domenica 24 febbraio 2013

Franco Astengo: Una possibile definizione di politica

MEMENTO: UNA POSSIBILE DEFINIZIONE DI POLITICA In conclusione di una campagna elettorale nel corso del cui dipanarsi i discorsi dei candidati hanno, probabilmente, fatto smarrire il senso profondo del significato della parola “Politica”, lasciando soprattutto i giovani nello sconcerto, ho pensato che forse potrebbe risultare utile riprendere i termini di fondo di una definizione che sembra proprio necessario essere rammentata ai più. La politica, infatti, è la scienza che si occupa dell’umana coesistenza, quando questa assume l’aspetto di una consapevole identità collettiva, considerata sia dal punto di vista del Potere, sia dal punto di vista del Conflitto. Potere e Conflitto rappresentano l’origine della forma della politica in quanto norma, rapporto di comando e di obbedienza, concreta modalità di funzionamento di un Ordine. Le forme storiche della politica sono determinate dalle modalità con cui le categorie del conflitto, dell’ordine, del potere, della forma, della legittimità, del consenso, della produzione e dell’allocazione delle risorse, sono di volta in volta organizzate praticamente e pensate teoricamente. Della politica, infatti, fa parte anche il modo con cui essa viene discorsivamente mediata e criticata dai suoi soggetti e dai suoi attori. La politica è una pratica di potere che è sempre anche un’elaborazione intellettuale e valorativa. Proprio per rispondere a questa indicazione, dell’imprescindibilità dell’elaborazione intellettuale, mi sono rivolto per scrivere questa breve nota ad alcuni autori che, forse, hanno lasciato nei secoli un segno nella costruzione della civiltà umana: Machiavelli, Spinoza, Marx. Schmitt. Un’ultima annotazione: la modernità è stata impostata sul convergere del conflitto nell’ordine e del potere nella norma, ma occorre ricordare che il conflitto non è destinato a essere del tutto pacificato e che il potere eccede sempre la norma. Da qui l’esigenza dell’opposizione, all’idea della pacificazione del conflitto e all’eccesso del potere sulla norma. Una domanda, infine: avete avuto idea di un ragionamento teorico di questo livello nell’esercizio dell’appena conclusa campagna elettorale italiana? Franco Astengo

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