mercoledì 4 marzo 2009

Peppe Giudice: sondaggi e pregiudizi

I sondaggi bisogna prenderli con le dovute cautele e quindi evitare facili entusiasmi. Ma il 6% nelle intenzioni di voto alla lista "sinistra per la libertà" è qualcosa che incoraggia. C'è nel paese il bisogno di una sinistra della libertà, del lavoro e del socialismo, un bisogno a cui occorre dare una risposta. E' importante pertanto che la lista sia il primo passo verso un nuovo soggetto politico laico. socialista e di sinistra (credo che alla fine anche Vendola accetterà il PSE). Per questo non deve apparire come un espediente per superare il 4% ma come un processo politico vero. Per questo esso va calato nelle realtà locali per presentare liste unitarie (ovunque è possibile) alle amministrative (alle provinciali in particolare). In alcune realtà (Umbria, Puglia, Calabria) già ci si sta muovendo in tale direzione grazie alla iniziativa spontanea dei partiti e dei movimenti. Sarebbe utile estendere tale iniziativa.
Concordo pienamente con Pierpaolo: bisogna spiegare bene che il socialismo libertario di Rosselli non ha nulla a che vedere con il social-liberismo alla Blair. Così come bisogna combattere a fondo i pregiudizi antisocialisti che non si annidano solo nel Manifesto (certo anche lì) ma talvolta in alcuni personaggi "sinistri" del PD.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è una profoda disistima verso i leaderini della sinistra sconfitta.Se fanno un accordo che comprende anche le provinciali e i capoluoghi, diventa un fatto politico che fa tendenza, e non l'accordo dei miserabili per spartirsi una elemosina. E allora rinasce la fiducia e si può anche superare il 4%. Però tocca ai compagni sul territorio a muoversi verso questa direzione, senza perdere tempo a lamentarsi sull'inerzia del centro. Che ,in un nanopartito non è in grado di controllare il territorio, è un fatto tecnico e politico, non di cattiva volontà.

Anonimo ha detto...

Importante iniziativa dei Socialisti di Cupra Marittima e opportuna iniziativa
del loro segretario Maurizio Virgulti che ho letto su F.B.
Complimenti per l'iniziativa.
Il dire "socialisti" è un grande segnale di unità, diversamente da quanti
spaccano il capello in quattro.
Purtroppo nella storia dei socialisti il richiamo di sirene che ci invitavano
ad andare più in alto, più in alto, più in alto fino a bruciarci le ali, vi
sono sempre state.
Noi dobbiamo seguire il richiamo dei nostri vecchi saggi socialisti con le
gambe ben piantate per terra, che costrinsero la struttura cattolica con Leone
XIII° a rivedere tutta la propria politica, e che si confrontarono con il
corporativismo del sindacato cattolico di Toniolo e Rosmini.
Ciò non impedì una fervida collaborazione tra Turati e Giolitti, la quale
altro non significava che il socialismo era il naturale proseguimento del
liberismo, dai diritti privati ai diritti collettivi, Non più lo stato
carabiniere ma lo stato sociale.
Quanto al richiamo a Craxi, ritengo la cosa molto importante. Anche in questo
caso non bisogna ascoltare le sirene che parlano di un Craxi ormai lontano
dalle origini, perché non è vero. Craxi era l'unico, nel vecchio PSI, che
vedeva dalla parte giusta. Il solo fatto che ucciso lui si sia sfaldato "il
partito di tutti quei colonnelli che oggi impazzano", gli dà ANCORA UNA VOLTA
completamente ragione: egli era un moderato "fabiano" diversamente da altri
socialisti tipo Achilli. Con Craxi si sarebbe costruito gradualmente il
socialismo, con gli altri l'illusionismo. E la sua vita e le sue riflessioni
da Hammameth, lo confermano ampliamente.
Paolo Mercanzin - Veneto socialista

Anonimo ha detto...

Sulla nuova alleanza elettorale che si profila all'orizzonte sospendo il
giudizio fino al momento in cui potremo leggere il programma e i candidati.
Per ora (un po' fuori dal coro), mi limito a domandarvi quale sarà, ad
esempio, la posizione sull'Afghanistan.
Vendola e Francescato (se non hanno improvvisamente cambiato idea in questi
giorni) sono per il ritiro immediato delle truppe italiane.
Socialisti (italiani ed europei) direi proprio di no.
E il ruolo della NATO? E Hamas? E il vuoto pacifismo in cui alla parola
"pace" raramente si associano quelle di "giustizia" e "libertà"?
Sono argomenti secondari?
Ho citato solo alcuni esempi, tutti in politica estera (importante, nelle
elezioni europee in particolare, almeno quanto quella economico-sociale).

Luciano, come sempre molto efficace e razionale, chiede: quale alternativa?
Io però mi sono stancato di votare turandomi il naso. Ci sono dei limiti che
non si possono superare.
Si dirà... ma stavolta ci sono le preferenze...
Sì, ma quelle ci sono anche per chi vota PD (anche se io probabilmente non
sarò fra quelli).
Si dirà... ma bisogna superare il 4%...
Sì, se si lavora solo con un'orizzonte semestrale o di legislatura.
E se invece ci ponessimo un orizzonte ventennale o trentennale?
C'è una cosa peggiore che fare una legge con lo sbarramento al 4% per le
europee all'ultimo momento:
fare una lista dettata solo da quella legge.
C'è una cosa peggiore del vuoto di contenuti e di identità rappresentato dal
PD:
fare un altro contenitore vuoto accontentandosi di definirlo "sinistra".
Io non voglio votare per LA sinistra, ma per UNA sinistra.
Spero che l'evoluzione dei prossimi mesi me lo consenta, ma se non vi fosse
quest'opportunità, me ne farò una ragione.
L'alternativa?
La scheda bianca o l'astensione, forse.
O un'attenta analisi dei candidati che potrebbero farcela, per cercare un
voto "individuale" (ma a questo punto perché in una sola lista?)

Spero sinceramente di ricredermi presto.

Stefano Bazzoli

Anonimo ha detto...

beh, esageruma nen (dal piemontese "non esageriamo"). Anche se a bridge non
fanno la dichiarazione col "fiori torino" in lista con loro ci vado lo
stesso. Nel caso specifico dell'afganistan, poi, sono conivinto che abbiano
ragione loro e non la Nato a scodinzolare dietro alla disinformazione di
Bush.

Anonimo ha detto...

Caro Stefano,

Ti capisco molto bene. Io, ad esempio, sono stato un sostenitore
convinto dell'astensione alle prossime europee, sinché non si è
presentata all'orizzonte l'ipotesi di una lista unitaria tra tutte le
forze collocatesi a sinistra del PD. E, per dirla tutta, non avrei
votato nemmeno le liste del partito di cui ho ripreso la tessera qualche
giorno fa, se questo si fosse presentato agli elettori come frazione
splendidamente isolata, capace solo di rivendicare le ragioni
gloriosissime del richiamo identitario per mascherare le ambizioni vane
di qualche suo presunto "dirigente".

Tu citi come punto debole della nuova aggregazione la politica estera.
Ma discorsi analoghi valgono - e sono il primo a saperlo! - per le
politiche energetiche, per le infrastrutture, per l'atteggiamento
riguardo al federalismo fiscale, alla "sicurezza", al trade-off
pensioni/welfare, e potrei probabilmente continuare all'infinito.
Questioni che richiedono un approccio pragmatico, e che non si risolvono
magicamente solo perché qualcuno si è convinto di aver inventato qualche
slogan ad effetto.
Punti deboli, vuoi perché tutta la sinistra su questi temi sostiene
posizioni non comprese o non condivise dal Paese, vuoi perché sulle
medesime questioni, come tu dici, la nuova sinistra è al suo interno divisa.
La "nuova" sinistra deve dimostrare di saper partire da una dura critica
sociale e da un'analisi accurata della realtà, per elaborare progetti e
proposte di governo concreti e alternativi. Slogan rabbiosi - "di
lotta", come si diceva un tempo - o immagini evocative possono anche
essere utili, ma non saranno mai sufficienti.

La scommessa è che i nostri partitucoli, che sino a ieri tentavano di
urlare l'uno più forte dell'altro pur di differenziarsi e rendersi
riconoscibili, abbiano capito che oggi è necessario cercare le ragioni
dell'unità e non quelle della divisione. Perché solo una sinistra unita
può smuovere quella palude mefitica che è diventata la politica in Italia.
I due partiti maggiori, invece, nella palude sguazzano beatamente!
Certo, con il tuo voto di preferenza potresti cercare di favorire,
all'interno del PD, candidati come Marino o la Bonino... Ma, mi chiedo
io, con quali possibilità di determinare una qualche evoluzione in
quello che è e rimane un partito di potere, puntello essenziale di
spezzoni delle sgangherate classi dominanti italiane???

Personalmente - e l'ho scritto qualche giorno fa - sono più che convinto
anch'io che questo sarà un processo complicatissimo. Sicuramente per
animi pazienti. Forse addirittura per stomaci forti, . Ma quello
unitario è, almeno per me, l'unico processo che valga la pena tentare
di influenzare.

Fraternamente,

Pierpaolo Pecchiari

Anonimo ha detto...

Seguo con interesse le vostre mail dove noto copn stupore i vari ritorni a
tempi nostalgici
di un tempo che fu', cosa che ritengo del tutto superfluo.
Segue con dovuto distacco questa fantispecie d'evoluzione o meglio di
assemblamento
di micropartiti (PS-SD- vendoliani etc.) e rimango veramente sconcertato come
qualcuno di Voi posso ancora credere al
esumazione di vecchi cadaveri, mi domando quale può essere il motivo per cui
un elettore dovrebbe votare vecchi tromboni trombati
senza nessun briciolo di progettualita politica anzi sofferenti di cecità nel
guardare la realtà, di questa nazione e di questo mondo.
Non credo che richiamarsi alla sinistra il popolo lo concepisce come la
soluzione dei mali, non credo che l'attuale classe dirigente possa dargli delle
soluzione con il mutismo mediatico ed intellettuale.
Non vado oltre e rimango sul vago, e per questo ne chiedo scusa.
Ma sicuramente non corro a prendere tessere o altro per far piacere ad
essere masochista, guardo da vicino e vivo la realtà e rimango fino a prova
contraria che le chiacchiere
sono solo e rimangono chiacchiere, purtroppo il vecchio specchio
dell'allodole non funziona più.
Alle prossime votazione rimango del mio pensiero ideologico (fraternità-
uuguaglianza-libertà) ma farò parte del partito degli scoglionati.
Partito che và sempre di più ingrossandosi senza che nessuno analizzi la vera
causa della sua esistenza.
Inutile dire che il micro partito nenciniano possa avere una soluzione o
potrà darne una.
UNA DOMANDA MA IL CIRCOLO ROSSELLI NON E' NATO COME FUCINA DI PENSIERI E
PROGETTUALI SOCIALISTA?
NON CREDO CHE SIA NATO COME SUPPORTO AL PS perchè se tale fosse sarebbe una
ingiustizia per gli altri micropartiti socialisti italiani.
Sbaglio?

Anonimo ha detto...

Ma in nessun partito oggi esistente c'è una piena coincidenza di posizioni.
Questo avviene nel PS, in SD (ove milito) e nel movimento di Vendola.
Prendiamo ad esempio la legge 30 (o Biagi): nel PS nonostante Boselli
ponesse Biagi (persona che va rispettata sommamente perchè è morto per le
sue idee per mano di fanatici criminali) nel Pantheon socialista (in realtà
quando è morto era iscritto alla Margherita), nel PS, dicevo, ci sono
moltissimi compagni che non condividono affatto la filosofia della legge 30
(il super-market del lavoro). Come non la condividono socialisti che non
militano nel PS . Uno dei critici più forti della legge 30 è Luciano Gallino
intellettuale di chiara matrice socialista. O come Ruffolo. O come il
segretario della CGIL Epifani. O sulla politica estera. Anche io credo che
occorra un exit-strategy dalla guerra in Afganistan visto che non è servita
a combattere il terrorismo (anche se non si può mettere sullo stesso piano
della guerra in Iraq).
Io credo che alla fine nella lista di sinistra vi sia molta più omogeneità
rispetto ad altre forze politiche ad iniziare dal PD che è un orribile
guazzabuglio di posizioni. Anche sulla collocazione europea. Vendol anon
entra (per ora) nel PSE ma ha un atteggimaento costruttivo e considera il
PSE come l'alleato naturale (a differenza si di Rutelli o dal lato opposto
di Ferrero). Anche sul nucleare non dovrebbero esserci problemi nell'essere
contro: non fu il PSI tra i promotori del referendum contro le centrali? E'
chiaro che noi dobbiamo costruire non una sinistra dei no, ma propositiva e
costruttiva. Da questo punto di vista credo che Vendola ha dimostrato di
saper governare bene. Quindi ci sono le condizioni per creare una sintesi
politica positiva. La diversità arricchisce: l'importante è trovare un
terreno d'intesa sulla prospettiva politica.

Anonimo ha detto...

Forse perché il "nuovo" che avanza è ancora più vecchio; ammesso che "nuovo"
e "vecchio" siano categorie della qualità.

La nostalgia è condizione dell'uomo, l'importante è non restarvi
imprigionati.

Ciao Sergio Tremolada

Anonimo ha detto...

IL VERO PROBLEMA CHE SI CERCA DI FAR RIVIVERE LA NOSTALGIA PER IMPRIGIONARE GLI
ALTRI
RESTA IL COMUNQUE CHE ANCHE IN QUESTO CASO NON SI TROVA UN OTTIMO COLLANTE
FORSE PERCHE' GLI "ALTRI" NON FANNO PIU' DEGLI INUTILI IDIOTI
NON PIU' RINNOVARSI MA INNOVARSI E' UN OBBLIGO PER AFFRONTARE IL XXI
SECOLO
NON CREDO CHE SIAMO UN POPOLO CHE TENDE AD INNOVARSI