra - avrebbe
bisogno.



Luciano Belli Paci

Anonimo ha detto...

Le posizioni politiche espresse da Turci sono assolutamente "sagge" e
condivisibili. Tuttavia mi pare che – come accade a tanti altri commentatori
politici (forse non del tutto disinteressati) – dia quasi per scontata una
vittoria ed un governo del centro-sinistra. Purtroppo non credo sia così, o
almeno la cosa non è scontata – ricordiamoci della "gioiosa macchina da guerra"
del 1994. Anche da questo punto di vista l'attuale esclusione dell'IDV e dei
Verdi (discorso più complesso riguarderebbe le due forze comuniste) dal "patto"
sottoscritto per le primarie dei "progressisti" non è affatto un buon viatico
ed occorrerebbe invece una esplicita e convergente pressione politica per
cambiare a breve tale situazione.

paolo ha detto...

Caro Lanfranco, caro Luciano,



vi confesso che ci avevo anche pensato, a votare Vendola, proprio per le
ragioni che voi scrivete.

Ma poi mi son detto: il punto essenziale è battere Renzi, in modo netto. E
il 3.12 (oppure, speriamo, il 26.11) non si conteranno i voti di Vendola -
si conterà quanti punti divideranno Bersani da Renzi. Un segretario sia pur
vincitore, ma in modo stentato, sarà sì più debole e più obbligato a tener
conto non degli Orfini ma dei suoi interessati supporters come Letta o
peggio Fioroni.

Per questo non ho avuto più dubbi: voto Bersani. Fatelo anche voi, è
necessario.

Paolo Zinna

sergio ha detto...

Io invece voterò Renzi, per tante ragioni, sia per un'oggettiva esigenza di
cambiamento, sia per i contenuti che, nel suo insieme, ha espresso.
Ci sono però due parole però che usate da Bersani e da Renzi che
rafforzano la mia convinzione.
La prima è che dalla 'ditta' di Bersani non mi sento rappresentato e,
sapendo, chi sono i soci, pensavo che anche i 'socialisti europei' non si
sentissero tali, visto anche le recenti dichiarazioni del nostro
sull'identità del PD. Matteo Renzi invece cita sempre come suo riferimento
Tony Blair di cui, se tolgo la vicenda Iraq, continuo a pensare un gran
bene. Buon week end. Sergio Vicario

pierpaolo ha detto...

Tu quoque... proprio tu, Paolo, ci vieni a raccontare la favoletta del
"voto utile", una delle peggiori trovate di Ualterone nostro? :-D

Più seriamente: l'altro giorno ero ad una iniziativa di dibattito
pubblico organizzata da un noto architetto milanese, cui era presente,
tra gli altri, anche il vostro segretario cittadino (per noi, Gennaro
Migliore).
Le risposte avute dai rappresentanti di Renzi, Puppato e Tabacci alle
mie (maliziosissime, lo ammetto) domande su agenda Monti e ingresso
dell'UDc in maggioranza mi hanno confermato quanto sapevo da tempo.
Senza un soggetto, che sia forte e credibile allo stesso tempo, a
pungolare il Pd da sinistra, il tuo partito si farà trasportare da una
lenta deriva centrista.

L'unico modo per determinare un'evoluzione positiva della situazione è
quello di ottenere un significativo successo elettorale per Vendola e
poi, alle prossime politiche, per SEL.

Votate "con fiducia" per Vendola, è la cosa giusta da fare! E, se ci
arriva, semmai votate per Bersani al secondo turno.

Pierpaolo Pecchiari

giovanni ha detto...

Caro Sergio,
il motivo da te addotto è esattamente quello che, fin dal principio, mi ha
indotto a diffidare del "nuovismo" renziano.
A parte il fatto che la partecipazione acritica alla guerra in Irak (e il
modo truffaldino in cui ci si è arrivati) non è cosa da poco, Blair è uno
dei principali artefici di quell'ideologia neoliberista contro cui ogni
socialista dovrebbe battersi e che è descritta benissimo da Tony Judt

"Non c'è nulla di più ideologico dell'affermazione secondo cui tutti gli
affari e le politiche, private e pubbliche, devono poggiarsi sulla
globalizzazione economica, le sue leggi inevitabili e le sue insaziabili
richieste (...) c'è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modo di
vivere, oggi. Per trent'anni abbiamo trasformato in virtù il perseguimento
dell'interesse materiale personale: anzi, ormai questo è l'unico scopo
collettivo che ancora ci rimane (...) Gran parte di ciò che oggi appare
"naturale" risale agli anni Ottanta: l'ossessione per la creazione di
ricchezza, il culto della privatizzazione, le disparità crescenti fra ricchi
e poveri. E soprattutto la retorica che accompagna tutto questo: l'ammirazione
acritica per mercati liberi da lacci e laccioli, il disprezzo per il settore
pubblico, l'illusione di una crescita senza fine. Non possiamo continuare a
vivere così"

maurizio ha detto...

Anch'io voterò Vendola per le ragioni espresse da Lanfranco, Luciano e Pierpaolo. Come Luciano non condivido le posizioni di Vendola su alcuni punti; sulla TAV ad esempio vorrei che non si facesse troppo influenzare dagli iscritti e dirigenti di SEL Torino, tutti notoriamente e fanaticamente No TAV. Però ho giudicato molto positivamente la scelta della sinistra di governo contro inutili antagonismi e l'attenzione nei confronti della cultura e della tradizione socialista. Inoltre, oltre alla volontà condivisa di rafforzare l'ala sinistra della coalizione, il voto a Vendola è utile per ricordare che queste sono le primarie del centro-sinistra, non del PD. Sicuramente sarebbe stato meglio se il PD avesse prima chiarito i propri problemi interni, presentando poi un solo candidato alle primarie. Purtroppo è andata come è andata, cioè male, ma l'esigenza di sconfiggere Renzi non mi basta per votare Bersani al primo turno.
Fraterni saluti
Maurizio Giancola

francesco ha detto...

Anch'io sottoscrivo le parole di Lanfranco.
Anch'io voterò Vendola (ed eventualmente Bersani al secondo turno). E
anch'io credo che occorra dare peso a chi può condizionare da Sinistra la
coalizione.
Quanto a Blair, credo in realtà che il Socialismo europeo e l'Europa in
genere siano stati fortemente danneggiati da quella stagione di infatuazione
mercatista di cui Tony "il bugiardo" fu il portabandiera negli anni Novanta.
Io apprezzo che il movimento socialista si sia oggi decisamente allontanato
da quella deriva.
L'esaltazione renziana di Blair è da respingere, come ben argomenta il libro
di Alessio Aringoli che abbiamo presentato al "Rosselli" l'altra sera.
Un saluto,
Francesco Somaini

sergio ha detto...

Caro Giovanni, consentimi di dissentire.
Se si dimentica chi c'era stato prima di Blair al governo e quale fosse
stata la capacità di opposizione dei labouristi, largamente egemonizzati dal
sindacato dei minatori (do you remember Scargill?), non si fa una
valutazione nè politica, né storica (e tu lo sai meglio di me) corretta.
Tony Blair ha avuto il grande merito di rilanciare complessivamente la
scuola pubblica e la formazione, introducendo contemporaneamente il
riconoscimento del merito, e anche di ridare slancio al Sistema Sanitario
universalista, fortemente messo in discussione dalla Tatcher.
Sono due partite che da socialista giudico essenziali per il governo delle
nostre società . Sergio V.

giovanni s. ha detto...

Caro Sergio,
peccato che in Gran Bretagna non la pensino così, ma hanno anzi visto poco
(o nulla) discontinuità tra Thatcher e Blair. Non solo il povero Judt (che
ha scritto pagine durissime su blair e il blairismo), ma anche i militanti
del Labour, che hanno scelto il giovane Milliband proprio perché meno
blairiano del fratello...
Un caro saluto e buon voto
Giovanni

giovanni b. ha detto...

Spero che sia io a sopravvalutare il pericolo Renzi. Diversamente ancora una
volta avrete perseguito un meglio impossibile ad un bene a portata di mano
ed allora non varrà neanche più la pena di andare a votare alle elezioni
politiche. Cari saluti. Giovanni Baccalini

giovanni b. ha detto...

Blair ha semplicemente tradito gli interessi che il Labour ha sempre
rappresentato e lasciato senza difese i ceti popolari inglesi e non solo
inglesi dall'aggressione del capitalismo finanziario dei nostri tempi. I
risultati della sciagurata politica della globalizzazione, delle
liberalizzazioni e delle privatizzazioni basta aprire gli occhi per vederli:
drastica riduzione del potere d'acquisto e dei servizi ricevuti di chi vive
della propria intelligenza e del proprio lavoro e straordinaria crescita del
benessere di chi gode di posizioni di rendita personale, immobiliare o
finanziaria. Ben vengano gli Scargill e Dio ci guardi dai Renzi! Giovanni
Baccalini

roberto ha detto...

io, come facilmente intuibile per chi mi conosce appena, voterò ovviamente
per Vendola.
Che Renzi citi Blair è la prova del 9 di come il Socialismo europeo
rischiava di farsi incantare da un impossibile mito mito social-mercatista,
di cui oggi Renzi è l' espressione. Poichè oggi il Socialismo europeo ha
fortunatamento ripreso la sua naturale collocazione ( il programma con cui
Hollande ha vinto ne è la riprova), non c' è ragione di considerare Renzi un
riferimento per il centrosinistra e comunque non mi pare che la sua presa
tra l' elettorato delle primarie possa essere tale da temersene un'
affermazione.
Ripeto voterò Vendola, sperando che l' eventuale ballottaggio possa essere
tra lui e Bersani!

guido ha detto...

Personalmente credo che votando si esprima non solo una simpatia o una
propensione, ma si compia un atto responsabilmente politico, soprattutto da
parte di chi è molto impegnato e bene informato. A Milano dei tre candidati
Onida era il mio più vecchio amico, Boeri mi era più vicino per ragioni
professionali, ma non ho avuto dubbi che occorresse votare Pisapia, non
perché si era laureato con me, ma perché pensavo che dovesse vincere, per
una valutazione politica. Chi vota Renzi per farlo vincere contro Bersani
secondo me si prende una bella responsabilità, ma fa una scelta
comprensibile. Chi vota Vendola per simpatia o propensione pensando poi di
votare Bersani al ballottaggio compie un atto (absit iniuria verbis, ma in
politica bisogna dire la verità)sconsiderato perché in una contesa così
stretta ogni voto sottratto a Bersani è un voto per Renzi. E la speranza
nello stellone ci ha sempre fregato: non capisco come si possa sperare un
evento futuro e contemporaneamente agire per renderlo meno probabile. GM

tomaso ha detto...

Tra qualche ora potremo scegliere che tra la psicologia dei mercati finanziari e il dramma di un Paese dove cresce l'esclusione sociale e la paura del presente, il prossimo premier debba occuparsi del secondo. Potremo scegliere che di fronte a modelli che rappresentano il lavoro come premio e la miseria come punizione, il prossimo premier riaffermi il primo come diritto e la seconda come nemica di qualsiasi libertà. Tra qualche ora potremo votare per Nichi Vendola presidente. Scusate se è poco.


Tomaso Greco

lanfranco ha detto...

caro guido io penso che sia importante far pesare vendola nella
bilancia che porterà alla vittoria di bersani. nessun problema di
simpatia o cose del genere!

luciano ha detto...

Mi
piacerebbe far osservare a Guido Martinotti e co. che i loro argomenti sono
fuori dalla logica del doppio turno: al primo turno si vota il più vicino, al
secondo il meno lontano. Altrimenti non si capirebbe proprio il senso del
ballottaggio.
>C iao.
>Luciano belli paci

sergio ha detto...

Ribadisco, non ho mai sentito Bersani citare il Socialismo Europeo e tantomeno Vendola.
Renzi ha citato Blair e alcuni esempi programmatici di socialisti europei (vedi Hollande sugli stipendi dei manager).
Per il momento a me basta. Voi, usi a spaccare in quattro il capello sul tasso di riferimenti al Socialismo europeo, nella fattispecie Vi accontentate di dichiarazioni programmatiche che però si guardano bene dal citare il Socialismo europeo.
Cuntent vu, cuntent tucc (mancano gli accenti, ma qui non riesco a inserirli). Sergio

pier ha detto...

Probabilmente il mio è il giudizio meno imparziale di tutti, visto che
le ragioni per cui voto Vendola sono le stesse che mi hanno spinto ad
aderire e, soprattutto, a riprendere a fare politica attiva in SEL.
Senza un soggetto credibile e forte sulla propria sinistra, che agisca
da pungolo, il PD è destinato ad una lenta ma inesorabile deriva
centrista. Immaginare che il voto per Bersani sia un voto "utile" è
un'assurdità: se Vendola conseguisse consensi minimi, Bersani sarebbe
costretto a sbilanciarsi nella direzione desiderata dai centristi e dai
rottamatori, che comunque un qualche risultato lo otterranno.

guido ha detto...

Si questo ragionamento mi è stato fatto, ma che succederebbe se alla fine
della giornata di oggi ci trovassimo con un Renzi vincitore e un Vendola
forte? G

guido ha detto...

Va bene accetto la ramanzina, anche se Lanfranco mi ha appena detto che vota Vendola per ragioni tattiche non per simpatia. Io però rimango convinto che non si vota a occhi chiusi, ma attenti alle conseguenze, soprattutto in un voto "politico" come le primarie. Vediamo questa sera G

pier ha detto...

Potevate venire al Carroponte, alla festa provinciale della federazione milanese di SEL.
Sia Migliore (resp. esteri) che Smeriglio (resp. politiche economiche) sono stati chiarissimi. Il futuro di SEL è dentro il PSE, perché le scelte politiche più importanti si faranno in Europa, definire la collocazione europea del partito è essenziale, e non ve ne sono altre possibili.

Peraltro le stesse cose le ha dette Vendola a Milano prima dell'estate.
Ci sono delle oggettive difficoltà, che però sono più esterne (chiedere agli amici del PD) che interne a SEL.

Se poi vogliamo continuare a raccontare la favoletta che SEL sarebbe antisocialista, o a-socialista, facciamo pure; ma si tratta appunto di una favoletta, buona tuttalpiù per rassicurare chi, avendo fatto altre scelte, vuole essere rassicurato sul fatto che siano quelle giuste.

Pierpaolo Pecchiari

pier ha detto...

Molti di noi stapperebbero una bottiglia - di quelle buone.
Perché questo risultato innescherebbe un processo di semplificazione e
chiarificazione a sinistra... leggi: la definitiva dissoluzione di
quell'equivoco noto come Partito Democratico.

giovanni s ha detto...

Caro Sergio,
a dir la verità, nel suo Pantheon Vendola ha nominato esplcitamente Altiero Spinelli e Riccardo Lombardi (insieme a padre balducci e al card. Martini, ma d'altronde il punto di riferimento di Renzi è Gaetano La Pira). E poiché è l'unico ad aver nominato esplicitamente Riccardo, mi perdonerai se il mio cuore di lombardiano batte per lui...
Quanto a Bersani, basta leggere il suo discorso di ieri a Stella...
Ciao
Giovanni

fabio ha detto...

Mi permetto di incollare il link dell’intervista di Vendola sull’Unità di venerdì 23.Di socialismo, di socialismo europeo ne parla eccome.

Un saluto

Fabio Mischi


http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1NSTXR

giovanni ha detto...

Caro Pecchiari e cari amici e compagni che partecipate a questo dibattito,
nel quale si intersecano valutazioni e speranze circa l'esito delle primarie
e delle elezioni politiche e regionali ed il futuro delle forze politiche
popolari e progressiste del nostro Paese, mi sembra utile fare qualche
precisazione. Anzitutto mi sembra indispensabile rifuggire da qualsiasi
commistione tra i diversi piani in cui si svolgono il dibattito e l'azione
politica, quando ci si riferisce alla natura e qualificazione delle forze in
campo ed alla loro auspicabile evoluzione e quando si riflette sui
comportamenti più idonei a fronteggiare la contingenza politica, specie in
vista di prove elettorali e della necessità di raggiungere compromessi con
forze di altra ispirazione per garantire la governabilità del Paese e di sue
articolazioni territoriali. In secondo luogo vi prego di valutare con
spirito scevro da pregiudizi ideologici se la drammaticità della crisi sia
economica che valoriale che ha investito la nostra società sotto la sferza
dell'iniziativa di una destra indecente, che ha goduto del sostegno della
stragrande maggioranza dei mezzi di informazione ed ha potuto in un certo
modo plasmare le coscienze, non ponga in primo piano l'esigenza di
interrompere il controllo del potere da parte del PDL e della Lega a costo
di rinunce rispetto alla limpidezza e determinazione che sono dovute alla
identità culturale e politica del pensiero socialista. In questo senso si
giustificano le scelte consistenti nello scegliere Ambrosoli per la
leadership in Lombardia e nel ritenere che sia prioritario far ottenere un
rilevante risultato positivo a Bersani alle primarie. Il far uscire
rafforzato il presumibile candidato dello schieramento progressista alla
guida del Paese a me pare prodromico ad assicurargli una maggior forza
competitiva nei confronti dello schieramento avversario. Circa il giudizio
sul PD e su Bersani va detto che il documento "Italia bene comune" e le
argomentazioni di Bersani nel corso della campagna elettorale mi sono parsi
più avanzati ed accettabili di molte precedenti prese di posizioni del PD.
Semmai sulla mailing list del Rosselli ho già avuto occasione di esprimere
qualche apprensione circa la costanza del PD nel sostenere tali indirizzi
anche dopo le elezioni. Prendere sul serio quel che hanno detto e scritto
per ottenere la fiducia degli elettori di sinistra non costituisce un atto
di debolezza, ma concorre, per quel che è consentito dalle nostre deboli
forze, a dar continuità a tali promesse elettorali. Per quel che attiene
alle prospettive di più lungo termine, io auspico che Bersani e Fassina
stiano in un partito con Vendola ed i socialisti della diaspora piuttosto
che con Letta e Fioroni. Io mi sento più vicino a SEL che al PD ed al PSI,
ma non riesco a sentirmi parte di nessuna delle formazioni della sinistra
politica italiana. Ci vorrà tempo e pazienza per veder rinascere un
movimento unitario intorno alle idee fondamentali della tradizione
socialista italiana ed europea. L'elaborazione culturale, politica e
programmatica deve essere a tal fine esplicita, intensa e determinata, ma
non deve intralciare le iniziative per dare all'Italia un governo centrale e
governi locali decorosi e determinati a risolvere le più urgenti questioni
sociali. Questa volta non ho saputo essere sintetico come ritengo doveroso
nel dialogo tramite una mailing list. Me ne scuso con voi e vi porgo cari e
fraterni saluti. Giovanni Baccalini

guido ha detto...

Caro Giovanni, sottoscrivo in pieno. Come ai tempi della Resistenza la
liberazione dal NaziFascismo era lo scopo supremo che consentì
l'unificazione di forze disparate, anche oggi, io speravo, che chi (come
credo tutti noi) individua nella destra indecente la causa principale del
disastro italiano, dovrebbe elaborare una strategia per spazzare via questa
banda e poi mettersi a ricostruire una nuova democrazia socialista in
italia. Invece vedo che molti vogliono contemporaneamente o prioritariamente
fare i conti con il PD (chi mi ha seguito anche solo alla larga sa che io ho
fatto le mie battaglie critiche contro i Dalemoni e i Veltrononi, fino a
sostenere Pisapia contro l'Apparato milanese). Penso che ciò sia prematuro e
sbagliato e rischi di indebolirci tutti: come ho già detto un CS con Bersani
indebolito, se non eliminato, dalla tenaglia Vendola Renzi serve solo a
Berlusconi. A me ciò sembra di lampante evidenza, ma forse sono meno
sofisticato politicamente di molti compagni della mailing list.

Finirà che il merito di aver cacciato Berlusconi se lo prenderanno i Galli
della Loggia che oggi, con una geniale mossa ante-marcia, e dopo la solita
predichina antisinistra si permette di cacciare le dita negli occhi a
Berlusconi e di atteggiarsi a vittima. Riporto il PS dell'articolo.

""Ps: per anni, ogni qualvolta mi è capitato di muovere una qualunque
critica al Pdl mi è arrivata puntuale una sesquipedale e sdegnata messa a
punto-smentita da parte dei coordinatori del partito, Bondi, La Russa e
Verdini. Immagino che questa volta, però, decidano di risparmiarcela: a me e
ai lettori del Corriere.Ernesto Galli della Loggia""
Il nostro è un paese di eroi, desso che B. è nella polvere anche un GdL può
permettersi di sbeffeggiarlo. Ma vorrei un aiuto dagli amici della mailing
list? Quando sono comparse le critiche a B. da parte di GdL? Io non sono
riuscito a trovarne neppure una. Forse De Botoli le nascondeva del cassetto
G

claudio ha detto...


In una geometria certamente euclidea il centro è il punto mediano tra due estremi. In una geometria politica e intellettuale nel mezzo stanno, pericolosamente sovrapponibili, sia la virtù che la mediocrità. Essere virtuosi e non mediocri è la scommessa di coloro che rinunciano ad un meglio improbabile per evitare un peggio possibile optando per la mediocrità/virtù certa. Ma così un greve centro di gravità permanente avrà la meglio sulle aspirazione di rinnovamento e di evoluzione di ogni possibile pensiero. Vendola penso e Vendola voto. Le responsabilità della vittoria di Renzi o di Bersani rimane ai loro elettori, nel rispetto della legge fondamentale della democrazia: una testa, un voto.

Fraterni saluti,
Claudio Marra

franco ha detto...

mi scuso perchè ho poco tempo per interloquire con la mailing in questi giorni ed ore. Il mio pensiero è molto vicino ( voto per Bersani escluso) a quello di Giovanni Baccalini ed al suo rigore intellettuale coniugato con un sano pragmatismo municipalista .
L'affluenza alle primarie ( resa possibile dalla candidatura competitiva di Renzi , dopo la sostanziale evaporazione di Vendola) sono un segnale straordinario di conferma di quello di cui sono personalmente convinto da tempo : il partito della sinistra esiste già, è costituito da quanti manifestano con il voto la voglia di partecipare e decidere la linea politica del nostro "campo", non si fida di oligarchie e parodie di oligarchie di partiti e nello sciegliere è coraggioso e saggio allo stesso tempo , comportandosi secondo la "!linea Baccalini" , scegliendo non per identità inutilmente affermata ma per funzionalità politica. E' stato così per Pisapia, penso sarà così per Ambrosoli e perfino nel voto che penso sarà maggioritario per Bersani , che non è stato votato come segretario del Pd (avrebbe perso, in questo caso) ma come leader "meno lontano" o con maggiori chanche di avvicinarsi al riformismo ( dal quale non viene e del quale non è convinto : è un berlingueriano, moderno ma berlingueriano) . La stessa figura di Bersani , per contrastare la figura di rinnovatore assunta da Renzi, è cambiata (come deve essere!) nel corso delle primarie e la sua è stata una corsa personale, non il risultato di un accordo del solito caminetto che, sono sicuro, è in via di definitivo spegnimento.
Se in Lombardia vinciamo con Ambrosoli dopo aver vinto a Milano con Pisapia il nuovo partito lo facciamo, anche formalmente, senza ipoteche oligarchiche, entro la fine del 2013 !
Franco

felice ha detto...

Comunque con BLAY il Labour è diventato New Labour no New Democratic &
Progressive Party. Una notazione i cattolici in politica sono
fortementeattaratti dalla Terza Via blairiana e contro (Merlo su l?Unità)
contro la deriva socialdemocratica.Un momento di riflessione però più sui catto-
cristiani del PD che su Blair

claudio ha detto...

C'è chi si interessa del colore del gatto, e chi ritiene più importante che prenda i topi...

giovanni b. ha detto...

Io non ho votato Vendola, quindi vuol dire che non ho tempo di leggere i giornali, perché sto sempre incollato alla TV. A parte le battute più o meno spiritose, a me pare che il risultato di Vendola sia stato eccellente, oltre che atteso e che chi è rimasto deluso manchi di senso della realtà. Vendola è partito da un 5% - 6% di voti accreditati da tutti i sondaggi a SEL e, senza che accadessero particolari fatti traumatici negli ultimi giorni, ha più che raddoppiato i voti rispetto a quelli del suo partito. Bersani è il Segretario di un partito che ha circa il 30% dei voti ed è appoggiato dalla stragrande maggioranza di un apparato ancora di qualche consistenza; oltretutto ha fruito del voto di quanti, come me, hanno considerato prioritario fronteggiare l'avanzata di Renzi, sostenuto in modo persino sfrontato dal sistema mediatico, i cui domini si sono entusiasmati all'idea che si possa far diventare organicamente moderato un partito che ha in sé ancora qualche germe di progressismo. Un po' di buon senso e di realismo non guasterebbero, anche perché far passare per una sconfitta quella che io giudico un successo non aiuta certo il morale e le speranze degli amici e compagni con idee di sinistra. Sparare a raffica contro Bersani, chiedendogli altresì di assumere proprio oggi posizioni che gli alienerebbero parte del suo elettorato potenziale, significa operare per far vincere il liberista Renzi o far tornare la destra indecente italiana al potere. Non ho mai considerato il PD un partito di sinistra, bensì un partito moderato con una certa sensibilità per la questione sociale, che costituisce il problema dei problemi nel tempo presente. Ho sempre sostenuto ed anche nel corso del dibattito in corso, che un partito autenticamente di sinistra potrebbe sorgere in Italia soltanto dalla scomposizione e ricomposizione delle attuali forze politiche. La politica è e sarà l'arte di scegliere tra alternative realistiche e non tra la realtà e ipotesi fantasiose. Io spero che mi sia preservata sempre la capacità di non essere autolesionista in nome di principi superiori. Cari saluti