martedì 9 aprile 2013

L’idea ossessiva di tagliare la spesa / globi / Sezioni / Home - Sbilanciamoci

L’idea ossessiva di tagliare la spesa / globi / Sezioni / Home - Sbilanciamoci

4 commenti:

lorenzo ha detto...

Non sono ossessionato dall'idea di tagiare la spesa: lascio volentieri quasta idea fissa ad Alesina e Giavazzi. Ho detto un paio di cose: che tagliare la spesa pubblica non si può, in quanto consiste in larghissima parte di costi, diretti e indiretti, di personale: mandarne a casa un robusto numero sarebbe causa di social unrest. Ho anche detto che bisognerebbe trasformare la spesa pubblica da improduttiva a produttiva: per esempio, riformando la burocrazia e rendendola più efficiente; per esempio, invece di sovvenzionare l'industria decotta, puntare su ricerca e l'innovazione; per esempio, rilanciare i consumi con la riduzione del cuneo fiscale. Se mai, sono ossessionato, si fa per dire, dalla mancanza di realismo, dalle fughe in avanti, dalle chiacchiere in libertà, dalla continua richiesta di risorse che non ci sono. Infatti, così come la spesa pubblica non si può ridurre, non la si può neanche aumentare più di tanto (tre per cento di deficit) sia per i vincoli europei che sono occhiuti, rapaci e strettissimi, sia perché il carico degli interessi rischia di far diventare il debito incontrollabile.
Lorenzo Borla

claudio ha detto...

Condivido in pieno, anche perchè l'aumento del peso degli interessi sul debito pubblico è elemento non secondario della redistribuzione del reddito all'incontrario e, dati i vincoli di bilancio, sottrae risorse agli impieghi produttivi. Pertanto a mio parere, una gestione virtuosa della spesa pubblica e politiche attive dal lato delle entrate (lotta all'evasione ed elusione - rispetto alla quale forse varrebbe la pena di valorizzare anche strumenti come il nuovo redditometro - e contestuale riduzione del peso fiscale sul lavoro, imposta patrimoniale sulla ricchezza immobiliare e finanziaria - ovviamente tutta da studiare), non le dobbiamo fare solo per evitare di esporci con deficit fuori controllo alle scorribande della speculazione finanziaria internazionale, ma anche e soprattutto perchè si collocano in una prospettiva di crescita socialmente virtuosa.


Claudio Bergomi

claudio bellavita ha detto...

credo che qualcuno si ricordi quando i BOT rendevano il 20%, più di quello che si guadagnava in una azienda correndo tutti i rischi legali, fiscali, ambientali ecc. Fu allor che la finanza cominciò a prevalere nella testa degli italiani, i quali poi si fecero fregare dai derivati delle banche...

luigi ha detto...

Qualche idea copiata, per trovare modi ingegnosi per abbassare il
peso degli interessi sul debito pubblico.



Dice l'Autore
Fortunato Hollande che potrebbe mettere in pratica questi efficaci
consigli esistendo ancora in Francia Banche pubbliche.
Per lo Stato Italiano non è più possibile seguire questo efficace
consiglio perchè non abbiamo più alcuna banca pubblica, nemmeno le
casse di risparmio e nemmeno la Cassa Depositi e Prestiti, tutto
passato in mano privata dal tempo della riforma del credito dal 1990
(Legge Amato), 1997 privatizzazione delle Casse di risparmio e poi
privatizzazione Cassa depositi e prestiti (Cassa depositi e prestiti
S.p.A. (chiamata anche CDP S.p.A.).>
Per saperne di più
(Wikipedia)
Quello che in Wikipedia non si dice che i prestiti agli Enti Locali
non sono più a tasso agevolato come un tempo quando l'istituto era di
diritto pubblico, ma a prezzo di mercato.
Volendo attuare l'ottimo consiglio di Pierre Larrouturou, per
abbassare il debito pubblico in tempi brevi, mi pare che non ci resti
altro da fare che proporre a questo Parlamento appena nato di
nazionalizzare velocemente qualche banca, tutte le casse di risparmio
così come la cassa depositi e prestiti (i cui soldi nei libretti e
buoni postali sono dei risparmiatori italiani).
Poi con le elezioni europee del 2014 prevedere un programma
antiliberista della sinistra socialista per il presidente della
commissione europea e la conseguente la modifica radicale dei
trattati europei in senso cooperativistico.
Che chi ne sa più di me sull'argomento mi verifichi ... se quello che
ho copiato ci azzecca.
Buon dibattito.
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.it