Il Gruppo L’Espresso e il Gruppo Rizzoli Corriere della Sera, hanno siglato un accordo ai fini di costituire un consorzio per la gestione “ottimale” della pubblicità, nell’ambito delle piattaforme multimediali che si vanno edificando, e che siamo ben lungi dal veder dispiegare tutte le loro devastanti e/o straordinarie potenzialità.
Nel panorama italiano, questi due gruppi, al di là di come la si possa pensare sulla loro linea editoriale, rappresentano comunque la parte più sana del sistema.
Ebbene riconosciuto doverosamente ciò, la “new” di un accordo strategico fra due Gruppi editoriali che comunque “devono/dovrebbero” essere fierissimi concorrenti, che editano i due quotidiani più prestigiosi e letti del paese, non ha avuto praticamente nessuna risonanza.
La cosa ci dovrebbe dare la misura del livello di degrado in cui viene precipitata la coscienza collettiva del paese.
L’accordo, ripeto, è di evidente natura strategica, e si instaura nell’ambito di quel delicatissimo settore dell’informazione, che in Italia versa de decenni in condizioni patologicamente tragiche, settore nel e sul quale da tempo, la logica “piduista” e tutto il “bel mondo” che ne è espressione, si è preso le sue “puntute” rivincite, dopo le sconfitte solo apparenti che gli furono inflitte con i lavori della “Commissione Anselmi” e la resurrezione a nuova vita del Corriere della Sera, con la direzione di Alberto Cavallari.
Non a caso un piduista spergiuro, è Presidente del Consiglio dei ministri, un piduista confesso, è il suo capogruppo alla Camera, e il venerabile Licio Gelli pontifica venerato, intanto che Tina Anselmi è fuori dalla politica e che Alberto Cavallari quando era ancora in vita fece in tempo a rispondere così ad una domanda che nell’ormai lontano 1984, Corrado Stajano gli poneva:
“….Cavallari, che impressione ti fa leggere sul «Corriere» la notizia della relazione Anselmi (presidente della Commissione parlamentare sulla P2. n.d.r.) su due colonne? «Mah, non voglio dar lezioni a nessuno. Penso con gioia di non essere più al –Corriere-. So solo che io l’avrei messa, come ho messo per tre anni tutte le notizie sulla P2: a cinque, sei, anche nove colonne.»”.
Nella classifica stilata da Reporters sans frontieres per il 2008, quanto a libertà di stampa, l’Italia scende ancora e si colloca al 44° posto, dopo l’Uruguay e prima della Croazia, ed è innegabile che fra libertà di stampa e corruzione il nesso sia senza soluzione di continuità, e non a caso l’equilibratissimo Mario Pirani ha vergato in tema di corruzione parole che non lasciano spazio ad alcuna manfrina:
“….l’eccesso di corruzione, … è fra le cause del declino italiano in quanto, incrociato col dato sulla trasparenza, è uno dei parametri che le società di rating internazionali prendono in considerazione per misurare il rischio-paese». Non ho lo spazio per la classifica. Posso solo ricordare che dopo i primi tre (Danimarca, Svezia, Nuova Zelanda) seguono una trentina di paesi tra cui tutti quelli occidentali dell’Ue, gli Usa e il Giappone, con voti positivi da 9,3 a 6,5. Noi siamo dopo le Seychelles e prima della Grecia. L’anno prossimo andrà peggio?”
In questo quadro, con a far da sfondo una vergognosa farsa come quella recitata da tutte le parti nella vicenda “Commissione di vigilanza Rai”, e dinnanzi alla ennesima sanguinante puntata della tragedia che si sta consumando da sessant’anni fra il Giordano e il Mediterraneo, il Presidente della Camera non sa far di meglio che telefonare al Presidente in prorogatio della Rai, per denunciare la soglia della decenza che sarebbe stata superata da un conduttore televisivo, che comunque la si voglia pensare, affida le sue idee al giudizio degli ascoltatori.
In queste ore, il sito de la Repubblica e del Corriere, sulla presunta indecenza di Santoro ci stanno ingrassando, mentre noi cittadini, sotto il peso della indecenza di un paese che non può contare né su una maggioranza né su una minoranza appena appena decenti, possiamo solo crepare, oppure in alternativa, misurare il “troppo pieno” delle nostre caselle mail.
Vittorio Melandri
14 commenti:
Che Santoro affidi le sue idee al giudizio degli spettatori va benissimo. Non va bene che, oltre ad esprimere del tutto legittimamente le sue personali opinioni, confezioni un truculento messaggio di propaganda e di odio contro Israele per trasmetterlo su una rete del servizio pubblico.
Chiunque abbia visto la puntata di ieri non può non avere trovato disgustosa la lunga intervista alla bambina palestinese ferita, alla quale tra l'altro viene chiesto se è di Hamas ... Questa è TV spazzatura !
Per fortuna Santoro non era ancora nato e non faceva questi beceri servizi nel 1944, altrimenti dopo i bombardamenti di Milano avrebbe potuto fare con le stesse tecniche un reportage sulla scuola elementare di Gorla (più di 200 bambini uccisi con le loro maestre), indicando negli anglo-americani, anziché in quelli che avevano predicato e scatenato la guerra totale, i nemici dell'umanità.
Mi pare giusto chiedere alla RAI di garantire più equilibrio e di astenersi dall'uso e abuso dell'orrido per eccitare l'emotività e fare audience.
Luciano Belli Paci
condivido totalmente la riflessione di Luciano. sarebbe ora che santoro la piantasse di trattare tutti come un branco di analfabeti .è diventato ancora più fazioso di prima ma davvero credo abbia superato il limite. mi viene spontaneo, in questa occasione, esprimere solidarietà a lucia annunziata : molto professionale e dignitosa nella sua uscita dal " circo santoro"
maria cipriano
Caro Giovanni,
premesso che il senso del mio scritto era nella sua modestia, più circoscritto al cortiletto nostro italiano, e nello stesso tempo abbracciava un contesto più ampio di quello dello specifico caso "isolato" da Belli Paci.....
....non posso che nutrire rispetto per le opinioni di Luciano Belli Paci, ma non posso negarmi uguale rispetto per le mie.
Due cose sono a mio parere evidenti in questo torno di inizio anno........
.... la tragicità di quanto accade a Gaza, che coinvolge in una spirale oscena vittime e carnefici alternandoli sulla scena, e separandoli di volta in volta dalle loro ragioni e dai loro torti, per lasciarli solo in balia della loro ferocia.... comunque la si pensi, trovo che sia impossibile oggi separare la ferocia dai torti e dalle ragioni, a meno che si rinunci a riconoscere appunto la ..... ferocia..... e si abbia la faccia tosta di non prendere una qualunque posizione.... ma si contrabbandi la capacità appunto di conteggiare le % di torti di ragioni e di ferocia di ciascuna delle parti.... come espressione di equilibrio.... era quello che la "per me ipocrita" Annunziata, si è proposta di fare ieri sera sin dall'inizio della trasmissione.
A Belli Paci, per quel che vale la mia opinione riconosco al contrario il merito di prendere una posizione assolutamente chiara, gli chiedo di riconoscere anche agli altri la stessa possibilità.
....l'altra cosa di una evidenza altrettanto evidente, anche se volge sicuramente in farsa e non in tragedia, è che in Italia siamo immersi nella spazzatura sino al collo, e non possiamo permetterci di confonderla con quello che non ci piace ma spazzatura non è.
In una TV becera e mentecatta, dove imperversano i Vespa i Fede, i Mazza, etc etc. etc. anche il peggior Santoro e/o quello che ci piace meno, e che possiamo seppellire di critiche "feroci", resta alla TV spazzatura come Berlusconi alla democrazia.
Vittorio Melandri
Condivido il commento di Luciano, in particolare per la assoluta appropriatezza del paragone con Gorla '44.
Ciò ovviamente non significa che non possano essere messe in discussione, storicamente ed eticamente (per quanto il termine sia difficile da usare in tempi di guerra) decisioni quali quelle del bombardamento di Dresda o di Hiroshima.
Significa però non perdere di vista che se ci sono aggressori ed aggrediti, non possiamo chiedere agli aggrediti di farsi sterminare mascherando questa richiesta con quella delle "proporzionalità della difesa".
Stefano Bazzoli
Condivido anch'io in pieno la riflessione di Luciano (e quella conseguente di Maria Cipriano)
Nicola
mi associo alle osservazioni di Luciano Belli Paci e Maria Cipriano. Santoro fa l'agit-prop di quella cospicua frangia antiisraeliana, antioccidentale, terzomondista che vivacchia all'ombra della sinistra radicale e di consistenti settori del PD. Non hanno ancora capito che una sinistra con queste bandiere non tornerà mai più al governo in Italia.
Nicolino Corrado
Seguendo in queste ore il dibattito sul terribile conflitto in atto in Palestina ed in terra d’Israele, dibattito che ovunque si va “frantumando” come un’onda che si spegne in risacca, mi è tornato alla mente un concetto in uso un tempo non lontano nella sinistra, anche nella sinistra italiana.
Il concetto cui mi riferisco è quello degli “utili idioti”, che in una mia precedente, proposta alla mailinglist prima maniera, avevo avuto la presunzione di rigettare se, anche solo nelle intenzioni di qualcuno, si volesse riferire ai “lombardiani”, che, dicevo, non sono mai stati fra questi.
Ebbene, ritrovandomi nei non graditi panni del “difensore del tribuno Santoro”, e sentendomi offeso dalla ipocrisia dominante e dilagante, che ha trovato nella terza carica dello Stato un interprete puntualissimo e riverito da tutti, e non sentendomi offeso invece dalla presunta TV spazzatura del “tribuno”, credo che io debba riadattare il concetto di “utile idiota”, perché peggio, molto peggio, di un idiota utile, ci sta un “idiota inutile”.
Tale mi sento in queste ore, specchiandomi nel tentativo, appunto inutile e con ogni probabilità idiota, di ragionare, laddove invece da ogni parte si scagliano, anche in preda a torti marci e a ragioni furiose, solo anatemi.
In un tentativo forse ancora più idiota, esalo un ultimo soffio di ragionamento.
L’ “evoluzione”, per dirla con Telmo Pievani, è un vastissimo “programma di ricerca ad azione interdisciplinare. Tale programma a tutt’oggi, ha fra l’altro permesso di acclarare scientificamente, che in alcuni milioni di anni, da un originario “vivente” si è andata formando quella che “oggi” (oggi, per dire da migliaia di anni) è una sola ed unica “razza umana”.
Applicare il concetto di “razzismo”, può quindi servire, ad esempio, per distinguere un appartenente alla “razza umana” dalla “razza equina”, formata da quegli animali dal cui allevamento sembra per altro derivare etimologicamente il termine stesso di “razza”, ma non può in alcun modo servire per distinguere un essere umano dall’altro, che per quanto diversi siamo, siamo tutti indistintamente appartenenti appunto alla stessa “razza”.
Come purtroppo sappiamo però, il concetto di “razzismo” viene ugualmente applicato ancora oggi su larga scala, ed in ogni parte del mondo, proprio al fine di “distinguere” quello che come detto non si può distinguere, essere umano da essere umano.
Questa “barbara usanza”, l’applicazione dell’ “inesistente” concetto di razzismo al vivere sociale, che nella Shoah ha conosciuto una concentrazione tragica, spaventosa, oscena, e mi fermo al terzo aggettivo che mi viene in mente, ma potrei continuare a lungo, vive insieme a noi, e lo ritroviamo incistito in molti altri nomi, mai caduti in disuso.
A questo punto del ragionare, mi fermo ad una prima considerazione: se si crede possibile far discendere dall’appartenenza ad una etnia, sia essa di natura geografica, religiosa o legata a questo o quel costume di vita, un motivo di discriminazione, discriminazione che può essere indistintamente “favorevole o contraria” alla stessa etnia, si è “razzisti”, nel senso più vero e deteriore del termine.
Ma, continuando con la stessa logica, non è detto che un razzista, che sicuramente lo è in quanto ad esempio antisemita nel senso corrente di antiebraico, sia anche, sempre ad esempio, “anti negritudine”; molti neri antisemiti (magari essi stessi semiti per ceppo linguistico) lo stanno a dimostrare.
Così come non è detto che un essere umano ebreo perché di religione ebraica, semita per ceppo linguistico, e legittimamente sionista in quanto appartenente a quel movimento politico che si è prefisso la costruzione di uno Stato che si chiama oggi Israele, non sia anche “antislamico” e cioè, per le ragioni di cui sopra, anch’egli “razzista”.
Espongo in conclusione due convinzioni.
Il nemico N. 1 per l’umanità, è il “razzismo”, da chiunque praticato, sia consapevolmente sia per ignoranza crassa, sia giustificato dalla “forza maggiore” sia prodotto dalla “forza minore”.
Il nemico N.2 è la paura di riconoscere il “razzismo” dove se ne sta annidato, senza sconti di nessun genere per nessuno.
Vittorio Melandri (inutile idiota)
Pur avendo solo sentito e letto di anno zero, condivido anch’io, con qualche riserva, le considerazioni di Luciano Belli Paci. Dovrebbe intervenire la Commissione di vigilanza, ma non c’è! Naturalmente, nonostante l’uso del servizio pubblico per operazioni estranee alla funzione dell’informazione rai, non invoco l’intervento di un qualche giudice. Non mi rimane, perciò, che aderire allo sfogo di Belli Paci senza confidare nell’intervento invocato da Luciano.
mario viviani
Personalmente preferisco i personaggi alla Santoro (che spesso finiscono al rogo appiccato dai loro stessi antichi festanti amici) che quelli all'Annunziata, rivoluzionari da giovani e codini da vecchi (e spesso nei dintorni dei roghi con ancora il cerino fumante in mano...).
Poi se a uno non piace Santoro o la De Filippi, basta che cambi canale
TUTTI TORTI POSSIAMO DARE AL PICCOLO DUCE SANTORO
MA SU UNA COSA HA RAGIONE NEL DEFINIRE CHE NON SI FA' PIU' POLITICA CHE IL "LUNGIMIRANTE" VELTRONI TUTTO PUO' FARE TRANNE CHE L'OPPOSIZIONE E CHE LA SINISTRA ITALIANA E' INESISTENTE, DATEGLI RAGIONE IN QUESTO!!!
E NON DITEMI CHE NOI NON SIAMO STATI PARTECIpi A TALE DISFATTA..
il Veltroni assomiglia a Boselli.Non so se è altrettanto pigro, certo ha
tempi di reazione lentissimi. E, infine porta sgarro.Ma noi cosa
c'emtriamo?:una dellepoche cose che ha deciso il retore americaneggiante è
di farci fuori alle elezioni?
devo dire che non ho mai visto Santoro e Vespa solo durante gli spogli elettorali. Ho visto una volta Grillo in piazza e come spettacolo mi è piaciuto assai.Più del papa....
Contaminazioni
Ieri 17 gennaio 2009, 10.45.41
Il telepredicatore Santoro
Ieri 17 gennaio 2009, 10.38.42 | Wlodek Goldkorn
Due cose sulla questione Santoro
1) La trasmissione di Michele Santoro non è né una novità né un’eccezione italiana. Telepredicatori di estrema destra americana, simili a lui, sono stati l’elemento culturale su cui ha costruito la sua fortuna George W. Bush
2) Gli insulti a Lucia Annunziata. In genere vale la regola d’oro: chi attribuisce ad altri inconfessabili motivazioni (stai cercando dei meriti presso qualcuno), parla di se stesso.
Non posso assolutamente pensare che Santoro non esprima le proprie idee.
Quello che posso pensare è invece che lui, come tanti altri le espone a carico, del contributo che io do al servizio pubblico. Dove è sbagliato che vi siano i Santoro, i Vespa, i Fazio, ecc., è che lo esprimano a carico del servizio di informazione pubblico, chiunque sia al Governo.
Queste posizioni (quando non sconfinano in incitamento a fatti illeciti, il che spesso anche succede)assolutamente legittime se espresse in network e media privato, sono inconcepibili nel servizio pubblico, che non ha il Diritto di esprimere opinionima solo il dovere di informare.
Quindi, benissimo se il media americano a stimolato la presidenza Bush, malissimo se a farlo fosse stata la Tv di Stato.
La differenza è proprio qua.
Purtroppo in Italia quando ci si permette di contestare persone tutelate da "soccorso rosso", si incorre nel reato di "lesa maestà" e si rischia il linciaggio come fascisti. Quello che invece non è stato chiarito è perché appunto il Santoro, che era stato eletto al Parlamento europeo, vi ha rinunciato per tornare alla ordinaria attività di mestatore. Siccome non credo alle sue qualità altruistiche, essendo invece egli un "professionista" , legittimanente mi chiedo: cui prodest?
Giampaolo Mercanzin
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