lunedì 12 gennaio 2015

Felice Besostri: La strategia del terrore e quali risposte

La strategia del terrore e quali risposte Come sempre ci sono radici profonde ai conflitti, sia collettivi che individuali. La cronaca a volte appare come acqua in regime carsico, che affiora all'improvviso dalle viscere della terra, ma appena la si trasforma in storia ci si rende conto, che nulla succede all'improvviso.. L'aspetto che più mi colpisce è che i terroristi non sono mai arrivati come clandestini sui barconi, ma sono di seconda o terza generazione, nati e cresciuti nella nostra società. Ragazze e ragazzi che hanno visto i genitori assimilarsi, spesso abbandonando la pratica religiosa, non osservando il Ramadan e che non avevano neppure pensato in vita loro di compiere il pellegrinaggio alla Mecca, lo Hajj, mangiando carne non Halal o assumendo alcool. Ebbene i figli hanno sperimentato di essere considerati non francesi a parte intera, ma ospiti, paradossale le vicende degli Harkis, algerini che combatterono a fianco dei francesi e non dei loro concittadini nella Guerra d'Algeria e sacrificati nelle trattative di pace con il FNL Spesso concentrati negli stessi quartieri delle banlieue, con disoccupazione superiore alla media e grado di istruzione.inferiore a quello delle corrispondenti fasce di età francesi: francesi non francesi. Se non mi riconosci cittadino a parte intera e la laicità non è fattore di integrazione pluriconfessionale, ma esigenza di dimenticare la mia, mi riassumo ed anzi sottolineo la mia identità e cerco un'altra integrazione nella Umma dei fedeli di Maometto e all'interno della Comunità con i gruppi più identitari: la stessa logica delle gangs di quartiere o delle pandillas latino americane, presenti anche nelle nostre città. Affrontare le cause economo-sociali richiede tempo ed investimenti massicci, che le politiche di austerità negano a tutti, quindi non sono una risposta che l'opinione pubblica chiede, perché a lungo termine. D'altronde, se uno dei modi di lotta è quello di investire con l'auto passanti a caso o di accoltellare sempre a caso tra la folla, non c'è sistema di sicurezza che lo possa evitare. Ciascuno di noi se ANCHE SUPERA LE SUE PAURE, NON PUò TOGLIERSI DALLA TESTA LE PREOCCUPAZIONI PER I PROPRI FIGLI E NIPOTI, anche se gli ammazzati da autisti ubriachi o drogati saranno sempre più di quelli vittime di terroristi fai da te. Nella incapacità di dare risposte ai problemi della gente comune sta la debolezza della sinistra e dei democratici, a volte insuperabili per profondità dell'analisi: il noto benaltrismo. Se le risposte semplici non ci sono dovremmo comunque farlo capire, ma senza arie di superiorità o di disprezzo di chi non capisce. Tutti dovrebbero essere convinti che le stiamo cercando insieme e che sulla nostra comprensione e solidarietà si possa sempre contare Felice C. Besostri

3 commenti:

roel ha detto...

Pur non essendo completamente d'accordo con Giulietto Chiesa sull'autolesionismo americano, tuttavia ci dobbiamo rendere conto, come ho già detto con altro intervento, che "chi semina vento raccoglie tempesta" e, dopo aver creduto l'occidente di poter esportare la "democrazia" a cannonate, destabilizzando intere aree geografiche, il"danno è fattto", per cui non resta ora che usare la forza contro il fanatismo estremista islamico che addirittura usa i bambini come bombe umane, seminando stragi e morte d'innocenti.Fatto: in Nigeria, per es., i fanatici fondamentalisti sono armati con armi moderne. Mi domando: chi li rifornisce? La Nigeria, per quanto ne so, è paese arretrato privo di fabbriche d'arm.C'è chi sostiene che anche l'occidente, tramite i fabbricanti d'armi, faccia affari con i terroristi islamici. Ritengo che sia tempo di anteporre l'interesse generale a quello privatistico, intervenendo drasticamente nei confronti di quanti vengono individuati come autori delle forniture d'armi a questi gruppi che bestialmente intendono cancellare dai paesi dell'occidente le libertà e i diritti conquistati nel corso dei secoli. Si potrà realizzare una tale operazione planetaria che renderebbe innocui i fanatici intolleranti ? E' possibile concordare tra gli stati un programma di intervento contro coloro che rifornoscono le armi a questi "gruppi" che rappresentano un'infima minoranza che lo stesso Islam sconfessa ? C'è da sperarlo ! Un saluto, Roel

claudio ha detto...

credo che il mondo sia pieno di venditori di armi che non si interessano di politica, ma solo di guadagno. In questo aiutati dalla logica di “risparmiare sui costi delle guerre”, per cui gli USA scoprono che quando si ritirano da una delle loro disastrose avventure, conviene lasciare le armi sul posto piuttosto “che organizzare pericolosi ponti aerei ecc. per evacuarli. E in questo modo danno anche un “premio di liquidazione”, che a loro costa niente, anzi, li fa risparmiare, ai collaborazionisti che mollano nei pasticci. Noi possiamo fare i moralisti seduti in casa nostra, ma negli USA si perdono le elezioni se si fanno guerre che fan morire troppi dei loro ragazzi, ed è importante quindi anche risparmiare loro i pericoli della ritirata.

claudio ha detto...

So di esprimere una posizione astratta e impraticabile. Però domando: ma davvero pensiamo che l'Italia e l' Europa dovrebbero mandare truppe contro l'Isis?
In quel groviglio arabo e islamico che in gran parte noi stessi abbiamo alimentato, ogni volta che americani e europei hanno messo le mani hanno fatto danni immensi e aggravato le situazioni.Io mi accontenterei di una politica di contenimento e di curare di più le politiche di integrazione in casa, senza alimentare paranoie anti islamiche verso i nostri immigrati.
Per fortuna che ai tempi delle nostre guerre di religione in Europa non c'erano potenze esterne in grado di intervenire in nome di principi umanitari!