Caro Giovanni, so che difficilmente pubblicherai per esigenze complessive questo intervento sul quale credo abbiamo punti in comune. Ho partecipato al convegno del primo febbraio scorso a Roma cogliendo l'occasione per far conoscere il mio primo libro in assoluto, 'Lombardi e il fenicottero' di cui tu ben sai e del quale Simonetta Fiori su la Repubblica ha fatto una bella recensione. Beh, a parte quei compagni socialisti che hanno condiviso e condividono tuttora l'opera, l'insegnamento, le straordinarie intuizioni di Riccardo, come Sergio Ferrari o Renzo Penna o Mauro Beschi, che tra l'altro fanno parte di Labour l'associazione fondata da Fausto Vigevani un lombardiano doc (non ha fatto scissioni, il Psiup; non ha prodotto divisioni di corrente nella Cgil, come 'Essere Sindacato'; non rincorreva la notorieta' mediatica; si sporcava le mani nelle grandi ristrutturazioni della chimica italiana degli anni '80; puntava sempre a chiudere al meglio per i lavoratori i contratti di lavoro; detestava il detto "duri e puri") con cui ho lavorato per anni alla Filcea e poi ho continuato a seguire da cronista sindacale quando e' diventato segretario confederale della Cgil, numero uno della Fiom e sottosegretario alle Finanze. Bene, tranne questi compagni ho notato freddezza ed imbarazzo ad ascoltare solo il nome di Riccardo Lombardi, un uomo che era e resta di tutta la sinistra italiana. Ho ascoltato Ora l'appello di Vendola alla sinistra socialista: un deja' vu di qualche anno fa. Fu Fausto Bertinotti a rifarsi al socialismo di sinistra di Lombardi, Foa, Basso ed altri ed i risultati sono sotto gli occhi di tuttii: divenuto Presidente della Camera, unico della SA a restare in sella, il Socialismo del XXI° mai nato e' andato a farsi benedire. Ora da credente e comunista ci riprova Vendola che trova in Bertinotti una fonte di "stimoli: e' un piacere discutere con Fausto di San Paolo fino all'alba", ha spiegato a Lucia Annunziata! A me, lombardiano incallito, non convinceva Bertinotti prima (ricordo giudizi sballati su Riccardo, non vide il '68 ne' si accorse di quel che bolliva nella Cisl, affermo' nel 2006 al Riformista) e ancor meno Vendola: Riccardo non ando' mai sul Monte Atos ne' al santuario di Padre Pio perche' travolto da crisi mistiche! Alla 'doppiezza' di Togliatti e Berlinguer, l'Ingegnere rispose per le rime con la laicita', l'acomunismo, l'autonomia e l'alternativa di sinistra: la doppiezza di Togliatti e Berlinguer, la ritrovo in Bertinotti e Vendola, come in D'Alema (il cui disprezzo per l'azionismo e' fatto pubblico) e Veltroni....Siccome non ho mire politiche, faccio il giornalista, continuero' a scegliere e votare chi piu' oggi si accosta a Lombardi per laicita', non violenza, l onesta'm e coerenza: Emma Bonino.
Caro carlo, come vedi ho inviato la tua mail, anche perché desidero risponderti pubblicamente. Credo fermamente che il settarismo e i personalismi siano stati uno dei peggiori mali della sinistra del '900. Il saluto di Vendola va, a mio parere, proprio nel senso del loro superamento, con il richiamo alla tradizione socialista ottocentesca (io avrei aggiunto anche un riferimento a rosselli e giustizia e libertà, ma va bene lo stesso). Da questo punto di vista va ovviamente recuperata tutta l'attenzione che i radicali dedicano al tema dei diritti di libertà e alla laicità (non al laicismo o all'anticlericalismo) e alle dimensioni transnazionali (io preferisco internazionalistiche...). Certi eccessi liberistici (che colgono solo una parte dell'insegnamento di Ernesto Rossi) invece li buttrei tranquillamente nel cestino. E, francamente, non confonderei Riccardo Lombardi con Marco Pannella.... Se una cosa mancava a Riccardo era proprio il narcisismo... Un caro saluto Giovanni
Sono perfettamente d'accordo con quanto scritto da Carlo. Aggiungerei solo una postilla su un qualcosa che può sembrare "normale", una combinazione, ma che secondo me non lo è affatto e che se non viene esplicitato con chiarezza rischia di confondere acque e menti: Vendola sta infilandosi a testa bassa nel gradimento che la gente e l'opinione pubblica ha dimostrato alla Bonino, cercando quasi di far passare il messaggio che lui e la Bonino sono la stessa cosa! E non è vero, per niente! La Bonino ha una storia atea, liberale, radicale e socialista. Vendola, piaccia o meno, ha una storia di totale adesione al cattolicesimo ed al comunismo, da lui mai rinnegati, anzi, sempre, contento lui, rivendicati! Perché poi viene a fare campagna elettorale a Roma, guarda un po' al Teatro Eliseo dove Emma Bonino aveva fatto una splendida apertura della propria, di campagna elettorale, insieme a Marco Pannella, Massimo Fagioli, la rivista Left e l'Analisi Collettiva? Con tutto questo, sia ben chiaro una volta per tutte, Vendola non c'entra niente!
Che la Bonino abbia anche una storia "socialista", oltre che "atea, liberale, radicale" , mi giunge del tutto nuovo. Non si finisce mai di imparare ... A me la Bonino sta abbastanza simpatica e certamente se vivessi nel Lazio la voterei, quantomeno per solidarietà laica e per scelta di campo. Però sapendo che è una thatcheriana dichiarata (rectius, aggiornando il concetto, una vestervelliana visto che oggi il campione europeo del liberismo è il leader della FDP) e che, se il mondo non girasse alla rovescia, dovremmo avere una destra dignitosa che candida lei e una sinistra che candida Renata Polverini.
Da osservatore esterno, quale sono e sono stato per la maggior parte della mia vita, anche se non mi faccio illusioni, direi che mi viene più facile voler credere a Vendola tentato dal gradimento della Bonino, che alla Bonino con Berlusconi e Vendola con Ferrero.
Bisognerebbe prendere atto una buona volta dello stato delle cose, e delle distanze incolmabili che separano la società ed i suoi bisogni sia da chi guarda con gli occhi (purtroppo) anacronistici della Politica di un tempo, sia da chi opera con i metodi della politica bassa dei nostri giorni.
Spero che presto nasca un gruppo di persone che mettendo i piedi per terra provi a guardare lontano. Mi sembra che al momento non si vedano in giro dei messia, ma non è il caso di fare gli schizzinosi col poco che resta. Semmai ogni tanto facciamoci quattro risate http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/spettacoli/2010/2-febbraio-2010/checco-nichi-fuori-controllo-1602394345882.shtml
Caro compagno Paci, meno male che hai ben chiarito con la tua la questione della "corrosiva" liberista Bonino ! Non per te che la ne sai assai sull'argomento ma per quelli che parlano della Bonino di sinistra
Dunque ... la scelta di SEL è occasione storica del superamento di Livorno che dopo il 1989 non ha più senso alcuno ...se non per gli incalliti Craxiani "socialisti liberisti" (orrore !!!) che pare ancora presenti tra di noi socialisti liberali (rosslliani) e liberalsocialisti (Calogero-capitini). Soffriamo di crisi di cultura politica prima ancora che di crisi politica. Pensavo di trovare più tasso di cultura politica nell'ambito del GdV dentro il quale mi trovo - ancora per quando ? - con voi rosselliani milanesi ... si perché i rosselliani di Torino con il laicissimo Monti, loro presidente, se ne è andato dal GdV e su posizioni a mio dire ... liberiste. Perché non fate un bel convegno rosselliano per stabilire se interpretano giustamente il pensiero di Rosselli a Milano o quelli di Torino o quelli di Genova (presidente l'amico Sessarego di area PD) o quelli di Imperia (anch'essi liberisti) ... Mah povero Carlo Rosselli se potesse dal cielo vedere ... Dopo sarebbe veramente interessante un convegno dal titolo "convergenze e divergenze tra socialismo liberale di Carlo e liberalsocialismo di Guido Calogero e Aldo Capitini." Un invito al calogeriano dialogo e un fraterno capitiniano saluto. Luigi Fasce PS allego per non alleggerire questa letterina il mio intervento a Roma che continua, approfondendolo, "Nel riformismo socialista ..."
Vendola scrive cose condivisibili, ma dovrebbe farle sapere ai Vendoliani. L'integralismo di adepti di SEL fa sì che tranne in casi ormai isolati non ci saranno liste comuni di socialisti con SEL. Spazio alle candidature socialiste sì, purché portino voti, ma non si azzardino ad essere eletti. Si è posto un veto alla c andidatura in Campania di DI LELLO, l'unico in segreteria favorevole ad accordi generalizzati con SEL, insieme con la Pia Locatelli. Nel simbolo, tranne in Puglia pare, non doveva esserci nulla che richiamasse i socialisti. Questo risultato piace alle nomenclature anchew a quella del PSI. Sulle rovine di un'ipotesi di sinistra rinnovata sarà più facile condurre quanto rimane nel PD. Vendola ha lanciato un altro segnale di attenzione ai socialisti sfumando il giudizio su Craxi. Quando capiranno che ci si misura con i socialisti rivedendo i giudizi su Turati, su Silone e su Saragat, e Lombardi piuttosto che su Craxi?. Su Craxi ci sono oipinioni diverse tra i socialisti come tra i non socialisti: non è la cartina di tornasole né del filo, nè dell'anti-socialismo. Un pò di comparsate nei talk show, manca solo porta a porta, fa pensare a SEL che non è più necessario misurarsi sull'insediamento territoriale e sociale, quando si ha quello mediatico. A quando il nome e la foto di Vendola nel simbolo del Partito?
Con molta franchezza penso che se si vuole costruire un'alternativa al governo Berlusconi bisogna costruire una aggregazione di centro sinistra che si ispiri alla tradizione di Giustizia e libertà e al socialismo umanitario di Turati. Non basta. Civuole un programma comune su scuola, sanità, lavoro che sia rivolto verso il futuro e cerchi di superare il liberismo selvaggio che ci ha portati in una crisi mondiale. Vendola dice anche cose giuste sul piano pratico, ma deve capire che il cattocomunismo ha fatto il suo tempo; qualunque azione governativa si impantanerebbe nella difesa di principi etico-morali che finirebbero per coartare la libertà di pensiero dei singoli. Un po' di coraggio quindi! se non vogliamo finire come i polli di Renzo Rino Tiani
non sono iscritto al PS ma, come sapete, socialista convinto. La responsabilità della rottura politica con SEL (pur criticando alcuni integralismi di settori di SEL) è tutta di Nencini che, a partire dalla vicenda toscana e con tutta una serie di prese di posizioni, ha chiaramente assunto un atteggiamento provocatorio volto a rompere con il resto di SEL. Nencini si è dimostrato politicamente inaffidabile. Male hanno fatto la Locatelli e Di Lello a non contrapporsi frontalmente alla linea di Nencini ed a non sostenere l'o.d.g. di quei compagni che sostenevano la ripresa del progetto originario di SEL, tenendo subito il congresso del PSI e non rinviandolo dopo le regionali (secondo me non si terrà mai). Perchè le altre componenti di SEL avrebbero dovuto acconsentire ad eleggere personaggi che dopo le regionali se ne sarebbero andati magari nel PD? E' nella mostruosa ambiguità delle posizioni dell'autoreferenziale segreteria PS che c'è il male oscuro. Del resto lo SDI ha sempre utilizzato strumentalmente le alleanze elettorali. Noi come movimento dei socialisti per la sinistra proseguiremo il nostro lavoro affinchè in SEL vi sia una componente culturale socialista che non rivendica solo posti ma porti il contributo delle nostre idee. Poichè il mondo non finisce con le regionali credo che dopo di esse vi sono le condizioni per una ripresa del dialogo a patto che si vi sia la massima chiarezza delle posizioni.
il nome di vendola sul logo? Presto fatto. è di qualche giorno fa la notizia che il logo pugliese di sel porterà la scritta "con vendola". A ciò si aggiunga la circostanza che il 22/01 era stato suggellato un accordo da parte dei dirigenti pugliesi di sel e psi in base al quale si sarebbe dovuta formare una lista pugliese di sel-psi con simboli presenti sul logo al 50% e candidati scelti al 50%. Dopo le primarie hanno messo tutto in discussione concedendoci,eventualmente, una mezza rosa in un angolino con la scritta PSI... Togliendo però la "P" la "S" e la "I"..... Questi sono i compagi di strada che molti hanno esaltato nei mesi scorsi. I compagni che hanno perso il pelo ma non il vizio!
qualcuno ha mai partecipato alle trattative elettorali con SEL ??? si svolgono nel seguente modo: ben vengano i voti socialisti, poi....forse.....chissà ci sarà un (UNO) candidato socialista e nel simbolo basta la rosa...forse....chissà; partecipare per credere. Quanto alla componente socialista in SEL mi dispiace ma è solo nobile utopia, i voti socialisti fanno comodo e poi i socialisti vengono messi in un angolino nella migliore delle ipotesi. Senza rappresentanti non si va da nessuna parte !!!
purtroppo, sulle vicende del PSI, "non ti curar di lor, ma guarda e passa". L'unica cosa che conta è il rapporto col Pse, che in questo momento non ha rappresentanza diretta in Italia, se non se la crea. Un partito dello 0,5-0,7 non può avere la delega. in queste elezioni, ciascuno si gioca le sue carte a livello regionale, poi si riparte da zero, con chi ci vuol stare, e sperabilmente con qualcuno che adesso non fa parte di questa cosa
Compagni, ci siamo impantanati con la questione Sinistra e Libertà. Nata da uno stato di necessità come alleanza elettorale, è stata poi intravista come un futuro soggetto politico. Sulla base di un equivoco di fondo: i socialisti vi vedevano una rinascita del socialismo in Italia, gli ex comunisti intendevano creare un partito che fosse l'assemblaggio di diverse culture politiche (la socialista, la comunista, l'ecologista), insomma qualcosa come un piccolo PD, ma più a sinistra. Ognuno dei partner vedeva in SeL quello che più gli faceva comodo. Il gruppo dirigente socialista in questa vicenda si è comportato in modo ambiguo: occorreva prendere una posizione chiara dopo le elezioni regionali. Lo spazio politico che negli altri paesi europei è presidiato dai partiti socialisti, in Italia è occupato abusivamente dal PD grazie agli eventi del '92-'93: collocarsi o più a destra o più a sinistra, in compagnie malassortite, significa snaturare l'identità del socialismo. Accettare di confluire in un melting-pot con epigoni di Berlinguer e Ingrao, non disponibili al revisionismo, significa disconoscere che nella sinistra ha vinto la tradizione socialista, non quella comunista. Vendola? Alla fine si è comportato come detta il canone dei cacicchi locali, la figura politica che caratterizza la seconda repubblica (e che che domina nel PD). In una situazione che lascia ai socialisti pochi margini d'azione, salvo tenersi pronti per cambiamenti di scenario, occorrerebbe fissare l'attenzione sulla guida del partito che si è mostrata inadeguata ed esposta ai condizionamenti esterni da parte del PD:
Mi pare che al compagno Brienza sia sfuggito un particolare: il PSI di Nencini è uscito da SEL ed anche in modo piuttosto traumatico. A me non pare così strano che i socialisti che partecipano alle trattative senza una copertura nazionale - e addirittura con possibilità di essere sconfessati dal gruppo dirigente romano (o toscano) - risultino privi di potere contrattuale. Come ci ricorda sempre Formica, la politica non è roba da educande. L'espressione usata dal vecchio Rino è un poco più cruda ...
Sono abbastanza d'accordo con quanto asserito dal Compagno Brienza. Il rapporto con questi di SEL è quello descritto. Anche per esperienza diretta, lo confermo. Quello che non comprendo sono i racconti di coloro che mitizzano Vendola senza sapere, che politicamente, ha la stessa movenza di quando era rappresentante del PCI prima e di Rifondazione, poi. Chi lo dice lo ha votato alle primarie 5 anni fa (contro la direttiva dello SDI dell'epoca) e pochi gironi addietro perchè ho creduto che dovesse essere premiato come amministratore e dare, invece, l'ennesimo colpo e risposta ad un PD senza scrupoli, illogico, arraffone, assetato di potere ed inconcludente. Poi, è vero, abbiamo una classse dirigente non all'altezza ma noi non facciamo nulla per creare le basi per un rinnovamento del Partito, anzi, sappiamo soltanto sparare sentenze distruttrici e, mai, "costruttrici". Mentre si assiste a fughe più o meno scontate di personaggi che hanno utilizzato il Partito solo per interessi egoistici ed ora che il Partito è in caduta libera... si salvi chi può! Eppure è così lampante... intorno a noi, sia a dx. che a sx.,siamo in mezzo al nulla.... quanto sarebbe utile una forza socialista fatta di persone che masticano la politica da navigate escort! (per rispondere alle educande del Compagno Formica!!). Saluti
E' giusto quel che dice Luciano. La linea di Nencini ha di fatto affossato il progetto della vecchia SeL, e questo ora sta di fatto indebolendo anche quei socialisti che in alcune regioni hanno tentato accordi elettorali con la nuova SEL. Del resto, l'idea che nelle singole regioni, in assenza di una copertura nazionale, i socialisti potessero trattare con SEL con pari dignità era in effetti probabilmente velleitaria e mi pare che a questo punto l'operazione non stia proprio decollando. Ciò non toglie però che questo non sia un buon segnale. Non c'è da rallegrarsi insomma per come si stanno mettendo le cose. Anche perchè quanto sta accadendo indurrà fatalmente al prevalere dentro il PSI delle posizioni di chi considera impraticabile la costituzione di un serio soggetto politico a Sinistra del PD, e al prevalere dentro SEL di quelle posizioni che considerano i Socialisti interlocutori inaffidabili e, soprattutto, quelle di chi è contrario alla prospettiva di fare di questa nuova formazione politica un possibile embrione di un futuro soggetto politico dalla spiccata impronta socialista. Certo: SEL aprirà la porte a qualche pattuglia di socialisti "volenterosi", che però è ben difficile pensare possano davvero condizionare dall'interno quella realtà. Ho paura cioè che le buone intenzioni di quei compagni che sono usciti o stanno uscendo dal PSI per entrare in SEL non basteranno a correggere questa deriva. Insomma, il PSI - con somma gioia di Nencini - finirà per mettersi a rimorchio del PD nella speranza di ottenere qualche briciola. E lo stesso finirà forse per fare anche SEL, probabilmente con un maggiore potere contrattuale (ma senza avere molto di socialista nella propria identità e nella propria piattaforma). In ogni caso, in un modo o nell'altro, la prospettiva di dar vita ad un soggetto serio a Sinistra mi pare dunque sfumare. I Circoli e le associazioni, per il connotato di soggetti autonomi che li caratterizza, potrebbero forse avere ancora un qualche ruolo da giocare nel riaprire discorsi e nel rimettere in moto ragionamenti improvvidamente interrotti. Ma non c'è da farsi soverchie illusioni nemmeno su questo. In casa del PD, anche dovessero perdere l'ennesima milionata di voti, potranno comunque stappare le bottiglie. E la Destra potrà continuare dormire tra due guanciali (mentre l'Italia va a rotoli). Saluti, Francesco Somaini
anche se non so se il mio è un contributo in termini politici, mi viene da chiedere che cosa c'è da perderci allo stato a essere presenti e parlanti ai tavoli di SeL. Tralascio perciò la questione PSI-Nencini, l'integralismo antisocialista di SeL che eventualm., in cambio dei voti ancora sotto il controllo socialista, non è disposto a mollare neppure con uno sgabellino (parlo per Torino) : in fase pre-elettorale lo scenario questo è. Ma qual è il senso di una preclusione all'essere disponibili, ben faticosamente, al confronto con SeL?
Dopo il voto si vedranno i riposizionamenti vari. Ma al punto in cui siamo - che la sinistra è come non ci fosse mancando di una seppur piccola rappresentanza - tocca pagare dazio, vulgo rendere praticabile un piano d'ascolto reciproco con SeL, con tutto che è molto parecchio scollata pure lei. E' vero che assistere (mi è successo prima delle europee) alle trattative in SeL è superdeprimente, ma anche quando vado agli incontri del Psi vedo che ognuno porta avanti solo i cavoli suoi, e che pure il Pd procede come se tutto possa risolversi a tarallucci e vino. Che se poi SeL concede uno scadreghillo senza diritto di voto all'eventuale candidato socialista, non so dire se è un bene o un male. Certo è difficile tener botta in simili condizioni. La Bresso qui a Torino, da dove scrivo, ha concluso un accordo del genere con Rifondazione in cambio di un posto in consiglio senza diritto alcuno di incidere etc.
Difendere la nostra libertà e salvare la comunicazione dei punti qualificanti etc., o come dice Beppe Giudice il cui punto di vista condivido. . Che senso avrebbe altrimenti il non esserci come socialisti quando e dove si può? è per difendere a tutti i costi un'identità fino al suo grado più basso ossia nel silenzio, o cosa? Perché resistere con tutte le forze ai cambiamenti intanto già avvenuti e a quelli possibili? La politica non è fatta di cambiamenti?
Mica si può continuare a dire che insomma andava tutto bene, finché non sono intervenute varie cose che hanno rovinato tutto. A me pare che non è stato per lo schianto di un fulmine che è venuto giù tutto. Consideriamo che gli apparati statali, servizi vari scuola assistenza, politiche dell'istruzione e del lavoro, etc., nei decenni di vari governi si siano sostanzialmente mantenuti nella loro deficienza; consideriamo che la gente ne ha piene le tasche al di là e oltre; che la destra vomita caciarra mentre cavalca proprio quella che è percepita come l'inconcludente sinistra. E poi, abbiamo contato quante centinaia di migliaia di persone vivono di politica? che ci campano e continueranno a caparci? E' da dopo il boom economico che è va avanti così, che gli eletti rapprentano poco più che se stessi. Può essere questo il problema o no?
Mi ha fatto molto piacere la pubblicazione del mio intevento, caro Scirocco, e ci vedremo sicuramente a Roma per ricordare un altro grande socialista, azionista come Riccardo, Tristano Codignola che ho ben conosciuto nel periodo della militanza nella sinistra socialista. E porto un'ulteriore riflessione dopo aver letto le considerazioni, un po' troppo sconclusionate - Marx e l'anarchia, Marx e il socialismo utopistico ma restando comunista - di Fausto Bertinotti sul Corriere della Sera di ieri: non mi hanno stupito conoscendo l'uomo da segretario confederale della Cgil, quando piu' per uno spazio personale - soffriva terribilmente la poca stima di un esimio sindacalista, come Bruno Trentin che veniva se non erro da una formazione azionista e giellista, - si invento' la corrente 'Essere Sindacato' visto che a sinistra non aveva alcuna chance di emersione! Tra il 2004 con la 'non violenza' e il 2007 con il 'Socialismo del XXI°', Bertinotti ha tentato di recuperare temi ed idee che non appartenevano alla sua storia politica ed azione politico-sindacale, creando - lo confesso - attese e speranze. Poi? dice al Riformista che Riccardo non vide il '68, non capi' quel che bolliva nella Cisl, non si immerse nei movimenti. Allora il forte dubbio: ma davvero Bertinotti intende rivitalizzare quella storia che ne sono convinto resta ed e' tuttora la sola 'via d'uscita' a sinistra dall'attuale crisi economica e politica? Come si fa a dire cose totalmente false su Riccardo, se con Trentin e Carniti alimento' il '68-'69 sia sul piano teorico che politico? E ancora sul piano comportamentale: a spaccare si fa prima che a unire, sosteneva Riccardo e aveva allora ragione (scissione del Psiup, poi quella di Anderlini e Carettoni, poi quella di Codignola, Leon, Achilli) tanta quanta ne ha ancora ora con la orrenda frammentazione atomica delle tante e false identita' politiche che celano prebende e finanziamenti pubblici! Sono e resto 'socialista lombardiano' senza dimora, un barbone, perche' nessun partito mi corrisponde: pero' siccome votare e' un dovere alle regionali scelgo Emma Bonino non fosse altro perche' e' una donna stupenda e da laico ho condiviso in toto le battaglie per il referendum sul divorzio e la 194 sull'aborto (il Pci e parte del Psi cercarono accomodementi per non disturbare la Chiesa), per l'obiezione di coscienza, cosi' come fece Riccardo che firmo' sempre i referendum dei Radicali. E ho ripulsa quando sento Nichi dire: con Fausto e' un piacere discutere di San Paolo fino all'alba! e poi perorare da Bari la causa della sinistra socialista...Per me e moltissimi altri era un piacere discutere con Riccardo che non e' mai stato marxista di Marx e dell'alienazione, di Luxemburg e del nesso liberta'-uguaglianza-giustizia sociale, di Sartre, Foucault, Deleuze e delle loro 'aberranti' teorie, nonche' delle filosofie platonico-cristiane che presuppongono, un uomo, una Chiesa, un Partito che presiedono alla vita delle persone. Lavoro per una sinistra nuova che sappia tenere assieme diritti civili e liberta' personali con la soddisfazione di bisogni (un salario equo, una casa, una sanita' giusta) e la realizzazione di quelle esigenze che fanno l'identita' umana prima che sociale e professionale: conoscere Dante, apprezzare Omero, ammirare Picasso, decidendo insomma della propria esistenza e della propria vita!
Caro carlo, la Bonino è sicuramente donna simpatica e in gamba, ma dubito che sottoscriverebbe il Manifesto per la libertà del pensiero economico che ho appena inviato... Un caro saluto Giovanni PS San Paolo, nella storia dell'umanità, piaccia o non piaccia, ha contato e conterà qualcosa di più di Foucault, Deleuze e Guattari... E non dimenticare che anche Riccardo è stato cattolico....
La interruzione dei rapporti con SEL è stato un atto unilaterale voluto da Nencini. NOn dobbiamo dimenticare che alla base delle diffidenze verso la dirigenza del PS c'è stato il caso della Toscana, nonchè le continue provocazioni di Nencini che costantemente metteva in discussione il percorso di SEL nelle forme e nei contenuti. Non nego che vi siano stati dei limiti nell'azione delle altre componenti di SEL (e Vendola li ha pienamente riconosciuti nella sua lettera al convegno di Roma del 1 Febbraio) ma non c'è dubbio che la responsabilità della rottura è tutta di Nencini perchè non ha mai creduto nel progetto di SEL (tant'è che è arrivato ad affermare che lo spazio del PS è intermedio tra il PD e l'UDC). E' chiaro che con questa dirigenza politica il PS non ha alcuna affidabilità e ciò purtroppo si trasferisce nelle realtà locali. Se Di Lello e la Locatelli hanno una posizione alternativa a quella di Nencini dovevano manifestare il loro esplicito dissenso politico e sostenere la mozione di Framco Bartolomei nel CN e nella Direzione. L'ambiguità non paga in politica. Io personalmente invito tutti i compagni che sono in dissenso con la impostazione social-liberista e caudataria rispetto al PD di Nencini ad aderire al movimento nazionale dei socialisti per una nuova forza della sinistra (la "nuova sinistra socialista" come ci ha definito Vendola)
il nostro socialismo è quello di Lombardi e di Fernando Santi ed è pienamente compatibile con il comunismo libertario di Vendola. Se invece uno crede che il socialismo sia rappresentato dal social-liberismo di Blair o Giuliano Amato il suo posto è nel PD
Cara D'Alessandro, condivido molto quello che dici e scrivi ma, continuo ad essere dubbioso sulle colpe, a senso unico, dei dirigenti del PSI sulla costruzioine della originaria SeL e penso, invece, che molte ne abbiano le differenti culture (socialista e comunista-postcomunista) che non hanno saputo costruire un punto in comune. Continuo a pensare (sarò un illuso?) che l'approdo per i socialisti non è SEL ma una via autonoma da ricostruire a sinistra del PD (ovviamente fuori dal contenitore di plastica denominato PD)... Saluti
devo dire che non sono mai stato comunista nemmeno per un giorno e la ragione di ciò è esposta in una bella pagina di Giorgio Ruffolo che certamente avete letto, ma che per comodità ripropongo: <>
Non posso che sottoscrivere parola per parola. Ma ho qualcosa da dire per i comunisti. Ho militato negli anni universitari in una sezione del Psi che si trovava a Torino Lingotto, davanti alla Fiat. Ebbene, pur convinto della mia scelta, non potevo non vedere, proprio in quest’area ad alta densità marxista, l’attività dei comunisti, la loro presenza capillare, la loro organizzazione, la loro disponibilità per il Partito sempre, la loro dedizione alla causa, la loro convinzione che si doveva dare e non chiedere, la loro onestà assoluta e senza eccezioni, la loro fede adamantina nel riscatto finale. Certo, loro sbagliavano e Craxi invece aveva ragione. Certo, non erano amici dei socialisti, specialmente dopo che noi avevamo abbandonato il fronte popolare, preferivano trattare con i democristiani, ci guardavano generalmente con una certa condiscendenza, con una certa superiorità, poi accentuatasi negli anni di Craxi. E non a torto, davanti allo spettacolo che offriva il nostro partito.
Dico tutto questo perché mi sembra ancora presente negli scritti di chi ancora oggi aderisce (non all’idea socialista, alla quale pur con i dovuti aggiustamenti anche io sono rimasto fedele) ma ai frammenti di scheggia che valgono lo zero virgola dei voti, mi sembra sia ancora presente il risentimento, l’astio, il rancore, per il vecchio Pci, Pds, Ds, ma anche per gli epigoni del disprezzato Partito democratico.
Ebbene, se il Partito democratico sta in piedi nonostante le sue innumerevoli pecche (che sottoscrivo senza esitazioni), vi posso assicurare che è per l’organizzazione, i mezzi, e soprattutto la dedizione dei sempre più vecchi militanti ex comunisti Averne, cari compagni! Permettetemi di chiudere con una opinione non richiesta. In qualsiasi contesto pubblico o privato, secondo valori forse un pò ammuffiti ma credo ancora validi, si parte dando, dimostrando, facendo la gavetta, le corvee, prima di parlare di rappresentanze, di cadreghe e cadreghini, di sgabelli e sgabellini. Dato il peso oggettivo in termini elettorali a cui sono ridotte le schegge del Partito socialista, non c’è altro da fare, con chiunque ci si voglia alleare. Cari saluti. Lorenzo Borla
Una volta tanto non sono d'accordo con la tua analisi sulla "rottura" fra PSI (Nencini) e SeL; ho un lungo rapporto nella mia Zona (la 5 di Milano) con l'intera sinistra, compresa Rifondazione. Avevamo costruito, dopo "l'autosufficienza" del PD, un Coordinamento della Sinistra (lanciato sulla stampa locale dal sottoscritto e pochi altri) lasciato fallire prima da PRC e poi di fatto dal resto delle (poche) forze presenti in Zona che hanno preferito la loro "mini autosufficienza".
In realtà i leader (si fa per dire) di SeL locali, anche di altre aree milanesi e della Provincia mancano di autorevolezza se si indirizzano verso una ipotesi di proposta politica nuova sono sconfessati dalla loro base che continua a coltivare la visione di una generica, autartica Nuova Sinistra Unita.
Mi viene in mente Ischierda Unida spagnola o cilena, formazioni senza speranze e minoritarie nei fatti!
In zona 5 a Milano Nencini non c'è, ci sono Socialisti che non devono vergognarsi di nulla neppure nel nome della Sezione: Riccardo Lombardi.
Sottoscrivo anche le virgole di ciò che dice Peppe Giudice. Che i socialisti tornino a fare i socialisti. E fare i socialisti, pur con tutte le differenze e anche i contrasti sui singoli problemi, significa anche allearsi a sx con forze di sinistra Col PD il confronto va tenuto aperto, perchè è il maggior partito della sx ed un alleato IMPRESCINDIBILE in una coalizione di centro-sx. Ma è con Vendola e con il suo post-comunismo libertario che vanno ricercate le assonanze e le convergenze. Se a sx del PD nascerà una nuova forza che saprà fondere le esperienze del socialismo e del post-comunismo, tutta la sx ne sarà rafforzata. Anche il PD. L'obiettivo è battere le dx, non massacrarci a vicenda. Non dimentichiamolo Se poi qualcuno pensa che socialista significhi battere le mani a chi propone l'abolizione dell'art. 18, o sono io che non ho capito bene cos'è il socialismo o sono gli altri che mettono (in buona fede, per carità) un 'etichetta sbagliata su un prodotto che col socialismo non ha nulla a che vedere
27 commenti:
Caro Giovanni, so che difficilmente pubblicherai per esigenze complessive questo intervento sul quale credo abbiamo punti in comune.
Ho partecipato al convegno del primo febbraio scorso a Roma cogliendo l'occasione per far conoscere il mio primo libro in assoluto, 'Lombardi e il fenicottero' di cui tu ben sai e del quale Simonetta Fiori su la Repubblica ha fatto una bella recensione. Beh, a parte quei compagni socialisti che hanno condiviso e condividono tuttora l'opera, l'insegnamento, le straordinarie intuizioni di Riccardo, come Sergio Ferrari o Renzo Penna o Mauro Beschi, che tra l'altro fanno parte di Labour l'associazione fondata da Fausto Vigevani un lombardiano doc (non ha fatto scissioni, il Psiup; non ha prodotto divisioni di corrente nella Cgil, come 'Essere Sindacato'; non rincorreva la notorieta' mediatica; si sporcava le mani nelle grandi ristrutturazioni della chimica italiana degli anni '80; puntava sempre a chiudere al meglio per i lavoratori i contratti di lavoro; detestava il detto "duri e puri") con cui ho lavorato per anni alla Filcea e poi ho continuato a seguire da cronista sindacale quando e' diventato segretario confederale della Cgil, numero uno della Fiom e sottosegretario alle Finanze. Bene, tranne questi compagni ho notato freddezza ed imbarazzo ad ascoltare solo il nome di Riccardo Lombardi, un uomo che era e resta di tutta la sinistra italiana. Ho ascoltato Ora l'appello di Vendola alla sinistra socialista: un deja' vu di qualche anno fa. Fu Fausto Bertinotti a rifarsi al socialismo di sinistra di Lombardi, Foa, Basso ed altri ed i risultati sono sotto gli occhi di tuttii: divenuto Presidente della Camera, unico della SA a restare in sella, il Socialismo del XXI° mai nato e' andato a farsi benedire. Ora da credente e comunista ci riprova Vendola che trova in Bertinotti una fonte di "stimoli: e' un piacere discutere con Fausto di San Paolo fino all'alba", ha spiegato a Lucia Annunziata! A me, lombardiano incallito, non convinceva Bertinotti prima (ricordo giudizi sballati su Riccardo, non vide il '68 ne' si accorse di quel che bolliva nella Cisl, affermo' nel 2006 al Riformista) e ancor meno Vendola: Riccardo non ando' mai sul Monte Atos ne' al santuario di Padre Pio perche' travolto da crisi mistiche! Alla 'doppiezza' di Togliatti e Berlinguer, l'Ingegnere rispose per le rime con la laicita', l'acomunismo, l'autonomia e l'alternativa di sinistra: la doppiezza di Togliatti e Berlinguer, la ritrovo in Bertinotti e Vendola, come in D'Alema (il cui disprezzo per l'azionismo e' fatto pubblico) e Veltroni....Siccome non ho mire politiche, faccio il giornalista, continuero' a scegliere e votare chi piu' oggi si accosta a Lombardi per laicita', non violenza, l onesta'm e coerenza: Emma Bonino.
Caro carlo,
come vedi ho inviato la tua mail, anche perché desidero risponderti pubblicamente.
Credo fermamente che il settarismo e i personalismi siano stati uno dei peggiori mali della sinistra del '900.
Il saluto di Vendola va, a mio parere, proprio nel senso del loro superamento, con il richiamo alla tradizione socialista ottocentesca (io avrei aggiunto anche un riferimento a rosselli e giustizia e libertà, ma va bene lo stesso). Da questo punto di vista va ovviamente recuperata tutta l'attenzione che i radicali dedicano al tema dei diritti di libertà e alla laicità (non al laicismo o all'anticlericalismo) e alle dimensioni transnazionali (io preferisco internazionalistiche...). Certi eccessi liberistici (che colgono solo una parte dell'insegnamento di Ernesto Rossi) invece li buttrei tranquillamente nel cestino. E, francamente, non confonderei Riccardo Lombardi con Marco Pannella.... Se una cosa mancava a Riccardo era proprio il narcisismo...
Un caro saluto
Giovanni
Mi associo al commento di Giovanni
Giorgo Righetti - Verona
Sono perfettamente d'accordo con quanto scritto da Carlo. Aggiungerei solo una postilla su un qualcosa che può sembrare "normale", una combinazione, ma che secondo me non lo è affatto e che se non viene esplicitato con chiarezza rischia di confondere acque e menti: Vendola sta infilandosi a testa bassa nel gradimento che la gente e l'opinione pubblica ha dimostrato alla Bonino, cercando quasi di far passare il messaggio che lui e la Bonino sono la stessa cosa! E non è vero, per niente! La Bonino ha una storia atea, liberale, radicale e socialista. Vendola, piaccia o meno, ha una storia di totale adesione al cattolicesimo ed al comunismo, da lui mai rinnegati, anzi, sempre, contento lui, rivendicati! Perché poi viene a fare campagna elettorale a Roma, guarda un po' al Teatro Eliseo dove Emma Bonino aveva fatto una splendida apertura della propria, di campagna elettorale, insieme a Marco Pannella, Massimo Fagioli, la rivista Left e l'Analisi Collettiva? Con tutto questo, sia ben chiaro una volta per tutte, Vendola non c'entra niente!
Confermo. Riccardo sarà stato un introverso, ma certamente era un semplice su tutto e con tutti
Che la Bonino abbia anche una storia "socialista", oltre che "atea,
liberale, radicale" , mi giunge del tutto nuovo. Non si finisce mai di
imparare ...
A me la Bonino sta abbastanza simpatica e certamente se vivessi nel Lazio la
voterei, quantomeno per solidarietà laica e per scelta di campo. Però
sapendo che è una thatcheriana dichiarata (rectius, aggiornando il concetto,
una vestervelliana visto che oggi il campione europeo del liberismo è il
leader della FDP) e che, se il mondo non girasse alla rovescia, dovremmo
avere una destra dignitosa che candida lei e una sinistra che candida Renata
Polverini.
Luciano
Da osservatore esterno, quale sono e sono stato per la maggior parte
della mia vita, anche se non mi faccio illusioni, direi che mi viene più
facile voler credere a Vendola tentato dal gradimento della Bonino, che
alla Bonino con Berlusconi e Vendola con Ferrero.
Bisognerebbe prendere atto una buona volta dello stato delle cose, e
delle distanze incolmabili che separano la società ed i suoi bisogni
sia da chi guarda con gli occhi (purtroppo) anacronistici della Politica
di un tempo, sia da chi opera con i metodi della politica bassa dei nostri
giorni.
Spero che presto nasca un gruppo di persone che mettendo i piedi per
terra provi a guardare lontano. Mi sembra che al momento non si vedano
in giro dei messia, ma non è il caso di fare gli schizzinosi col poco che
resta. Semmai ogni tanto facciamoci quattro risate
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/spettacoli/2010/2-febbraio-2010/checco-nichi-fuori-controllo-1602394345882.shtml
Cordialmente
Pino Falci
Caro compagno Paci,
meno male che hai ben chiarito con la tua la questione della
"corrosiva" liberista Bonino !
Non per te che la ne sai assai sull'argomento ma per quelli che
parlano della Bonino di sinistra
Dunque ... la scelta di SEL è occasione storica del superamento di
Livorno che dopo il 1989 non ha più senso alcuno ...se non per
gli incalliti Craxiani "socialisti liberisti" (orrore !!!) che pare
ancora presenti tra di noi socialisti liberali (rosslliani) e
liberalsocialisti (Calogero-capitini).
Soffriamo di crisi di cultura politica prima ancora che di crisi
politica.
Pensavo di trovare più tasso di cultura politica nell'ambito del
GdV dentro il quale mi trovo - ancora per quando ? - con voi
rosselliani milanesi ... si perché i rosselliani di Torino con il
laicissimo Monti, loro presidente, se ne è andato dal GdV e su
posizioni a mio dire ... liberiste.
Perché non fate un bel convegno rosselliano per stabilire se
interpretano giustamente il pensiero di Rosselli a Milano o quelli di
Torino o quelli di Genova (presidente l'amico Sessarego di area PD)
o quelli di Imperia (anch'essi liberisti) ... Mah povero Carlo
Rosselli se potesse dal cielo vedere ...
Dopo sarebbe veramente interessante un convegno
dal titolo "convergenze e divergenze
tra socialismo liberale di Carlo e liberalsocialismo di Guido
Calogero e Aldo Capitini."
Un invito al calogeriano dialogo e un fraterno capitiniano saluto.
Luigi Fasce
PS allego per non alleggerire questa letterina il mio intervento a
Roma che continua, approfondendolo, "Nel riformismo
socialista ..."
Vendola scrive cose condivisibili, ma dovrebbe farle sapere ai Vendoliani. L'integralismo di adepti di SEL fa sì che tranne in casi ormai isolati non ci saranno liste comuni di socialisti con SEL. Spazio alle candidature socialiste sì, purché portino voti, ma non si azzardino ad essere eletti. Si è posto un veto alla c andidatura in Campania di DI LELLO, l'unico in segreteria favorevole ad accordi generalizzati con SEL, insieme con la Pia Locatelli. Nel simbolo, tranne in Puglia pare, non doveva esserci nulla che richiamasse i socialisti. Questo risultato piace alle nomenclature anchew a quella del PSI. Sulle rovine di un'ipotesi di sinistra rinnovata sarà più facile condurre quanto rimane nel PD. Vendola ha lanciato un altro segnale di attenzione ai socialisti sfumando il giudizio su Craxi. Quando capiranno che ci si misura con i socialisti rivedendo i giudizi su Turati, su Silone e su Saragat, e Lombardi piuttosto che su Craxi?. Su Craxi ci sono oipinioni diverse tra i socialisti come tra i non socialisti: non è la cartina di tornasole né del filo, nè dell'anti-socialismo. Un pò di comparsate nei talk show, manca solo porta a porta, fa pensare a SEL che non è più necessario misurarsi sull'insediamento territoriale e sociale, quando si ha quello mediatico. A quando il nome e la foto di Vendola nel simbolo del Partito?
Con molta franchezza penso che se si vuole costruire un'alternativa al governo Berlusconi bisogna costruire una aggregazione di centro sinistra che si ispiri alla tradizione di Giustizia e libertà e al socialismo umanitario di Turati.
Non basta. Civuole un programma comune su scuola, sanità, lavoro che sia rivolto verso il futuro e cerchi di superare il liberismo selvaggio che ci ha portati in una crisi mondiale.
Vendola dice anche cose giuste sul piano pratico, ma deve capire che il cattocomunismo ha fatto il suo tempo; qualunque azione governativa si impantanerebbe nella difesa di principi etico-morali che finirebbero per coartare la libertà di pensiero dei singoli.
Un po' di coraggio quindi! se non vogliamo finire come i polli di Renzo
Rino Tiani
non sono iscritto al PS ma, come sapete, socialista convinto. La responsabilità della rottura politica con SEL (pur criticando alcuni integralismi di settori di SEL) è tutta di Nencini che, a partire dalla vicenda toscana e con tutta una serie di prese di posizioni, ha chiaramente assunto un atteggiamento provocatorio volto a rompere con il resto di SEL. Nencini si è dimostrato politicamente inaffidabile. Male hanno fatto la Locatelli e Di Lello a non contrapporsi frontalmente alla linea di Nencini ed a non sostenere l'o.d.g. di quei compagni che sostenevano la ripresa del progetto originario di SEL, tenendo subito il congresso del PSI e non rinviandolo dopo le regionali (secondo me non si terrà mai). Perchè le altre componenti di SEL avrebbero dovuto acconsentire ad eleggere personaggi che dopo le regionali se ne sarebbero andati magari nel PD? E' nella mostruosa ambiguità delle posizioni dell'autoreferenziale segreteria PS che c'è il male oscuro. Del resto lo SDI ha sempre utilizzato strumentalmente le alleanze elettorali.
Noi come movimento dei socialisti per la sinistra proseguiremo il nostro lavoro affinchè in SEL vi sia una componente culturale socialista che non rivendica solo posti ma porti il contributo delle nostre idee. Poichè il mondo non finisce con le regionali credo che dopo di esse vi sono le condizioni per una ripresa del dialogo a patto che si vi sia la massima chiarezza delle posizioni.
il nome di vendola sul logo? Presto fatto. è di qualche giorno fa la notizia che il logo pugliese di sel porterà la scritta "con vendola". A ciò si aggiunga la circostanza che il 22/01 era stato suggellato un accordo da parte dei dirigenti pugliesi di sel e psi in base al quale si sarebbe dovuta formare una lista pugliese di sel-psi con simboli presenti sul logo al 50% e candidati scelti al 50%. Dopo le primarie hanno messo tutto in discussione concedendoci,eventualmente, una mezza rosa in un angolino con la scritta PSI... Togliendo però la "P" la "S" e la "I"..... Questi sono i compagi di strada che molti hanno esaltato nei mesi scorsi. I compagni che hanno perso il pelo ma non il vizio!
qualcuno ha mai partecipato alle trattative elettorali con SEL ??? si svolgono nel seguente modo: ben vengano i voti socialisti, poi....forse.....chissà ci sarà un (UNO) candidato socialista e nel simbolo basta la rosa...forse....chissà; partecipare per credere.
Quanto alla componente socialista in SEL mi dispiace ma è solo nobile utopia, i voti socialisti fanno comodo e poi i socialisti vengono messi in un angolino nella migliore delle ipotesi. Senza rappresentanti non si va da nessuna parte !!!
Silvio Brienza
purtroppo, sulle vicende del PSI, "non ti curar di lor, ma guarda e passa". L'unica cosa che conta è il rapporto col Pse, che in questo momento non ha rappresentanza diretta in Italia, se non se la crea. Un partito dello 0,5-0,7 non può avere la delega. in queste elezioni, ciascuno si gioca le sue carte a livello regionale, poi si riparte da zero, con chi ci vuol stare, e sperabilmente con qualcuno che adesso non fa parte di questa cosa
Compagni, ci siamo impantanati con la questione Sinistra e Libertà. Nata da uno stato di necessità come alleanza elettorale, è stata poi intravista come un futuro soggetto politico. Sulla base di un equivoco di fondo: i socialisti vi vedevano una rinascita del socialismo in Italia, gli ex comunisti intendevano creare un partito che fosse l'assemblaggio di diverse culture politiche (la socialista, la comunista, l'ecologista), insomma qualcosa come un piccolo PD, ma più a sinistra. Ognuno dei partner vedeva in SeL quello che più gli faceva comodo. Il gruppo dirigente socialista in questa vicenda si è comportato in modo ambiguo: occorreva prendere una posizione chiara dopo le elezioni regionali. Lo spazio politico che negli altri paesi europei è presidiato dai partiti socialisti, in Italia è occupato abusivamente dal PD grazie agli eventi del '92-'93: collocarsi o più a destra o più a sinistra, in compagnie malassortite, significa snaturare l'identità del socialismo. Accettare di confluire in un melting-pot con epigoni di Berlinguer e Ingrao, non disponibili al revisionismo, significa disconoscere che nella sinistra ha vinto la tradizione socialista, non quella comunista.
Vendola? Alla fine si è comportato come detta il canone dei cacicchi locali, la figura politica che caratterizza la seconda repubblica (e che che domina nel PD).
In una situazione che lascia ai socialisti pochi margini d'azione, salvo tenersi pronti per cambiamenti di scenario, occorrerebbe fissare l'attenzione sulla guida del partito che si è mostrata inadeguata ed esposta ai condizionamenti esterni da parte del PD:
Mi pare che al compagno Brienza sia sfuggito un particolare: il PSI di
Nencini è uscito da SEL ed anche in modo piuttosto traumatico.
A me non pare così strano che i socialisti che partecipano alle trattative
senza una copertura nazionale - e addirittura con possibilità di essere
sconfessati dal gruppo dirigente romano (o toscano) - risultino privi di
potere contrattuale.
Come ci ricorda sempre Formica, la politica non è roba da educande.
L'espressione usata dal vecchio Rino è un poco più cruda ...
Luciano Belli Paci
Sono abbastanza d'accordo con quanto asserito dal Compagno Brienza. Il rapporto con questi di SEL è quello descritto. Anche per esperienza diretta, lo confermo.
Quello che non comprendo sono i racconti di coloro che mitizzano Vendola senza sapere, che politicamente, ha la stessa movenza di quando era rappresentante del PCI prima e di Rifondazione, poi. Chi lo dice lo ha votato alle primarie 5 anni fa (contro la direttiva dello SDI dell'epoca) e pochi gironi addietro perchè ho creduto che dovesse essere premiato come amministratore e dare, invece, l'ennesimo colpo e risposta ad un PD senza scrupoli, illogico, arraffone, assetato di potere ed inconcludente.
Poi, è vero, abbiamo una classse dirigente non all'altezza ma noi non facciamo nulla per creare le basi per un rinnovamento del Partito, anzi, sappiamo soltanto sparare sentenze distruttrici e, mai, "costruttrici". Mentre si assiste a fughe più o meno scontate di personaggi che hanno utilizzato il Partito solo per interessi egoistici ed ora che il Partito è in caduta libera... si salvi chi può!
Eppure è così lampante... intorno a noi, sia a dx. che a sx.,siamo in mezzo al nulla.... quanto sarebbe utile una forza socialista fatta di persone che masticano la politica da navigate escort! (per rispondere alle educande del Compagno Formica!!).
Saluti
E' giusto quel che dice Luciano.
La linea di Nencini ha di fatto affossato il progetto della vecchia SeL, e
questo ora sta di fatto indebolendo anche quei socialisti che in alcune
regioni hanno tentato accordi elettorali con la nuova SEL. Del resto, l'idea
che nelle singole regioni, in assenza di una copertura nazionale, i
socialisti potessero trattare con SEL con pari dignità era in effetti
probabilmente velleitaria e mi pare che a questo punto l'operazione non stia
proprio decollando.
Ciò non toglie però che questo non sia un buon segnale. Non c'è da
rallegrarsi insomma per come si stanno mettendo le cose.
Anche perchè quanto sta accadendo indurrà fatalmente al prevalere dentro il
PSI delle posizioni di chi considera impraticabile la costituzione di un
serio soggetto politico a Sinistra del PD, e al prevalere dentro SEL di
quelle posizioni che considerano i Socialisti interlocutori inaffidabili e,
soprattutto, quelle di chi è contrario alla prospettiva di fare di questa
nuova formazione politica un possibile embrione di un futuro soggetto
politico dalla spiccata impronta socialista.
Certo: SEL aprirà la porte a qualche pattuglia di socialisti "volenterosi",
che però è ben difficile pensare possano davvero condizionare dall'interno
quella realtà. Ho paura cioè che le buone intenzioni di quei compagni che
sono usciti o stanno uscendo dal PSI per entrare in SEL non basteranno a
correggere questa deriva.
Insomma, il PSI - con somma gioia di Nencini - finirà per mettersi a
rimorchio del PD nella speranza di ottenere qualche briciola. E lo stesso
finirà forse per fare anche SEL, probabilmente con un maggiore potere
contrattuale (ma senza avere molto di socialista nella propria identità e
nella propria piattaforma).
In ogni caso, in un modo o nell'altro, la prospettiva di dar vita ad un
soggetto serio a Sinistra mi pare dunque sfumare.
I Circoli e le associazioni, per il connotato di soggetti autonomi che li
caratterizza, potrebbero forse avere ancora un qualche ruolo da giocare nel
riaprire discorsi e nel rimettere in moto ragionamenti improvvidamente
interrotti. Ma non c'è da farsi soverchie illusioni nemmeno su questo.
In casa del PD, anche dovessero perdere l'ennesima milionata di voti,
potranno comunque stappare le bottiglie.
E la Destra potrà continuare dormire tra due guanciali (mentre l'Italia va a
rotoli).
Saluti,
Francesco Somaini
anche se non so se il mio è un contributo in termini politici, mi viene da chiedere che cosa c'è da perderci allo stato a essere presenti e parlanti ai tavoli di SeL. Tralascio perciò la questione PSI-Nencini, l'integralismo antisocialista di SeL che eventualm., in cambio dei voti ancora sotto il controllo socialista, non è disposto a mollare neppure con uno sgabellino (parlo per Torino) : in fase pre-elettorale lo scenario questo è. Ma qual è il senso di una preclusione all'essere disponibili, ben faticosamente, al confronto con SeL?
Dopo il voto si vedranno i riposizionamenti vari. Ma al punto in cui siamo - che la sinistra è come non ci fosse mancando di una seppur piccola rappresentanza - tocca pagare dazio, vulgo rendere praticabile un piano d'ascolto reciproco con SeL, con tutto che è molto parecchio scollata pure lei.
E' vero che assistere (mi è successo prima delle europee) alle trattative in SeL è superdeprimente, ma anche quando vado agli incontri del Psi vedo che ognuno porta avanti solo i cavoli suoi, e che pure il Pd procede come se tutto possa risolversi a tarallucci e vino.
Che se poi SeL concede uno scadreghillo senza diritto di voto all'eventuale candidato socialista, non so dire se è un bene o un male. Certo è difficile tener botta in simili condizioni. La Bresso qui a Torino, da dove scrivo, ha concluso un accordo del genere con Rifondazione in cambio di un posto in consiglio senza diritto alcuno di incidere etc.
Difendere la nostra libertà e salvare la comunicazione dei punti qualificanti etc., o come dice Beppe Giudice il cui punto di vista condivido. . Che senso avrebbe altrimenti il non esserci come socialisti quando e dove si può? è per difendere a tutti i costi un'identità fino al suo grado più basso ossia nel silenzio, o cosa?
Perché resistere con tutte le forze ai cambiamenti intanto già avvenuti e a quelli possibili? La politica non è fatta di cambiamenti?
Mica si può continuare a dire che insomma andava tutto bene, finché non sono intervenute varie cose che hanno rovinato tutto.
A me pare che non è stato per lo schianto di un fulmine che è venuto giù tutto. Consideriamo che gli apparati statali, servizi vari scuola assistenza, politiche dell'istruzione e del lavoro, etc., nei decenni di vari governi si siano sostanzialmente mantenuti nella loro deficienza; consideriamo che la gente ne ha piene le tasche al di là e oltre; che la destra vomita caciarra mentre cavalca proprio quella che è percepita come l'inconcludente sinistra. E poi, abbiamo contato quante centinaia di migliaia di persone vivono di politica? che ci campano e continueranno a caparci? E' da dopo il boom economico che è va avanti così, che gli eletti rapprentano poco più che se stessi.
Può essere questo il problema o no?
Saluto tutti, sandra d'alessandro
Mi ha fatto molto piacere la pubblicazione del mio intevento, caro Scirocco, e ci vedremo sicuramente a Roma per ricordare un altro grande socialista, azionista come Riccardo, Tristano Codignola che ho ben conosciuto nel periodo della militanza nella sinistra socialista. E porto un'ulteriore riflessione dopo aver letto le considerazioni, un po' troppo sconclusionate - Marx e l'anarchia, Marx e il socialismo utopistico ma restando comunista - di Fausto Bertinotti sul Corriere della Sera di ieri: non mi hanno stupito conoscendo l'uomo da segretario confederale della Cgil, quando piu' per uno spazio personale - soffriva terribilmente la poca stima di un esimio sindacalista, come Bruno Trentin che veniva se non erro da una formazione azionista e giellista, - si invento' la corrente 'Essere Sindacato' visto che a sinistra non aveva alcuna chance di emersione! Tra il 2004 con la 'non violenza' e il 2007 con il 'Socialismo del XXI°', Bertinotti ha tentato di recuperare temi ed idee che non appartenevano alla sua storia politica ed azione politico-sindacale, creando - lo confesso - attese e speranze. Poi? dice al Riformista che Riccardo non vide il '68, non capi' quel che bolliva nella Cisl, non si immerse nei movimenti. Allora il forte dubbio: ma davvero Bertinotti intende rivitalizzare quella storia che ne sono convinto resta ed e' tuttora la sola 'via d'uscita' a sinistra dall'attuale crisi economica e politica? Come si fa a dire cose totalmente false su Riccardo, se con Trentin e Carniti alimento' il '68-'69 sia sul piano teorico che politico? E ancora sul piano comportamentale: a spaccare si fa prima che a unire, sosteneva Riccardo e aveva allora ragione (scissione del Psiup, poi quella di Anderlini e Carettoni, poi quella di Codignola, Leon, Achilli) tanta quanta ne ha ancora ora con la orrenda frammentazione atomica delle tante e false identita' politiche che celano prebende e finanziamenti pubblici! Sono e resto 'socialista lombardiano' senza dimora, un barbone, perche' nessun partito mi corrisponde: pero' siccome votare e' un dovere alle regionali scelgo Emma Bonino non fosse altro perche' e' una donna stupenda e da laico ho condiviso in toto le battaglie per il referendum sul divorzio e la 194 sull'aborto (il Pci e parte del Psi cercarono accomodementi per non disturbare la Chiesa), per l'obiezione di coscienza, cosi' come fece Riccardo che firmo' sempre i referendum dei Radicali. E ho ripulsa quando sento Nichi dire: con Fausto e' un piacere discutere di San Paolo fino all'alba! e poi perorare da Bari la causa della sinistra socialista...Per me e moltissimi altri era un piacere discutere con Riccardo che non e' mai stato marxista di Marx e dell'alienazione, di Luxemburg e del nesso liberta'-uguaglianza-giustizia sociale, di Sartre, Foucault, Deleuze e delle loro 'aberranti' teorie, nonche' delle filosofie platonico-cristiane che presuppongono, un uomo, una Chiesa, un Partito che presiedono alla vita delle persone. Lavoro per una sinistra nuova che sappia tenere assieme diritti civili e liberta' personali con la soddisfazione di bisogni (un salario equo, una casa, una sanita' giusta) e la realizzazione di quelle esigenze che fanno l'identita' umana prima che sociale e professionale: conoscere Dante, apprezzare Omero, ammirare Picasso, decidendo insomma della propria esistenza e della propria vita!
Caro carlo,
la Bonino è sicuramente donna simpatica e in gamba, ma dubito che sottoscriverebbe il Manifesto per la libertà del pensiero economico che ho appena inviato...
Un caro saluto
Giovanni
PS San Paolo, nella storia dell'umanità, piaccia o non piaccia, ha contato e conterà qualcosa di più di Foucault, Deleuze e Guattari... E non dimenticare che anche Riccardo è stato cattolico....
La interruzione dei rapporti con SEL è stato un atto unilaterale voluto da Nencini. NOn dobbiamo dimenticare che alla base delle diffidenze verso la dirigenza del PS c'è stato il caso della Toscana, nonchè le continue provocazioni di Nencini che costantemente metteva in discussione il percorso di SEL nelle forme e nei contenuti. Non nego che vi siano stati dei limiti nell'azione delle altre componenti di SEL (e Vendola li ha pienamente riconosciuti nella sua lettera al convegno di Roma del 1 Febbraio) ma non c'è dubbio che la responsabilità della rottura è tutta di Nencini perchè non ha mai creduto nel progetto di SEL (tant'è che è arrivato ad affermare che lo spazio del PS è intermedio tra il PD e l'UDC). E' chiaro che con questa dirigenza politica il PS non ha alcuna affidabilità e ciò purtroppo si trasferisce nelle realtà locali. Se Di Lello e la Locatelli hanno una posizione alternativa a quella di Nencini dovevano manifestare il loro esplicito dissenso politico e sostenere la mozione di Framco Bartolomei nel CN e nella Direzione. L'ambiguità non paga in politica.
Io personalmente invito tutti i compagni che sono in dissenso con la impostazione social-liberista e caudataria rispetto al PD di Nencini ad aderire al movimento nazionale dei socialisti per una nuova forza della sinistra (la "nuova sinistra socialista" come ci ha definito Vendola)
il nostro socialismo è quello di Lombardi e di Fernando Santi ed è pienamente compatibile con il comunismo libertario di Vendola. Se invece uno crede che il socialismo sia rappresentato dal social-liberismo di Blair o Giuliano Amato il suo posto è nel PD
Cara D'Alessandro, condivido molto quello che dici e scrivi ma, continuo ad essere dubbioso sulle colpe, a senso unico, dei dirigenti del PSI sulla costruzioine della originaria SeL e penso, invece, che molte ne abbiano le differenti culture (socialista e comunista-postcomunista) che non hanno saputo costruire un punto in comune.
Continuo a pensare (sarò un illuso?) che l'approdo per i socialisti non è SEL ma una via autonoma da ricostruire a sinistra del PD (ovviamente fuori dal contenitore di plastica denominato PD)...
Saluti
Cari compagni,
devo dire che non sono mai stato comunista nemmeno per un giorno e la ragione di ciò è esposta in una bella pagina di Giorgio Ruffolo che certamente avete letto, ma che per comodità ripropongo: <>
Non posso che sottoscrivere parola per parola. Ma ho qualcosa da dire per i comunisti. Ho militato negli anni universitari in una sezione del Psi che si trovava a Torino Lingotto, davanti alla Fiat. Ebbene, pur convinto della mia scelta, non potevo non vedere, proprio in quest’area ad alta densità marxista, l’attività dei comunisti, la loro presenza capillare, la loro organizzazione, la loro disponibilità per il Partito sempre, la loro dedizione alla causa, la loro convinzione che si doveva dare e non chiedere, la loro onestà assoluta e senza eccezioni, la loro fede adamantina nel riscatto finale. Certo, loro sbagliavano e Craxi invece aveva ragione. Certo, non erano amici dei socialisti, specialmente dopo che noi avevamo abbandonato il fronte popolare, preferivano trattare con i democristiani, ci guardavano generalmente con una certa condiscendenza, con una certa superiorità, poi accentuatasi negli anni di Craxi. E non a torto, davanti allo spettacolo che offriva il nostro partito.
Dico tutto questo perché mi sembra ancora presente negli scritti di chi ancora oggi aderisce (non all’idea socialista, alla quale pur con i dovuti aggiustamenti anche io sono rimasto fedele) ma ai frammenti di scheggia che valgono lo zero virgola dei voti, mi sembra sia ancora presente il risentimento, l’astio, il rancore, per il vecchio Pci, Pds, Ds, ma anche per gli epigoni del disprezzato Partito democratico.
Ebbene, se il Partito democratico sta in piedi nonostante le sue innumerevoli pecche (che sottoscrivo senza esitazioni), vi posso assicurare che è per l’organizzazione, i mezzi, e soprattutto la dedizione dei sempre più vecchi militanti ex comunisti Averne, cari compagni! Permettetemi di chiudere con una opinione non richiesta. In qualsiasi contesto pubblico o privato, secondo valori forse un pò ammuffiti ma credo ancora validi, si parte dando, dimostrando, facendo la gavetta, le corvee, prima di parlare di rappresentanze, di cadreghe e cadreghini, di sgabelli e sgabellini. Dato il peso oggettivo in termini elettorali a cui sono ridotte le schegge del Partito socialista, non c’è altro da fare, con chiunque ci si voglia alleare. Cari saluti. Lorenzo Borla
Una volta tanto non sono d'accordo con la tua analisi sulla "rottura" fra
PSI (Nencini) e SeL; ho un lungo rapporto nella mia Zona (la 5 di Milano)
con l'intera sinistra, compresa Rifondazione.
Avevamo costruito, dopo "l'autosufficienza" del PD, un Coordinamento della
Sinistra (lanciato sulla stampa locale dal sottoscritto e pochi altri)
lasciato fallire prima da PRC e poi di fatto dal resto delle (poche) forze
presenti in Zona che hanno preferito la loro "mini autosufficienza".
In realtà i leader (si fa per dire) di SeL locali, anche di altre aree
milanesi e della Provincia mancano di autorevolezza se si indirizzano verso
una ipotesi di proposta politica nuova sono sconfessati dalla loro base che
continua a coltivare la visione di una generica, autartica Nuova Sinistra
Unita.
Mi viene in mente Ischierda Unida spagnola o cilena, formazioni senza
speranze e minoritarie nei fatti!
In zona 5 a Milano Nencini non c'è, ci sono Socialisti che non devono
vergognarsi di nulla neppure nel nome della Sezione: Riccardo Lombardi.
Ciao
Sergio Tremolada
Sottoscrivo anche le virgole di ciò che dice Peppe Giudice. Che i socialisti tornino a fare i socialisti. E fare i socialisti, pur con tutte le differenze e anche i contrasti sui singoli problemi, significa anche allearsi a sx con forze di sinistra
Col PD il confronto va tenuto aperto, perchè è il maggior partito della sx ed un alleato IMPRESCINDIBILE in una coalizione di centro-sx. Ma è con Vendola e con il suo post-comunismo libertario che vanno ricercate le assonanze e le convergenze. Se a sx del PD nascerà una nuova forza che saprà fondere le esperienze del socialismo e del post-comunismo, tutta la sx ne sarà rafforzata. Anche il PD. L'obiettivo è battere le dx, non massacrarci a vicenda. Non dimentichiamolo
Se poi qualcuno pensa che socialista significhi battere le mani a chi propone l'abolizione dell'art. 18, o sono io che non ho capito bene cos'è il socialismo o sono gli altri che mettono (in buona fede, per carità) un 'etichetta sbagliata su un prodotto che col socialismo non ha nulla a che vedere
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