mercoledì 7 gennaio 2009

Antonio Luppino: Socialismo e società

Cari Compagni

Il vero problema oggi è la comunicazione, tra le generazioni a causa della velocità dei cambiamenti e della pigrizia mentale. I rapporti, già allentati tra le persone, diventano sempre più tenui tra "le Istituzioni e i loro destinatari per la diversa percezione delle rispettive finalità". I figli di questa Società non possono e non devono permettersi il comodo isolamento ma percorrere per intero la strada della responsabilità e dell'impegno.Oggi, difatti, possiamo senza dubbio affermare che" la comunicazione è confusa, disturbata, esposta all'ambiguità per eccessivo rumore, per la molteplicità dei messaggi ma, soprattutto, per la mancanza di sintonia tra emittente e ricevente". Viviamo la contraddizione del nostro tempo; preoccupa l'incomprensione, il silenzio l'ascolto limitato e selettivo, la "comoda tranquillità" e il "lasciar stare". Tutto ciò vanifica di continuo lo sforzo di pochi teso a trasmettere valori, impegno e responsabilità.La vita politica è specchio responsabile delle difficoltà del nostro quotidiano. Non esiste dibattito politicamente corretto, il momento istituzionale si richiude su se stesso, purtroppo nell'indifferenza dei ruoli, ed il rumore eccessivo registra soltanto scontri di acceso personalismo,facendo degradare l'interesse pubblico a semplice ornamento di uno scenario caratterizzato sempre più da rivendicazioni di primogenitura o di "comparata" bravura. La realtà socio economico della nostro paese, sempre più allarmante, è ora diventata potenzialmente pericolosa! Non ho certamente la panacea per risolvere problemi così importanti e gravi ma intendo sollecitare le sensibilità serie e culturalmente capaci che albergano nella nostra realtà ed in tutte le forze, politiche nel tentativo di abbandonare paure e "cultura esasperata" dell'appartenenza privilegiando una comune terapia politica nell'interesse del popolo. Tutto ciò richiede, naturalmente,un forte e vigoroso richiamo all'eticità della politica, privilegiando uomini donne e giovani non per la loro storia o per la loro tessera partitica ma per la capacità di vivere insieme momenti di proposta comune per iniziare un percorso di risanamento socio culturale e politico. Soltanto il coraggio dei pensieri liberi, di persone disposte a lavorare al servizio di una "solidale" esperienza con un rinnovamento globale di qualità che, scevro di indicare alla storia vincitori e vinti, privilegi, attraverso una "trasversale collaborazione trasparente" tra tutte le forze politiche, le associazioni ed i singoli cittadini i problemi del paese, potrebbe essere oggi l'unico modo per ridare slancio e serenità sociale oggi fortemente minata. Tale percorso non deve naturalmente disperdere l'esperienza di tutti coloro che hanno attivamente amministrato la cosa pubblica, di ogni colore ed appartenenza, ma che testimonino fattivamente, facendo un passo indietro, che la politica intesa come servizio richiede lavoro ed impegno per la cosa pubblica, ma non necessariamente nella cosa pubblica; è opportuno,a tal fine, porsi al"servizio" della nuova cultura della solidarietà e della libera collaborazione per una nuova stagione politica fatta di reale rinnovamento, ponendo i "veri" giovani al centro di tale percorso, soggetti attivi e protagonisti della rinascita della città. Soltanto una trasversalità trasparente, condivisa, motivata ma soprattutto accettata senza riserve da tutti attraverso continui e seri dibattiti, e confronti anche forti ed accesi,potrà ridare al paese, proposte amministrative, risveglio economico e pace "ambientale". Ai destinatari di questo mio invito, di inizio di un percorso di incontri e di scambio di idee, non chiedo di condividerlo forzatamente né di leggerlo soltanto come una riflessione seppur modesta ma, al contrario, chiedo risposte, contestazioni, critiche; qualunque cosa che serva a scuoterci per parlarci e per ridare voce al paese ed in particolare ai giovani, guadagnando la loro fiducia, incoraggiandoli ad essere sempre più "presente" e non soltanto futuro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

caro Luppino, dici delleottime cose, però non riesco a capire perchè i
giovani precari solo in pochi casi han cercato di organizzarsi e difendersi.
D'accordo, il sindacato se ne è fregato, i politici non se ne occupano, ma
in fondo il sindacato, il movimento cooperativo, il partito socialista sono
nati nell'8oo col sacrificio di lavoratori precari senza istruzione e senza
genitori che gli garantivano la casa e le retrovie. La verità è che i
precari ritengono la loro situazione provvisoria, e sperano sempre di
vincere alla lotteria di una sistemazione a tempo indeterminato.Ma nelle
severe società di mutuo soccorso dell'ottocento venivano espulsi i
lavoratori a giornata col vizio del gioco,anche se solo del lotto...