mercoledì 20 novembre 2013

PER I CATTIVI MARINAI IL VENTO NON È MAI AMICO | Franco D'Alfonso | ArcipelagoMilano

PER I CATTIVI MARINAI IL VENTO NON È MAI AMICO | Franco D'Alfonso | ArcipelagoMilano

4 commenti:

felice ha detto...

Ora è chiaro è la seconda fase della svendita dell'Italia. O c'è una reazione politica forte compreso il ritiro della fiducia a Letta o il giorno (verrà mai?) in cui la sinistra dovesse vincere le elezioni dovrebbe governare sulle macerie di un paese in rovina






Felice Besostri

elio ha detto...

Condivisibile quanto scrive Franco. Non capisco perchè il governo non vuole mettercela tutta per trovare decine di miliardi scovando i capitali portati all'estero illegalmente e tassandoli con aliquote pari a quelle che sopportano gli italiani onesti. Nella migliore delle ipotesi che i capitali imboscati nei paradisi fiscali europei valgano " solo" 8000 miliardi di euro è certo che la quota italiana sia almeno di 600 miliardi. A quanto corrisponde l'incasso fiscale? Nemmeno per quelli depositati nelle banche svizzere i governi precedenti e l'attuale, hanno chiuso la partita. E si tratta di più di 200 miliardi da tassare. Dopo tanto tempo e tante parole inutili, siamo sicuri che i soldi ci sono ancora e non sono volati altrove? In ogni caso si sappia che la quantità media pro-capite di denaro portato fuori Italia è di 500 mila euro. E i beni mafiosi che vengono valutati 1000 miliardi di euro? Si pensi che a tre supposti prestanome di Patteo Messina Denaro nel 2013 sono stati sequetrati ben 9 miliardi di euro di cui 5 alla famiglia Patti, ex proprietario della società Valtur. Si passerà dal sequestro alla confisca? Quando: fra 10 anni? E dopo la confisca i beni che fine fanno? Infine, ma non certo per importanza: come mai non si mette mano ai consistenti giri di affari del sommerso che è in Italia e che vale almeno 400 miliardi di Pil e certamente più di 150 di evasione fiscale?. Possibile che Saccomanni non se ne occupi? Eppure l'allarme è stato lanciato proprio da Bankitalia con parole chiare: se non si interviene sul sommerso verranno chusi i servizi perchè sarà impossibile finanziarli. Allora, dr Saccomanni, diamoci da fare! Elio Veltri

sergio ha detto...

Sicuri che le rovine non ci siano già? Leggo ogni lunedì il Corriere Economia: ogni tanto si parla di aziende che crediamo italiane ma che sono passate ad altri lidi; persino delle "startup" di grande valore l'ultima quella che studia rimedi per il Cancro.

Abbiamo ancora imprese produttive manifatturiere di qualità? Fatemelo sapere (a parte la SGS - Thomson che seguivo di persona alla Fiom e cge continuo a seguire sia pur di risulta).

Ciao a tutti.
Sergio Tremolada (Nuova Società)

lorenzo ha detto...

Penso che la cifra 8000 miliardi come cifra nascosta nei paradisi fiscali europei sia leggermente esagerata (come l’annuncio della morte di quel tizio che godeva invece di ottima salute). Ottomila miliardi - per avere un termine di paragone - sono il 93% di tutta la ricchezza italiana (mobili e immobili), ricchezza che, come noto, è seconda solo per entità a quella di Germania e Francia. Potrebbe essere una cifra plausibile se si includessero le masse di ricchezza gestite dai paradisi fiscali europei (che sono Svizzera, Lussemburgo, Lichtenstein, Andorra, Montecarlo, San Marino, senza contare Irlanda e Olanda dove i regimi fiscali sono molto blandi) nei paradisi fiscali extraeuropei (che sono tanti). E’ vero, però, che intorno ai paradisi fiscali in Europa e fuori Europa, il cerchio si stringe, più ad opera della Unione europea che non dell’Italia. Per quanto riguarda la Svizzera, le valutazioni degli esperti sono di circa 200 miliardi di capitali italiani ivi giacenti, più o meno equivalenti a quanto rientrato con i precedenti scudi fiscali. Naturalmente la preoccupazione delle autorità italiane è quella che, facendo la faccia troppo feroce, questi capitali emigrino fuori dalla Svizzera e dall’Europa, in quanto ad oggi niente glielo impedisce. In questo momento la Svizzera ha firmato in Europa solo due accordi bilaterali di trasparenza, ovvero con Austria e Regno Unito. Con i restanti Stati, fra cui l’Italia, non ha firmato niente, e chissà quanto tempo ci vorrà ancora. Quindi l’Italia ha bloccato il rientro in Italia di questi capitali, ma per il momento non è in grado di stanarli. Che cosa può ricavare lo Stato italiano dai capitali in Svizzera? La questione è che il possesso di denaro come tale, se di origine lecita, non viene tassato, credo, in nessuno Stato. Vengono tassati gli interessi, o i profitti, generati dai capitali, cosa che anche l’Italia sta facendo. Infatti l’evasione fiscale di cui sono accusati i capitali in Svizzera riguarda il mancato pagamento delle imposte sugli interessi, come se il capitale fosse in Italia. Certo che i capitali, in teoria, potrebbe essere sequestrati o confiscati per il solo fatto di essere in Svizzera. Non credo che il governo seguirà questa strada, per il motivo detto sopra che questi capitali hanno la possibilità di fuggire molto lontano, dove sarebbe difficile andare a recuperarli.
Cordialmente. Lorenzo Borla