martedì 26 febbraio 2013

Vittorio Melandri: Governabilità

Che malinconia a leggere quei numeri accanto al nome PSI: 57.696 voti pari allo 0,2%. Sia chiaro, è una malinconia di carattere masochistico, dato che vi ho contribuito nel mio piccolo, non votandolo. Ugualmente a rinfocolarla basta ricordare che nel 1972 il 9,6% fu considerato una sconfitta, che ripetere lo stesso risultato nel 1976 costò la segreteria a De Martino e che nel 1978 il Craxi segretario prima maniera, conquistò proprio un + 0,2% arrivando appunto al 9,8%, prima del ‘grande’ balzo nelle due cifre. 11,4% nel 1983 14,3% nel 1987 14,8% alle Europee del 1989 ….. sino al ‘triste solitario e final’ 13,6% del 1992. Ma tant’è da quando nel disgraziato 1998 gli ex PCI hanno intrapreso la deriva che li ha portati al PD, sul socialismo italiano così bravo a farsi del mare da solo, è stato cosparso il sale. Questa mattina però, a farmi veramente infuriare oltre l’ennesima delusione accumulata nella notte, è il fatto che …. c’è qualcosa di marcio nel “media system” italiano. Ma come, lo stesso “media system” che ha accompagnato vent’anni di governabilità, garantita da uno considerato maestro “venditore di frigoriferi agli esquimesi”, e dal suo compare dottore “farlocco”, e sostenitore della secessione del nord, all’indomani di una tornata elettorale in cui il popolo sovrano ha parlato, all’unisono, il detto “media system”, proclama l’ingovernabilità del paese? Viene in mente quel Ford che dichiarava, “vi faremo macchine di qualsiasi colore purché siano nere”, parafrasando il quale si potrebbe dire che nei titoli del “quarto potere italiano”, si sente l’eco della democratica affermazione: “votate pure come volete, purché il governo sia quello che decidiamo noi… e i mercati”. Personalmente ho dato retta a Bersani. Ho speso il mio unico voto in modo utile, e non potendo esprimerlo per il “PD nuova DC”, causa un divieto espresso dal mio medico curante, mi sono preso ugualmente qualche rischio per la mia salute mal messa, ed ho votato per lui, votando Sel del devoto di S. Pio con lui alleato. Ora leggo di necessarie larghe intese. Per quel che vale il mio insignificante parere, o Bersani mette al più presto in piedi un governo che le “larghe intese” le realizza sul campo, in modo trasparente aggregandole attorno ad un progetto immediato fatto di proposte di “Legge anticorruzione/falso in bilancio - Legge elettorale - Dimezzamento dei parlamentari - Legge sul conflitto di interessi” ed altre tremendamente necessarie al paese, cioè automaticamente invise a Berlusconi e alla sua orrenda coorte, oppure se le larghe intese sono quelle volute da Napolitano/Monti/Violante/Letta nipote/Letta zio, vanno tutti a farsi maledire per sempre, e la prossima volta non voto Grillo, gli mando direttamente la mia carta d’identità e la mia scheda elettorale, sempre che non mi sia deciso prima, in un qualche modo, ad andarmene per sempre da questo paese di merda. Vittorio Melandri

19 commenti:

annamaria ha detto...

caro Compagno Melandri, la mia solidarietà e vicinanza per il pensiero espresso sul psi, che condivido, cosi come la parte relativa alle "larghe intese", e il finale della mail!io non ho votato nè bersani, ne vendola! ero candidata con Rivoluzione Civile, dove ho trovato altri Socialisti .


l'Italia ha un'anomalia: NON ha un partito socialdemocratico, un partito che possa definirsi minimamente socialista. nè il pd, nè sel...ma forse nemmeno il psi di nencini lo sono. è necessario e urgente lavorare all'unificazione della sinistra, alla rinascita del partito dei lavoratori. dovremmo procedere nella direzione di una costituente socialista, anche se una andò male...la democrazia è in pericolo. abbiamo un obbligo verso i nostri Padri Costituenti e verso i Socialisti- urgono gli stati generali della sinistra.


fraterni saluti socialisti Annamaria Pagano

sergio ha detto...

I voti del PSI, se ha una propria lista nazionale e la sorregge sono circa 350.000 (1 - 1,3 %)

Il suo gruppo dirigente ha preferito un uovo oggi e non la gallina domani: l'accordo con il PD, benedetto dal PSE, discutibile ma tant'è; anche altri dirigenti nel passato hanno fatto la stessa cosa e sono stati criticati da chi non ha mai dovuto prendere decisioni del genere. Dal 95 in poi vi è stato un piccolo simbolo del socialismo in Parlamento, questi sono i fatti.

Sergio Tremolada (Nuova Società)

PS. Molte volte sono stato all'opposizione di tali scelte.

mario ha detto...

Caro compagno Melandri, ho fatto le tue stesse osservazioni appena ho appreso i risultati del fu-PSI a cui sono stato iscritto per circa un trentennio, ereditando e coltivando una tradizione familiare di quasi tre generazioni. Non che non me lo aspettassi, ma ad inasprire la mia delusione è stato il registrare tale debacle nonostante le verificate notizie di accordi ed accordicchi vari intrapresi dal fu-PSI del mio territorio (quello casertano-napoletano) con le peggiori e più impresentabili fecce trasformiste locali (espulsi per indegnità dal PD, passati poi con l' Udeur di Mastella etc.).....operazioni che ho fondato motivo di credere siano state assunte come standard laddove possibile sull'intero territorio nazionale, secondo lo schema già attuato del riciclo di Carlo Vizzini. Come te ho votato SEL con Bersani premier perché l' ho ritenuta l' unica scelta possibile per un Socialista che, a mio avviso, ha ancora il cervello in funzione e riesce ancora a comprendere il significato di "coerenza di principi". Ed i fatti hanno poi dimostrato ampiamente che altre scelte non esistevano e non esistono per il momento.
Cosa dire? Rifugiarsi nei fasti del 14% dell'era craxiana nemmeno può aiutarci molto perché, forse, a ben guardare e ricordare, quel 14% fu, sì, l'apoteosi, ma anche il motivo dell'inizio della fine. Il resto fu storia di ipocrisia italica molto trasversale e che solo in parte può addebitarsi allo storico duello a sinistra col PCI.
Venendo all'oggi credo anch'io che siano più che maturi ed irrinviabili i tempi di una decisa inversione di rotta dell'intera Sinistra italiana che la porti verso i lidi del Partito del Socialismo Europeo; una inversione di rotta intesa non come mera adesione ad un organo spesso solo burocratico, ma come organica adesione a principi, pensieri e prassi ben definiti e differenziati, alternativi sia alle destre ed ai centri di tutte le risme, sia ai massimalismi giacobino-autoritari di certa pseudo-sinistra residuale.

autuori ha detto...

La tua malinconia potrebbe avere una migliore destinazione:
le liste del PSI al senato sono state presentate in solo tre regioni, una brutale stima darebbe 0.2/3*20>=1.3% ovvero 57696/0.2= 288480 voti;
ed ecco un vero motivo per essere malinconici: nessuno riconosce che senza questi voti oggi avremmo alla Camera la maggioranza assoluta
di Berlusconi (differenza 135000 voti tra le due coalizioni) e che avrebbe avuto il PSI, se si fosse presentato col proprio simbolo, una rappresentanza parlamentare circa doppia e
una adeguata visibilità. E, il che non guasta, avrebbe fatto fuori Tabacci.
Autuori

Sergio ha detto...

Sergio Ferrari

La delusione dei compagni socialisti per l’esito delle elezioni ha certamente abbondanti motivazioni, soprattutto se ci si sofferma sui risultati ottenuti dai vari punti di aggregazione politica – parlare di partiti mi sembra eccessivo – nei quali erano variamente presenti questi compagni.

Mi sembra inutile, in questa occasione, scendere nei dettagli. Vorrei tentare, infatti, di ricavare da questa vicenda elettorale alcuni possibili elementi positivi .

Il primo sta nella mancata vittoria di Berlusconi. Certo rispetto agli ottimismi della vigilia si può parlare al massimo di scampato pericolo. Ma non è poco.

Per molti – anche di noi ma non per il sottoscritto – prima delle elezioni l’auspicio era che anche con il 51% occorresse allearsi in Parlamento con Monti. Prendere atto che ciò non è possibili non mi sembra così negativo, anche se occorre constatare che alcuni si intestardiscono proponendo per il domani un Renzi al posto di un Bersani.

Scartando l’ipotesi di un accordo con Berlusconi, resta un 5 Stelle che politicamente spazia dall’estrema destra all’estrema sinistra con un Grillo che, quindi, deve anche lui sostenere che la distinzione tra destra e sinistra è finita. Naturalmente questa è una fola di destra che circola sola nella provincia italiana, ma occorre riconoscere che se ha un suo corso dipende anche dalla crisi della nostra presunta sinistra che ha fatto di tutto per confondere le idee.

Come si uscirà da questo pasticcio staremo a vedere, se con delle soluzioni alla “siciliana” o con altro ma sembra comunque ragionevole immaginare - sperando che nel frattempo il Paese regga – una seconda tornata elettorale ben prima dello scadere di questa legislatura.

Supponiamo di avere un anno di tempo: riuscirà ad emergere anche nel nostro paese una sinistra europea, con una sua dignità storica e culturale, capace di eliminare l’economia speculative, di valorizzare il potenziale economico e sociale di una società della conoscenza, di estendere a livello internazionale i valori della pace e della dignità umana?

Si dirà: ma cosa c’entrano tutte queste nobili questioni con i problemi posti dalla nostra disoccupazione, dalla nostra cattiva distribuzione della ricchezza, dalla domanda di una qualità dello sviluppo attenta ai valori ambientali, sociali e culturali, per non parlare degli atavici “difetti” in materia di comportamenti sociali a dir poco discutibili incominciando dalla corruzione, dalla mafia, ecc. ecc.

C’entrano eccome, dal momento che quei problemi sono “inaccettabili” da una sinistra come quella ipotizzata e, inoltre, la gente saprà perché e per chi votare. E in un paese con una sinistra di questa natura anche una destra alla Berlusconi diventa un’ipotesi difficile.

A parte le stranezze di un Grillo, tra i sedici punti della sua ’Agenda non è difficile immaginare un programma del tutto accettabile anche a sinistra, ma se questa eventuale opportunità dovesse servire solo a guadagnare un po’ di tempo e non ad avviare almeno il disegno di una sinistra, socialista ed europea, anche in Italia, allora saremmo domani punto e a capo dovendo riprendere a sperare in uno scampato pericolo ma forse con qualche possibilità in meno di evitarlo.

dario ha detto...

Caro Vittorio
grande malinconia ma anche l'onore delle armi a quei 57.696 cittadini che ancora oggi hanno la dignità e l'orgoglio di essere socialisti, e di essere socialisti in un momento in cui lo Stato Maggiore di quel partito si è in gran parte arreso.
E' tempo di uscire però dalla malinconia del ricordo di come fummo, queste elezioni ci consegnano un messaggio: il centro sinistra dell seconda Repubblica non è più in grado di capire la realtà, dobbiamo riaprire la scatola della cultura del socialismo italiano per cercare gli strumenti utili per interpretare la società Italiana, ne abbiamo molti, basta saperli interpretare ed adeguare all'oggi ed al futuro.
PD e SEL hanno fallito nel loro progetto, calare sull'Italia ( e sugli italiani) la camicia di forza di un sistema bipartitico centralistico e poco democratico.
L'esito delle elezioni ci consegna (e ci consente) di avere di fronte a noi un paio d'anni in cui rielaborare il lutto di come eravamo belli ventanni fa e del fallimento del centro sinistra attuale per costruire una nuova identità socialista utile per la società del XXI secolo.
Lunedì è finita l'epoca della narrazione politica legata ad un mito antico: la classe operaia, il cui baricentro era la FIAT, anzi Mirafiori, anzi le Carrozzerie di Mirafiori, quarantanni fa Sylos Labini ci raccontava un'altra Storia, ripartiamo da lui, da una società in cui esistono ceti nuovi che cercano (con disperazione) una loro rappresentanza, per ora fornita da Grillo che però è il termometro che indica la febbre, non la medicina che cura la malattia.
Sarà un lavoro lungo, difficile ma sono ottimista perchè in questi giorni sento tanti giovani chiedere ma ora che si fa? La CULTURA SOCIALISTA può dare loro delle risposte? Io penso di si.
Dario Allamano

PS
l'insipienza del CS si rileva da un fatto, dopo aver voluto tenere in vita il Porcellum manco l'hanno saputo gestire, quella legge richiede un partito egemone e dieci cespugli da 100-200.000 voti, non un Partito solo al comando, Berlusconi l'ha capito, il PDL non ha poi avuto quel grande risultato ma attorno a lui a raccolto 1.400.000 voti dai cespugli, Bersani e Vendola 300.000


marco ha detto...

Io, invece che preoccuparmi del PSI (ed il nostro Melandri si preoccupa senza averne la tessera e candidamente dichiara di non votarlo), mi preoccuperei, invece di quel movimento ampiamente pubblicizzato da tutti come la panacea dei mali della sinistra e dei socialisti (sic) ed invece non è andato oltre il 3%.

Parlo di SEL, ovviamente e della magra figura fatta tanto in Italia quanto nella mia regione dove esprime oltre che al Governatore in sella da oltre 8 anni, assessori e consiglieri regionali.

Io non sono contento della politica fatta dal PSI nè del modo con cui si è scelto di non andare alle primarie ed di non presentare le liste. Devo di re, peò, che a conti fatti, senza soldi e senza liste i 6 parlamentari espressi dal PSI sono gli stessi di quelli del CD di Tabacci. Dovrei rallegrarmi? No. Lo farò presente al prossimo Congresso.

E' certo, però, che quello che è accaduto in queste elezioni non può lasciarci indifferenti.

Il popolo ha dimostrato di non amare il PD e di non ritenerlo sufficientemente alternativo al governo del Paese.


Invece di sparare addosso al PSI farei un pò di autocritica.......... c'è qualcosa che non funziona, Compagni. E non è colpa del PSI.....

Forse è il momento di pensare ad un vero Partito socialdemocratico come esiste in tutte le grandi nazioni europee mature.....

felice ha detto...

In Rivoluzione Civile a parte Anna Falcone e te non ne vedo molti spendersi su progetto di un partito socialdemocratico.

meditate su queste cifre

2006 L’Unione 19.002.5987 49,61%
2008 PD IdV 13.689.598 37,55% Sin.Arc. 1.053.154 3,2% PSI355.495 1,0%
2009 PD+IdV 10.450.119 34,12% Rif.PdCI 1.037.862 3,39% SeL 957.822 3,1%$
2013(PD,PSI,SEL,CD,SVP) 10.047.603 29,54%



2006 L’Ulivo 11.930.983 31,27%
2008 PD 12.095.306 33,18%
2009 PD 7.999.476 26,12%
2013 PD 8.644.187 25,42%

Cari elettori ed elettrici di sinistra e centro sinistra dove siete andati e perché?

Sono mai stati cercati a domicilio, sui luoghi di lavoro o studio ovvero dove passano il tempo perché disoccupati o pensionati?



Felice Besostri





giampaolo ha detto...

Bravissimo Marco, guardiamo a casa nostra e vediamo come possiamo rientrare DIGNITOSAMENTE nel contasto dei partiti socialisti e socialdemocratici dell'Internazionale, che potrebbe modificare e bonificare questo confusionario PSE.

Vittorio Melandri ha detto...

Sono socialista da quando avevo vent'anni, dal 1991 senza tessera. Dal 1998 al 2001 illuso che a Firenze si fosse aperto un cantiere per costruire un partito nuovo della sinistra laica socialista e libertaria, ho preso la tessera e ho speso le mie residue capacità di attivista nei DS. Da sempre sono un signor nessuno con il vizio di esprimere pubblicamente le quattro idee di cui dispongo .... ma già questo è problematico perchè si è presi in mezzo fra l'accusa di essere parolai, e la chiamata a trasformare in fatti quello che si dice... oppure... ricordarsi del detto .... che il bel tacer non fu mai scritto. Forse è proprio quest'ultima la sola opzione valida, passare dalla parte della ..... minoranza silenziosa, non si corre il rischio nemmeno più di essere parte di quella che una volta era una reazionaria "maggioranza silenziosa" .... perché appunto oggi tutti parlano.

silvio ha detto...

I dati, modesti, sono quelli del sito del Ministero degli Interni.



1. c’è un aumento dei voti tra regionali e politiche, 75.361 vis-à-vis 57.696, poca roba rispetto al quadro generale, ma grande per chi si è impegnato nel PSI a differenza di chi guarda all’indietro e cerca casa altrove;



2. la litania di chi addossa sempre e soltanto al PSI e Nencini tutti gli errori possibili e immaginabili è ormai ridicola; ai grandi strateghi e generali socialisti fuori dal PSI farebbe bene ritornare a fare politica tra la gente e per la gente, ricordandosi che i socialisti stanno con i socialisti, punto e basta; coloro che si definiscono socialisti nel PD, SEL, PDL, con Tremonti, con Moggi e con vattelapesca oltre a cambiare casacca cambino anche nome;



3. il super-presente e super-valutato Presidente della Puglia e di SEL è stato sonoramente battuto in casa sua ! il pallone si è sgonfiato ma sembra che pochi lo abbiano notato; di chi la colpa ? ma cosa è accaduto laggiù ? il super-Presidente della Puglia che mette in riga Monti, avvisa Bersani di non fare e come fare, forse non ha dedicato troppo tempo a curare quel che accadeva in casa sua !



4. il rassemblement rivoluzionario-giustizialista-comunista cancellato, sparito, mai nato (in questo caso per colpa del PD stando alle dichiarazioni dell’improvvisato leader con un percorso di stella cadente.



5. Movimento 5 Stelle va studiato come fenomeno politico e non come roba da appestati o populisti, etc. etc.; guardare bene chi è stato eletto, persone giovani che vogliono cambiare, che non trovano risposte nei partiti tradizionali; Grillo, piaccia o no, ha sconvolto tutto (tsunami): il panorama politico e il modo di presentarsi (o nascondersi) agli elettori; ma i politici tradizionali sono andati a Taranto (ILVA ) o a Termini Imerese (Fiat), hanno ridotto il costo della politica ? i politici tradizionali sono capaci di dare risposte chiare, concise, comprensibili ? se un laureato in scienze politiche con 110 e lode è costretto (perché non c’è lavoro) a fare il magazziniere a € 750 al mese a chi deve rivolgere attenzione ? se un laureato in statistica con 110 e lode lavora in un call-center, con turni notturni, a € 875 al mese a chi deve guardare come esempio ? se uno studente universitario non può andare in laboratorio perché il microscopio elettronico è rotto da 7 mesi a chi si rivolge ? tralascio di menzionare quelli che avevano un lavoro e sono rimasti senza lavoro e non trovano più lavoro ! e poi le storie di chi ha chiesto alla banca di bloccare le rate del mutuo o vende la casa per fare cassa !

Quello del M5S è un urlo sbattuto in faccia ai politici tradizionali, questo bisogna comprendere ! sforzarsi di capire che lacolpa non è di grillo ma di chi ha reso possibile il successo di Grillo.



Saluti tutti



Silvio Brienza



salvatore ha detto...

Caro compagno Brienza, fa molto male leggere parole come quelle che scrivi.

Sembra che la storia della sinistra italiana ti lasci del tutto indifferente.

Persone come me (ho iniziato a occuparmi di politica nel 1977, quando avevo 15 anni, militando nel Movimento Lavoratori per il Socialismo, figlio di un padre socialista, con il quale mi trovavo spesso a litigare sui metodi ma mai sui fini e sugli ideali comuni) hanno fatto del socialismo la propria bandiera, ma non una bandiera di "partito", in quanto in Italia, questa parola, purtroppo, negli anni è stata contesa "a morsi" da diversi pretendenti, tutti con più o meno diritti.
Nel mio firmamento, la stella più alta è Sandro Pertini, di cui ho sempre ammirato la coerenza e il coraggio (non dimentico mai il suo bellissimo messaggio di fine anno, rivolto ai giovani e alla pace: si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai), tuttavia la storia di quegli anni, che conosciamo bene, mi portò a passare, dalla disillusione per la nuova sinistra al PCI di Berlinguer, che, nonostante la sua appartenenza ad un partito definito comunista, e nonostante il suo non comprensibile, oggi, ai miei, occhi, e col senno di poi, atteggiamento ostile verso il PSI, ha rappresentato un esempio di leader socialista, che ha avuto il coraggio di sollevare temi, come la questione morale, o la liquidazione della spinta propulsiva della rivoluzione d'ottobre. E in quegli anni '80, dovendo scegliere fra una nuova sinistra che si ritirava nell'antagonismo (DP), il PSI di Craxi che aveva adottato il CAF come strategia politica (anche se non dimenticherò mai l'orgoglio che provai per Sigonella nell'85), e un contraddittorio PCI che da un lato continuava a cercare la legittimazione dei poteri forti, ma dall'altro difendeva ancora i diritti dei più deboli (referendum sui 4 punti dell'85, ricordo ancora la maratona ostruzionistica), la scelta non era difficile: scelsi chi, a mio parere, in quel momento, incarnava e rappresentava meglio la parola Socialismo, qui, in Italia, dove le "regioni rosse" erano ancora tali.

salvatore ha detto...

Fui poi pronto ad applaudire a Gorbacev, e ricordo ancora quando disse, chiaramente, che voleva riformare l'URSS in modo da renderlo finalmente uno stato socialista, e fui furioso quando dopo la bolognina i vertici del PCI decisero di gettare via i nostri ideali (e di comportarsi come sciacalli nei confronti del PSI, che, non più colpevole degli altri, pagò poi per tutti). Non ho mai votato, per questo motivo, PDS, DS, o PD, e a seconda dei casi votai poi PRC, SDI, Rosa nel pugno, Arcobaleno, anche se ho smesso di occuparmi attivamente di politica dal '94, quando una "gioiosa macchina da guerra" si confrontò senza più un chiaro schema di valori contro l'individuo che tutti conosciamo.....

Poi, nel 2010, ho cominciato a rendermi conto che Vendola rappresentava, pur con tutti i suoi limiti, un tentativo di riprendere un filo rosso che si era spezzato: ho visto valori abbinati a pragmatismo, una sinistra che si preoccupava di governare "come e in quanto sinistra". E mi sono rimesso in pista!

Certo, il 2012 è stato pieno di errori, che hanno visto noi di SEL perdere metà dei compagni per colpa delle scelte fatte. E anche io sono stato fra quelli più critici, soprattutto dopo il voltafaccia sul referendum Passigli, del 2011 (sono sempre stato un sostenitore del principio "una testa, un voto": il sistema proporzionale) e la conseguente, inevitabile, a quel punto, scelta di "allearsi" con il PD, che ci ha letteralmente fagocitato, con il solito metodo dell'egemonia a sinistra, che deriva dai tempi di Togliatti.

Ma io e tanti altri, in SEL, in RIV. CIV, anche nel PD siamo Socialisti, come valori e cultura. Se siamo così sparpagliati, divisi e sconfitti, è proprio perchè da Livorno, dal '21, in questa maledetta sinistra italiana prevalgono sempre le ragioni della divisione su quelle dell'unità. E ciò ha riguardato anche il PSI: mica dimentico le continue scissioni e riunificazioni con Saragat (che, fra l'altro, era un marxista serio e competente, non certo un servo della CIA).

Pertanto, non mi pongo il problema delle casacche che porto addosso, ma degli ideali che ispirano le mie azioni.


Un motto delle prime associazioni di mutuo soccorso, in un vecchio libro che ho ancora, diceva "uniti siamo tutto".


Quando lo capiremo?



Salvatore Salzano

francesco ha detto...

Se accettassimo l'approccio del compagno Brienza - secondo il quale
sono socialisti solo coloro che militano nel PSI - dovremmo dire che
non erano socialisti Filippo Turati, Anna Kuliscioff e Giacomo
Matteotti (che uscirono dal PSI nel 1922). Non erano socialisti
Giuseppe Saragat e Lelio Basso (che uscirono dal PSI nel 1947 e nel
1964). Non era socialista Gaetano Salvemini. E non lo era neanche Carlo
Rosselli.
In base al "metodo Brienza" il PSI dovrebbe in realtà cambiare i nomi
di gran parte delle poche sezioni che gli sono rimaste, visto che sono
ancora intitolate a personaggi che, se fossero vivi, non dovrebbero
avere "l'arroganza" di dirsi socialisti.

Caro Brienza, a me pare invece che il PSI dovrebbe imparare ad essere
un partito inclusivo e non escludente. Trovo che questo dovrebbe essere
un dato costitutivo dell'essere socialisti. E trovo anche che se questo
partito vuole rinascere o anche solo sopravvivere, e se vuole essere
parte attiva di un processo che porti alla ricostituzione di un vero
grande soggetto politico socialista in questo Paese (e vediamo bene
quanto ce ne sarebbe un disperato bisogno), allora dovrebbe pensare, in
primo luogo, di diventare un partito aperto e non una conventicola
chiusa.

francesco ha detto...

La segreteria Nencini aperta ed inclusiva non lo è stata affatto.
Riccardo Nencini infatti non soltanto ha compiuto delle scelte
politiche secondo me alquanto discutibili. La più grave ritengo sia
stata quella di aver costantemente posizionato il suo partito - in
tutti questi anni - su una linea di innaturale moderatismo (per cui il
PSI si è quasi sempre trovato a sostenere posizioni più a Destra di
quelle dello stesso PD: cosa, a volte, ai limiti dell'impossibile).
La scelta recente (ma in realtà presa già da tempo) di abdicare alla
prospettiva di un PSI autonomo e autonomista in nome di una
sottomissione al PD che garantisse il ritorno di una pattuglia
socialista in Parlamento è stata certamente una scelta non facile e
posso anche convenire che per come sembravano messe le cose potesse
sembrare una decisione giustificata. E' stata una decisione presa in
modo poco trasparente, e per giunta i risultati hanno dimostrato che
quei seggi (e forse anche qualcuno in più) il partito li avrebbe potuti
comunque ottenere anche presentando autonomamente le proprie liste
dentro la coalizione, visto che dove le ha presentate il PSI è sempre
andato meglio del "temibile" Centro di Tabacci (il quale, correndo da
solo, ha eletto anche lui i suoi 6 parlamentari). Un po' più di
coraggio da parte del compagno Nencini probabilmente non avrebbe
guastato.

francesco ha detto...

Ma quel che è più grave - e qui si passa ad una critica ben più
sostanziale - è soprattutto il fatto che la segreteria Nencini ha
sempre mostrato insofferenze e fastidio verso le ragioni o le critiche
di chi poteva non essere d'accordo con le sue scelte e con i suoi
metodi.
Nencini, in altre parole, ha fatto del PSI un partito chiuso: poco
trasparente nelle proprie dinamiche di democrazia interna, duro verso
dissidenti e contestatori iscritti al partito, e palesemente sordo ed
ostile verso tutti quei socialisti che del partito non facevano
parte.

Quest'ultima in particolare mi pare sia stata una linea di condotta
non solo antipatica, ma anche decisamente miope.

Esistono in questo Paese molte associazioni, circoli e reti di più
associazioni di ispirazione socialista, che sono, io credo un prezioso
laboratorio di idee, e dei potenziali incubatori di Socialismo. Molti
di questi circoli e di queste reti sono giustamente gelosi della
propria autonomia: non vogliono diventare delle realtà di partito
(anche perchè questo li snaturerebbe e li priverebbe di quello che è il
loro vero valore aggiunto). Essi però sono e sarebbero interessati ad
avere con il PSI un rapporto di dialogo costruttivo.
Uno di queste realtà è anche quella del nostro Circolo Carlo Rosselli
di Milano: con le sue iniziative, il suo sito, e la sua mailing list
(sulla quale anche il compagno Brienza è intervenuto).
Ebbene rispetto tutto a queste realtà, che personalmente considero il
sintomo più evidente del fatto che il Socialismo in Italia è ancora
vitale, il PSI di Nencini ha in genere ostentato posizioni di assoluta
chiusura.

Ricordo ancora il modo francamente assai poco simpatico con cui
Nencini si presentò a Volpedo quattro anni fa. Lo invitammo per aprire
con lui un serio confronto. E lui in effetti accettò l'invito. Però che
fece? Si presentò con la sua veloce auto blu nella mitica piazzetta
Quarto Stato alle 9.30 del mattino. Chiese subito di parlare. Fece un
discorso piuttosto opinabile sul fatto che bisognava cambiare in
profondità la costituzione della Repubblica assieme ai Berlusconiani
(ci pensate?). Dopodiché alle 9.45 se ne risalì in macchina e se ne
andò da qualche altra parte. Sarebbe stato meglio se non si fosse
proprio presentato, magari con una scusa. Io ero a quel tempo uno dei
coordinatori del Gruppo di Volpedo. Ma non ebbi nemmeno il piacere di
stringergli la mano (e men che meno quello di dirgliene quattro).
Forse, caro Brienza, è perchè non essendo iscritto al partito, ero
considerato come un non-socialista, cioè come qualcuno con cui non
valesse nemmeno la pena di confrontarsi.

Un saluto,
Francesco Somaini

PS: una cosa buona dalla scelta di Nencini di inabissarsi nel PD devo
dire che comunque è arrivata. Nella pattuglia dei 6 parlamentari
eletti, c'è anche la compagna Pia Locatelli. Non so quanto Nencini si
sia davvero battuto per farla candidare (personalmente ho in realtà
l'impressione che la sua candidatura sia stata richiesta a Bersani
soprattutto dai Socialisti europei, i quali hanno ben potuto conoscere
ed apprezzare il valore e l'impegno di Pia sul piano internazionale).
Ma, comunque sia, almeno questa è una notizia che fa un po' ben
sperare...

Vittorio Melandri ha detto...

Si ricordo bene qello che ci dice Somaini.

C'ero anch'io quella fredda mattina di Ottobre 2009 a Volpedo. Era per la precisione sabato 17 e domenica 18 mettevo in circolo un post di cui ripropongo l'inizio, non è elegante citarsi, ma quando si è un signor nessuno ci si possono permettere più facilmente delle ineleganze.

"premetto che sono consapevole di una cosa: chi se ne va ha sempre torto. Ugualmente credo ci sia qualche differenza se ad andarsene è un signor nessuno come il sottoscritto o un segretario nazionale di un partito che torna a chiamarsi PSI e a cui viene data la parola (giustamente mi vien di precisare) per aprire un incontro pubblico carico della ambizione di voler a rianimare il socialismo italiano.

Che poi le posizioni di Nencini non coincidano con quelle del Gruppo di Volpedo non può farmi che piacere, da signor nessuno, continuo a sperare che i socialisti riprendano il loro cammino da dove questo si è interrotto, in quel Comitato Centrale (si chiamava ancora così) in cui, senza il salto della quaglia dell'oggi aiutante di campo di Brunetta, Gianni de Michelis, Craxi sarebbe stato sostituito al vertice del PSI.

Ed oggi con il senno del poi (di cui non sono solo piene le fosse, ma anche le memorie di chi vuol capire e ragionare) sappiamo che questo sarebbe accaduto prima, che con i soldi del conto Protezione, pagasse la cassa da morto in cui è stato sepolto il partito."

Che poi i socialisti, oltre che in giro per il mondo siano anche nel PSI di Nencini, è tanto vero quanto è vero che da almeno vent'anni purtroppo non ci si misura più come tali in ragione della tessera che si ha in tasca.... così fosse dovremmo dire rovesciando l'ordine dei fattori per cui il prodotto non cambia, che sono socialisti anche i Brunetta i Sacconi e Frattini, per non dire del profugo tanto stimato quale esperto di pensioni, che risponde al nome di Giuliano Cazzola, cinquanta chili fa, primo segretario socialista della CGIL in Emilia Romagna.


Felice ha detto...

Mi era sfuggita la lettera di Brienza, come iscrito al PSI e addirittura membro
della DN, senza diritto di voto, e come cofondatore di associazioni come il
Gruppo di Volpedo e il Network per il Socialismo Europeo sono tesminone della
chiusura d PSI. Nella dichiarazione di Intenti del Network il PSI era
individuato al pari di PD e SEL come inbterlocutore principale per unba
ricostituzione della sinistra nell'ambito del Socialismo europo, convinsi tutti
a cominciare la presentazione dal PSO. Nencini ci dedicò 5 minuti frettolosi a
differenza di SEL. Come GdV facemmo auna lettera aperta al Congresso di Perugia
come contributo al dibattito politico. Con sua lettera Nencini invitò una
delegazione del GdV a presenziare al Congresso. Per fortuna che il compagno
Nebiolo ed io eravamo delegato, perchè ci si era dimenticati di avvisre
l'organizzazione del Congresso per cui dell'invito non c'era traccia al banco
accreditamento. Lo statuto del PSI, che come iscritto al PSI Brienza dovrebbe
conoscere, prevede le adesoni collettive e patti di federazione, mai applicato
ad eccezione dle Lib-Lab di Gim Cassano, di cui peraltro ci si è ingiustamente
dimenticati per una candidatura di bandiera. La chiusura è tale cheun gruppo do
sprovveduti nenciniani milanesi ha chiesto, senza ottenerla , la mia espulsione
dal partito e cecato di distruggere unba delle sezioni più presenti sul
territorio. Malgrado tutrto ciò poiché la causa del socialismo a me e a
tantisimi compagni interessa di più delle beghe riformuleremo una proposta di
collaborazione. Sarà la prova del nove se l'accordo strumentale ed al ribasso
col PD era un passaggio doloroso, ma inevitabile, per ritornare in parlamento
per rilanciare la presenza politica socialista in Italia o solo per sistemare
una manciata di socialisti, scelti in maniera non partecipata.Come iscritto al
PSIBrienza avrà letto la lettera dibIscrdini molto critica. Roberto è
Segretario Provinciale milanese e della Segreteria Nazionale del PSI e non si
può certamente dire che non si sia speso per il PSI o per le incarnazioni
precedenti.C'è da ascoltarlo o va messo al bando anche lui come tutti i
rompicoglioni o ancor peggio liquidarlo come incazzato perché non è stato
candidato: una strana visione si ha del socialismo e dei socialisti,
quest'ultmi solo protesi a perseguire un interesse personale. Chi è
antisocialista?
Felice Besostri

giovanni b. ha detto...

Caro Francesco, sono d'accordo con tutto quel che hai scritto. Dal punto di vista politico, si fa un po' fatica a riconoscere al PSI di Nencini (ma anche a quello di Boselli) orientamenti paragonabili a quelli dei partiti socialisti europei. Se per un incantesimo dovesse rinascere un importante partito socialista in Italia, l'attuale maggioranza del PSI potrebbe al più (e lo dico con qualche generosità) costituirne una minoranza di destra. Il gruppo dirigente dell'attuale PSI non ha alcun interesse ad un eventuale sviluppo di tal genere, ma semplicemente alle carriere personali di un limitato numero di suoi dirigenti. Data la situazione risulta difficile anche il dialogo. Cari saluti. Giovanni Baccalini